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Autore: Toothiana    22/05/2015    2 recensioni
Comprende il film 'avengers - age of ultron'
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Dal capitolo due:
[...“A volte mi chiedo a cosa serva una seconda occasione se è solo per stare male?” sollevò lo sguardo sulla rossa “non fraintendermi, non ricordo come fosse la mia vita da umana per cui non posso sapere se sia stata felice o meno. Tranne la mia morte, quella è stata solo un brutto finale. Il peggiore possibile.”
La rossa la osservava con la stessa intensità “A volte vorrei io una seconda opportunità con cui cancellare tutto ciò che ho fatto.”
“Natasha non è il sangue che sporca le tue mani che ti fa necessitare di una seconda possibilità, sai? E’ altro. E poi credo che ti sia stata concessa comunque una seconda opportunità. Devi solo capire che la vita è ora e non ieri o domani.”
Non riuscì a trattenersi dal dire “Cosa ti hanno fatto in quel posto?”... ]
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[What if/possibile OOC/OC/possibile crossover Marvel]
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pietro Maximoff/Quicksilver, Thor, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Spoiler!
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Is this want you wanted

a world full of ashes

they’ll keep on falling

and we’re keep on fighting…

ashes - arshad

 

Capitolo uno

 

La tempesta sarebbe scoppiata presto e i fulmini si moltiplicavano ogni minuto che passava, ma nonostante questo nulla mi importava. Sono stanca ma non mi fermerei mai, le continue scariche di adrenalina sono dettate dalla paura mi davano la forza di non smettere di correre. La mia buona conoscenza dei boschi è utile in questo momento, passo velocemente tra cespugli e rami che mi graffiano le braccia e il viso. Mi passo una mano sugli occhi per togliermi le lacrime che mi oscurano la vista, lancio uno sguardo alle mie spalle e non vedo nessuno. Rallento un po’ il passo, mi nascondo dietro un albero e ricontrollo dietro di me.. nessuno! Mi porto una mano al cuore, sta battendo troppo velocemente, ma forse sono salva, forse… un braccio mi passa rapido attorno al collo cercando di soffocarmi.

“dove pensavi di scappare, eh?” quella voce maschile mi fa andare nel panico. Mi sfugge un gemito di dolore, non riuscivo a respirare.

“Non ho finito con te.” mi afferra per un braccio e dopo aver sciolto la morsa dalla gola mi getta a terra facendomi battere la testa con violenza su delle rocce.

Un urlo mi sfugge dalle labbra, mi porto la mano istintivamente dietro la testa e vedo sangue sulle dita. L’uomo mi prese le braccia e me le porta sopra la testa- nonostante cercassi di liberarsi-, riusco ad assestargli un calcio e lui impreca. La mano corse al mio collo e le spinse la testa ancora di più a terra con un gesto rabbioso, facendomi urlare di più, sentivo la roccia acuminata penetrare lentamente..

Il dolore è tutto ciò che sono in quel momento, la testa pulsa terribilmente e la vista si annebbia mano a mano che passava i secondi e non solo per le lacrime. Lui sta cercando di strapparmi di vestiti nonostante continuassi a cercare di colpirlo, alla cieca ormai e sempre più debolmente.

Quelle mani disgustose sulla pelle mi danno il voltastomaco e non so che fare, ma il cielo non è mai stato così interessante.. continuo a osservarlo mentre lentamente divento sempre più debole e sfuocato il tutto… Quanto sono belli i fulmini stasera.. E cadono sempre più vicini… troppo vicini… Oh sembrava che uno mi stia per colpire…..

 

Ed emise un urlo disumano. Poi tra le lacrime cercò di riprendere fiato, con il corpo che tremava e il terrore cieco ancora padrone del suo corpo.

‘E’ solo un sogno. E’ solo un sogno. E’ solo un sogno.’ Un mantra che ripete all’infinito, in un nauseante ritornello che deve dirsi troppo spesso.

Muove lentamente le mani al buio, le catene tintinnano nel silenzio. Nessuno è venuto a controllare nonostante le urla, ma lo ritiene normale.

I respiri rallentano lentamente cercando una calma forzata che non voleva arrivare. Oggi c’era qualcosa di strano e se lo sentiva.

Si sedette in una posizione più comoda e cercò di stringersi di più alla coperta per non sentire freddo visti i brividi gelidi che le correvano sulla pelle.

Cosa c’era di sbagliato.. ci pensò un attimo e.. si! Dove erano i suoi vicini di prigione?

Di solito cercavano sempre di calmarla, ora.. nessuno!

Un esplosione la fece sobbalzare. Questo rispondeva a molte domande.

“Presentarsi nelle proprie stazioni! Questa non è una esercitazione!”

Erano sotto attacco. Chiaramente!

Forse lo Stark che tanto odiavano i gemelli era arrivato per cercare di ucciderli per davvero questa volta. E ovviamente lei sarebbe rimasta lì, rinchiusa in una cella. Von Strucker non si fidava di lei – e a ragione, se avesse potuto cosa non gli avrebbe fatto- mentre dei gemelli sì –avrebbe preferito di no ma non biasimava-.

Se li poteva quasi immaginare lì in mezzo a quella.. feccia-non aveva definizione migliore che non finisse nello scurrile- che si tenevano per mano per farsi forza. Sarebbe voluta uscire di lì solo per aiutarli.

Poi si figurava quel gran bas.. si quello, di Von Strucker che si lamentava della situazione e degli..Aveners. di sicuro era per loro tutto questo clamore –loro e il loro tentativo di recuperare lo scettro di sicuro-.

Non era una stupida, aveva spesso ascoltato i racconti delle guardie, dei dottori e di tutti quei fanatici che continuavano a farle QUESTO e si era fatta una opinione su ciò che succedeva nel mondo esterno.

Il mondo esterno.. quanto era che non usciva da quella cella? Mesi? Anni? Più probabilmente anni.

Qualcosa la fece scattare come una molla. Aveva avvertito una presenza diversa da solito. Non era umana come le capitava spesso, simile a.. alla sensazione che le dava stare vicina allo scettro. C’era qualcuno di simile a lei là fuori e forse aveva avvertito la sua presenza.

 

Il dio biondo sollevò la testa come se dovesse annusare l’aria. Aveva avvertito una presenza inusuale in quel posto. Qualcosa che non dovrebbe trovarsi lì. “Porto Barton al centro” disse al capitano “ma prima devo fare una cosa.. e trova lo scettro”

 

Strinse i pugni. Quelle catene dovevano essersi usurate col passare degli anni ai suoi polsi, no? Sentì che iniziavano a cedere, ma troppo poco per quello che avrebbe preferito. Prima non aveva mai desiderato davvero fuggire, una parte perché non poteva lasciare i gemelli e l’altra perché non sapeva dove andare o cosa fare della sua vita, ma ora una persona come lei era lì. Lì e aveva avvertito la sua presenza. Doveva fuggire.

Si alzò e tirò con forza le catene delle braccia ed esse crepitarono.

Ritentò, una o due volte, sempre con più forza come se i suoi muscoli si ricordassero quel potere. Più forte. Più forte. Più forte.

Con un rumore secco le catene caddero ai suoi piedi e guardò stupita le sue mani. Era libera. Una risatina isterica le uscì dalle labbra. Finalmente!

Corse alla parete e con facilità la spaccò. Le stavano tornando le forze senza quelle catene che le assorbivano le energie.

“Hei tu!” delle guardie alle sue spalle e imbracciarono i fucili e li puntarono contro di lei. Con uno scatto si mise a correre verso la finestra incrociò le braccia attorno al viso e spaccò il vetro.

L’aria mi parve più fresca che mai e nonostante stessi precipitando le pareva molto meglio di tutto quello che avevo vissuto prima.

Qualcuno la afferrò e continuò al volo. Mi irrigidì odiavo essere toccata dagli uomini.

“Salve.”

Il mio salvatore aveva un aspetto che era conosciuto persino a lei. “Nobile Thor!” esclamò con voce gracchiante. Il dio del tuono. Aveva voglia di ridere come un’isterica di nuovo.

“Se non sembra una domanda troppo indiscreta cosa ci fai in questo posto?”

Ora sarebbe scoppiata a ridere e lo fece. E non smise nemmeno dopo che la fece entrare in un aereo –le pareva fosse qualcosa di simile ma non era certa del termine adatto-. Si calmò solo dopo un po’ mentre lui non pareva per nulla turbato dal quel momento di totale pazzia che le era preso.

“Come ti chiami?” le chiese dolcemente dopo un po’.

E ora cosa avrebbe risposto? Non se lo ricordava e non avrebbe usato uno di quelli che aveva pronunciato Von Strucker. Poi capì qual era il suo nome. L’unico che poteva dire e che sapeva suo.

“Ragnhilde”

 

 

 

 

 

Mi rendo conto sto scrivendo l’ennesima storia su questo film con un OC ma mi andava di farlo e non sono nemmeno sicuro ci metterò una storia d’amore. So che avrei potuto trovare un nome migliore per la protagonista ma appena l’ho letto ho pensato “è questo”. Dal nome poi direi che è piuttosto ovvio cosa è lei. Ma comunque lo dirò nel prossimo capitolo.

Non sono portata per scrivere note finali. Mi scuso per la scena di violenza sessuale iniziale ma aveva senso. Poi ho modificato il pezzo di Thor sempre per ragioni che si capiranno nel prossimo capitolo.

 Ascoltate la canzone è favolosa!!!!

 


Mary

 

 

  
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