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Autore: WankyHastings    02/06/2015    4 recensioni
Meredith O'Brien è una studentessa comune un po' troppo nerd; è migliore amica della regina indiscussa del Liceo, Georgina Atwood. La sua vita sembra proseguire tranquilla per la sua strada verso il diploma, finché due occhi neri non metteranno in discussione i suoi gusti. Perché a quanto pare a Meredith piacciono le donne, a Meredith piace Juliette Wolls.
Come la prenderà sua maestà Georgina a questa rivelazione?
Una storia sulla scoperta di sé stessi mantenendo una buona dose di ironia.
Ispirata ad una storia vera.
Dal testo:
"Stamattina mi sentivo in vena di trovare tutto ciò che non andava nella mia vita, e cazzo, ne stavo trovando fin troppo. Forse avevo sbagliato tutto dall'inizio, forse stavo vivendo una vita che non mi piaceva, forse avevo fatto scelte impulsive che non sentivo mie, facevo la ragazza della porta accanto pur sentendomi un centauro tatuato. Prima o poi sarei implosa."
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Atwood Series : Finding True Love'
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Capitolo 15

My Summer Love

 

 

 

 

 

MEREDITH'S POV

 

 

Cercai di aprire gli occhi, che sentivo pesanti come macigni.

Non capivo quando mi fossi addormentata e non riuscivo nemmeno a capire che ore fossero, visto la tapparella completamente abbassata che non mi permetteva di vedere il cielo.

 

Chissà come si sentiva Cristoforo Colombo quando le stelle erano coperte dalle nubi...

 

… okay.

Pensiero fuori luogo.

 

Forza O'Brien, apri gli occhi.

 

Mi sforzai, davvero, per obbedire al mio ordine mentale e quando, finalmente, riuscii a spalancare quelle serrande, che si erano spacciate per i miei occhi, ringraziai tutti i santi e i libri della Rowling per lo spettacolo a cui stavo assistendo.

 

Georgina.

 

Quanto era bella?

Quanto ero stata stupida a farle del male?

 

Ormai erano passate due settimane da quando mi presentai da lei per fermarla. Quella notte restammo a parlare tutto il tempo, tra un bacio e l'altro; raccontandoci tutto quello che ci eravamo perse dell'altra, in quei giorni orrendi in cui ci evitavamo.

Colpa mia, lo so.

 

E poi...

 

Non era partita.

 

Cioè, sarebbe andata ad Harvard, ma dopo l'estate.

Come tutti.

 

E per quanto io fossi felice di poterla avere con me durante i mesi estivi; non cambiava il fatto che le nostre strade si sarebbero divise, ognuna a rincorrere i propri sogni, in college diversi.

 

Tutti sappiamo che la lontananza è una brutta bestia e, a me, faceva paura.

 

Ma non volevo ancora pensarci, per adesso volevo semplicemente godermi il calore di quella che era diventata la mia ragazza.

 

Mi stiracchiai, alzando le braccia sopra la testa e stendendo i piedi, come se fossi una ballerina provetta.

Mi voltai su un fianco, per mettermi di fronte a Georgina che continuava a dormire indisturbata.

Chissà cosa stava sognando, per aver quel sorriso sulle labbra.

 

Mi avvicinai silenziosa al suo viso e cominciai a baciarle le labbra, piano, per farla svegliare da quel sogno.

Continuai a schioccarle baci finché, finalmente, aprì i suoi occhi verdi e lucidi, incontrando i miei che stavano agognando quest'incontro.

 

- Buongiorno -

- .. giono -

 

Sorrisi ancora una volta davanti a quel viso ancora addormentato, davanti a quegli occhi che raccontavano ancora sogni di mondi incantati, poi, finalmente, la bacia ricambiata.

Ci stavamo ancora coccolando, come due neosposine in luna di miele; quando il mio telefono cominciò a suonare.

Allungai il braccio per afferrarlo e far smettere chiunque stesse disturbando la mia dolce quiete che sarebbe finita sicuramente con un'appagante sessione di Sweet Lady Kisses, se volevamo citare le Brittana; peccato che Jo non si sentisse ancora pronta per il passo successivo.

 

Guardai lo schermo e mi ritrovai a sbuffare.

 

- Jo, è Mark... -

- Rispondigli, dai -

 

Feci scivolare il dito lungo lo schermo, accettando la chiamata e portai il telefono all'orecchio, pronta ad ascoltare quello che aveva da dire.

 

- Pronto? -

- Santo Godric, finalmente! -

- Non pronunciare quel nome -

- Serpeverde dei miei stivali, è Voldermort l'innominabile -

- Il signore oscuro ti punirà per questo affronto -

 

Non riuscii a sentire cosa il mio amico avesse risposto perché Georgina mi aveva sferrato un pugno sul braccio – la solita violenta – e mi aveva carinamente intimato con il labiale di non continuare questa “menata” Harrypotteriana.

 

- Mark... cosa c'è? -

- Io, un giorno di questi, ti ucciderò. Non dovevamo andare a mare, oggi? -

 

Spalancai gli occhi e la bocca, consapevole di aver dimenticato questa cosa.

 

- Mark... noi …. -

- Alzate quel culo – immediatamente e trascinatelo su questa spiaggia, prima che decida di vendicarmi -

 

Chiuse il telefono, lasciandomi imbambolata per qualche secondo; poi il mio cervello recepì per bene la parola “vendicarmi” e compresi che avremmo dovuto muoverci.

Ora.

Subito.

Immediatamente.

 

Smaterializzazione.

… magari.

 

Mi lancia fuori dal letto intimando Georgina di fare lo stesso, o i suoi capelli sarebbero stati rasati a zero prima che potesse finire di dire Supercalifragilistichespiralidoso.

 

Non c'era tempo da perdere.

 

 

*

 

 

 

Arrivammo in spiaggia in tempo record, con gli occhi ancora in fase di apertura. I miei capelli erano una massa scompigliata senza forma mentre, Jo, sembrava un zombie; l'avevo vestita io – questo spiegava gli abbinamenti orridi – e l'avevo trascinata fuori di casa mettendole le ciabatte tra le braccia.

 

Povero amore.

 

Mano nella mano, camminavamo sul bagnasciuga in cerca di Mark; camminammo per qualche minuto finché non vidi il mio amico sbracciarsi – si sarebbe lussato una spalla se avesse continuato – per farsi notare da noi.

Arrivati alla base, salutai Mark e mi accorsi della presenza di GayShane impegnato a parlare con Jo; mi avvicinai al mio amico e mentre mi spogliavo gli sorrisi sorniona.

 

- Che c'è Merdina ritardataria? -

- Mi nascondi qualcosa? -

 

Mi guardò confuso. Gli occhi chiusi a fessure, una mano a pararsi dal sole e la bocca piena – stava mangiando una carota.

- No. Ma di cosa stai parlando? -

- Oh, niente... Sai, tutto questo tempo che stai passando con Shane, non vorrei che tu possa... come dire... cambiare gusti -

 

A questa mia frase Mark sputò la carota, cercando di non strozzarzi e morire di asfissia.

 

- Non saremo i tuoi Albsu Silente e Gellert Grindelwald, O'Brien! -

- Infatti spero in nessuno omicidio magico -

 

Vidi Mark muoversi lento, cominciando a fare stretching.

Ma che cazzo?

 

- A me piacciono le donne. Diventerò gay quando il caro Tony Stark avrà una storia con Capitan America. -

- Lo prendo per un mai? -

- Sì.... e ora corri -

- Pe...per..perché? -

 

Smise di fare stretching per poi girarsi con un sorriso malefico che gli solcava il viso.

Sembrava Joker.

 

- Perché sto per ucciderti -

 

Merda.

 

 

 

GEORGINA'S POV

 

 

Mi sdraiai tranquilla sul mio asciugamano sulla spiaggia, mentre controllavo Meredith e Mark che in acqua cercavano di affogarsi a vicenda.

Mi sarebbero mancate le loro uscite così nerd, battute che io , con il tempo, capivo; battute che trovavo esilaranti – ma questo non lo avrei mai detto a loro, o non avrebbero fatto altro per tutto il tempo.

Avrei voluto che il liceo non finisse mai.

Ma, Harvard

 

… Harvard è il mio sogno da sempre.

È il futuro.

 

Non avrei potuto rinunciarci, anche se questo significava lasciare ogni cosa; lasciare il mio passato.

Sospirai e mi voltai, mettendomi con la schiena rivolta al caldo sole estivo.

 

- A cosa pensi principessa? -

 

Girai il viso incontrando gli occhi blu di Shane; era appena uscito dall'acqua e le goccioline seguivano la forma dei suoi pettorali.

Povera fauna femminile....

Aspettai che si stendesse al mio fianco prima di parlare.

 

- Pensavo a quante cose cambiano in pochi mesi -

- Jo, non cambierà nulla -

- Invece cambierà tutto! Le mie abitudini, i luoghi, le persone... tutto -

- Tu e Meredith ce la farete... -

- Lo spero. -

 

Mi diede una dolce carezza sul capo, sorridendomi dolce; così diverso dallo stronzo Livingston che mostrava a liceo.

Non riuscii a dire nient'altro che un getto di acqua gelida mi arrivò dritto in testa, facendomi urlare come una pazza isterica.

 

- Chi ha OSATO? -

 

Mi voltai e trovai quei due stupidi che cercavano di scaricarsi a vicenda l'arma del delitto: il secchiello rosso.

 

- Amore, dai... era solo... uno scherzetto -

- Vero, Chiapwood. Ero solo per giocare -

- Jo non guardarci così... -

- Sua maestà, avanti, non digrignare i denti -

 

Più cercavano di calmarmi con quelle frasette, più la mia mente trovava modi per ucciderli; avrei potuto scrivere un libro: “ I milleuno modi per uccidere”

 

- Io vi ammazzo! -

 

E mi lanciai in una corsa con in mano un rastrello come arma letale.

 

 

MEREDITH'S POV

 

 

- Amore...? -

- Che vuoi brutta traditrice? -

 

Chinai il capo sconsolata. Avevo quasi rimosso il fatto che Georgina fosse così brava a farti sentire in colpa.

 

- Vieni a costruire un castello di sabbia con me? -

- Non sei più una bambina -

 

Mi lanciai su di lei, strofinando il viso contro il suo petto.

 

- Dai, Jo! So che piace anche a te, smettila di tenermi il muso. Dai! -

- Avanti Chiapwood, smettila di fare la sostenuta! -

- Tu TACI, Cullivan! -

 

Sfoderai la mia espressione migliore di cucciolo bisognoso di attenzioni, continuando a lasciarle dolci bacini sulle guance.

 

- Va bene O'Brien, andiamo a costruirci questo castello -

- Sìììììì -

 

Mi alzai trascinando anche lei da una mano, correndo verso la riva, dove avremmo costruito il nostro castello.

- Meredith...-

- Cosa? -

 

Mi voltai per guardarla; incontrai i suoi occhi che riflettevano la luce del sole e mi baciò.

 

Perfetta letizia.

 

- Niente, ora possiamo andare -

 

Quel bacio era durato davvero poco. Merda.

 

Ci inginocchiammo sulla spiaggia e armate di paletta, rastrello e secchiello, cominciammo a costruire l'opera d'arte.

 

- Meredith, facciamo una gara? -

- Cioè? -

- Chi fa il castello più bello vince un premio -

 

Ecco.

Era la fine.

 

 

*

 

Non so quanto tempo rimanemmo nelle nostre posizioni per costruire qualcosa; ero solo consapevole della sabbia che aveva occupato ogni buco disponibile del mio corpo, e quando dico ogni buco, intendo anche quelli del naso.

 

Fatto sta che Mark – il nostro giudice di gara – si avvicinò per controllare i nostri lavori.

 

- Allora, architetti della sabbia, vediamo cosa avete combinato -

 

Si avvicinò alla costruzione di Jo e io rimasi senza parole, così come Mark.

 

- Sua maestà lo devo ammettere. Ci sai fare con le mani -

- Grazie Cullivan -

 

Io non potevo ancora crederci.

Quello...

 

- Allora, Mer... ti piace la mia Hogwarts? -

 

Ebbene sì.

Era riuscita a costruire la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

Volevo piangere.

La mia donna è una bomba.

 

- Amore, ma come faccio a portarmela a casa? -

- Non puoi! Hogwarts non può essere nelle mani di una babbana come te -

 

STREGA!

Quella donna se si fosse impegnata avrebbe superato Bellatrix in cattiveria.

 

- Dai, basta bambine. Ora vediamo un po' cosa hai combinato Merdina.....-

 

Ci avvicinammo alla mia postazione, dove... beh...

 

- Che schifo è quello? -

 

Ecco, appunto.

Quanta delicatezza aveva il mio amico.

 

- Ma non ti vergogni? Una bambina di quattro anni avrebbe saputo fare meglio -

 

Okay, ora però si stava esagerando.

 

- Non lo riconosci, Mark? -

 

Mi guardò, aspettando una qualsiasi giustificazione, mentre Georgina se la rideva nascondendosi dietro le sue spalle.

 

- Questo è il Monte Fato -

 

Mi guardò negli occhi, poi di nuovo quell'ammasso di sabbia indistinto – che io stavo spacciando per la dimora di Sauron, poi di nuovo me.

 

- Tu, piccola O'Brien, sei un fottuto genio! Vince Meredith! -

- COSAAA?! -

 

Improvvisai un balletto, mentre Mark spiegava a Jo che il Signore degli anelli vinceva sempre.

Sempre.

 

Che Sauron sia lodato!

 

 

 

GEORGINA'S POV

 

Dopo aver perso così miseramente, la mia punizione fu quella di massaggiare i piedi di Meredith... ogni volta che l'avrebbe richiesto, fino alla fine della giornata.

 

Quei due cretini non avrebbero mai permesso di far vincere me.

Dovevo aspettarmelo.

 

Era ormai il tramonto, così smontammo il nostro accampamento profughi e decidemmo di andare a casa.

Ero stanchissima e completamente sfatta.

 

Non vedevo l'ora di arrivare a casa di Meredith e morire sul suo letto.

 

*

 

Arrivate sul vialetto di casa O'Brien, Meredith si fermò davanti alla cassetta della posta, per controllare; la guardai mentre leggeva i mittenti di ogni lettera, quando notai il suo corpo congerlarsi, rimanere di pietra.

 

- Mer, tutto okay? -

 

Nessuna risposta.

 

- Mer...? -

- Meredith mi stai facendo preoccupare -

 

E finalmente alzò il suo sguardo verso di me. Un sorriso che piano piano si apriva sulle sue dolci labbra.

 

- Sono stata ammessa -

 

Ci ritrovammo ad urlare come due pazze, abbracciandoci e saltellando lungo il giardino.

Era stata ammessa alla New York University, dovevamo festeggiare, dovevamo...

 

Boston e New York.

 

Ci bloccammo dal saltellare, probabilmente colpite dallo stesso pensiero.

Saremmo state lontane.

 

- Ce la faremo, Meredith, credo in noi -

- Sì, hai ragione -

 

Ci baciammo con passione, con una voglia crescente che mi stava facendo ansimare.
Che mi stava uccidendo ogni neurone; disintegrando sinapsi e.... facendo contrarre le pareti della mia vecchia amica patata.

La volevo.

 

- Mer... -

- Sì? -

- Andiamo a casa. Ho voglia di spogliarti -

 

Non volevo pensarci.

Non ora.

Per adesso volevo solo fare l'amore con Meredith per la prima volta e renderlo il mio ricordo più bello.









note:
Ed eccomi con il penultimo capitolo! ebbene sì, il prossimo sarà l'epilogo di questa storiella molto nerde.
chiedo scusa per gli eventuali errori, spero che vi piaccia comunque.
CIAO CIAOOOOO

   
 
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