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Autore: Stella cadente    01/06/2015    3 recensioni
"Odiava quando era così.
Così ... debole.
Così vulnerabile.
Non doveva esserlo ... e invece lo era."
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Harry Styles è un ragazzo alla deriva. Un ragazzo di vent'anni che si sente perso, vuoto, incompleto.
Vive la vita senza entusiasmo, lasciando che le cose gli scorrano addosso, totalmente indifferente a più o meno tutto ciò che lo circonda.
Finché una sera – una come tante, in realtà – non farà un incontro che, a poco a poco, rappresenterà una svolta ...
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo ottavo


Intermezzo - Momenti







 

 
20 Giugno 2014
  
«Tu ce l’hai la ragazza?»
Erano di nuovo insieme, a parlare come quella volta al parco. Stavolta in centro, in una libreria.
Claudia stava guardando sovrappensiero nella sezione dei libri horror che tanto le piacevano, e mentre guardava prima un titolo e poi un altro parlava con lui, leggendo nel frattempo le trame dei libri che la incuriosivano di più.
Harry si schiarì la voce. Doveva fargli proprio una domanda del genere?
Evidentemente doveva aspettarselo; quella ragazza non aveva peli sulla lingua.
«Ehm.»
Claudia si voltò, distogliendosi dalla lettura distratta di It.
«Allora?» fece, con tono impertinente. Un sorrisetto scaltro era comparso sul suo viso: doveva essersi resa conto di averlo messo in imbarazzo. E qualcosa, nel suo atteggiamento, gli faceva capire che era esattamente quello che voleva.
Stai giocando con me?
«Beh» cominciò lui, ricomponendosi. «In realtà ho sempre avuto relazioni piuttosto brevi, al liceo. Tipo, un paio di mesi al massimo.»
«Mh. E come mai?» chiese Claudia.
Nella sua voce era appena percepibile un velo di sarcasmo. Il ragazzo si costrinse a continuare.
«Perché io non volevo storie serie. Volevo solo cose così... per passare il tempo. Ma in genere non durava mai, dopo poco mi stancavo.»
«Capito. Un dongiovanni. Come quello di Molière.»
Harry sorrise vagamente per il paragone che la ragazza aveva fatto tra lui e il personaggio della commedia francese.
«Più o meno» fece. «Ma di relazioni vere non ne ho mai avute. Non so com’è, in realtà, essere seriamente impegnati con qualcuno.»
«Posso immaginare.»
Per un secondo Harry rimase in silenzio, poi aggrottò le sopracciglia in un’espressione interrogativa.
Aspetta, cosa?
«Cioè, che vuoi dire?»
«Insomma» iniziò lei. «Sei un solitario. Un musone scontroso che non si affeziona mai» lo prese in giro, ridacchiando.
Harry sorrise, divertito dal suo modo di scherzare. Il sorriso di quella ragazza era contagioso, ti si attaccava addosso e non potevi fare nulla per togliertelo. Ma lui non voleva toglierlo; non più ormai, perché lei riusciva a farlo stare bene. Il tempo passava velocemente in sua compagnia; non avrebbe mai detto di trovarsi così bene con una ragazza. Non si era mai avvicinato alle sue coetanee, al liceo, se non per approcci ben diversi; quello che aveva con Claudia invece era più un legame mentale, un legame senza interessi e doppi fini. Un legame puro. Erano amici, adesso.
Lei gli aveva chiesto di passare del tempo insieme altre volte, dopo quel giorno, e si era rivelata, a poco a poco, una persona gentile, disponibile, anche se un po’ troppo diretta. Gli faceva strano, perché non aveva mai avuto rapporti di amicizia con le ragazze, ma non gli dispiaceva; non era poi così diverso da un rapporto di amicizia qualunque.
«E tu?» chiese poi.
«Cosa?»
«Ce l’hai il ragazzo?»
Claudia sembrò indugiare per un secondo, poi disse, con quella voce spensierata:
«No, non ce l’ho.»
«E come mai?» continuò lui. Non gli piaceva essere oggetto di domande, e poi anche lui voleva sapere qualcosa di lei.
«Beh, direi che semplicemente l’amore non fa per me.»
«Cioè?»
«Non sarei capace di amare. Nel senso, non riesco ad immaginarmi con uno, sono terribilmente impacciata. Preferisco evitare.»
In effetti neanche lui ce la vedeva. Non sapeva perché, ma, proprio come diceva lei, gli veniva difficile immaginarla a baciare un ragazzo o a scambiarsi effusioni. Aveva qualcosa che la distingueva dalle altre ragazze, in qualche strano modo.
«Wow. Sei la prima che sento parlare così.»
Lei sollevò un sopracciglio, sorridendo appena.
«Davvero?»
«Sì, davvero.»
«Per forza, una dea come me non si trova da nessuna parte» fece, ora con un sorrisetto beffardo.
«Guarda, c’è Cose Preziose! Sono giorni che cerco questo libro!» esclamò poi, interrompendo la conversazione.
Normalmente Harry sarebbe rimasto scocciato del fatto che avesse cambiato argomento.
Invece, non gli importava.
 
 

 
 
 
12 Luglio 2014
 
 
Le cose sembravano procedere in maniera piuttosto tranquilla, per il momento. La situazione era completamente cambiata rispetto a qualche mese prima. Avevano continuato a vedersi quando capitava e non c’erano più state discussioni. Era come se si fosse cancellato tutto. Più o meno.
Un po’ temeva che tutto quanto si potesse infrangere, ma a pensarci bene, non aveva nulla di cui aver paura. In quel poco tempo che si erano frequentati, aveva scoperto che Claudia aveva la straordinaria capacità di farlo sentire davvero  in pace con se stesso. Era come se non sentisse il peso della sua malattia addosso – almeno non del tutto. Quella ragazza gli faceva bene, ormai era appurato.
Gli altri ragazzi non sospettavano nulla, ovviamente, o se lo facevano non gli dicevano comunque niente. Non che lui andasse a raccontare loro qualcosa. Sì, erano i suoi migliori amici e sapeva che di loro poteva fidarsi, ma per qualche motivo non se la sentiva di dirglielo, perché aveva paura che reagissero in modo superficiale – e lui odiava la superficialità nelle persone.
Aveva deciso quindi di tenersi la cosa per sé. Anche perché non era essenziale che lo sapessero: mica dovevano essere a conoscenza di ogni dettaglio della sua vita privata.
Harry sorrise quando vide che sul display del suo iPhone lampeggiava il nome di Claudia.
«Ehi.»
«Harry ti va se stasera andiamo a cena fuori?» disse lei tutto d’un fiato, allegra come sempre.
«Dove?»
«Non lo so. Dove ti pare. Tu hai qualche idea?»
Lui sorrise divertito nell’immaginarsi quale reazione avrebbe potuto avere lei.
«Posso prenotare io o non ti fidi?»
Per qualche istante ci fu il silenzio.
«Va bene, mi fido» concesse la ragazza.
«Allora passo a prenderti alle otto, okay?»
«Okay. A dopo!»
«A dopo.»
E già pregustava quel momento.
 
 
****
 
 
«Devo ricordarmi di non lasciarti mai più scegliere dove mangiamo, Harry» decretò Claudia quando lui fermò la macchina davanti al Deuxave, un bel ristorante di Boston, raffinato ed elegante.
Gli piaceva da morire, ma sapeva che per Claudia non era il massimo.
«Che roba è?» chiese infatti, assottigliando gli occhi.
«Scherzi? Qui ci sono dei piatti fantastici» la rimbeccò lui.
«A me sa tanto di uno di quei ristoranti per snob» ribatté la ragazza.
«Sono profondamente offeso» scherzò Harry. «Io ti porto in un ristorante come questo e tu dici “Che roba è”?»
Claudia sorrise acida:
«Già.»
In effetti doveva aspettarsi una reazione del genere.
«Ma poi guarda» aggiunse. «Tu sei tutto elegante e io invece sembro uscita da una discarica» rise.
In effetti – questo doveva constatarlo – i loro abbigliamenti erano abbastanza diversi. Anche se non troppo.
«Non sono così elegante.»
Harry indossava dei pantaloni scuri e una semplice canottiera bianca. Ma forse era la giacca nera che gli dava un tocco leggermente più sofisticato rispetto a Claudia, che invece indossava una camicia a quadri e dei normalissimi jeans, con tanto di converse nere.
La ragazza sollevò un sopracciglio.
«Ma ti sei visto?» replicò. «Sembri uscito da un... non so nemmeno io che cosa.»
Lui ridacchiò.
«Uhm, interessante. Sono uscito da un non so nemmeno io che cosa» la prese in giro.
«Seriamente, dobbiamo mangiare qui?»
«Esatto, signorina. E ora vieni, abbiamo un tavolo prenotato che ci aspetta.»
Nascose un sorriso sotto i baffi nel vedere che Claudia roteava gli occhi.
 
 
 
«Almeno la pasta è decente» commentò Claudia, mangiando con gusto le sue tagliatelle alla bolognese.
«Ma non hai preso i piatti più buoni» fece Harry, fingendosi deluso. «Questo è ottimo» aggiunse, alludendo al suo “Crispy Skinned Giannone Chicken”.
«Per me è troppo» sentenziò lei. «Non mi piace mangiare così tanto» aggiunse, indicando i numerosi ingredienti che componevano il piatto di lui.
«Problema tuo» la sfidò, mentre tagliava un boccone del suo pollo.
Non appena sollevò lo sguardo si accorse che lei lo stava guardando in cagnesco.
Poi, impassibile, prese il suo bicchiere pieno d’acqua.
E glielo rovesciò addosso.
Harry ci mise un attimo per rendersi conto di ciò che era accaduto, e lo realizzò solo quando la risata buffa e potente di Claudia gli riempì le orecchie.
«Questo non dovevi farlo» disse, con un sorriso scherzoso che giocava sulle sue labbra.
Si alzò e iniziò a farle il solletico, mentre le poche persone che c’erano si voltavano a guardarli sorridenti.
«Harry basta, ci stanno guardando tutti» annaspò lei. «Sembriamo una coppietta, siamo disgustosi» rise ancora.
«Guarda che non me ne frega niente, sai? Chiedi scusa.»
«Mai.»
«Forza, sto aspettando» fece, continuando a farle il solletico.
«Va bene, va bene! Scusa» disse la ragazza, continuando a ridere.
Harry si stava divertendo; come sempre la sua compagnia si rivelava piacevole.
Ripresero a mangiare, ridacchiando nel vedere gli sguardi della gente.
Perché alla fine a loro non importava se gli altri li guardavano.
Si stavano divertendo, e il resto poteva anche sparire.
 

 
3 Agosto 2014
 
 
«Possiamo uscire anche con dei tuoi amici, ogni tanto.»
Erano a Revere Beach, in quel pomeriggio assolato, muniti di ombrellone e asciugamani, un puntino colorato in mezzo al mosaico di turisti e non che costellavano la spiaggia. L’estate era ormai arrivata da un pezzo, afosa e umida; erano andati al mare altre volte, ma quel giorno intendevano restarci fino a sera, aspettando che il caldo si facesse sentire un po’ meno. Claudia aveva fatto il bagno diverse volte e ora era stesa ad occhi chiusi sull’asciugamano, coperta da goccioline di acqua salata.
«Non lo so, Claus» fece Harry.
Lei aprì gli occhi e si voltò verso di lui, mettendosi sdraiata sulla pancia.
«C’è qualche problema?»
«Nessun problema di preciso. È solo che poi si metterebbero a rompere e non ho voglia.»
«Quindi non sanno nemmeno che io esisto?»
Detta così era orrenda come situazione, ma Harry sapeva che la sua amica aveva ragione.
«Dirlo così è brutto» fece infatti. «Però sì. Non sanno nemmeno che esisti.»
«Wow.»
«No ma nel senso, non è che mi vergogno di te» si affrettò a precisare lui. «È solo che se dicessi loro che esco con te si metterebbero a fare gli scemi e a me dà fastidio.»
«Tipo?»
«Tipo che inizierebbero a dire che sei la mia ragazza e cose così.»
«Sono così idioti?» chiese Claudia, con la sua solita schiettezza.
«Beh, a volte sì.»
Lei non disse altro.
«Mi piacerebbe però sentirmi parte di un gruppo.»
Perché, non ti è mai successo?
Ma quella domanda gli rimase in bocca, incapace di uscire, perché lei stava guardando il mare, persa in chissà quali pensieri.
 
 
 
 
 
10 Agosto 2014
 
«Che cosa vuoi?»
La voce le era uscita fuori  triste, strascicata. Non era la sua solita, bellissima voce pungente e spensierata insieme. Non aveva quella tonalità acida e allegra al tempo stesso che da sempre la caratterizzava.
«Entrare.  E gradirei che tu me lo permettessi» disse lui per tutta risposta.
Lei si scostò e gli richiuse la porta dietro le spalle.
«Non dovevi venire fin qui. Ti ho detto che sto bene.»
«Ma non stai bene, Claudia. Ti vedo» ribatté lui. «Che cosa c’è?»
«Lascia stare.»
«No, non lascio stare.»
Silenzio.
«Claus» riprese, chiamandola con quell’abbreviazione del suo nome che con il tempo aveva iniziato ad usare. «Vedo che c’è qualcosa che ti fa stare male, solo che non so cos’è, quindi non posso aiutarti a risolverlo. Però se me lo dici, allora le cose potrebbero essere diverse.»
«E se non si potesse risolvere?»
«Tutto si può risolvere.»
Silenzio.
Lei lo guardava, senza sapere cosa dire.
 
 
 
«Ehi, se oggi usciamo?»
«No Harry, non ho voglia.»
«Tutto bene?»
«Sì, solo non ho voglia di uscire.»
«Ne sei sicura?»
«Sì, Harry. Non rompere, sto bene.»
Lo aveva detto con un tono cattivo che non le aveva mai sentito addosso. Almeno non con lui.
Sapeva che Claudia era una ragazza tagliente, ma non si era mai comportata in quel modo quando erano insieme. Era evidente che fosse successo qualcosa; eppure, non sapeva perché, non aveva il coraggio necessario per farglielo notare in modo diretto.
«Non mi sembra che tu stia bene» disse comunque, con un tono più duro di quello che voleva avere.
«Anche se fosse non ho voglia di parlarne.»
 
 
  
La mattina dopo aveva suonato il campanello una, due, tre volte, finché qualcuno non gli aveva aperto.
Era inorridito nel vedere la ragazza che gli stava davanti. Quella ragazza non era Claudia. Le assomigliava, ma non lo era. I corti capelli color mogano erano arruffati, il viso spento, gli occhi pesantemente segnati da lacrime.
Harry aveva sentito che qualcosa si frantumava nel suo petto.
«Vieni qui» disse. L’abbracciò, stringendola con affetto, sperando di riuscire a farla stare meglio. Lei non ricambiò, restò inerte, ma sentì che si rilassava. Avrebbe voluto tanto sapere che cosa si celasse dietro a quell’atteggiamento, ma aveva capito che quello non era il momento adatto per parlarne.
In quel momento si preoccupò soltanto di stringere la sua amica, di farle sapere che lui c’era. Non gliene fregava niente di cosa era successo per la cosa in sé.
E in realtà non lo seppe mai.

 
 
 
10 Settembre 2014
 
Erano cambiate tante cose in solo un mese. Claudia sembrava non essere più la stessa; era diventata semplicemente diversa, brusca, chiusa, schiva. Era da solo un mese che non si divertivano più insieme come prima, ma a lui sembrava esser passata un’eternità. Gli sembrava passata una vita da quando avevano riso sinceramente insieme, da quando erano allegri e spensierati.
Non capiva che cosa avesse incrinato l’equilibrio di quel rapporto così bello che con il tempo avevano costruito. Era vero, avevano iniziato con il piede sbagliato, ma adesso che le cose si erano stabilizzate non vedeva perché qualcosa dovesse andare storto. E quella paura, la paura di essere deluso anche da lei, continuava a serpeggiare, insidiosa e terribile.
Comunque sia, aveva tutte le intenzioni di chiarire al più presto, che le piacesse oppure no. Dovevano parlare, non potevano continuare ad uscire e a scambiarsi giusto qualche parola.
Claudia gli nascondeva qualcosa, era evidente.
E lui era ben deciso a scoprire che cosa.
 
 
Dobbiamo parlare.
 
 
Diretto, conciso. Era così che doveva essere, solo così avrebbe capito. Claudia non ti prendeva neanche in considerazione se non con le cattive, ormai questo lo aveva imparato. Specie in quel periodo.
 
 
A che ore?
 
 
Aveva già avvertito che qualcosa non andava.
Meglio così, pensò.
 
 
Troviamoci ai giardini tra mezz’ora.
 
 
 
Sospirò, preparandosi psicologicamente a ciò che avrebbe dovuto affrontare. Si sentiva come quando a Giugno l’aspettava, con il cuore in tumulto, solo un po’ peggio. Perché stavolta era diverso.
Perché Claudia non era affatto piacevole, quando era di cattivo umore, e sapeva le sue debolezze; poteva benissimo dire cose che avrebbero potuto ferirlo nel profondo, ed era pronto a scommettere che ne fosse perfettamente consapevole. Harry ne era certo, era certo che fosse così, ma non aveva alcuna intenzione di lasciarsi spaventare.
Quello mai.
 
 
 
****
 
 
 
«Che cosa c’è?»
Claudia era tesa, riusciva a percepirlo da... beh, da ogni cosa. Il tono della voce, la posizione rigida, le mani tenute nascoste nelle tasche del suo giacchetto nero di pelle la dicevano lunga sul suo atteggiamento. Non l’aveva mai vista così; la Claudia che conosceva non era così.
«Dovrei essere io a chiederlo a te, non credi?» replicò lui per tutta risposta.
«Non c’è niente, Harry.»
«Ah no? E allora questo comportamento da dove salta fuori?»
«Quale comportamento?»
«Sei strana ultimamente, distante. Non credere che io non me ne sia accorto. Non sono stupido.»
«Non sono affari tuoi» disse lei, dura.
Il ragazzo sollevò un sopracciglio.
«No? Cioè, non ti fidi di me?»
«Piantala, Harold! Non sono affari tuoi, punto e basta!» esclamò lei.
Harry sentì un tuffo al cuore. Non lo aveva mai chiamato con il suo nome completo, e sapeva benissimo che a lui non era mai piaciuto essere chiamato così. Era sinonimo di distanza, gli dava la sensazione che il suo interlocutore volesse solo un rapporto di formale – e finta – cortesia con lui.
Era fastidioso.
E lei lo sapeva.
Ma lo aveva fatto lo stesso.
Improvvisamente un moto di rabbia lo investì in pieno.
Sono qui come uno scemo che cerco di parlarti e di capire che cos’hai e tu mi tratti anche così. Ma vaffanculo.
«Sono solo preoccupato per te» si costrinse a dire, invece di sputarle addosso insulti.
«Non è necessario. Non ho bisogno che tu ti preoccupi per me.»
Era solo una frase.
Una frase che per il ragazzo, però, fu come una stilettata in pieno petto.
Il disprezzo che provava inizialmente per quella che ora era la sua migliore amica tornò a riempire i suoi occhi verdi, così simili a quelli di lei, e ripresero la loro solita aria astiosa, perennemente carica d’odio verso tutto e tutti che Claudia aveva conosciuto all’inizio.
«Bene. Allora facciamo una cosa: quando tornerà la mia amica avvisami. Perché questa qui che ho davanti non mi sembra sia lei» disse solo, freddo come il ghiaccio.
E se ne andò, senza permetterle di aggiungere qualcos’altro.


 
                        

Bentornati, figliuoli (?)
Sono le undici di mattina e, dal momento che ho la fortuna di non avere scuola oggi, sono qui a rompervi :D
Dunque, capitolo un po' lunghetto rispetto agli altri, lo so. Ma era necessario; praticamente è la spiegazione di tutto ciò che avviene tra Harry e Claudia dal giorno in cui il ragazzo accetta (finalmente) di lasciarsi andare almeno un pochino.
All'inizio, se notate, sembra tutto tranquillo, ma poi? E' il delirio. Claudia si chiude in se stessa, non è più la ragazza solare e divertente che era prima...
Che cosa sarà mai successo? Cosa nasconde, secondo voi?
Vi ho lasciati un po' sulle spine, verso il finale, perché Harry si arrabbia di fronte a questo atteggiamento freddo, e così si comporta allo stesso modo. Una vera e propria guerra, insomma.
Ma lei gli spiega che comunque un motivo per quel comportamento c'è.
E nonostante tutto, non glielo dice.
Vedremo come affronteranno la cosa nel prossimo capitolo, intanto spero come sempre che vi sia piaciuto e vi ringrazio tutti.
Alla prossima,
Stella cadente
  
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