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Autore: Ashbear    24/05/2015    1 recensioni
Rinoa e Squall. È la caduta che definisce il tuo cammino attraverso la vita. È come continui a vivere dopo la caduta che definisce chi sei. In un secondo, un proiettile ha cambiato tutto. Se le parole che hai confessato non dovevano essere sentite, non sarebbe abbastanza cancellare il passato?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Rinoa Heartilly, Squall Leonheart, Zell Dincht
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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AFTER THE FALL
di Ashbear, tradotto da Alessia Heartilly
~ Capitolo XXXV: A Private Little War ~

La partita era stata vinta, e non era stato il Comandante a uscirne vincitore. Non importava però - Squall non aveva una gran fretta di sentire come sarebbe stato stabilito il suo destino, ancora una volta. Non era sicuro di quale grado di punizione si stesse aspettando, ma non avrebbe mai rimpianto la sua scelta. Sarebbe sempre rimasto fermo nella sua decisione; i 'cosa sarebbe stato se' lo avrebbero perseguitato. Una cosa aveva imparato da quell'esperienza - il tempo non aspettava nessuno.

In verità, non era troppo preoccupato dal rimprovero di Cid, per quanto indifferente potesse sembrare. Quanta punizione si può infliggere a un uomo morto, comunque? Tutto ciò che stava all'interno delle norme SeeD avrebbero sicuramente incluso la missione. Secondo lui, aveva già sopportato una punizione sufficiente nelle ultime settimane, ma sapeva anche che il Garden non sarebbe stato d'accordo. Per lui, il peso emotivo sui suoi amici e la sua famiglia sembrava ben oltre qualsiasi cosa nella storia della SeeD.

La sua opinione di quella stronzata ingannevole non si era ridimensionata da quando si era svegliato all'ospedale. Credeva onestamente che il suo apparire, vivo o morto, avesse poco peso nelle indagini. Ad ogni modo, una parte di lui ora era grata; non sarebbe stato lì accanto a lei senza l'elaborato inganno del Garden. Sapeva già che il Preside non avrebbe fatto nulla di drastico; il Garden aveva ancora bisogno di lui per sistemare qualsiasi rivolta pubblica, una volta si fosse conosciuta la verità.

Gli occhi di Zell saltarono tra il suo superiore e Rinoa; quest'ultima sembrava piuttosto persa per tutto lo scambio.

"Qualsiasi cosa che devi dire a me può essere detta davanti a lei," lo rassicurò Squall.

Nonostante sapesse che parlare davanti a un civile era tecnicamente proibito, considerando che il protocollo era già stato spedito all'inferno, l'esperto di arti marziali non diede alcun peso alla regola.

"Ah, ok..." iniziò esitante Zell. "A quanto pare, Cid pensa che possiamo fidarci di lei." Fece poi un cenno con la testa verso la terza persona nella stanza. Zell fece un sorriso restio - un segno indicatore del suo nervosismo. "Senza offesa, Rinoa."

"Nessuna offesa," replicò lei con un tono vagamente canzonatorio.

Il suo risentimento non era diretto al messaggero - solo a chi lo mandava. Davvero, non aveva dato loro prova di essere degna di fiducia? Però sapeva come funzionavano le cose in un clima politico, e quindi poteva capire l'esitazione di Zell.

Dopo alcuni secondi di agonizzante silenzio, l'esperto di arti marziali immaginò che a quel punto la politica non facesse differenza; abbastanza ironicamente, quello era anche il succo del messaggio del Garden. Era onestamente stanco e basta, e a disagio per aver interrotto i suoi amici, anche se era stato necessario. A volte era difficile seguire selettivamente il protocollo - era stato qualcosa di instillato in lui fin da piccolo. Voleva bene a Rinoa, ma gli sembrava innaturale parlare liberamente davanti a lei di questioni del Garden. Forse a un certo punto era stato a suo agio, decisamente durante la guerra di Artemisia; ma la distanza e il tempo avevano un modo tutto loro di cambiare la percezione della gente.

"Beh..." Zell iniziò a cercare di allentare la tensione, anche se si sentiva come se il termine 'tensione' fosse un enorme eufemismo. "Cid pensa che a questo punto non abbiamo molta scelta. Lei sa tipo quasi tutto adesso. Lui pensa anche forse un nuovo paio di occhi possa aiutare... sai... uhm, chi lo sa?"

Ecco tutto. L'esperto di arti marziali aveva davvero bisogno di dormire o almeno di una caffettiera piena di caffè, possibilmente più di una. Cercare di articolare qualsiasi cosa di importanza in quel momento sembrava praticamente impossibile, e francamente, lui aveva avuto abbastanza esperienza con gli scenari poco plausibili nelle ultime due settimane.

"Grandioso, chissenefrega," replicò seccamente Squall.

Il Comandante non era irritato dalla consegna confusa di Zell, o anche solo dall'arrivo non così inaspettato del suo compagno. Da fuori, la sua risposta poteva sembrare maleducata, ma in un certo senso non era sicuro di cosa si fosse aspettato. Comunque, di certo non era questo.

"Se qualsiasi altro SeeD avesse abbandonato una missione come ho fatto io, il Garden avrebbe già mandato un'intera guarnigione a fiancheggiare la posizione. Lo avrebbe già marchiato come dannato traditore. Il processo sarebbe finito ancor prima di iniziare - ipocrisia ai massimi livelli."

Squall sapeva che non avrebbe dovuto rivolgere la sua rabbia a Zell, ma tutta quella situazione era stata completamente cretina - dalla finta bara alla sua finta punizione. Tutta quella missione era un abominio delle regole, anche se lui di certo aveva fatto la sua parte. Gli sarebbe piaciuto vedere come sarebbe stata messa su carta; il Preside di certo non stava seguendo linee guida note. Ma sapeva anche che questa missione non sarebbe mai stata ufficialmente documentato; solo il suo risultato finale lo sarebbe stato.

Un risultato che andava ancora scritto...

Zell sapeva di non poter davvero rispondere all'affermazione del Comandante; era più una tirata retorica da parte di Squall. L'esperto di arti marziali decise che era meglio tenere per sé la sua opinione. Squall non aveva bisogno di altra irritazione, anche se era del tutto d'accordo con lui. Comunque, la piccola parte del suo cervello che, normalmente, lo avrebbe fermato dal dire qualcosa di cui si sarebbe pentito era apparentemente rimasta da qualche parte in autostrada.

"Non sto dicendo niente... voglio dire, sto dicendo qualcosa, ma non su quello." Zell si agitò, desiderando di tacere e basta finché era in vantaggio... o, beh, di non essere preso a pugni dal Comandante. "Perché probabilmente hai ragione, ma voglio dire non per questo che non sto dicendo niente. Sono davvero contento che abbia funzionato come ha funzionato... o potrebbe funzionare. Beh, spero, sapete, che voi due funzionerete."

Finalmente si fermò, anche se non bruscamente come avrebbe dovuto. Non stava andando bene, per niente. Voleva picchiarsi per aver fatto incazzare un Comandante già incazzato. Doveva salvare la situazione, in qualche modo.

"Quello che sto cercando di dire è... ehm..." Cercò di pensare a un modo eloquente di riassumere la faccenda - fallendo ancora una volta. "Sapete cosa, sono solo contento di essere uscito dal dannato furgone. È tutto quello che dirò."

Sì, l'avrebbe lasciata così. C'era una ragione per cui non aveva il comando, ed era questa. Bastava metterlo in una qualsiasi situazione di battaglia e ne sarebbe emerso trionfante, ma bastava metterlo nel mezzo del triangolo, quadrato, o qualsiasi cosa fosse in mancanza di un termine migliore, amoroso di Squall e Rinoa ed era perso.

In tutti gli scenari che Squall aveva immaginato sin da quando era partito per Timber, nessuno era mai stato così - con il modo in cui, dopo che lui aveva lasciato la postazione, Cid dava le ragioni per il suo lasciare la postazione. Andava oltre qualsiasi logica nota, agli occhi di Squall. Tre anni prima il Garden sembrava non potersi liberare abbastanza in fretta di Rinoa, e ora la tiravano in mezzo? Di nuovo, il Comandante capiva che allora Cid era stato pressato da fonti esterne, cosa che sembrava essere sempre stata la rovina del Preside. A un certo punto, era Norg. Ora era il Consiglio Mondiale. Politica di nuovo. Dio, odiava quella merda.

C'era una cosa positiva nell'arrivo di Zell, comunque; Squall era sollevato nel sapere che il suo compagno stava bene. Non importava quale fosse la circostanza, non poteva semplicemente spegnere tutte le emozioni - anche se aveva provato proprio a farlo, in passato. Di nuovo, Squall onestamente non si pentiva della sua decisione di andare a Timber, ma non era ignaro della situazione di Zell. L'unica colpa residua del Comandante in tutta quella faccenda non era di aver abbandonato il Garden in sé, ma di avr abbandonato un amico in missione. Aveva abbastanza fiducia e sicurezza che Zell lo avrebbe trovato e in verità, ci aveva contato. Era solo il suo puro disgusto per i due pesi e due misure del Garden che non vacillava mai.

C'era anche qualcosa di intrigante nel lavorare con Rinoa, ovvio: se lei avesse accettato. Per il momento, sembrava piuttosto silenziosa su tutto. Onestamente, non aveva mai lavorato con Rinoa come sua pari, più o meno. Durante la guerra di Artemisia, aveva dovuto usare la categoria mentale secondo cui era strettamente una situazione con una cliente. Sì, era diventata di più con il passare del tempo. I suoi consigli erano sempre stati considerati, ma era un gruppo di sei persone e in tutta onestà, lui si appoggiava più al pensiero razionale dei SeeD addestrati piuttosto che sulle sue reazioni emotive.

Lì c'era la differenza tra passato e presente; lei non più l'adolescente emotiva, ma qualcuno che conosceva la responsabilità. Ora poteva vedere le cose da molteplici punti di vista e prospettive. Non aveva mai voluto che lei si perdesse completamente nel bianco e nero, ma aveva anche voluto che lei vedesse tutti i grigi. Lei lo aveva fatto. Poteva vederlo senza doverle parlare, al matrimonio.

La maturità di Rinoa si era mostrata non solo nella sua posizione, ma attraverso i suoi successi. Era la dedizione a Timber e ai suoi cittadini che lui aveva davvero invidiato. Era il legame che sia Rinoa che suo padre condividevano, quello che a lui sembrava mancare. Timber ed Esthar erano rispettivamente le loro case, ma il Garden adesso era solo il suo lavoro. Un tempo, lo aveva considerato come una casa, ma era prima che lui ne avesse veramente capita la definizione - almeno quella che si sarebbe piaciuto sapere.

Durante il parlottare incoerente di Zell, Squall e Rinoa lo fissarono con confusione e meraviglia. Rinoa poteva percepire l'ansia del suo amico, anche se cercava di fingere compostezza. Sembrava che quel povero ragazzo si fosse appena svegliato da un coma; ebbe più buon senso che di dirlo ad alta voce, data l'ironia della circostanza. Tutto del suo comportamento diceva che era assolutamente esausto a livello sia fisico che mentale.

"Zell, se vuoi, ho uno studio in fondo al corridoio. C'è un divano letto che diventa un letto, beh... spero un po' comodo. Onestamente non l'ho mai provato, ma sembra che potresti dormire un po'," offrì educatamente Rinoa.

Quello che la colse di sorpresa fu il gesto che seguì. L'esperto di arti marziali balzò in avanti, dandole un abbraccio a braccio unico che eclissò il precedente almeno di dieci volte.

"Ti voglio bene, ti voglio bene, ti voglio bene!"

"Va, ehm.... bene?" Rinoa gli diede una pacca sulla schiena prima di cercare di liberarsi, "ti voglio bene anch'io?"

"Non hai idea della tortura che ho sopportato ultimamente. La sofferenza che solo la mia schiena ha dovuto sopportare nel furgone dell'inferno. Giuro che sarò come Namtal Otoku per il resto della vita. Rinoa, sei la mia nuova eroina - sei la mia nuova dea. Adoro la terra che calpesti..."

"È solo un divano letto - quindi davvero, non sono necessari né i ringraziamenti e di sicuro niente adorazione," rispose lei, divertita dalla sua reazione.

Guardando Squall, notò che lui sembrava saggiamente tenersi in disparte da quello scambio. A quanto pareva, sapeva come scegliere le sue battaglie. Questa non era una di loro. Con un'ultima strizzata sghemba, Zell finalmente la lasciò andare.

Rinoa stava giusto per aggiungere che poteva prendere del cibo se ne aveva bisogno, ma non ne ebbe mai l'opportunità. I tre sobbalzarono quando il campanello, per la seconda volta della mattinata, echeggiò nella stanza. E come secondo un segnale silenzioso, Angelo diventò nuovamente isterica.

Alla cagnetta non piaceva quel suono infernale, e abbaiare di solito lo faceva smettere. Basandosi su questo, Angelo insisteva di informare rumorosamente Rinoa che il campanello suonava nel caso non avesse sentito quel suono irritante. Anche se la sua padrona era a pochi passi di distanza, nella mente del cane poteva non aver sentito quel suono acuto.

"Oh Dio, è Zone," disse a voce alta Rinoa, cercando di trattenere il panico nella sua voce. Avrebbe zittito Angelo, ma il suo abbaiare era in realtà una copertura decente per qualsiasi loro rumore accidentale,

Comunque la giovane donna non riusciva a credere di aver abbassato di nuovo la guardia, dimenticando di avvertirli della compagnia che aspettava. Da parte sua, Squall sembrò analizzare attentamente la situazione, più che reagire. Lei sapeva che non era mai stato a conoscenza del suo piano di tornare al lavoro. In qualche modo, non era mai saltato fuori durante gli eventi della notte precedente e delle discussioni seguenti... Avrebbe rimandato ogni spiegazione perché quello non era il momento.

A quel punto, era impossibile per i due SeeD dirigersi alla scala, perché c'era una buona possibilità che, se fossero passati davanti alla finestra sul davanti, Zone avrebbe potuto vederli. Rinoa suppose velocemente che erano bloccati in quel lato della casa. Fortunatamente, aveva un armadio guardaroba vicino all'ingresso. Lo indicò in fretta, sperando che capissero il messaggio. Era la scelta più logica e razionale; sperava solo che due uomini adulti ci sarebbero entrati. Sperava che si sarebbero concentrato sulla velocità del suo pensiero piuttosto che sull'essere schiacciati come le proverbiali sardine nella scatola. Poteva diventare piuttosto sgradevole molto in fretta.

Sorridendo di comprensione, Zell capì velocemente e si diresse all'armadio. La reazione iniziale di Squall quando si guardarono negli occhi fu qualcosa di vagamente simile a un alzare gli occhi al cielo, ma con uno sguardo molto più disgustato.

"Oh, lamentati dopo," rispose burbera Rinoa, strizzando gli occhi al Comandante. Era bello vedere che dopo tutto quel tempo certi comportamenti di lui erano rimaste intatti, e onestamente, anche alcuni dei suoi lo erano. "Entra nell'armadio e fate i bravi."

"Aspetta, questo cosa vuol dire?" rispose Zell in un sottile incrocio tra l'essere offeso e il dirlo come uno scherzo.

"Niente," ribatté sarcastica Rinoa. "Potete lamentarvi dopo anche per la mia scelta di parola. Un momento fa ero la tua dea quindi credimi sulla parola... o niente divano letto per te."

Con quella minaccia incombente, i due trovarono un modo di strizzarsi nel piccolo armadio, anche se di certo non era pensato perché due uomini adulti ci si nascondessero dentro. In realtà, non era nemmeno fattibile che contenesse più di qualche paia di scarpe, stivali, qualche cappotto, e forse un ombrello - certo, bastava aggiungere due uomini al miscuglio e diventava un'equazione matematica di logistica.

La parte peggiore dell'attuale situazione difficile - beh, a parte il solo essere nel dannato armadio - era il fatto che tutti e due dovevano stare piegati. La mensola in alto rendeva impossibile stare in piedi diritti. Squall avrebbe potuto trovare mille cose sbagliate in quella situazione, ma in tutta onestà preferiva comunque nascondersi nell'armadio di Rinoa piuttosto che in qualsiasi altro armadio al mondo. Beh, forse non letteralmente, ma anche con tutto l'imbarazzo e il disagio di quella situazione, non rinunciava all'incredibile possibilità che gli era stata concessa.

*~*~*~*~*

Facendo alcuni respiri per calmarsi, Rinoa si strinse la cintura dell'accappatoio un'altra volta e poi si legò ancora i capelli in una coda di cavallo disordinata. Perché anche solo le importasse di quella parte del suo aspetto non poteva dirlo. Fino a quel secondo, le era proprio passato di mente. L'improvviso cambia di concentrazione era da attribuire molto probabilmente ai suoi nervi.

Prima di rispondere alla porta, si trovò a provare mentalmente un saluto. Quanto era patetica la scena che si svolgeva davanti a lei? E perché stava mettendo così tanto impegno in qualcosa di così inutile? Se non fosse stato per i due uomini nell'armadio, questa recita sarebbe stata molto più naturale.

Zone era un suo dannato amico - lo conosceva più tempo sia di Squall che di Zell. Eppure sentiva che in qualche modo la sua relazione con lui si era evoluta in qualcosa di più profondo, anche se non sapeva dire esattamente in cosa... Era difficile dimenticare il suo bacio deliberato, quello che lei non aveva fatto alcuno sforzo visibile per fermare. A quel tempo, la sua ragione era a dir poco debole. Con il senno di poi, tutta la questione era solo un capitolo con cattivo tempismo nella sua vita.

Seriamente, perché mai al mondo avrebbe dovuto sentire più colpa di quanta ne avesse sentita quella notte? Il bacio era molto meno fisico della relazione di Squall negli ultimi anni. La differenza non era mai nel gesto, ma nei sentimenti che lo circondavano. Se quello che Squall aveva detto su Lauren era vero, e in qualche modo sapeva che lo era, era basata su una compagnia reciproca più che sulle emozioni. Questo era il completo opposto della sua relazione con Zone. Gli voleva bene e si fidava di lui da anni, ma solo di recente era stata in grado di concepirlo come qualcosa di più profondo.

Semmai, la sua colpa riguardante il tradimento avrebbe dovuto essere per Zone. Non avevano avuto il tempo di avere una conversazione sentita, o anche solo la minima possibilità di parlare di quello che era successo. Per quanto ne sapeva Zone, lei era davvero interessata a portare la loro relazione al possibile livello successivo. Onestamente, Rinoa non gli aveva dato nessuna indicazione contraria. A quel riguardo, non lo aveva trattato in maniera affatto diversa da prima del bacio, ma la sua vita era stata un tumulto nelle ultime settimane. Doveva ricordarsi che era solo un amico - un amico con cui aveva condiviso un bacio piuttosto intimo...

Stava diventando tutto troppo dannatamente travolgente. Se cercava di ricordare quella notte di settimane prima, poteva vagamente ricordare di essere stretta tra le sue braccia. Erano solo frammenti, ma erano le ore finali in cui la sua vita aveva avuto un po' di ordine e senso - e poi lui l'aveva baciata. Tutti i suoi ricordi sembravano franare da quell'evento significativo. Eppure, anche durante il bacio, nell'abbraccio di Zone, sentiva ancora una solitudine di fondo.

Si rendeva anche conto che la solitudine che ricordava di solo poche settimane prima sembrava svanire in fretta... Non poteva ammettere questa cosa con Squall, non ancora. C'erano ancora troppe cose da capire e le emozioni erano solo metà della battaglia. Rendeva comunque questo incontro molto più complicato. Non poteva dire la verità a Zone - la parte sull' 'uomo morto' nascosto nel suo armadio. Odiava avere dei segreti con lui. Ma aveva protetto Squall in passato e lo avrebbe protetto nel presente, anche se non diminuiva affatto il suo senso di colpa.

"Ora o mai più," borbottò- Doveva recitare la parte, ritornare allo stato mentale del giorni prima, prima di quel momento nella pioggia.

Si trovò quasi a sforzarsi di sorridere quando aprì la porta, cosa che, dato il suo presunto lutto, sarebbe sembrata molto sospetta. Corresse l'errore, attribuendo quel quasi passo falso ai nervi. Quando smise di pensare al suo comportamento, con sua sorpresa, divenne istintivo.

"Hey Zone," lo salutò, cadendo nella routine, come se fosse un qualsiasi altro giorno della sua vita. "Entra pure."

"Buongiorno dolcezza, guarda cosa ti ho portato-" Si fermò bruscamente, notando il suo aspetto piuttosto scarmigliando - per non parlare del fatto che l'accappatoio che aveva ancora addosso non era esattamente abbigliamento standard da ufficio.

"Rin, va tutto bene?" Il suo tono cambiò da allegro a preoccupato. Sapeva quanto lei avesse insistito nel tornare al lavoro il giorno prima. Di solito, una volta che Rinoa aveva deciso, ci sarebbe voluta la forza di un branco di Chocobo in corsa per farle cambiare idea.

"Uhm, no... aspetta, non è quello che intendo. Intendevo..." Sospirò, mordendosi nervosamente il labbro. Aveva bisogno di respirare prima di riuscire a svenire, cosa che non sembrava del tutto fuori questione considerando la sua fortuna recente. "Zone, ti va bene se ci sediamo? È solo molto difficile da spiegare, a questo punto."

Mentre se ne stava lì impotente, lui sentì il cuore dolergli per lei. Zone voleva così disperatamente allungarsi a darle conforto. Ad ogni modo, sarebbe stata una manovra difficoltosa visto che aveva una tazza in una mano e un sacchetto nell'altra. Eppure non fece alcun tentativo di muoversi verso il divano. Aveva bisogno di sapere che lei stava bene. Era pura testardaggine da parte sua, ma l'aveva vista soffrire troppo negli ultimi anni.

In tutti i loro anni insieme, non aveva mai visto la sua determinazione svanire velocemente come dalla sera prima. Quel fatto lo turbava. La donna in piedi davanti a lui sembrava solo il guscio della persona che conosceva da poco meno di dieci anni. Tutta la sua aura sembrava fuori posto, e lui poteva intuire che qualcosa la turbava molto. Non era solo la morte di un ex fidanzato; onestamente credeva nel suo cuore che lei stesse rinunciando a qualcosa di molto più profondo. Non voleva pensare così, e a dire il vero, non lo aveva mai fatto... ma era così determinata il giorno prima, e ora sembrava così abbattuta.

"Non stai bene, vero?" Era una domanda retorica; nel profondo, entrambi conoscevano già la risposta.

Rinoa si sentì immediatamente in colpa nel vedere la sua apprensione; sapeva che nessuno in passato aveva tenuto a lei così profondamente quanto Zone. Che fosse durante il suo periodo con i Gufi del Bosco, i conflitti con suo padre, l'estate in cui aveva incontrato Seifer o, peggio di tutto, durante quelle lunghe notti di pianti dopo aver lasciato il Garden, lui era sempre stato un supporto costante nella sua vita. Ora si sentiva come se lo stesse ingannando di proposito e questo fatto solo le stava spezzando il cuore.

Sapeva che questa facciata non sarebbe stata facile, ma mentire al suo migliore amico l'avrebbe distrutta. All'improvviso, scoprì una ritrovata simpatia per la condizione emotiva di Squall e Zell. Vivevano in questo tipo di inferno da quasi due settimane e molto più profondamente. A differenza di loro, lei aveva resistito a malapena due minuti prima che il senso di colpa cominciasse a consumarla.

"Starò bene... prima o poi. Ho solo bisogno di tempo," rispose infine, e in tutta onestà era una frase radicata nella verità.

"Va bene," rispose lui, guardandola ancora sospettoso. "Posso accettare l'offerta di sedersi adesso? Perché come puoi vedere ho portato dei regali, in più il caffè sta iniziando a farmi venire le vesciche alle dita. Potrebbe non finire bene." Alzò la tazza in un gesto simile a un brindisi, offrendole un sorriso sghembo.

Lei annuì e i due si diressero al divano. Lui posò il caffè davanti a lei, e nessuno dei due parlò. A quel punto, il silenzio era probabilmente più semplice di qualsiasi spiegazione lei riuscisse a mettere insieme. Rinoa si sentiva come se tutto il suo corpo fosse il battito del cuore; non sentiva altro mentre sedevano uno vicino all'altra. In verità, voleva dirgli che 'voleva soltanto rimanere da sola', ma non era da lei liquidarlo così in fretta. L'avrebbe fatto con il tempo, ma doveva far parte del naturale corso degli eventi, cosa che, in quel momento, era ovvio non sarebbe stato presto.

Fortunatamente, fu Zone a rompere la tensione indicando la tazza sul tavolo. "Ecco, prima che andiamo avanti, volevo portarti quello - caffè nero galbadiano tostato, proprio come piace a te. L'ho preso speciale stamattina. Era tipo un regalo di 'bentornata al lavoro', ma, uhm..."

"Va tutto bene, so cosa intendi." Lei sorrise, guardando l'enorme tazza. "Grazie davvero tanto. Anche se non verrò oggi, non è mai un momento inappropriato per un caffè. Sai sempre che è il modo per arrivare al mio cuore."

Lei fece una smorfia tra sé e sé dopo averlo detto. Perché, perché, perché? Ora sembrava che tutto quello che diceva avesse un doppio significato. Alcune settimane prima, avrebbe avuto una normale conversazione con Zone, senza pensare a quello che diceva. Ma dopo il bacio, aveva iniziato a chiedersi come lui avesse interpretato ogni commento innocente che aveva fatto. Andava avanti così da anni?

Forse sì... e peggio ancora, forse nel profondo lo sapeva. Persino Irvine l'aveva stuzzicata anni prima, ma lei aveva detto che era una reazione esagerata. Aveva detto che i gesti di Zone erano soltanto dolci, e forse, solo un pochino, iperprotettivi. Ma era solo il suo modo di negare la verità? Quel pensiero la metteva estremamente a disagio.

"Oh, e non puoi certo dimenticare questo piccolo gioiello." Zone sorrise, allungandole il sacchetto della pasticceria. Rinoa lo accettò con un po' di curiosità, felice del cambio di argomento nella sua mente.

"È un muffin al cioccolato ripieno di una speciale salsa al cioccolato allo stile di Dollet. Spero che ti piaccia. Immagino di sperare solo di avere qualche 'punto brownie', o... nel mio caso, punti muffin."

"Questa è probabilmente la cosa più patetica che tu mi abbia mai detto." Rinoa rise prima di sbirciare nel sacchetto. Alla fine lo guardò con una risatina nella voce. "Sai, potrei elencare un sacco di motivi per cui non dovrei mangiarlo, ma seriamente, dimenticateli... sembra assolutamente delizioso. Grazie."

Era stata una risata onesta da parte sua. Pensava davvero che fosse una frase patetica. Quella era una delle cose a cui teneva nella loro amicizia - erano commenti come questo a renderlo Zone. Non voleva pensare al futuro, a come la loro relazione ne avrebbe sofferto alla fine. Quando la verità sarebbe stata detta, non ci sarebbero stati vincitori o perdenti, solo danni collaterali lungo la strada. Zone aveva avuto abbastanza dolori nella sua vita, da qualcosa di così grave come vedere suo padre ucciso da Vinzer Deling, alle ulcere che il suo tumulto emotivo gli provocava con quei ricordi... Non poteva essere lei a fargli ancora del male; aveva affrontato abbastanza tragedie lei stesse. Sapeva com'era essere dalla parte di chi ricevere il loro, era un terreno comune che li aveva legati fin dall'inizio come amici.

Zone sapeva di dover essere lui a iniziare la discussione; sembrava che Rinoa non avrebbe dato alcuna informazione. Non poteva biasimarla per questo. "Vuoi dirmi cosa è successo? Sai che ci sono sempre se hai bisogno di qualcuno, non importa l'ora - giorno o notte."

Sobbalzò quando la mano di lui si allungò a scostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sembrava così imbarazzante essere toccata da un altro uomo. Di nuovo, un così semplice gesto di amicizia non poteva più essere visto così, ai suoi occhi.

Cercò di sorridere e si nascose dietro i nervi che stavano cedendo. Cercò di mantenere leggera la conversazione, ma finì per tirare su con il naso solo per rispondere. "Intendi perché non sono vestita? Sto... solo portando l'idea di venerdì rilassato a un nuovo livello."

"In qualche modo lo trovo difficile da credere, soprattutto dato che non è nemmeno venerdì. Non puoi sfuggirmi... l'informazione militare sta tipo nella descrizione del mio lavoro, ricordi?"

Zone aveva ragione su una cosa, normalmente sapeva capire se lei non era sincera. Doveva dargli dell'onestà, almeno in parte. No, non avrebbe parlato di Squall come persona viva; non avrebbe mai tradito una fiducia che le era stata accordata. Eppure, era successo abbastanza anche prima della ricomparsa improvvisa del Comandante per spiegare il fatto che aveva cambiato idea.

"Ieri sera, pensavo di stare bene," iniziò lentamente. Con le mani in grembo, si fissò le dita. Non sapeva perché; forse perché era più semplice così. Non era nascondersi, ma sentiva comunque una guardia emotiva. Senza contatto visivo, si permetteva alcune libertà verbali.

"...Stavo davvero bene. Avevo ogni intenzione di tornare al lavoro oggi. Avevo bisogno della paura, avevo bisogno di pensare a qualcosa a parte... beh, quello. Poi tutto all'improvviso, diventa come un po' annebbiato... ricordo certe cose come correre in strada, guardare la pioggia... penso che sia iniziato tutto dopo che ho letto la lettera di-"

Si fermò a metà frase, orripilata da quella spaventosa rivelazione. La lettera, l'anello di fidanzamento - aveva del tutto dimenticato queste cose. Ricordava di aver letto prima la lettera; di aver vividamente visto la verità che conteneva. Queste cose non le erano venute in mente fino a quel preciso istante. Tutto il suo atteggiamento cambiò, ma non la ragione che credette Zone.

Come poteva aver dimenticato il suo testamento?

*****
Nota della traduttrice: vi ricordo come sempre la newsletter e che ogni commento verrà tradotto & inoltrato ad Ashbear (a cui ho inoltrato già i commenti ricevuti finora; attendete la risposta XD). Inoltre, è da poco attiva anche la pagina fan su Facebook! La trovate qui, e gli aggiornamenti verranno segnalati anche tramite la pagina fan (sia in italiano che in inglese!).
Inoltre, piccolo momento di "promozione" personale: ho aperto anche una pagina Facebook mia, dove segnalo gli aggiornamenti delle traduzioni - tutte, anche di altri fandom - e delle mie storie (i cui aggiornamenti sono più rari, ma vabbè...): la pagina è questa :) E vi ricordo anche l'apertura dell'archivio dedicato esclusivamente a Final Fantasy, Kingdom Hearts e Dissidia, che trovate qui. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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