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Autore: Glittery Trash    29/05/2015    3 recensioni
{ raccolta di flashfic-drabble | big damn table! | vari pairing | raiting arancione per capitoli futuri }
Noi siamo la Secret Police, coloro che controllano il Governo, il dipartimento di supervisione per la pace della Nazione. Dal giorno alla notte noi ti osserviamo, senza scrupoli nell'ottenere ciò di cui abbiamo bisogno. Ecco perché siamo la Secret Police!
La Secret Police è l'organizzazione più oscura degli interi Stati Uniti, solo coloro che ne fanno parte sanno della sua esistenza. Loro sono le vere macchine sulle quali il Governo riesce a funzionare. Ma nel loro lavoro segreto c'è soprattutto tanta stranezza.
Piccoli momenti che dimostrano che persino il più spietato dipendente della Secret Police può essere un imbecille.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Soul/Maka
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Fine





 
Tsubaki non era mai stata in grado di essere cattiva con qualcuno. Era proprio per questo che nessuno aveva mai immaginato con quale strana dinamica Mr. Shinigami (che da sempre preferiva il termine Sommo) avesse potuto assumerla.
Quello che si sapeva di Tsubaki era davvero poco, se non che aveva origini giapponesi e che il signor Nakatsukasa era stato un ingegnere nucleare nell'Idaho National Laboratory e che era misteriosamente sparito, senza lasciar traccia.
Tsubaki aveva anche un partner, che però non si faceva quasi mai vedere in sede. Era tuttavia preceduto dalla fama di combina guai e tutti ricordavano il suo nome per il semplice fatto che lo gridava a destra e a manca.
La giovane donna era bella, un corpo formoso e il viso gentile. Gli occhi azzurri e i capelli lunghi e neri. Tutti posavano gli occhi su Tsubaki e la povera non riusciva a prendere posizione per dire che quegli sguardi lascivi alle cosce, alla scollatura del seno e al fondoschiena, la disturbavano.
Il suo partner, poi, sembrava troppo impegnato per aiutarla con le scartoffie ed il lavoro da ufficio e, spesso e volentieri, affiancava Soul sulle missioni sul campo, nonostante amasse essere al centro dell'attenzione. Quindi, Tsubaki, volente o nolente, doveva quasi sempre rimanere chiusa nella base della S.P., attirando sguardi poco desiderati.
Maka l'aiutava, delle volte, senza che l'amica - perché oramai potevano considerarsi amiche - se ne accorgesse. Quando si fermavano giusto cinque minuti per prendere un caffè - c'era uno stranissimo signore che si faceva chiamare J.B e che vendeva solo caffè in un piccolo bar nella sede - Maka fulminava con lo sguardo chiunque avesse osato osservare Tsubaki per più di tre secondi.
In fondo non le costava niente proteggere l'immagine di una persona alla quale teneva, ma Maka non c'era sempre e alcuni colleghi di lavoro - alcuni dei quali si faticava persino a ricordarsi il nome - erano un po' troppo espansivi e, il più delle volte, quando Soul tornava per dare un passaggio a Maka - il loro rapporto era decisamente migliorato - qualcuno dei suddetti si avvicinava con fare marpione alla scrivania di legno nero della ragazza, con un bicchierino di caffè in mano e la straordinaria, quanto falsa, promessa di una chiacchierata veloce.
Quella sera, però, lei era davvero esausta dalla giornata trascorsa ed erano quasi due giorni che non riceveva notizie dal suo compagno.
Si sedette con uno sbuffo, massaggiandosi la radice del naso, e appoggiando la schiena alla sedia, chiuse gli occhi per qualche secondo.
«Ehi Tsubaki» disse una voce da dietro di lei, non la riconobbe tanto era la stanchezza e fu subito pronta a declinare un invito per un’uscita quando un enorme sorriso le comparve davanti.
Capelli scompigliati e tinti di un improbabile azzurro, canottiera della divisione Spartoi e pelle bronzea.
«Black☆Star...» sorrise anche Tsubaki, sentendo quasi le lacrime salirle agli occhi.
«Quella biondina mi ha detto che se non ci sono ti importunano. Non ricordo il suo nome, sai, un Dio come me non dà importanza alle persone comuni, ma è vero, Tsu?» chiese, borbottando e accigliando un po’ le sopracciglia.
Tsubaki aprì le labbra in un tenero riso.
«Non è importante Star, davvero» la voce era assonnata.
«Se lo fanno ancora per loro è la fine»
«La fine?»
«Già, nessuno può toccare il partner di un Dio»

 
















Glittery Trash Can
Awww, una quasi TsuStar! Scusate per il ritardo, ma sono un po' impegnata con il lato molto Trash di Glittery.
Per le precisazioni, Tsubaki ha un anno in più di Star in questa fanfiction, e ne hanno rispettivamente ventuno e venti. Black☆Star inoltre fa parte della squadra Spartoi, che per chi non avesse letto il manga può sembrare quasi una mia invenzione, mentre Star nella squadra Spartoi è un figo assurdo, quindi andate a leggere il manga. Perché sul serio, nel manga Black☆Star è figo, bello e delle volte sembra anche intelligente.
Quindi, beh, grazie per aver recensito e grazie per chi ha seguito/preferito/ricordato o anche solo letto!
Anji.
   
 
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