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Autore: Malia_    06/01/2009    41 recensioni
“Hai paura?” I suoi pensieri giunsero nella mia testa per torturarmi, sinceramente non volevo rispondere, non volevo sapere cosa sarebbe successo, ero terrorizzato.
Mi dimenticai di respirare per un attimo che mi sembrò interminabile e cercai di scacciare le immagini che stavano invadendo la mia mente. Bella indifesa seduta su un letto che mi guardava implorante, Bella che cercava di spogliarmi, Bella che non aveva paura di me.. Bella, Bella, Bella..
(Seguito di Eclipse)
Genere: Dark, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più libri/film
Capitoli:
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BUONA BEFANA!!! Ma sono passata da voi o ancora no? ahahaha.. sono in ritardo??? Eccomi qui con un altro capitolo.. perdonatemi peril ritardo faccio quello che posso. Sarà molto introspettivo avverto per la vostra somma infelicità midnight eclipse non finirà. Almeno per ora.. Giuro che la prossima volta rispondo a tutti i commenti. PROMETTO!!! Non vi lascio più.... ho visto new entry...ohhhhhhhh non abbandonate questa fic, vi vuole bene.. ahaha si affeziona ai lettori.
p.s. Scusate ma volare sulla scopa mi ha messo di buon umore..Malia


Edward Cullen: return to death.


Gli afferrai il collo sbattendolo per terra e affondando i miei denti nella sua carne. Lo volevo morto quel maledetto e non mi sarei accontentato della sua testa, volevo farlo crepare lentamente perché aveva osato toccare la donna che amavo, aveva osato sfiorarla. Verme..
Mi strattonò il braccio con foga e me lo tirò fino a romperlo, ma io reagì assestandogli un pugno nello stomaco e facendolo gemere. Non era solo una battaglia fisica, ma anche mentale, Aro e io stavamo mettendo alla prova i nostri animi per vedere quale ne sarebbe uscito vincitore. Ma io predominavo, la vendetta alimentava la mia rabbia, lui invece era spinto solamente dalla sua cupidigia e dalla sua pigrizia. Non c’era nulla che lo spingesse a volermi veramente distrutto. Se non..
“ Zafrina..”.
Il pensiero fisso di lei cominciò a vorticargli nella testa e il nostro scontro fu assoluto. Ringhiammo e i suoi canini pieni di veleno furono pronti a scattare. Un bestia.. corse verso di me saltando e io bloccai il suo movimento. Potevo leggere nella sua mente, come lui solo toccandomi era in grado di prevedere le mie mosse. Vincente, perdente.. ormai erano ore che non facevamo che picchiarci. Uno schiaffo mi arrivò in pieno volto e io ringhiai, rispondendo con un calcio che gli fece perdere l’equilibrio e lo portò velocemente a rialzarsi.
“ Dove sono i tuoi amici? Hai fatto un errore a venire da solo”.
Lo attaccai ancora, la mia velocità era impressionante, questo neanche lui poteva prevederlo e lo colsi di sorpresa lanciandolo dall’altra parte della stanza e facendolo sbattere sul muro. Avanzai con un ghigno stampato sulla faccia.
- Non mi importa di morire, ma prima ti faccio fuori- Gli gridai preso dalla rabbia.
Rise sarcastico.
“ Mi basterebbe chiamare Jane, lo sai? E tu saresti morto”.
Sorrisi. Non l’avrebbe mai chiamata. Persino uno essere schifoso come lui aveva un briciolo di orgoglio maschile e avrebbe combattuto contro di me piuttosto che chiamare i suoi maledetti scagnozzi. Ansimò leggermente, ma tornò al centro della sala sfidandomi con lo sguardo.
“ Zafrina ti eccita..tua moglie lo sa?”.
Mi chinai per colpirlo con un pugno, ma scoppiò a ridere e con un ginocchio colpì il mio fianco scoperto. “ Stronzo”. Digrignai i denti trattenendo il respiro.
- Non quanto arrapa te.. per me è un’amica-.
L’odio nei suoi occhi brillò di un’emozione che probabilmente non sapeva riconoscere neanche lui. Gelosia..aveva letto dentro di me i pensieri di Zafrina, la nostra intimità, le notti passate insieme a parlare e a consolarci. Sperai che non avesse letto anche quello.
- Vuoi dire del bacio..?-.
Inorridii. Ecco perché si era tanto scaldato. Era successo contro ogni nostra logica, ne io né Zafrina volevamo assolutamente fare qualcosa di sessuale, era stato un momento di debolezza dovuto alla sofferenza, un modo di consolarci. Certo, bel modo di consolare una donna, però per lei veramente non provavo di più che una profonda simpatia e un’amicizia. Che ci fosse attrazione era normale, ma sarebbe stato solamente sesso e con l’autocontrollo che mi ritrovavo, potevo anche resistere a Bella. “ Se se.. come no”. Tralasciai i miei pensieri sconclusionati, sapevo che a mia moglie non avrei mai saputo dire no e lo guardai furioso.
- Geloso?-. Lo derisi appositamente per fargli perdere il controllo e così fu. Si avventò su di me senza farmi attendere e mi afferrò la gola stringendola spasmodicamente.
“ Te la farò ingoiare questa strafottenza Cullen”.
Cercai di divincolarmi come un forsennato, ma la sua presa era troppo salda, perciò mi buttai addosso a  lui cercando di farlo cadere all’indietro. Come previsto mollò la presa.
- Vedremo..-. Lo sfidai sputando a terra. Il veleno mi stava impastando la bocca, avevo problemi nella percezione delle cose intorno a me, rischiavo di lasciarmi trasportare dall’istinto.
“ Forse tua moglie l’avrei dovuta violentare, a quest’ora saresti distrutto dal dolore”.
Lo buttai di nuovo a terra sommerso da brividi di disgusto. Comunque anche se piaceva a Zafrina, a me non riusciva proprio ad andare giù. Vampiro imperiale o meno, era solo un figlio di puttana.
- Con te non ho finito Edward, pagherai per avermi affrontato. Ho intenzione di riservarti una bella sorpresa-.
Provai a leggergli nella mente, ma non riuscii a scorgere quello che stava pianificando, perciò non gli credetti. Conoscevo comunque Aro e sapevo che avrebbe fatto di tutto per farmi pagare l’affronto subito. Non mi avrebbe lasciato uscire vivo di lì.
“Bella..”. Pensai chiudendo gli occhi. L’avevo lasciata con Alice e gli altri. Era così felice ora .. e io non potevo riportarla qua sotto con me. Non le avrei ancora permesso di rischiare la vita per i miei errori. “ Amore mio..”.
Assottigliai le palpebre e aspettai una sua qualsiasi reazione, ma il capo dei Volturi sembrò calmarsi e sul suo volto apparve un sorriso tra il saccente e il divertito. La cosa non mi piacque per niente.
- Bene, Edward Cullen,è arrivato il momento per te di ricominciare a morire...-.
Lo osservai attonito senza parole. Non riuscii minimamente a capire il significato di ciò che stava cercando di dirmi. Ricominciare a morire.. un dolore lancinante mi colpì improvvisamente alle spalle facendomi cadere a terra in preda a convulsioni disumane. Conoscevo chi era in grado di fare questo. Cercai di chiudere la mia mente e il mio cuore al suo attacco, ma fu impossibile e Jane fu su di me, il volto da bambina trasfigurato da una strana euforia. Continuavo a contorcermi sul pavimento senza riuscire a superare quella sofferenza, mentre lei prendeva tempo. Ma tempo per cosa?
- Togli tutto il veleno mi raccomando e soprattutto i suoi ricordi.. -.
“Cosa?”. Tentai di ribellarmi, qualunque cosa avessero in mente di fare sicuramente non era qualcosa di piacevole. Provai ad allontanare la vampira da me, ma lei scoprì i suoi canini e si avventò sulla mia spalla. Il dolore fu acuto e lancinante tanto che urlai senza controllo. Immagini indistinte si riversarono nella mia testa e si cancellarono lentamente senza che io potessi fare nulla per fermarle. “No..”. Il mio petto sussultò, il mio stomaco si contrasse. “No..”. La vista cominciò ad oscurarsi e i miei sensi si fecero sempre più deboli. Quel mostriciattolo mi stava togliendo tutte le energie. Forse veramente sarei morto, forse realmente non avrei potuto più rivedere lei. Sì, lei.. ma lei chi? Mi sforzai in tutta quella sofferenza di ricordare la persona che cercavo disperatamente dentro di me. Ma niente.. eppure io dovevo essere sposato. Lo ero? No, forse no. I volti della mia famiglia erano così sfocati, così lontani. Strinsi i denti, io non avevo mai avuto una famiglia. Ma sì, forse sì, mia madre si era ammalata di influenza spagnola e mio padre? La testa mi fece maledettamente male e non riuscii a sostenere il peso dei miei stessi pensieri. “Basta”. Stavo soffocando, dovevo assolutamente prendere aria, ai miei polmoni mancava ossigeno, così respirai più volte sentendo il mio cuore pompare sangue e la vista farsi scura. L’ultima cosa che vidi fu il volto di un uomo pallido che rideva come un diavolo apparentemente senza motivo e poi svenni. In realtà mi sembrò di vivere una stato di dormiveglia dolorosa. Il mio corpo era continuamente scosso da brividi di freddo e la mia mente completamente vuota e libera da ogni pensiero. Non ricordavo il mio nome, ma forse non ce n’era bisogno, forse in quel momento avrei  dovuto solo chiedere aiuto, ma non avevo neanche la forza per parlare. Vedevo volti, volti di gente sconosciuta. Erano volti preoccupati per me. Carlisle.. mi sembrò di scorgere il dottore che aveva in cura mia madre e me all’ospedale, ma gli altri? Non li avevo mai visti prima. “Edward”. Ecco come mi chiamavo, lo sentivo pronunciare da tutti loro continuamente, Edward.  Mi sforzai.. tentai di riportare alla mente il mio cognome.. Masen. Sì, non potevo sbagliare. Una fitta al cuore mi confuse di nuovo le idee e mi riassopii per non so quanto tempo. Vedevo ancora le stesse persone, ne percepivo l’ansia e l’incomprensione, ma soprattutto la paura. Stavo troppo male per poter comprendere le loro parole, un fuoco mi scorreva nelle vene e sentivo continuamente il bisogno di muovermi. Però..
- Zafrina ha detto che in alcun modo possiamo farlo tornare vampiro, sarebbe inutile morderlo. Morirebbe-.
- Alice cosa ha detto, vede qualcosa?-
- Il futuro è incerto, sappiamo solamente che tornerà umano-.
La mente mi lanciò segnali di cedimento. Non riuscivo ad afferrare fino in fondo le loro parole.
- e Reneesme?-.
- Bella è con lei..-.
Reneesme.. Bella.. avrei dovuto conoscerli quei nomi? No.. era la prima volta che li sentivo.
Respirai.. avevo fame, avevo sete. Mi sembrava di non mangiare da secoli.
- Com’è la presa..-.
- Sta malissimo..-.
- Deve andare a caccia..-.
- Bella esce a malapena da questa stanza..è impossibile convincerla-.
- Non resisterà al profumo del suo sangue ancora a lungo!-.
Mi rigirai stancamente. Era un letto quello su cui ero steso? Sentii di nuovo un odore dolce di donna solleticarmi le narici. Qualcuno ogni giorno si stendeva accanto a me molto a lungo, ne riconoscevo il profumo. Percepivo il suo dolore come fosse mio e mi faceva male. Avrei voluto affondare nella sua fragranza ma non mi era concesso alcun movimento e provavo sofferenza ogniqualvolta la sentivo allontanarsi. Mi conosceva?
- Edward, amore mio-. Ora nella nebbia i suoi gemiti mi apparivano più chiari.
Mi chiamava continuamente amore. E la sua voce mi sembrava musica tanto era capace di toni perfetti. Avrei voluto dirle grazie, ma non riuscivo a svegliarmi.
Era come se il mio corpo avesse bisogno di tutte quelle ore di sonno per recuperare del tempo perso.
- Non si ricorderà più di nessuno di noi..-.
- Alice oddio sei sicura?-
- Sì, neanche di.. neanche di te..-. La voce della ragazza si era fatta un sussurro impercettibile per me.
- Capisco-.
Ancora sofferenza.. quegli sconosciuti mi dovevano volere veramente bene se stavano male per me. Ma chi fossero era un mistero.
“Di nuovo quel profumo”. Ce n’era anche un altro adesso. Due persone accanto a me. Sentii delle braccine goffe abbracciarmi teneramente. Un bambina.. –Papà..-. Sussurrò. Stava piangendo. Non potevo sbagliare, erano lacrime quelle che mi bagnavano il braccio.  – Papà.. papà.. svegliati..-.
La mente esplose. Il dolore aumentò a dismisura e cominciai a gridare e a scuotere la testa. Aria avevo bisogno d’aria. La piccola mi fermò con una forza incredibile e mi baciò sulla bocca. Ero incredulo, come poteva un esserino così piccolo essere così forte?  Le sue labbra tiepide mi calmarono. – Ci siamo io e la mamma con te, non ti lasciamo da solo-.
La sensazione di disagio non diminuì. Tutto girava intorno a me e mi sfuggiva. Il male al cuore aumentò, lo sentivo scoppiare e le mie mani si strinsero su qualcosa di marmoreo e gelido, freddo come la morte.
- Mamma fa qualcosa..-.
La roccia che toccavo si divincolò facilmente. Ma quindi era una donna.. incredibile.
- Mamma..-. La bambina continuava a piangere. Il mio animo si lacerò. “Perché non fai nulla..? Lei piange”. Ma capii in fretta il motivo della sua freddezza. Il dolore.. era molto più grande di quello della piccina a fianco a me, un abisso che mi spaventò. I miei movimenti furono istintivi. Serrai le labbra mentre le tempie mi pulsavano vorticosamente e la cercai con una mano. Ero abituato a comprendere la gente, a stare da solo, a combattere solo per me stesso, e odiavo che qualcuno stesse così male a causa mia. Quello che toccai mi affascinò, era gelida sì, ma non avevo mai sentito pelle più liscia e vellutata della sua, sembrava seta.. mi accorsi di voler guardare ciò che avevo accanto. Sapevo che sarebbe stata bellissima, lo sapevo.
Provai ad aprire gli occhi, tentai di alzare le palpebre..ma non ci riuscii.
- Ti prego..-. Ero io ad aver parlato? Un fuoco mi distrusse il petto. La gola mi bruciò talmente tanto che cominciai a tossire senza controllo.
- Edward..-. Le braccia della ragazza mi circondarono freddissime e sentii il suo corpo sul mio. Che profumo.. mi stordì. Era talmente buono che dubitai potesse appartenere ad un essere umano. – sono qui-. I suoi capelli mi inondarono il viso. Mia moglie..ma io avevo scelto di andare  in guerra e  poi.. l’influenza.
- Ti amo-. Sussurrò lei sfiorandomi le labbra con le sue. “Ah..”. Il suo odore mi instupidì. Non riuscii a ragionare coerentemente. Che voce dolce, mi accorsi che l’avrei voluta ascoltare ancora.  Sentii le coperte alzarsi e le sue braccia circondarmi e farmi poggiare il capo su.. “Oddio” sul suo seno.  Arrossii di vergogna. Nessuna donna si era mai avvicinata a me così tanto..
Avevo la gola improvvisamente secca e il mio corpo si era irrigidito, duro come il marmo. – Amore..-. mormorò di nuovo lei sfiorandomi i capelli.
- Non..-.Ripresi aria e lo stomaco mi si ingarbugliò – non starmi così vicino..-.
Sussultò e si scostò leggermente da me. Non avrei dovuto dirlo, ma.. non riuscivo a restare lucido con lei così vicina. Era talmente conturbante quella fragranza e il suo seno così sodo e morbido che avevo perso per un attimo la cognizione di me stesso. E mi sembrava di averla persa per troppo tempo.
- Scusa..-. Disse con un singhiozzo strozzato. La nausea ebbe di nuovo la meglio e non riuscii a parlare. Avrei voluto dirle che aveva frainteso, che era troppo bello averla vicino ma il buio mi sommerse e la mia coscienza si confuse  nell’oscurità.



   
 
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