Libri > Divergent
Segui la storia  |       
Autore: Fausdakryma    29/05/2015    0 recensioni
Alba Melanie non sa mentire ma non sopporta la mancanza di cortesia, odia la violenza ma in caso di pericolo sa difendersi, fa amicizia facilmente ma quando perde la pazienza non esita a dire ciò che pensa, finendo spesso per litigare. Secondo Mark, un ragazzo di diciotto anni che Alba Melanie conosce da sempre ma che non ha mai frequentato molto, la ragazza ha un carattere “contraddittorio”. E Mark sa bene che avere una personalità sfaccettata può essere pericoloso nella città. Così, il giorno prima che la ragazza sostenga il test attitudinale, che dovrebbe rivelarle quale delle cinque fazioni della città sia più adatta per lei, Mark la invita ad uscire con lui, per avvertirla del pericolo che corre.
Il test conferma i timori del ragazzo, portando Alba Melanie ad un bivio: cosa dovrebbe scegliere? Una fazione sicura ma troppo tranquilla, o una esaltante ma pericolosa? Mark ovviamente cerca di convincere la ragazza a scegliere la sicurezza, ma non sa che in realtà nessun luogo è privo di pericoli, quando per non rischiare la vita bisogna nascondere ciò che si è davvero.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Jeanine Matthews, Johanna Reyes, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3 – Gentile o coraggiosa?
 
“Si può sapere che fine hai fatto ieri? Dovevamo uscire, ricordi? L’avevamo deciso prima del test, ma poi tu sei sparita! Ti ho aspettata davanti alla scuola per un’ora!”
“Scusami, Ivy, mi ero dimenticata di dirti che…”
 Mi interrompo. Non ho voglia di dire proprio adesso ad Ivy che sono uscita con Mark ieri pomeriggio, non qui, seduta in mezzo a tutti i sedicenni della città in attesa, come me, di compiere la scelta più importante della loro vita.
“Che cosa?” insiste Ivy.
 E va bene.
“Che dovevo vedere Mark anche ieri pomeriggio. E sei pregata di non chiedermi niente, non ci siamo messi insieme, non ci siamo baciati e lui non mi si è dichiarato, siamo usciti da amici, tutto qui” rispondo parlando a raffica, per evitare la solita sfilza di domande.
“E allora perché dovevate vedervi?”
“Mark voleva parlarmi di una cosa.”
“Cioè?”
 Mi prendo la testa tra le mani. Non so proprio cosa risponderle senza dover dire una bugia, e in quel caso Ivy se ne accorgerebbe subito.
“Ivy, mi dispiace tantissimo non averti avvertita ieri, mi sono ricordata che dovevo vedere Mark solo dopo il test, ma ti prego, non parliamo più di quello che è successo ieri, ti prego…”
“E va bene” sospira Ivy. “Anche se qualche pettegolezzo mi sarebbe stato utile per scaricare la tensione” aggiunge poi con una risata nervosa.
 In questo momento vorrei anch’io un pettegolezzo o qualsiasi altra cosa che mi distragga e mi faccia dimenticare che mi trovo nel Centro (l’edificio deputato alle riunioni che coinvolgono tutte le fazioni), nella sala dove sta per svolgersi la Cerimonia della Scelta, al cospetto di quasi tutti gli abitanti della città, seduti sulle gradinate divise in cinque settori, uno per ogni fazione. Tra meno di un quarto d’ora dovrò scegliere quale sarà la mia vita e non potrò mai più tornare indietro.
 E in realtà ancora non sono sicura su quale sia la scelta migliore. Sono davvero così gentile da diventare una Pacifica? Di solito cerco di esserlo, ma non sempre riesco a sorridere e mantenere la calma quando qualcuno mi fa arrabbiare. Sarò capace di cambiare questo lato del  mio carattere? E se non lo fossi?
 Ma d’altra parte, se non scegliessi i Pacifici, cosa potrei scegliere? Di certo non gli Eruditi o gli Abneganti. Il test ha dimostrato che potrei scegliere i Candidi, ma non mi piacciono. Restano solo gli Intrepidi. Secondo il test sono adatta anche a questa fazione. Ma sono davvero tanto coraggiosa da diventare una di loro? Una volta sono salita e scesa da un treno in corsa per gioco, è vero, ma non ho nessuna voglia di rischiare la vita così inutilmente un’altra volta. Però ricordo che tutta quell’adrenalina era eccitante… Ma anche se riuscissi a trovare il coraggio di saltare da treni e palazzi, non potrei mai combattere contro qualcuno o usare delle armi. Mai.
 Inoltre c’è il problema della Divergenza. Se davvero gli Intrepidi uccidono i Divergenti, non mi resta altra scelta oltre ai Pacifici. Almeno con loro sarò al sicuro. Vivrò una vita serena, tranquilla… insopportabilmente noiosa…
 “Benvenuti. Benvenuti alla Cerimonia della Scelta.”
  Una voce interrompe il flusso dei miei pensieri. E’ Marcus Eaton, capofazione degli Abneganti  e capo del governo (tutti i nostri dirigenti politici sono Abneganti, perché in teoria dovrebbero essere i più interessati al bene comune. L’unico membro del governo appartenente a un’altra fazione è Jeanine Matthews, l’intelligentissima capofazione degli Eruditi.)
 Marcus fa il solito discorso introduttivo sui valori delle cinque fazioni, ricordando i compiti che ciascuna di esse compie nella città. I Candidi sono giudici e legislatori; gli Eruditi sono insegnanti, ricercatori e medici; i Pacifici sono assistenti sociali, infermieri e agricoltori; gli Intrepidi si occupano della sicurezza della città; gli Abneganti sono i nostri dirigenti politici.
 Vicino a Marcus, al centro della sala, ci sono cinque enormi coppe di metallo, ciascuna contenente l'elemento simbolo di una delle fazioni: acqua per gli Eruditi, pietre grigie per gli Abneganti, vetro per i Candidi, terra per i Pacifici, carboni ardenti per gli Intrepidi. Per compiere la Scelta, dovremo farci un taglio nella mano e far gocciolare il sangue nella coppa della nostra nuova fazione. 
 Mi accorgo che il discorso è finito. Il capofazione degli Abneganti sta iniziando a chiamare i nomi dei futuri iniziati (è questo che diventeremo oggi, non saremo subito membri. Per quello dovremo superare l'iniziazione della nostra fazione.) 
 Aiuto. Ho paura. Non so cosa devo scegliere. Sono gentile? Sono coraggiosa? Sono entrambe le cose? Cosa devo fare? 
 I nomi scorrono uno dopo l'altro, in ordine alfabetico inverso, ma quasi non li sento. La mia attenzione viene attirata leggermente solo dalle scelte di Caleb e Beatrice Prior, entrambi Abneganti e figli di un dirigente del governo. Il primo ha scelto gli Eruditi, la seconda gli Intrepidi. Sento mormorii in tutta la sala, sono scelte stranissime per degli Abneganti, ma quasi non me ne curo. 
 D'un tratto sento indistintamente che Marcus ha chiamato un cognome con la "o". Oh no, ormai manca poco… No, no, no…
"Nooks Alba Melanie" 
 Aiuto.
Mi alzo e mi dirigo verso alle coppe, sperando che nessuno noti che sto tremando. Stringo forte il coltello che Marcus mi porge, cercando di fermare almeno il mio braccio.
 Fisso i carboni ardenti, poi la terra, poi di nuovo i carboni. 
 Non voglio una vita monotona come quella che mi offrirebbero i Pacifici. 
 Mi faccio un taglio nella mano sinistra. Fa male. 
 D'un tratto mi ricordo del cane del test. Dell'orrore che ho provato capendo di averlo ucciso. Non voglio mai più fare niente del genere a nessuno. Mai. 
 Con uno scatto stendo la mia mano sulla coppa contenente la terra, e vi lascio cadere il mio sangue. 
 Ho appena decretato quale sarà la mia vita. Non posso più tornare indietro. 
 Vado a sedermi accanto agli altri iniziati Pacifici. Rispondo distrattamente ai loro saluti, ma non noto neppure le loro facce, sono ancora troppo agitata. 
 Guardo verso il settore della sala dove sono seduti gli Eruditi, la mia ex fazione, e incrocio lo sguardo dei miei genitori. Ci sorridiamo reciprocamente. Nei loro occhi vedo dolore, lo stesso che provo io all'idea di separarmi da loro, ma anche approvazione. Almeno loro sono contenti della mia scelta. 
 Io non lo sono. Ho scelto i Pacifici per esclusione, non per convinzione. Mi sono condannata a passare la mia vita a coltivare verdure cantando canzoncine melense. 
 Ma odio la violenza. Non voglio mai più usare un'arma in vita mia. Non potevo scegliere gli Intrepidi. Se l'avessi fatto, non avrei superato l'iniziazione e sarei diventata un'Esclusa. 
"Morwen Diego" chiama la voce di Marcus. 
 Guardo distrattamente il ragazzo che si sta avvicinando con aria sicura alle coppe al centro della stanza. È vestito tutto di nero, un Intrepido. D'un tratto lo riconosco: è il ragazzo che mi è caduto addosso ieri (e su cui sono caduta io il giorno prima). Ha di nuovo quel sorriso sicuro di sé, persino mentre si taglia la mano. Non è difficile capire cosa sceglierà, ha l'aria di essere un Intrepido nato. 
 No, non è possibile! Che sta facendo? 
 La coppa con i carboni ardenti è davanti a lui, ma Diego sta stendendo la mano alla sua sinistra... Sulla coppa contente la terra. Non posso crederci. Ha scelto i Pacifici. 
 Lo guardo con gli occhi sbarrati mentre si avvicina al settore degli iniziati della mia nuova fazione. Dagli Intrepidi si levano mormorii e fischi di disapprovazione, ma Diego non si scompone minimamente. Anzi, sembra quasi... divertito. 
 I nostri sguardi si incrociano. Mi ha riconosciuta. 
"Ciao, anche tu qui?" mi saluta sedendosi vicino a me, incurante delle occhiate sbalordite che gli stanno lanciando anche gli iniziati Pacifici, che non osano neppure salutarlo. 
"Si..." rispondo con un filo di voce. 
"Com'è che ti chiami? L'ho sentito prima ma l'ho già scordato." 
"Alba Melanie..." 
"Va bene se ti chiamo solo Melanie?" 
"Si, certo... Ma perché?" 
"Perché mi piace di più Melanie" risponde Diego con un'alzata di spalle. 
"No, volevo dire perché hai scelto i Pacifici? Questa fazione è l'esatto opposto della tua!" esclamo alzando d'un tratto la voce. 
"Cos'è, credi che non sia capace di farcela qui? Salto da treni in corsa fin da quando avevo cinque anni, so usare perfettamente una pistola e nessuno mi ha mai battuto in un corpo a corpo. Se posso fare tutto questo, credi davvero che io non sia in grado di coltivare verdure, canticchiare canzoncine ed essere sorridente e gentile?" 
 Il tono di Diego è quello che ci si aspetterebbe di sentire da un Intrepido desideroso di dimostrare il proprio valore, non certo da un Pacifico tranquillo e amichevole. 
"Sinceramente, no" replico io. "Qui dovrai cambiare completamente atteggiamento e adattarti ad una vita che ti sembrerà assolutamente noiosa in confronto a tutto ciò a cui sei abituato. Tu sei senza ombra di dubbio un Intrepido, per te la vita qui non sarà per niente facile." 
"Ma infatti non sto affatto cercando una vita facile! Anzi, intendo dimostrare che, se voglio, sono perfettamente in grado di cambiare e di adattarmi a qualsiasi cosa." 
"Davvero hai scelto i Pacifici solo per questo? Per metterti alla prova?" domando sbalordita. 
"Non solo per questo. Il mio obiettivo principale è dimostrare agli Intrepidi tutto il disprezzo che provo per loro." 
"Green Ivy" chiama la voce di Marcus. 
 È il turno della mia migliore amica. 
 Interrompo la conversazione con Diego, anche se vorrei chiedergli di più e guardo Ivy avvicinarsi alle coppe. Ha l'aria tesa, ma non trema. Sa già quale fazione sceglierà e credo di saperlo anch'io, anche se non ho mai voluto che me lo dicesse, per evitare di farmi influenzare. 
Ivy prende il coltello, si fa un piccolo taglio nella mano e, come immaginavo, stende anche lei il braccio sulla coppa contente la terra. 
 Sorrido. Ho sempre saputo che sarebbe diventata una Pacifica. Inoltre realizzo solo ora che vivremo nella stessa fazione, prima non mi era passato neanche per l'anticamera del cervello. Almeno la mia scelta un effetto positivo l'ha avuto. 
Ivy ricambia il mio sorriso mentre si avvicina al settore dei Pacifici. 
"È tua amica?" domanda Diego. 
"Si." 
"Non male." 
Ivy suscita commenti di questo tipo da parte dei ragazzi abbastanza spesso.
"Sono felicissima che abbiamo scelto la stessa fazione, Alba!" esclama la mia migliore amica sedendosi accanto a me . Ci abbracciamo. Sono davvero felice anch'io. 
"Ivy, lui è Diego. Diego, Ivy." aggiungo dopo essermi staccata dall'abbraccio. 
 I due si stringono la mano. Sorridono entrambi, ma vedo un'ombra di perplessità sul viso della mia amica. Ovviamente anche Ivy si sta chiedendo come sia possibile che un Intrepido abbia scelto i Pacifici, ma non chiede nulla. Sicuramente è più diplomatica di me. 
 Mi accorgo che ormai manca poco alla fine della Cerimonia della Scelta. Guardo distrattamente gli ultimi ragazzi rimasti compiere la propria scelta. Restano tutti nella propria fazione di appartenenza, tranne l'ultima, una ragazza Abnegante con i capelli rossi di nome Rachel Abbot, che sceglie i Pacifici. Mi sembra di averla già vista... Ah si, è la ragazza che mi ha offerto il proprio posto sull'autobus l'altro ieri. Si siede tra gli iniziati Pacifici sorridendo e rispondendo ai loro saluti. 
 Ora la Cerimonia è finita. 
 I primi ad alzarsi sono gli Intrepidi, che corrono gridando verso l'uscita. Noto che Diego sta guardando nella loro direzione, con lo stesso sorriso sicuro e beffardo di prima. 
"Morwen finocchietta!" urla d'un tratto un Intrepido con la faccia piena di piercing. 
 Diego scoppia a ridere. 
"Vedi di crescere, Trevers, insulti ancora come un dodicenne!" grida poi Diego all'Intrepido mostrandogli il dito medio. 
 Trevers sembra sul punto di lanciarsi addosso a Diego, ma per fortuna un Intrepido più anziano di lui, forse un capofazione, lo afferra per un braccio e lo tira via. 
 Adesso tutti i Pacifici stanno guardando Diego con disappunto. 
"Scusatemi tanto, non sono riuscito a trattenermi" si scusa l'(ex) Intrepido. 
"Beh, ti conviene imparare a farlo" ribatte una donna Pacifica sui quarant'anni con una lunga cicatrice su una guancia. "Qui l'aggressività e la maleducazione degli Intrepidi non sono ammessi." 
"Mi impegnerò per migliorare, signora" assicura Diego. Sembra sincero. 
"Lo spero. Comunque, io sono Johanna Reyes, vostra capofazione" replica la donna. "Chiamatemi Johanna, mi fa impressione sentirmi chiamare signora" si presenta poi sorridendo. 
"Adesso però dovremmo andare, c'è l'autobus che ci aspetta" aggiunge un'altra donna Pacifica mostrando l'orologio a Johanna. 
"D'accordo, andiamo" dice allora Johanna. "Benvenuti nei Pacifici, ragazzi." 
 Ci incamminiamo verso l'uscita. 
 D'un tratto sento che qualcuno mi sta picchiettando su una spalla. Mi giro. È Mark. 
"Brava. Ottima scelta" mi dice sorridendo. 
"Spero che sia così" rispondo con un'alzata di spalle. 
"Starai benissimo, vedrai. A presto!" mi saluta stringendomi una spalla. 
"Ciao, Mark." 
 Vedendolo andare via provo una fitta di dispiacere. Ha detto "a presto", ma so benissimo che molto probabilmente non lo rivedrò più . 
"Ehi, Alba, non vieni?" domanda Ivy scuotendomi leggermente un braccio. 
"Si, certo, arrivo" rispondo, tornando alla realtà. 
 Devo abituarmi all'idea di non vedere più le persone che finora ho conosciuto e a cui voglio bene.    Ormai, che io lo voglia o no, per me è iniziata una nuova vita. 
 Esco dal Centro con gli altri Pacifici e salgo con Ivy e Diego su uno dei due autobus che ci stanno aspettando. I sedili sono disposti in modo che un gruppi di quattro persone possano parlare senza che nessuno si debba girare dietro. Ivy si siede vicino a me, Diego di fronte e il posto libero vicino a lui viene occupato da una Pacifica sui vent'anni. 
"Ciao" ci saluta la ragazza "Tutti trasfazione, vero? Io sono Karen, sarò la vostra guida di iniziazione." 
"Cioè la nostra istruttrice?" domanda Diego. 
"Si, più o meno" risponde Karen sorridendo. "Innanzitutto, sono felice che abbiate scelto i Pacifici. Avete qualche domanda in particolare sulla fazione?" 
"Fate una classifica degli iniziati?" chiede Diego. 
Karen e Ivy gli lanciano un'occhiataccia sbalordita. 
"Certo che no!" esclama Karen. "Non vogliamo che nasca un pericoloso clima di competizione tra gli iniziati!" 
"Le competizioni non sono sempre pericolose, anzi, sono uno stimolo a migliorare" replica Diego. "Secondo me non sarebbe male introdurre una classifica anche qui." 
Karen sembra esterrefatta. 
"Va bene, Diego, ma evidentemente in questa fazione non la pensano come te" mi intrometto io. "Non ha senso discutere di questo argomento, no?" 
"Esatto. Ora scusatemi, vado ad conoscere gli altri iniziati" ci saluta Karen, alzandosi e sorridendo per nascondere il disappunto. 
"Ma lo fai apposta?" sussurro a Diego. "Vuoi litigare con tutti già da adesso?" 
"Stavo solo esprimendo la mia opinione" si difende l'Intrepido. 
"A volte è meglio tenere per sé la propria opinione!" ribatto io. "Non sei mica un Candido, riuscirai a tenere la bocca chiusa, no?" 
"Ma vuoi farti gli affari tuoi?" 
"Voglio solo evitare che tu ti faccia sbattere fuori dalla fazione già il primo giorno!" 
"Non mi ricordo di avere chiesto il tuo aiuto!" 
"Magari è meglio parlare d'altro" interviene Ivy. "Alba, ti assicuro che Diego non voleva offendere nessuno, ha solo espresso un parere, anche se le sue idee non sono conformi ai valori della fazione. E in quanto a te, Diego, guarda che Alba è semplicemente preoccupata per te, non vuole che ti metti nei guai inutilmente." 
"Non c'è bisogno che si preoccupi per me!" replica Diego. 
"Alba si preoccupa sempre per tutti. È nella sua natura" spiega Ivy, impedendomi di ribattere. "Io dico sempre che ha la sindrome della mammina" aggiunge la mia amica sorridendo. 
 Faccio uno sforzo per non replicare. Diego mi era sembrato un tipo simpatico, ma ora mi sta davvero dando fastidio. A giudicare dalla sua espressione, la cosa è reciproca. 
Cerco di chiacchierare con Ivy, senza rivolgere più la parola all'Intrepido. 
Dopo circa mezz'ora, finalmente siamo arrivati al quartiere, o meglio alla fattoria dei Pacifici. L'autobus si ferma e ci alziamo tutti per scendere. 
Ivy è già vicino all'uscita, io sono ancora vicino al mio sedile. 
"Ehi, Melanie" mi chiama d'un tratto Diego. 
"Che vuoi?" 
Lo guardo con un'espressione dura, non ho dimenticato come si è comportato prima. 
"Volevo... chiederti scusa per come mi sono comportato prima" mormora Diego, come se queste parole gli costassero molta fatica. 
 Decido di apprezzare l'impegno. 
"Non fa niente, è tutto a posto" dico sorridendo. "Neppure io sono stata molto gentile con te." 
"Forse è una cosa su cui dobbiamo migliorare entrambi" commenta Diego, facendo anche lui un sorriso. 
 Scendiamo dall'autobus. Sono contenta che ci siamo riappacificati, ma ho il presentimento che quella di oggi non sarà l'ultima delle nostre discussioni. 
"Vedo che avete fatto pace" commenta allegramente Ivy . 
"Si, è tutto a posto" confermo io. 
 Mentre ci incamminiamo verso la fattoria, sento un sussurro alle mie spalle. Sembra la voce di Karen. 
"Ho paura che quell'Intrepido ci darà parecchi problemi." 
"Lo penso anch'io, purtroppo" ammette la voce di Johanna. 
"A questo punto, credo che sia meglio prendere in considerazione la proposta di Gary..." suggerisce Karen. 
"Ci penserò, Karen, ma non ti nascondo che sono ancora molto restia al riguardo. La pace deve essere raggiunta con le proprie forze, non riempiendosi di strane sostanze chimiche" ribatte Johanna con aria contrariata. 
"Ti chiedo scusa se ti ho offesa..." 
"È tutto a posto, Karen, non preoccuparti" conclude sbrigativamente Johanna. 
 Di quali sostanze stavano parlando? Mi viene voglia di girarmi verso Johanna e Karen e chiederglielo, ma non credo che sia una buona idea. Sembrerei molto maleducata se affermassi di aver ascoltato una loro conversazione privata. 
"Alba, tutto bene?" mi domanda Ivy. 
"Si..." 
"Ho capito, non hai voglia di parlarne. Se ti serve aiuto però sappi che puoi contare su di me" replica Ivy facendomi l'occhiolino. "Comunque questo posto è meraviglioso!" 
 È vero, qui è fantastico . Ci sono alberi e piante di ogni genere ovunque, e il tramonto rende tutto ancora più bello. Ma ciò che colpisce di più è la serenità che comunica questo luogo. D'un tratto mi sembra che qui non possa accadere niente di brutto. 
Per la prima volta, credo che mi piacerà vivere in questa fazione. Mi sento quasi felice di non avere scelto gli Intrepidi. Si, credo davvero di avere preso la decisione giusta. 
 Mark aveva ragione. Che peccato che non lo rivedrò mai più. Sarebbe stato sicuramente un grandissimo amico. 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Divergent / Vai alla pagina dell'autore: Fausdakryma