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Autore: brenda the best    31/05/2015    1 recensioni
Ciao a tutti, la storia è incentrata su Pan e Trunks, dopo una semplice festa di compleanno, tutto cambia. Non voglio inoltrare oltre, spero che vi possa piacere. Buona lettura, baci
brenda
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pan, Trunks, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Edward parcheggiò la macchina, scese dalla macchina e di corsa aprì lo sportello e pese Pan in braccio e core dentro all’ospedale.



“Qualcuno mi aiuti, questa ragazza sta partorendo” urlò Edward.



“Presto una sedia a rotelle” gridò un medico che si trovava a passare avanti all’ingresso dell’ospedale.



“Subito” disse l’infermiera.



Portò immediatamente la sedia a rotelle e Edward depose con cura Pan, che era in preda dalle contrazioni e faceva fatica a respirare. Fu trasportata al più presto al reparto di maternità e fu fatta entrare in una stanza per il monitoraggio del bambino e per vedere a che punto era la dilatazione. Edward rimase fuori e attese gli esiti.



“Come sta il mio bambino” riuscì a dire Pan, le contrazioni erano un po’ diminuite.



“Il bambino sta bene signorina, stia tranquilla, la dilatazione è di 3 cm, è ancora presto” disse la ginecologa.




“Meno male” sospirò felice Pan.



La ginecologa le sorrise e le disse “Adesso stia tranquilla, ci vorrà un po’ perché è il primo figlio, ma andrà tutto bene.



“Speriamo” disse Pan, l’ansia e la paura di non esserne all’altezza si faceva strada in lei.



“Si fidi di me, verrò dopo per controllare, se hai bisogno, suona il campanello” disse la dottoressa.



“Ok” disse un po’ più fiduciosa Pan.



La dottoressa lasciò la stanza. Come chiuse la porta Edward disse tutto timoroso “Come sta?”



“Lei è il padre del bambino?” chiese la dottoressa.



“No” disse triste, abbassando lo sguardo.



La dottoressa capì che anche se quel ragazzo non era il padre del bambino, ci teneva molto a entrambi.



“Sta bene, ci vorrà tempo ma stia tranquillo” disse.




“Grazie” disse educatamente e felice Edward. La dottoressa rispose al sorriso e se ne andò. Nel frattempo Edward si sedette in sala d’attesa, purtroppo non poteva entrare. Chiamò ai suoi genitori che si precipitarono all’ospedale. Quella ragazza per loro era diventata come la figlia che non avevano mai avuto e non volevano farla sentire sola. Pan nel frattempo si era addormentata tra la stanchezza delle contrazioni e delle nottate che faceva a causa degli incubi. All’improvviso le contrazioni divennero forti e la povera Pan gridò. L’ostetrica entrò subito e vide che la era pronta per partorire e fu trasportata in sala parto.



“Forza signorina, spinga” la incitò l’ostetrica.



Pan spinse con tutte le sue forze. Con il pensiero rivolto a Trunks.



“Vedo la testa” disse l’ostetrica.



E poi “ueh ueh” si sentì Pan.



Era la cosa più bella che Pan avesse mai sentito, con le poche forze che aveva, aprì gli occhi e alzò il capo. Si perse in un mare infinito, i suoi occhi, gli occhi del bambino erano azzurri come il mare, come l’orizzonte, proprio come Trunks. Il bambino fu lavato e dato alla madre, avvolto in un asciugamano. Aveva gli occhi di Trunks, ma aveva i capelli come l’ebano come lei. Il bambino nelle braccia della mamma si sentì tranquillo e la guardava accuratamente. Per Pan quel bambino era la cosa più bella del mondo. Era contenta di avere il suo bambino, ma la tristezza s’impadronì di lei. Trunks si era perso la gravidanza e il momento della sua nascita. Ma sicuramente l’avrebbe vissuto con la sua fidanzata. Non ci riuscì a trattenere una lacrima, che le rigò il viso. Ma quella lacrima non cadde mai, perché c’era qualcuno vicino a lei, che le asciugò la lacrima e che teneva a lei, come a nessun altro.



“Non piangere piccola” disse Edward sorridendole.




Pan lo guardava e pensava a quello che era successo prima di arrivare all’ospedale, la sua dichiarazione.




“Ci sono io con te, anzi con voi” disse Edward, prendendo la manina del bambino. Il bambino gli prese il pollice, felice.




“Edward grazie” disse Pan. Emozionata per quel gesto.




“Come vuoi chiamarlo?” chiese Edward.




Pan ci pensò e rispose “Yuri”.



“Bel nome” disse Edward “vero Yuri.




“Ghe” disse il bambino contento come se avesse capito cosa avesse detto Edward. Edward abbracciò Pan e il bambino. Pan pensò che suo figlio non avrebbe mai potuto conoscere suo padre. Ma gli dei devono averla ricompensata dopo tutta quella sofferenza. Con un ragazzo che anche se purtroppo non era Trunks, gli era stata vicina. Pan decise di smettere di pensare a tutto, e si appoggiò sul petto di Edward, chiudendo gli occhi. Edward abbassò lo sguardo verso Pan, sorpreso per il gesto. Pan notando il suo sguardo su di sé, aprì gli occhi e lo guardò. Edward non seppe come, abbassò il capo fino a incontrare le labbra di Pan. All’inizio fu sorpresa del gesto, ma decise di abbandonarsi ad adesso, desiderando con tutta se stessa di essere felice e pensando al suo Yuri. Entrambi si staccarono, sorridendo, guardarono il bambino. I genitori di Edward guardarono il loro figlio, essere diventato davvero grande e orgogliosi di lui si abbracciarono.

  
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