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Autore: Cladzky    26/05/2015    8 recensioni
Mike Schmidt conoscerà molto da vicino cosa significa essere un animatronic.
Genere: Malinconico, Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Era un maiale.
Letteralmente.
Il suo costume rosa lucido rappresentava la forma antropomorfa di un maiale. Appoggiato al lavandino sporco del locale, si guardava allo specchio, osservando la sua figura riflessa nel vetro, muoversi con i suoi medesimi movimenti.
Gli occhi azzurri vitrei del suo sosia bidimensionale, seguivano il suo sguardo, alzando ed abbassando le sopraciglia di plastica.
Per quanto grottesco fosse il suo corpo e un desiderio di riavere il suo, umano e intero, viveva dentro di lui, non riusciva a lamentarsi. Ora era forte. Aveva una forza fisica ben maggiore di qualsiasi essere vivente; non provava dolore; ma soprattutto... Non poteva morire. Sarebbe vissuto per sempre.
Ma la ragione ebbe il sopravvento e nel giro d'un attimo da una gioia derivata dall'autocommiserazione, una disperazione improvvisa e forte come un proiettile nel cranio, lo colpì. Che diavolo stava pensando?
Si mise la mano a quattro dita sulla fronte liscia, socchiudendo gli occhi. Non poteva essere felice per un fatto così atroce. Non poteva. La sua umanità persa per sempre, la speranza di non rivedere più... Chi?
Chi avrebbe voluto rivedere? Non c'era una moglie che lo attendesse a casa, un figlio o anche solo un amico. Certo di amici ne aveva tanti, anche se dubitava che il barista di un bar o l'autista di un autobus possano essere considerati in tale categoria.
Si guardò ancora allo specchio. Sollevò la mano dai bulbi oculari. Sorrise.
Ora aveva degli amici,
Un corpo più forte
Ed una vita eterna.

Forse per una volta nella vita sarebbe stato felice. Incredibilmente gli animatronics, coloro che lo avevano ucciso, sarebbero potuti essere delle ottime persone con cui scambiare due chiacchiere.
La porta del bagno si schiuse lentamente.
-Posso entrare?- Chiese Bonnie.
-Fai pure.
Il coniglio violaceo gli avvicinò, appoggiandosi con la schiena al muro al suo fianco.

-Ti capisco- Sospirò.

A quel punto una reazione prevedibile di Mike sarebbe stata sbraitargli contro del fatto che nessuno lo avrebbe veramente capito. Ma era stanco di sceneggiate. Per una volta voleva avere un dialogo che non includesse mandare a fanculo il mondo e spaccare sedie. E poi sapeva benissimo che Bonnie lo capiva. Anche lui era un umano.
-Spiegami una cosa - comiciò l'ex guardia notturna -Perché mi avete fatto questo?
La macchina girovagò un attimo con lo sguardo. Nessuno dei quattro animatronics aveva voglia di parlarne. Si sentivano dei vermi.
-Per vendetta - Rispose secco.
Mike inarcò un sopraciglio. Sicuramente si sarebbe aspettato una risposta del genere, essendo figlio del loro killer, ma in un modo più articolato.
-Come? - domandò, cercando di ottenere qualche informazione in più.
-Non c'è un motivo preciso- riprese Bonnie -Dopo l'assassinio, tuo padre è stato licenziato. Abbiamo passato anni qui dentro, abituandoci e cercando di creare una piccola vita. Poi in vista della riapertura della pizzeria sei stato assunto e cercando informazioni su di te, negli archivi, abbiamo scoperto che eri il figlio di Vincent Schmidt. Da lì è partita una scintilla e... sai com è andata.
Mike non sapeva se incazzarsi o... qualcosa. Sapeva che c'era un'alternativa. Prima sfocata, poi via via, più chiara e nitida. Scelse l’alternativa.
-Grazie.
Per una volta fu Bonnie ad essere sorpreso. Che diavolo aveva detto?  Non poteva credererci. Per cosa poi lo stava ringraziando? Per averlo trasformato in un mostro? Si staccò dal muro e gli si avvcinò.
-Per cosa? -chiese guardando la sua figura nello specchio.
-Sai- Disse Mike, allontanadosi dal lavandino e dirigendosi verso la porta -Forse grazie a voi ho trovato una strada.
E detto questo, uscì, lasciando in perplessità il coniglio.

Mike era leggero. Non aveva pensieri, nè desideri. A dire il vero, al momento non sapeva neanche dove stava andando. Voleva solo camminare. Giunto fra i tavoli del salone delle feste, il suo sguardo cadde su delle sedie spaccate. Era dove lo aveva lanciato Foxy, la scorsa notte.
Incredibile.
Era diventato amico di coloro che lo avevano ucciso. Se lo stava ripetendo da un bel po' ormai, ma ancora si sentiva confuso al pensiero. Camminare in mezzo ai suoi assassini come se nulla fosse, tranquillamente, dopo notti passate ad averne timore, chiuso in una stanza.
Freddy, sul palco, era intento a leggere un volantino della riapertura del locale, che sarebbe accaduta fra meno di un mese. Schmidt si chiedeva come si sentisse al riguardo. Era forse felice al pensiero che fra poco avrebbe potuto incontrare facce nuove? O si lamentava, disturbato dal fatto che avrebbe dovuto intrattenere decine di marmocchi? Sicuramente ogni opzione era meglio che restare per l'eternità in un locale fatiscente, a prender polvere.
Riprese il passo, entrando nel backstage.  Foxy, sdraiato pigramente sul tavolo lo salutò, senza alzare lo sguardo, muovendo l'uncino della mano destra, in un cenno di saluto.
-Buongiorno- Rispose Mike.
-Strano che negli ultimi cinque minuti non hai dato di matto- Lo prese in giro la volpe elettronica.
-Non ho tempo da sprecare con te, Barbanera dei poveri.
-Perché, hai forse intenzione di fare qualcosa?
La battuta di Foxy lo lasciò alquanto irritato. Ora che era un animatronico, non aveva un granchè da fare in giornata. Questo effettivamente era un problema: Come colmare le ore della sua vita? Non aveva impegni nè tanti desideri da realizzare, a dirla tutta. Questo è il genere di domande a cui non si può dare una risposta. E il fatto che qualcuno te lo chieda è piuttosto paradossale.
La discussione praticamente finì lì. Foxy richiuse gli occhi e rimase in silenzio, mentre Mike girovagava per la stanza, cercando disperatamente qualcosa da fare. Finì per mettersi a guardare negli armadietti, del dietro le quinte, sperando di trovare qualcosa di interessante.  
Dopo un buon numero di attrezzi, scartoffie, manuali di ingegneria e viti, trovò qualcosa che se avesse scovato la notte scorsa, gli sarebbe stata fondamentalmente utile.
Una rivoltella con caricatore a tamburo, argentata scintillante e dal calibro per nulla invidiabile. Un colpo ben piazzato avrebbe eliminato in una frazione di secondo uno dei suoi "amici". Aveva trovato un modo per eliminarli.
Ma perché farlo?
La sua mente richiedeva vendetta, una vendetta atroce e lunga.
Non ora. Aveva trovato degli amici...
Amici?! Lo avevano ucciso e trasformato in uno di loro, ecco cosa gli hanno fatto i suoi amici!
E poi che succederà? Non cambierà niente, sarebbe uno svantaggio per tutti se li uccidesse. Rimarrebbe un animatronic, e in più senza nessuno.
TACI MALEDIZIONE!

La sua mente era nel caos. Cosa era giusto scegliere?

Ucciderli e saziare la sua vendetta?

O dare ascolto alla ragione e convivere con i suoi carnefici?


#ANGOLO DELL’AUTORE#
PUBBLICO, SARETE VOI A DECIDERE SE MIKE UCCIDERA' O MENO GLI ANIMATRONICS!
SCRIVETE NELLE RECENSIONI COSA SAREBBE MEGLIO PER MIKE! LA MAGGIORANZA DECIDERA' IL SUO DESTINO!
VI ASPETTO NUMEROSI E RICORDATE DI LASCIARE UNA RECENSIONE CON SCRITTO IL VOSTRO PARERE!
ALLA PROSSIMA!



 
   
 
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