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Autore: ale_lu_maguire    20/05/2015    1 recensioni
Fan Fiction scritta insieme alla mia amica ஜ EvilRegal ஜ
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills, Robin Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Grazie a tutti per il sostegno sul primo capitolo
E speriamo vivamente che anche questo secondo capitolo vi piaccia.
Buona lettura”


 
Era li, seduta nel letto che continuava a fissare il buio."Probabilmente Robin sta dormendo"  pensò la mora continuando a tenere lo sguardo verso l'oscurità e la mano sul ventre, quel dolore lo provava ancora era come se quel sogno non fosse tale ma fosse la realtà. Continuava a sentire quel dolore che non riuscì a trattenere un piccolo gemito di dolore.
-Ah- sussurrò appena la mora premendo la mano sul ventre. Qualcosa le sfiorò la spalla sinistra, essendo buia la stanza non riuscì a vedere nulla. Si stava spaventando come non aveva mai fatto in vita sua. La stessa cosa le sfiorò il viso stavolta e lei sussultò a quel contatto.
-Ei Milady che hai?- le chiese Robin mettendosi seduto anche lui. La mora non appena sentì la voce del fuorilegge fece un sospiro di sollievo, ma nonostante ciò continuava a tremare a provare quel dolore insopportabile.
-S-si credo di si- rispose la mora accendendo la piccola lampada che si trovava alla sua destra sul comò.
-Sei sicura? Perchè stai tremando?- le chiese nuovamente l'uomo spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Regina non sapeva se dirglielo o no dopotutto era solo un sogno che l'aveva spaventata a morte. Rimase un attimo in silenzio assaporandosi ogni carezza e ogni parola che le stava dicendo Robin. Erano stati lontani per più di un mese, ogni parola, ogni bacio, ogni sguardo e ogni gesto li se li assaporava come se fossero gli ultimi che avrebbe visto e ricevuto. Aveva il terrore di perderlo di nuovo, ma stavolta se lo avrebbe perso no lo avrebbe superato nuovamente. Non sarebbe stata abbastanza forte da riuscirci di nuovo. "Se ti dovessi perdere, io mi lascerò morire. Non sono abbastanza forte per perderti" pensò la mora e in quel momento Robin le sfiorò una guancia accennandole un piccolo sorriso.
-Ei che succede?- chiese nuovamente sfiorandole il labbro inferiore.
-Robin...- il sogno l'aveva terrorizzata a morte, e se Emma fosse intrappolata da qualche parte e stesse cercando aiuto? Se quello fosse un avvertimento? Il dolore continuava a tormentarla persino le parole di Robin non le fecero dimenticare il male che stava provando. Robin guardò la sua espressione terrorizzata e non le fece più domande ma si limitò a stringerla in un abbraccio infinito pieno di mille parole. Si era decisamente quello che aveva bisogno Regina in quel momento. Un abbraccio
Un bacio.
Una carezza.
Una parola del suo amato. Si Robin le aveva dato tutto in giro di pochi secondi. Le aveva dato ciò di cui aveva bisogno in quel momento.
Conforto.
Protezione.
Amore.
-…Grazie- aggiunse la mora accoccolandosi in quell’abbraccio dalla quale non voleva staccarsi per nulla al mondo.  La voce di Emma continuò a risuonarle nella mente come una canzone stupida e idiota, quelle parole e il tono di voce disperato che aveva sentito la stavano tormentando anche se un abbraccio di Robin la faceva stare meglio.
-E di cosa Milady? Per un abbraccio? Per uno sguardo? Anche solo per un bacio? Regina non riesco a vederti in questo stato che hai? Che ti sta succedendo sembri strana- disse il fuorilegge poggiando lo sguardo sui suoi occhi castani. La mora ammirava gli occhi chiari di lui, come se non avesse mai visto nulla di più bello e incantevole. Un’altra fitta al ventre le fece abbassare lo sguardo verso il basso, riportando nuovamente la mano sul ventre.
-Ah!- gemette nuovamente dal dolore. Una lacrima scese lungo il suo volto fermandosi per pochi secondi sulla sua favolosa guancia. Robin tolse quella lacrime con un dito poggiando la mano su quel favoloso viso che lo faceva sentire fortunato ad avere una donna così bella e che lo amasse nonostante la puzza di foresta.
-Ei ti senti bene?- la mora non rispondeva nemmeno a una domanda finche il dolore non aumentò nuovamente, facendola sussultare.
-Robin…ho avuto un incubo spaventoso- disse in fine la mora tornando a guardare quei bellissimi occhi chiari.
-Sh è tutto finito, non era reale. Tu sei qui con me e questo è reale- le disse il fuorilegge accarezzandole il viso.
-Robin…sembrava così reale- sussurrò la mora. Robin la guardò negli occhi e vide la sua paura. Una paura che non aveva mai visto in quella donna.
-Racconta, forse ti farà bene parlarne- Perché sta soffrendo? Non ha già pagato abbastanza? Non ha forse sofferto abbastanza?
-Ero in un corridoio oscuro, era stretto con le pareti ruvide...- la sua voce si spezzò non appena le venne un groppo alla gola. Si sentiva la gola in fiamme, non voleva piangere e mostrare la sua debolezza.
-…Emma. Sentì la voce di Emma che mi chiedeva aiuto. Mi faceva paura il suo tono di voce, era come se la stessero torturando, come se stesse soffrendo…- si interruppe di nuovo guardando gli occhi di Robin.
-Iniziai a correre lungo questo corridoio seguendo la voce di Emma. Corsi finche non arrivai davanti ad una porta, in quel momento sentì nuovamente la voce di Emma, stavo per aprire la porta quando caddi a terra immersa in un dolore allucinante al ventre…- si fermò di nuovo, le lacrime le solcarono il volto. Era terrorizzata.
-…Sembrava così reale, mi sono svegliata di colpo con lo stesso dolore del sogno- concluse massaggiandosi il ventre per alleviare il dolore. Il fuorilegge notò la mano sul ventre e mille domande gli passarono per la mente. Notò sul volto di Regina l’espressione di dolore, un dolore che non la lasciava quasi respirare.
-Regina? Tutto bene? Hai ancora quel dolore al ventre?- chiese preoccupato accarezzandole la mano.
-Ehm, si. Mi fa male da quando mi sono svegliata, anzi dall’incubo. Robin sono sempre più convinta che quello non fosse un sogno, ma Emma che cercasse aiuto. E se fosse rinchiusa da qualche parte? O se si trova in qualche mondo oscuro o in qualche dimensione? Dobbiamo aiutarla- disse la mora continuando a massaggiarsi il ventre, ma il dolore non spariva. Mille pensieri le passarono per la mente, uno di questi era molto strano e gli diede attenzione. Pensò a quando l’oscurità l’aveva attaccata, cioè non riusciva a capire il perché. “L’oscurità annienta la luce” furono queste le parole di Emma mentre Regina soffriva dentro quell’essere oscuro che l’aveva attaccata. Quelle parole vennero subito in mente alla mora che stava capendo sempre meno. Beh si lei era cambiata, ormai faceva parte degli eroi. Ma non riusciva a capire il perché di quella frase, cioè lei era cambiata sì, ma non credeva che il suo cuore fosse talmente puro, ci sarebbe voluto del tempo forse anche troppo. La mora continuava a pensare sotto lo sguardo preoccupato del fuorilegge, che la osservava massaggiarsi il ventre.
-Regina a cosa stai pensando?- chiese il fuorilegge abbracciandola di nuovo per consolarla. La mora rimase immersa in quell’abbraccio per alcuni minuti per poi staccarsi alzandosi dal letto.
-Quello non era un sogno, era Emma ne sono sicura. Dobbiamo aiutarla Robin- disse la mora quando le venne un mancamento e fece cadere la lampada. Il fuorilegge si alzò subito e l’aiutò a sostenersi.
-Regina! Tutto bene?- chiese nuovamente per poi farla sedere sul letto.
-Ah! Fa un po’ più male di prima, e adesso si è aggiunto anche un bellissimo giramento di testa. Sto bene non preoccuparti- disse facendogli un sorriso per rassicurarlo.
-Sei sicura?- le chiese il fuorilegge accarezzandole il viso. Regina non stava molto bene, il suo volto era pallido ed era anche sudata, molto sudata.
-Tu vai all’ecografia con Zelena io ho da fare non preoccuparti per me- gli disse la mora schioccando le dita per darsi un aspetto migliore.
-No, non posso andarci da solo. Ho bisogno di te ti prego vieni- le chiese il fuorilegge vestendosi.
-Perché dovrei venire? Per tenere la mano alla mia sorellina?- rispose la mora. Robin sapeva benissimo che quella non era una delle situazioni migliori in cui si era mai trovato.
-Regina so che questa non è una bella situazione, o per meglio dire è un completo casino. Ma io ho bisogno di te, vieni per favore- le chiese il fuorilegge abbassando lo sguardo. Non riusciva a guardarla in faccia. Dai suoi occhi si potevano vedere i sensi di colpa che lo tormentavano per ciò che aveva fatto. Si era arreso troppo presto o per lo meno doveva tentare di tornare da Regina. La mora prese un respiro profondo, non voleva andarci. Quella stupida ecografia le avrebbe ricordato quello che lei non avrebbe mai avuto.
Un bambino.
-Va bene, ti accompagno- rispose infine. In quell’arco di tempo il bruciore al ventre era sparito, e con esso anche il giramento di testa. “Forse era il nervoso e la preoccupazione” pensò fra se e se.
 
Nemmeno Hook chiuse occhio quella notte, la voce di Emma che gli diceva quelle parole, gli risuonava in mente ogni dannatissimo secondo. “Ti Amo”  furono quelle le due uniche parole che gli disse Emma prima di salvare Regina. Hook passò tutta la notte a osservare la luna, seduto sul ponte della Jolly Rogers. Si continuava a chiedere che fine avesse fatto Emma, e dove fosse finita quella donna dai capelli biondi che lo facevano impazzire. Il capitano  decise di andare da Regina, l’unica donna capace di trovare Emma, o per meglio dire, di aiutarlo a trovarla. Mary Margaret era immersa nei suoi pensieri, seduta su quello sgabello dove si sedeva sua figlia. Era li ad osservare da parecchie ore quella foto che avevano scattato da Granny. Si un momento felice.
Lei.
Emma.
Ed Henry.
“E’ tutta colpa di Regina, se l’avesse lasciata all’oscurità tutto questo non sarebbe successo. Io non l’avrei persa una seconda volta. Regina sta fingendo! Non c’è altra spiegazione! Se non fosse così allora perché l’oscurità l’ha attaccata? Doveva lasciarla all’oscurità! Adesso lei è morta e Regina che finge di essere un’eroina si gode il suo bel lieto fine con il ladruncolo del cavolo”  tutte cose che le ronzavano in testa. Ed ecco la Mary Margaret che conosciamo tutti. La solita stupida che non fa altro che dare la colpa agli altri. David si avvicinò a lei e le sfiorò una spalla facendole appena mezzo sorriso.
-Regina… lei è sempre è sempre la stessa. Lei sarà sempre la Regina Cattiva!- disse a David che si era appena seduto accanto a lei.
-Ma di cosa stai parlando?- chiese David accarezzandole il viso. La mora tolse la mano dal suo volto per poi guardarlo negli occhi.
-Regina è sempre la stessa! Chi diamine vuole prendere in giro!- disse Mary Margaret.
-Mary Margaret smettila di dire sciocchezze! Regina p cambiata sul serio e io l’ho capito subito, è cambiata moltissimo. Lei non voleva che Emma la salvasse! E poi l’oscurità distrugge la luce. Emma ha fatto la sua scelta, ha salvato una vita. Ed è questo quello che fanno gli eroi!-  le disse David. La mora infuriata per le parole del marito si alzò di scatto lasciando cadere la foto che avevano scattato da Granny.
-Mary Margaret! Dove vai?- le chiese David.
-Sta con Neal!- le rispose la mora afferrando il cappotto.
-Mi spieghi dove vai?- le chiese nuovamente.
-STA CON NEAL E BASTA!- urlò la mora per poi uscire di casa sbattendo la porta. David si immaginò subito dove stesse andando. Snow stava per commettere qualche cavolata contro Regina che alla fine non aveva nessuna colpa. “Sta andando all’ospedale!” pensò David prendendo il piccolo Neal per poi metterlo in quel passeggino che da aprire era talmente complicato.
 
Regina era li, seduta su quella sedia d’ospedale e con le gambe che tremavano. “Perché sto tremando? Dopotutto non sono io quella che deve fare un’ecografia del cavolo” penso fra se e se. Zelena era seduta in mezzo ai due, con quel solito sorriso che faceva venir voglia a Regina di prenderla a schiaffi. Ogni tanto la donna dai capelli lunghi, di color biondo ramato, rivolgeva uno sguardo alla mora seduta accanto a se. “Quanto godo in questo momento! Oh si se sto godendo a vederti soffrire mia cara sorellina” pensò Zelena mentre la guardava con un sorriso. La mora più la guardava e più le saliva una voglia matta di darle quattro sberle per fargliela pagare.
-Riportatemi in quella cella, mi annoio fare un’ecografia del cavolo- disse Zelena. Quelle parole risuonarono in un modo molto strano nella mente di Regina. Zelena continuava a guardarla con un sorriso che le stava facendo salire ancora di più la voglia di prenderla a schiaffi. “Oh si, sis. Per un anno ti farò soffrire come non mai!” pensò nuovamente nella sua mente mentre rideva. Zelena si alzò per scappare da quella sala d’attesa, ma Regina la prese per un braccio e lo stesso fece Robin.
-Cosa c’è sorellina? Hai forse paura del gel?- disse Regina, per poi farla sedere con la forza.
-Regina piano! È pur sempre una donna incinta- le disse Robin. Quelle parole la ferirono, e non appena distolse lo sguardo dal fuorilegge per rivolgerlo a sua sorella, questa fece un altro sorriso, e per poco Regina non stava per perdere il controllo. “Cosa? Adesso difendi lei?” pensò la mora. Stava per dire delle brutte parole, ma davvero brutte. Decise di contenersi, dopotutto era pur sempre una regina e doveva essere raffinata.
-Robin! Adesso la difendi?- gli disse la mora assumendo uno sguardo davvero arrabbiato. Lo guardò per un istante ma poi Whaile interruppe quella che si riteneva “Un’ottima conversazione”
-No lasciatemi!- disse Zelena mentre Robin e Regina la scortavano dentro lo studio del dottor Whaile per poi farla accomodare in quel lettino coperto dalla carta.
-Whaile finiamo in fretto, meno tempo passo con lei meglio è! Mi fa venire voglia di prenderla a schiaffi ogni dannatissima volta che fa quel sorrisetto da stronza- gli disse la mora mettendosi accanto a Robin che le prese una mano come per farle coraggio. I sue speravano che quella maledetta ecografia passasse in fretta. Whaile mise il gel sul ventre di Zelena che sussultò non appena sentì la sonda sulla sua pelle. Lo sguardo di Regina iniziava a spegnersi, qualcosa le diceva che quello che sua sorella avrebbe avuto con il suo principe dei ladri li avrebbe separati per la seconda volta. La voce di Whaile la riportò alla realtà facendole allontanare tutti quei pensieri che le ronzavano in testa.
-Ma che diamine..?!- disse Whaile muovendo la sonda sul ventre della donna. Il sorriso (sto distruggendo la tua felicità) che Zelina aveva fino a pochi minuti prima, stava svanendo.
-Whaile?- disse Robin stringendo la mano della sua Regina che continuava a guardare sua sorella distesa nel lettino con uno sguardo stranamente serio.
-Questa donna, se si può definire tale, non è incinta- disse Whaile guardando Zelena con disgusto.
-COSA?!- urlò Regina per poi osservare sua sorella alzarsi dal lettino. Robin rimase scioccato, e in quel momento mille domande gli girarono per la testa “Perché ho la strana sensazione che qualcosa non va? Che tutto questo non è una situazione normale, io ricordo perfettamente di essere andato a letto con lei, o per meglio dire con Marian” non riusciva a spiegarsi il motivo.
-TU! TU HAI ROVINATO LA MIA VITA! LA NOSTRA VITA!- urlò Regina più infuriata che mai. La mora si avvicinò a Zelena con uno sguardo “IO TI AMMAZZO!”
-Su dai sorellina era uno scherzetto innocente- disse la strega indietreggiando di qualche passo. La mora le mollo due ceffoni in pieno volto, lasciandole completamente la guancia rossa. Le stava per mollare un terzo schiaffo quando Robin le fermò la mano, stringendole il polso talmente forte da farle male.
-Ah! Robin mi fai male!!- gli disse la mora cercando di liberarsi dalla presa del fuorilegge. C’era qualcosa negli occhi di Robin che non andava. Il suo sguardo non era lo stesso che aveva pochi minuti fa.
-ROBIN! MI STAI FACENDO MALE!- urlò la mora. Regina si voltò verso Zelena che teneva in mano qualcosa di luminoso. “Un cuore?” pensò la mora cercando di capire che cosa fosse. Zelena lo avvicinò alle labbra con il solito sorrisetto da stronza.
-Stringi il polso ancora più forte- sussurrò la strega con un sorriso uguale a quello che aveva pochi minuti prima nella sala d’aspetto. La mora cercava di liberarsi dalla presa del suo stesso amato, non riusciva a capire come diamine aveva fatto a strappargli il cuore, lo aveva fatto prima di andare via da Storybrooke? Robin strinse ancora più forte il polso di Regina che si lasciò scappare un piccolo gemito di dolore.
-ADESSO BASTA! LASCIAMI ANDARE!- urlò la mora ma Robin lo strinse ancora più forte. Regina poteva sentire il suo polso farsi in mille pezzi. Ma non era il solo, quello che si stava spezzando era anche il cuore di Regina. Poterlo guardare negli occhi, quelli che fino a pochi minuti prima erano quelli che la faceva impazzire, ma adesso non erano più gli stessi. Erano vuoti, senza sentimenti, alla mora non le fregava un bel nulla del suo polso, si le faceva male, ma il suo cuore stava soffrendo di più di qualsiasi altra cosa al modo. La mora poggiò una mano sul viso di Robin portandolo verso di se in modo da guardarlo dritto negli occhi, occhi che non dimostravano nessun sentimento, nemmeno l’amore che provava fino a pochi minuti fa verso di lei. Eppure, si chiese se l’amore potesse spezzare anche il legame con il cuore.
-Robin, Robin guardami!- gli disse la mora non appena lui spostò nuovamente lo sguardo.
-Robin so che questo è un completo casino, una situazione del cavolo che è tutta colpa mia, dovevo stare più attenta. Dovevo proteggere ciò che amavo di più a mondo, anche se perderti era il prezzo da pagare. Dovevo proteggerti da lei, da Marian che in realtà si è dimostrata essere quella stronza di mia sorella…- un nodo le venne alla gola, non riusciva quasi a parlare, per anni aveva nascosto i suoi sentimenti, le sue paure, le sue preoccupazioni. E adesso non era più la solita donna forte, era fragile, aveva paura. Paura di perdere l’uomo che amava, perché bastava che Zelena stringesse anche solo un po’ la sua mano, per ridurre in polvere il cuore dell’uomo che amava.
Polvere non sarebbe rimasto nient’altro che polvere se lei avesse schiacciato il cuore di Robin.
-…Robin, io…io lo so che sei li dentro. Puoi combattere! Fallo per me, fallo per il nostro amore, fallo per il ostro futuro, un futuro dove siamo solo noi e nessun’altro che ci faccia del male…-  non voleva dirlo davanti a sua sorella, perché le avrebbe dato un altro motivo per farla soffrire ancora di più, ma lo fece lo stesso.
-…Anche se in quel futuro non avremmo mai un bambino nostro a me non importa. Mi importa di te, mi importa averti accanto fino alla fine dei miei giorni!. Tu sei stato l’unico a cui non è importato il mio passato, l’unico a cui importa un futuro con me, con la Regina Cattiva…Io…io ti amo- disse mentre alcune lacrime le solcarono il volto. Abbassò lo sguardo e lasciò cadere la mano lungo il fianco, non sentiva nemmeno il dolore al polso, non le fregava nulla. La paura, l’ansia e un miliardo di sensazioni iniziarono a girarle in tutto il corpo, come una trottola che girava ripetutamente nello stesso punto, si erano così i suoi sentimenti tutti sul cuore, lo stavano torturando. Aveva una maledettissima paura di perderlo!.
-R-regina…Tu non sei Cattiva…Tu sei la donna che amo e che voglio amare per il resto della mia vita- DISSE Robin sbattendo le palpebre. “Eccolo. Ecco lo sguardo dell’uomo che amo più della mia vita” pensò la mora non appena alzò nuovamente lo sguardo verso gli occhi del suo amato. Robin era li che la guardava, i loro sguardi si incrociarono come sempre, esattamente come la prima volta. Ogni volta che incontrava il suo sguardo era esattamente come la prima volta. Il battito del cuore accelerava. Il respiro irregolare. Gli occhi lucidi e pieni di mille emozioni. Gli occhi di lui, azzurri come il mare che riflettevano gli occhi di lei, color nocciola. Un sorriso apparve sul volto di Regina non appena vide lo sguardo di Robin incontrare il suo. Il fuorilegge si accorse di stringere il polso della mora che ormai non sentiva più dolore, o per meglio dire non sentiva il polso.
-No…Tu…- disse Zelena guardando Regina con disprezzo.
-…Tu come diamine hai fatto! IO LO STAVO CONTROLLANDO!- urlò Zelena per poi afferrare un bisturi puntandolo verso Regina. La mora si avvicinò a lei con un sorriso, dio più Robin guardava quel sorriso più amava quella donna. Ad ogni passo che Regina faceva verso Zelena, il suo sorriso si spegneva. Il sorriso si Zelena si spegneva man mano che sua sorella si avvicinava a lei “Ho fallito” pensò fra se e se.
-V-voglio sapere come diamine hai fatto!- le urlò Zelena puntandole il bisturi appuntito facendo qualche passo indietro.
-L’Amore. Una cosa che tu non conoscerai mai! L’amore è la magia più potente di tutte- rispose la mora che con la forza del pensiero e un sorriso stampato in volto, fece riscaldare quel pezzo di metallo che Zelena teneva in mano. Lei gemette per la scottatura alle mani prima di far cadere quell’arnese per terra.
-Hai perso. È finita sorellina- le disse Regina mettendole una mano intorno al collo spingendola verso il muro. La mora stringeva sempre di più quel collo con la mano destra.
-E questo, questo è di Robin. E tu, tu adesso morirai!- le disse la mora mentre prendeva con l’altra mano il cuore di Robin, continuando a stringere il collo di sua sorella. La rabbia che aveva verso quella donna le fece perdere il controllo, continuava a stringere, stringere e stringere la presa. Quella non era solo rabbia, era anche paura, si era decisamente paura. La paura che continuava a provare nonostante fosse riuscita a prendere il cuore di Robin, era immensa. Una paura diversa dalle altre, diversa perché avrebbe potuto perdere il suo amato non appena lei avesse stretto il cuore di Robin. La guardava negli occhi mentre le strappava il respiro, mentre la stava uccidendo. Ma non appena sentì una mano sulla sua spalla, la mano di Robin, il suo viso che si avvicinava ogni secondo di più verso il suo orecchio le fece allentare di poco la presa lasciando prendere anche solo un piccolo ma breve respiro alla strega.
-Regina, tu non sei più quella persona. Non che io voglia difenderla ma abbiamo altri modi per sbarazzarci di chi ci ha fatto tanto male, lascia la presa Regina- le sussurrò il fuorilegge. La mora ascoltava quelle parole ma sua sorella le aveva fatto talmente tanto male che voleva vederla morta. Voleva Ucciderla. “No. Che sto facendo. Io…io non sono più quella persona, non posso farlo.” Pensò la mora, e fu in quel momento che sentì la mano di Robin sfiorare il suo braccio. Le sue mani erano calde, “Quanto mi fa impazzire. Oh si se mi fa impazzire.” pensò la mora a quel contatto. Regina lasciò il collo di sua sorella che finalmente riuscì a respirare normalmente.
-R-robin non so cosa mi sia preso io…io non volevo farlo. Avevo paura, paura di perderti…io non posso perderti ancora- disse la mora abbassando lo sguardo cercando di non incontrare gli occhi azzurri del fuorilegge. Robin le sollevò il viso per poi guardarla in quei fantastici occhi color nocciola che lo facevano impazzire ogni volta che ci guardava dentro, ogni volta che li guardava si perdeva in quello sguardo fantastico della donna che amava. I loro sguardi si incrociarono nello stesso modo in cui si sono incrociati pochi minuti prima.
-Regina è tutto passato… allora sbarazziamoci della ranocchia e torniamo a casa- le disse il ladro avvicinando il viso verso quello suo per poi premere leggermente le labbra sulle sue. Un piccolo ma tenero bacio. La mora si limitò ad annuire ed ammirare quegli occhi azzurri come il mare. Ma prima di avviarsi verso la porta Regina usò la magia per curare il polso che fino a prima era stretto in una maniera pazzesca dal fuorilegge.
-Mi dispiace Regina io non volevo farti male- le disse il fuorilegge sfiorandole il polso, la mora sussultò a quel contatto, non che le avesse fatta male ma era ancora un po’ indolenzito.
-T-tranquillo non fa più male- gli rispose con un sorriso. Uno dei suoi fantastici sorrisi che fecero scappare al fuorilegge un altro bacio. I due misero le manette a Zelena, e non appena si diressero verso la porta, alla mora cedettero le gambe. Fu costretta a lasciare sua sorella per sostenersi con il lettino che si trovava poco alla sua destra. “C’è qualcosa che non va” pensò la mora strizzando gli occhi per il dolore. Zelena rise a quella visione attirando l’attenzione di Robin che si voltò subito verso Regina non appena sentì quella risata compiaciuta.
-Regina!- disse il fuorilegge avvicinandosi a lei.
-Va tutto bene non ho nulla- rispose la mora voltandosi verso il fuorilegge che la guardava preoccupato. Regina strizzò gli occhi nuovamente cercando di trattenere un piccolo gemito di dolore. Le gambe le cedettero una seconda volta e stavolta sembrava quasi uno svenimento. Robin la prese subito non appena la vide nuovamente strizzare gli occhi.
-Ah!- gemette la donna sentendo un dolore nel basso ventre.
-Regina che hai?- le chiese il fuorilegge continuando a sostenerla.
-I-io non lo so…ah!- gemette di nuovo la donna piegandosi leggermente in due dal dolore.
-Mettila qui sul lettino scopriremo subito che cosa le succede- disse Whaile. Robin la fece distendere sul lettino e tornò a prendere Zelena che in tutta quella visione stava sorridendo.
-Tu vieni qui- disse Robin afferrandola per un braccio per poi ammanettare un lato della manetta in un tubo a bella vista nello studio di Whaile, per poi ritornare accanto alla mora che si contorceva leggermente dal dolore.
-Regina vedrai, starai bene- le disse Robin accarezzandole i capelli mentre una lacrima. Una singola lacrima scese lungo il viso di Regina.
-No, non lo so Robin…Ah!...Fa male- gemette di nuovo lasciando cadere altre lacrime.
-Scopri la pancia vediamo che hai- disse Whaile afferrando il gel sul piccolo tavolinetto incorporato all’ecografo. Robin scoprì la pancia alla sua amata, lei gli afferrò un polso e non appena lui le rivolse lo sguardo potette notare la paura della donna in quel momento. Per qualche strano motivo aveva paura di qualcosa  e lui non riusciva a capire cosa. La mora sussultò non appena Whaile le mise il gel freddo sul ventre, ebbe la stessa sensazione quando la sua pelle venne a contatto con la sonda dell’ecografo.
-R-robin e se…se qualcosa non va? E se sto per morire? Io non voglio lasciarti- disse la mora stringendo sempre più forte la mano del fuorilegge. Whaile continuava a muovere la sonda sul ventre della mora che strizzava gli occhi per trattenere qualche gemito di dolore.
-Non accadrà nulla di tutto questo sta tranquilla- le disse Whaile voltandosi verso di lei con un sorriso stampato sul volto.
-Che succede Whaile?- gli chiese il fuorilegge.
-Su dicci che succede a quella stupida di mia sorella mi sto annoiando- disse Zelena, Robin si voltò verso di lei fulminandola con lo sguardo.
-A-allora Whaile- disse a fatica la mora, asciugando il ventre con il pezzo di carta che le aveva dato il dottore.
-Congratulazioni mia cara aspetti un bambino- le disse Whaile. “Cosa? No. Non può essere, io…io non posso avere figli” pensò la mora. Mille domande le ronzavano in testa, non riusciva a capire come diamine fosse rimasta incinta dopo aver bevuto una pozione che le impediva di farlo.
-C-cosa? Ma io…io non posso avere figli- disse la mora con mezza voce.
-Beh, l’ecografo non sbaglia e qui dentro hai un bel bambino, sei incinta di qualche settimana, se non di più a giudicare dalla grandezza del feto- aggiunse Whaile. Regina si voltò verso Robin con le lacrime agli occhi, anche se non riusciva a spiegarsi il “Comefosse rimasta incinta, era felice. Felice di diventare madre, e di avere questo bambino con l’uomo che ama. Robin la guardò come non aveva mai fatto prima Diventerò padre. Padre del bambino che avrò con la donna che amo” pensò l’uomo avvicinando il viso verso Regina.
-Ti Amo!- le disse premendo le labbra su quelle di lei.
-A-anche io- sussurrò la mora perdendosi in quel fantastico e tenero bacio. Robin si staccò da quelle fantastiche labbra rosse per abbassansi un po’ più giù. Esattamente sul ventre della donna Robin appoggiò le labbra. Un bacio anche al suo bambino. A Regina scappò un sorriso di fronte a quel tenero gesto del suo amato principe dei ladri.
-Papà ti vuole bene- sussurrò il fuorilegge tornando a baciare la mora.
-Insieme- sussurrò lui premendo nuovamente le labbra su quelle di lei.
-Lo faremo insieme…lo cresceremo insieme- disse lei immergendosi in quel bellissimo bacio dalla quale non si sarebbe voluta mai staccare.
 
 
N.D.A
Allora che dire…Io e la mia amica speriamo che questo secondo capitolo vi sia piaciuto *-* lasciate una recensione se vi va, anche un piccolo pensiero xD alla prossima Ragazzi *-*




 
   
 
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