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Autore: Pando91    23/05/2015    7 recensioni
Chris e Camila si frequentano da un mese. Quando Chris la invita a cenare con la sua famiglia, Lauren la incontra e tutto cambia.
"Li sento ridere e quando finalmente entrano nel mio campo visivo, lo stomaco mi si chiude e le mani cominciano a sudarmi.
È bellissima.
I capelli lunghi marroni fanno da cornice ad un viso dolce e magro. Gli occhi color nocciola risplendono di luce propria ma la prima cosa che noto sono le labbra, piene e all’apparenza soffici. Si morde il labbro inferiore, probabilmente agitata. Il mio sguardo scende sul suo corpo, incantata dalla bellezza semplice della ragazza che ho di fronte."
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ally Brooke, Camila Cabello, Dinah Jane Hansen, Lauren Jauregui, Normani Kordei
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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LAUREN POV
 
 
Due settimane, due fottute settimane.
 
Due settimane senza che il pensiero di lei esca dal mio cervello.
 
Due settimane senza che la sua immagine non si ritrovi nella mia mente prima di dormire.
 
Due settimane di sonni tormentati.
 
Due settimane del ricordo delle sue mani sulla mia schiena, delle sue dita sulle mie braccia, del suo tocco sulla mia pelle nuda sotto la mia maglietta.
 
Mi giro e mi rigiro, la voglia di sentire forte, la voglia di non vederla con qualcun altro enorme.
 
Come faccio? Sono rinchiusa in questa gabbia di pensieri ed emozioni che non posso cancellare. Non riesco a cancellare. Non c’è niente che mi distolga da lei, neanche l’immagine di mio fratello tradito.
 
Un conato di vomito mi raggiunge, schifata da me stessa.
 
Mi ha scritto, tentato di capire perché non volessi più darle ripetizioni. Non le ho risposto, ho solo detto a Chris che non avrei più avuto tempo con l’arrivo della stagione di softball. Tutte cazzate, ma una bugia bianca ci sta, ci deve stare, perché non sono in grado di non guardarla, di non provare per lei cose che non dovrei provare.
 
Tentare di togliermela dalla testa non è servito a niente, e ora sono sul letto, sdraiata, alle 9 di sera. Camila e gli altri di sotto, io qui a far finta di star male.
 
Nausea.
 
La gelosia mi arriva alla punta dei piedi a pensare che chi sta accanto a lei è mio fratello. Invidia, sentimenti che ti mangiano e non ti lasciano.
 
Come si fa a mandarli via?
 
Ho paura. Paura di non potermene più liberare, paura di essere, dopo solo un mese, così presa da Camila da non riuscire a pensare ad altro, a ricordare altro, a vivere dei pochi momenti che abbiamo passato insieme.
 
La luce è spenta, gli occhi chiusi, la testa che fa giri immensi e che poi ritorna sempre allo stesso punto.
 
Rabbia.
 
Paura.
 
Voglia.
 
Sentimenti così contrastanti da farmi quel male che senti quando vuoi così tanto qualcuno da rifiutarlo. E non capisci perché, non capisci perché deve succedere a te, non capisci perché vorresti mandarle un messaggio, sentire la sua voce, ma il solo pensiero ti lascia la nausea, ti fa accelerare il cuore.
 
Perché a me?
 
Affondo il viso nel cuscino, tentando di reprimere un urlo che avrebbe sicuramente preoccupato gli altri di sotto.
 
Dopo pochi secondi, sento qualcuno bussare alla porta.
 
“Mamma, sto bene, torna di sotto”
 
Non ho bisogno di nessuno, perché il male che provo ora non può essere curato con niente. Nessuna medicina può mandar via queste sensazioni, ed è così distruttivo e piacevole.
 
Star male ti fa sentire vivo giusto?
 
Ma nessuno risponde. Sbuffo e mi metto seduta, del tutto incapace di stare ferma. Lo stesso suono di poco prima entra nel mio cervello di nuovo. Non può essere mia madre. Senza pensare troppo, scendo arrabbiata dal letto e vado ad aprire la porta, con rabbia.
 
“Ho detto che-“
 
Ma ad accogliermi non è nessuno dei miei parenti, ma è lei.
 
Camila.
 
La mia bocca è mezza aperta, il suo sguardo quasi dispiaciuto e timido.
 
Chiudo la porta in un secondo, in uno scatto sorpreso.
 
Respira Lauren.
 
Solo la sua figura mi fa male e bene, mi fa sentire nausea e avere il cuore a mille. Come può avermi fatto questo? Perché si era comportata così l’ultima volta che l’avevo vista? Perché insisteva? Lei è di mio fratello, la storia finisce qui.
 
Quando mi rendo conto di quello che ho fatto, apro velocemente la porta, ora sul suo viso un sorriso triste.
 
“Ciao”
 
Mi dice, le mani che si attorcigliano tra loro. Annuisco, ma non dico niente.
 
Voglio che se ne vada.
 
Voglio che resti.
 
Vorrei prenderle le mani e dirle di stare tranquilla. Vorrei sbattere di nuovo questa porta e ritornare sul mio letto. Ma invece continuo a guardarla, senza dire niente. I miei occhi sono nei suoi, e una scossa mi attraversa, feroce ed attiva. E riprendo di nuovo vita. Lei mi fa prendere vita.
 
“Come stai?”
 
Continuo a non rispondere, ma a fissarla. I suoi occhi marroni, le sue labbra carnose, il suo sguardo così delicato.
 
“Lauren, parlami”
 
Fa un passo avanti, ma quando me ne accorgo ne faccio automaticamente uno indietro.
 
“Dobbiamo stare lontane”
 
Le parole escono dalle mie labbra senza comando, senza freni.
 
“Io… non capisco”
 
Fa finta di niente. Entro nella camera, buia, senza accendere la luce. La stanza è illuminata fiocamente da quella del corridoio.
 
“Torna da Chris”
 
Mi siedo sul bordo del letto, le mani tra i miei capelli. Vedo la sua ombra raggiungermi, e mi paralizzo.
 
“Ti prego, spiegami. Ho bisogno che tu mi spieghi”
 
Tenta di appoggiarmi una mano sul ginocchio, ma io la respingo.
 
“Non c’è niente da spiegare. Torna da Chris”
 
Il mio tono è freddo, ma a lei non sembra importare.
 
“Non puoi fare ogni volta così”
 
Una risatina isterica si fa spazio tra le mie labbra. La guardo negli occhi, che sono sconsolati e tristi e… passionali? È passione quella che vedo nei suoi occhi?
 
“Non sono stata io a infilare le mie mani sotto la tua maglietta l’ultima volta che ci siamo viste”
 
Il mio sguardo truce raggiunge anche i suoi occhi e ora la sua bocca è mezza aperta, rossore che tinge le sue guance.
 
“Io… volevo solo essere gentile”
 
Questa volta la mia risata è alta nel silenzio della stanza.
Mi alzo, arrabbiata. Mi avvicino a lei, e le mie mani sono sui suoi fianchi. Sono accecata, incomprensibilmente accecata da rabbia e piacere, dalla voglia di toccarla e la voglia di rifiutarla.
 
“Quindi se faccio la stessa cosa ora sarei gentile?”
 
Porto le mani sulle sue braccia, la rabbia che muove ogni mio gesto. Brividi cospargono la mia e la sua pelle. La mia bocca raggiunge il suo orecchio, i suoi occhi ora sono chiusi.
 
“Le senti le mie mani? Sono gentili?”
 
Le mie dita strisciano sulla sua schiena, avanti ed indietro, in un andamento lento. Le poche unghie che ho graffiano la sua pelle, il mio respiro sul mio orecchio.
 
“Rispondi, sono gentile?”
 
“Io…”
 
La sua voce si rompe, le sue parole incespicano, e so che non sono gentile, come non la è mai stata lei.
 
Le mie labbra si staccano dal suo orecchio, sfiorando appena la guancia, portando il mio viso di fronte al suo. Le mie mani continuano ad alzare di poco la sua maglietta bianca, la chiusura del reggiseno una presenza ingombrante.
 
“Tu cosa?”
 
Apre gli occhi, appena si accorge che le nostre labbra sono vicine. Dentro di me una sensazione di potere e resistenza, di potere e debolezza. Cosa sto facendo? Ma non è la parte sana di me a rispondere, è invece quella che detta i miei pensieri da quando l’ho incontrata la prima volta.
 
“Parla”
 
Le comando, la voce roca e bassa, il suo sguardo sulle mie labbra.
 
“Io… io vorrei baciarti”
 
Quella frase mi lascia esterrefatta.
 
Baciarmi?
 
CHRIS.
 
Dentro di me la parte sana urla, ma il mio cuore sta per esplodere per la scoperta, perché vorrei fare esattamente la stessa cosa. Sto per avvicinarmi, quando la lotta finisce e resto dove sono, osservando dietro a Camila una foto di me e Chris insieme.
 
“Non possiamo”
 
Le sussurro debolmente, spostando le mani, allontanandomi da lei.
 
“Non voglio ferire nessuno, Camila. Per favore, non posso continuare così. Non cercarmi, non tentare di scrivermi, le ripetizioni non ricominceranno, io non posso, hai un’influenza su di me che non posso ignorare. Mi dispiace”
 
Mi risiedo sul letto, le mani sul viso, la voglia di piangere ed urlare che sta per prendere il sopravvento. Il corpo di Camila, paralizzato, è di fronte a me, le mani strette a pungo.
 
“Hai ragione”
 
Digrigna tra i denti, ma non si muove. Resta lì, a fissarmi. Sento i suoi occhi su di me, bruciare.
 
“Vattene”
 
Ma non fa un passo per andarsene. Continua a guardarmi, come se solo il suo sguardo possa aggiustare qualcosa, qualcosa che entrambe proviamo ma che non possiamo dire ad alta voce.
 
“Non ti conosco neanche”
 
Sussurra, in un discorso che probabilmente ha fatto nella sua mente senza rendermi partecipe.
 
“Io non ti conosco, tu non conosci me. E’ solo passione. Perché ho voglia di baciarti, ma non so nulla di te. Ma amo tuo fratello. Non so cosa fare”
 
Le parole di Camila, per quanto vere, mi lasciano l’amarezza.
 
Mi alzo di nuovo, spazientita.
 
“Non devi fare niente, dimenticati di me. La passione sparisce in fretta. Adesso esci”
 
Perché nonostante tutto, posso capire che per me non è solo questo, non si tratta solo di sesso, di passione, ma c’è qualcosa di più dietro. Camila non è uno sfizio.
 
“Non è trattandomi male che mi allontanerò da te, ci siamo già passate”
 
Mi avvicino, rabbia che esplode dentro di me così come la voglia che ho di lei.
 
“Ma tu ti allontanerai da me, perché io non ti voglio. Hai capito? Io e te non potremo mai essere qualcosa, mai. Torna da Chris, si starà chiedendo dove sei finita”
 
Quando tento di girarmi, lei afferra la mia mano. Brividi attraversano tutto il mio essere. Perché continua a farmi questo?
 
“Possiamo imparare a stare vicine, possiamo farlo. Sento di avere un legame con te, non voglio perderlo. Voglio conoscerti, ho bisogno di conoscerti. Ti prego, restiamo amiche. Non è successo niente dopotutto, impariamo a conoscerci”
 
Lascio andare la sua mano.
 
“Non posso farlo.”
 
E stanca di aspettare che lei lasci la stanza, mi affretto a raggiungere il bagno e chiudermi dentro.
 
Scoppio a piangere, tristemente incapace di aggiustare una situazione che ha tutto il bisogno di una toppa.
 
Che si fottano tutti, perché a me? 
 
 
 
PANDANGOLO:
 
Buonasera!
Ragazzi, chiedo scusa. Come avevo già avvisato all'inizio questa fan fic sarà un po' lunga da digerire, anche a causa del tempo che purtroppo non ho :( !
 
Chiedo scusa per questo capitolo, per la lunghezza e la grande mancanza di contenuti, prometto che il prossimo sarà migliore!
 
GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE a tutti per i commenti e per farmi capire che la storia vi stia piacendo!!!
 
Un abbraccio, Pando! :)
  
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