Il
giorno prima
“Il
tuo piano non serviva, ce l’avremmo fatta comunque! Tu sei
umano, non c’entri
con noi! Non fai parte del branco! Non ci servi!”
Il
cuore di Stiles prese a rallentare, la sua mente si calmò e
diventò una distesa
desertica, senza pensieri e senza parole con cui ribattere.
‘…non
c’entri con noi! Non fai parte del branco!’
Derek
ancora una volta lo stava ferendo con le parole che sapeva avrebbero
fatto più
male.
‘Non
ci servi!’
Lui,
Stiles, non serviva… non poteva fare nulla…
esattamente come non serviva, non
poteva fare nulla mentre la madre moriva.
Però
questa volta qualcosa in lui si ribellò alle parole
dell’Alpha.
Lui
non era inutile, se non era per lui a quest’ora Scott non
sarebbe stato in
grado di controllarsi, non avrebbero saputo che era Peter
l’Alpha cattivo,
aveva scoperto lui chi manovrava il Kanima, non avrebbero avuto un
contatto con
la polizia, Isaac sarebbe morto… lo stesso Derek sarebbe
morto in più di un’
occasione se LUI non l’avesse salvato.
Però
nessuno, nemmeno Scott, il suo migliore amico… suo
fratello… lo stava
difendendo.
Decise
di andarsene, doveva riflettere.
Una
volta lontano prese a girare per la città in modo illogico,
il cervello che
lavorava freneticamente.
Forse
non da Jackson, ma dagli altri componenti del branco si aspettava che
almeno cercassero
di fermarlo o che lo seguissero per farlo sfogare.
Invece
nessuno si era mosso, solo Scott aveva fatto un misero tentativo di
richiamarlo,
subito bloccato dal suo Capo Branco.
La
mente gli inviava decine e decine di immagini di quando lui aveva
salvato uno
del gruppo oppure aveva contribuito a svelare il mistero di turno, mai
un
grazie, un “Sei stato bravo Stiles”.
I
pensieri si susseguivano veloci quando un immagine fece capolino
davanti ai
suoi occhi; si fermò, scese e si avvicinò alla
vetrina.
Era
davanti ad un’agenzia di viaggi, l’immagine era
quella di una spiaggia
californiana al tramonto.
“Quanto
mi manca il mare!”esclamò a voce alta.
Poi
l’ennesima carrellata di immagini: la casa sul mare dei suoi
nonni materni, le
corse sulla spiaggia con mamma e papà, i manicaretti della
nonna, i bagni
infiniti.
Erano
anni, dalla morte di Claudia, che non ci tornava, i ricordi erano
troppo
dolorosi; i nonni avevano deciso che sarebbero venuti loro a trovarli,
per non
far soffrire il piccolo.
Un’idea.
‘Perché
non sparire per un po’? In fin dei conti io qui non servo no?
I nonni saranno
felici di vedermi e papà in estate è sempre
oberato di lavoro, non sentirà
troppo la mia mancanza.’
Aveva
preso la sua decisione, sarebbe andato via; avrebbe
usato il treno, così era una traccia
in meno che Scott avrebbe potuto usare per trovarlo.
Scott
sapeva comunque poco e nulla di quella casa e dubitava se ne
ricordasse, quindi
non si preoccupò.
In
poco tempo arrivò alla centrale per parlare con il padre;
era un momento raro,
tutto era calmo e Stiles si affretto ad entrare.
“Ehi
Stiles!”
“Ciao
Tara… è possibile parlare con il capo?”
“Certo
tesoro, ma… stai bene? Sembri triste.”
Tara,
il Vice di John, conosceva il ragazzo da quando era nato e si era resa
subito
conto che qualcosa non andava in lui.
“Si,
tranquilla… ora vado.”la tranquillizzò
lui, cercando di sembrare il solito
Stiles, anche se il suo cuore non era d’accordo.
“Ok,
vai.”
La
salutò e si diresse dal padre.
“Ehi
ragazzo!”
“Ciao
papà.”
Lo
Sceriffo smise di mettere a posto le carte che stava sistemando ed
osservò il
figlio. Era troppo calmo, troppo tranquillo; qualcosa non andava.
“Allora,
che…”
“Voglio
andare via. Voglio andare da nonna Mary e nonno Daniel.”
L’espressione
dell’uomo era tutto un programma, era completamente stupito
dalle parole del
figlio, erano anni che non usciva da Beacon Hills per andare dai
genitori di
sua moglie.
“Cosa
è successo?”
“Ho
avuto una discussione con Derek e ho deciso che mi prendo una vacanza
dal
sovrannaturale.”
“Ne
hai parlato con Scott? Di solito ti sfoghi con lui.”
Stiles
fece una smorfia ad indicare il fastidio che provava.
“Oh
non ti preoccupare, il mio caro ^ migliore amico ^ non si
preoccuperà che io me
ne sia andato. Ha i suoi nuovi amici lupi con cui giocare, io sarei
solo
d’impiccio.”
John
non voleva credere che davvero Scott non avesse detto nulla per
difendere il
figlio, ma il tono di maligno sarcasmo di Stiles non lasciava spazio a
fraintendimenti; che avesse detto o no davvero quelle parole, Stiles
era
arrabbiato con Scott e forse con tutto il Branco.
Allora
lo sguardo dello Sceriffo si indurì.
“Quando
vuoi partire?”, se il suo bambino aveva deciso che voleva
allontanarsi da tutti
i suoi amici, che però non erano tanto tali a quanto pareva,
lui non lo avrebbe
fermato.
“Oggi.
Vado a casa a preparare una borsa con le cose che mi servono e poi mi
dovresti
accompagnare alla stazione, non voglio andare via con la jeep. Mi
servirebbe
una mezz’ora.”
Gli
uomini Stilinski uscirono dallo studio dello Sceriffo e se ne andarono,
dopo
aver avvisato Tara che lui si sarebbe assentato per un poco.
Appena
arrivati a casa, Stiles andò subito a preparare il borsone
da Lacross, mentre
il padre avvisava i suoceri dell’arrivo del nipote (erano
felicissimi!).
Stiles
prese solo il Pc con il caricatore, il caricatore del cellulare, dei
vestiti
leggeri e i suoi costumi. Non gli serviva altro.
In
quaranta minuti erano alla stazione, avevano comprato il biglietto per
Stiles
ed ora aspettavano l’arrivo del treno che fortunatamente
sarebbe passato da li
a qualche minuto.
“Allora
Stiles, comportati bene e non cacciarti nei guai.”
“Di
solito, sono loro che trovano me, pà.”
“Si,
si. Comunque sta attento.”
“Lo
sarò.”un forte abbraccio.
“Papà…
ascolta… se voglio staccare del tutto dai lupi…
dovrò tenere il cellulare
spento.”
“Perché?”John
guardò negli occhi suo figlio e vide la sofferenza che provava;
c’era qualcosa che non gli aveva
detto, ma non disse nulla.
“Quando
Scott saprà che me ne sono andato, tenterà di
cercarmi e la prima cosa che farà
sarà chiamarmi. Ma io non lo voglio sentire.
Accenderò il cellulare una volta
al giorno per chiamarti e in ogni caso mi puoi benissimo cercare dai
nonni.
Immagino che verrà anche da te… tu non dirgli
dove sono andato”
L’uomo
non ribatté, sapeva che prima o poi il messicano sarebbe
andato a cercare il
suo migliore amico, nonostante quello che aveva detto il ragazzo.
“Quando
tornerai?”
“…
non lo so… Prima che inizia la scuola di sicuro,
ma…”non sapeva come spiegare
ciò che provava.
“Tranquillo,
magari tra un po’ mi prendo qualche giorno e vengo anche io
dai nonni, così
stiamo insieme.”
“Sarebbe
bello.”
Dlin-dlon
Si
avvisano i signori viaggiatori che il treno 323,proveniente da Spring
Town e
diretto a Moon Beach, è in arrivo al binario tre; si prega
di allontanarsi
dalla linea gialla.
‘Anche
il paese dei nonni mi è contro.’si disse, sentendo
il nome della cittadina.
Dopo
un paio di minuti il treno arrivò e Stile caricò
il suo bagaglio poi tornò giù
per salutare il padre.
“Mi
raccomando, sta attento e chiama appena arrivi dai nonni.”
“Promesso;
sta attento anche tu e non fare troppi sgarri alla dieta.”
“Promesso.”
Un
ultimo abbraccio e Stiles risalì sulla vettura.
John
osservò il treno portare via il suo ragazzo; era un
po’ di tempo che spesso
vedeva il figlio triste, ma tutte le volte che tentava di indagare
Stiles
faceva orecchie da mercante.
“Speriamo che questo viaggio lo risollevi.”si disse mentre tornava in centrale.
La Tana della Lupacchiotta!!!
Buonaseraaaaa!!!Ed eccoci qui con il secondo capitolo.. è un pò corto, lo ammetto, ma serviva per mostrare la reazione di Stiles... che dite ha fatto bene?
Fatemi sapere che ne pensate!!!
P.s. Mi sono resa conto che potrei essermi spiegata male, Stiles farà si parte, per un periodo, di un nuovo branco ma rimane umano, non diventa un lupo.