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Autore: halom    22/05/2015    1 recensioni
Il Dottore ed altri personaggi alle prese con un'ipotetica sfida della torre, in cui chi perde deve cadere giù. Cosa accadrà? Ma soprattutto, cosa ne pensano i nostri personaggi?
Cross-over Doctor Who/X-Files/Fringe
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 12, Sorpresa
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Globi blu e vecchi ricordi
 
«Oh no, non fare ancora quella cosa, anche tu!» disse a bruciapelo il Dottore, piantandosi di colpo in mezzo alla via affollata. Mulder evitò per un soffio di finirgli addosso.
Da circa mezz’ora stavano curiosando tra le stranezze di quel mercato alieno e Scully in particolare non sapeva per cosa essere più meravigliata. Tutto andava ben oltre ogni sua più fervida immaginazione, ma l’affermazione del Dottore riferita a lei la lasciò più confusa che mai.
«Quella cosa, cosa?»
«Quella cosa con gli occhi!» Nessuno comprese, tranne River. «Come fai a tenerli spalancati così, è impossibile!»
Fu trascinato via per un braccio da una piccata Dottoressa Song ed a Mulder parve di sentire parole come “rispedire” e “lontre” mentre si allontanavano.
«Ok, diciamo che queste non sono gite che si possono fare tutti i giorni.»
Peter aveva parlato con calma, senza distogliere gli occhi da un sovraeccitato Walter, che per la vettordicesima volta mormorava un’unica parola da quando avevano messo piede in quel mondo lontano.
«Oh, affascinante…»
Il Bishop più giovane temeva che l’uomo si sarebbe cacciato ben presto in qualche incidente diplomatico di natura extraterrestre. Sembrava un bambino a cui hanno appena regalato un intero, enorme, negozio di giocattoli, ed anche in quel momento non smetteva di sorridere davanti a degli strani aggeggi in vendita da cui uscivano tenui sbuffi di fumo colorato.
A Dana sembravano narghilè.
«Chissà se c’è anche il Brucaliffo.» Mulder sembrò averle letto nel pensiero mentre le sussurrava quella frase all’orecchio. Lei rispose stringendo un po’ più forte la sua mano attorno a quella del collega.
«Non lo so, ma tu saresti perfetto per la parte di Alice.»
Il sorriso canzonatorio di Scully non gli impedì di trovare le parole giuste per risponderle a tono: «Se spunta da qualche parte qualcuno che vorrà tagliarmi la testa saprò a chi dare le colpa.»
«Walter, no, fermo!»
Fine dell’idillio.
L’esclamazione di Peter sovrastò per un attimo il vociare di mercanti, acquirenti e turisti. Ma era troppo tardi.
Il dottor Bishop aveva appena dato il primo morso ad un globo blu e sembrava disposto a continuare con un secondo ed un terzo.
«È buonissimo.» non si curò di parlare a bocca piena. «Provalo, figliolo.»
«No che non voglio provarlo, mettilo giù, non sai nemmeno cosa sia!»
Attorno a loro la vita del mondo alieno riprese a proseguire senza più far caso a quel bizzarro gruppo di terrestri.
«Walter, non…»
«Non ti preoccupare.» River posò la mano sulla spalla del giovane per calmarlo. «È un frutto che cresce sul pianeta più esterno del Sistema Locale…»
Le sopracciglia di Scully si curvarono all’insù.
«… ed è commestibile per i terrestri dai gusti discutibili.» terminò il Dottore con disgusto.
 
***
 
Quel viaggio era giunto al termine, fortunatamente senza avvenimenti che potessero minacciare la vita dei nuovi passeggeri del Tardis. River era sollevata e lo era anche il Dottore, anche se teneva in apparenza il broncio come un bambino che non si è divertito abbastanza. In realtà lui era ancora arrabbiato perché lei non gli aveva permesso di guidare la moto spaziale con cui avevano fatto visita all’antica piramide.
«… e così ha deciso di restituirveli.» stava terminando di dire lui.
Non aveva riconosciuto il suo volto, ma la cabina blu sì. Ed al momento della sua partenza la nipote di  Do'ree aveva voluto riconsegnare gli oggetti barattati con le moto, così come la nonna aveva fatto a suo tempo con un altro uomo che viaggiava con la stessa cabina ed una giovane ragazza.
Scully strinse tra le mani il portachiavi dell’Apollo 11, felice di avere ancora con sé quell’oggetto legato a troppi ricordi, simbolo di un rapporto così speciale da non avere eguali.
«Te ne avrei regalato un altro.» lui le si fece vicino, appoggiandosi alla balaustra della sala comandi. Gliene avrebbe comprati altre migliaia pur di vederla sorridere come stava facendo in quel momento.
Davanti ai loro occhi il Dottore e River battibeccavano di nuovo sulla guida del Tardis, girando in tondo attorno alla consolle.
Scully rise sottovoce. «Diventeremo anche noi così?»
«Spero proprio di sì.»
All’altro capo della sala Walter aveva scelto di sedersi in disparte, sui gradini della scala che conduceva alla piscina. Si teneva al petto il disegno ripiegato con cura, come fosse il cimelio più prezioso dell’universo.
«Non sapevo lo portassi sempre con te.» Peter comparve fronte a lui, in piedi e con le mani in tasca. Walter lo fissò a lungo ed al giovane Bishop sembrò che il sorriso del padre fosse uno dei più tristi che avesse mai visto.
Avrebbe voluto chiedergli il perché, ma il suono del Tardis che atterrava a destinazione gli ricordò della sfida ancora in corso e che il viaggio era stato solo un interludio.
Un gran bell’interludio.
«Sono passati trenta secondi esatti dal momento in cui abbiamo lasciato la torre.» spiegò il Dottore aprendo le porte. Si voltò verso Bishop padre e figlio: «Comunque vada, la nuova destinazione per il prossimo viaggio sarete voi a deciderla.»
Per la semifinale era stata scelta una torre più alta e sontuosa, con due comode poltroncine in tessuto rosso. Walter sentì il braccio di Peter intorno alle spalle, mentre insieme mettevano piede sulla costruzione.
«Andrà tutto bene, vedrai.» Peter ne era convinto. «Batterai senza problemi il tuo avversario.»
Forse fu perché venne nominato, forse fu perché era destino, che Gregory House comparve a mezz’aria, sollevato da un’enorme freccia bianca in pixel e lasciato cadere su una delle poltrone senza troppe cerimonie. Ora che entrambi i contendenti erano presenti il contatore a fianco della torre s’illuminò, pronto per ricevere i voti che avrebbero decretato chi dei due sarebbe stato degno di accedere alla finale.
Ma Walter Bishop aveva già deciso, sapeva da tempo che la scelta giusta da fare era solamente una e l’avrebbe messa in atto con ogni mezzo.
 
 
   
 
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