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Autore: Newtmas    02/06/2015    4 recensioni
AVVISO: avevo già pubblicato questa ff un po' di giorni fa ma,una volta pubblicata, mi sono accorta che le varie parti della storia si erano invertite,si ripetevano e che quindi,non si capiva nulla. Ora con l'aiuto di un'amica provo a rimetterla e nulla, spero vi piaccia! :3
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Thomas è normale ragazzo di 17 anni che frequenta la Wicked School. Ha una vita tranquilla,un migliore amico ed un fratello di cinque anni più piccolo di nome Chuck. Quando, un lunedì mattina grigio e piovoso, incontra a scuola un ragazzo dai capelli biondi e il carattere dolce che gli incasinerà la vita.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Chuck, Minho, Newt, Teresa, Thomas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Appena metto i piedi giù dal letto so già che questa è una giornata no. Lo capisco dal cielo grigio che promette pioggia e dal freddo che mi investe una volta tolte le coperte. Chuck,mio fratello minore, dorme ancora. Oddio,come lo invidio. Mi passo una mano sulla faccia e inizio a dirigermi verso il bagno. Odio il lunedì. Odio i professori che ci sono al lunedì. Odio i miei compagni di classe. L'unico che si salva è Minho. Minho! Oggi dovevo svegliarmi all'alba per andare a correre con lui! Mi vesto velocemente e contemporaneamente mi maledico mentalmente. Una volta uscito un Minho furibondo mi afferra il polso.
"Ma è così difficile per te svegliarsi presto?! Faccia di caspio! Ora non abbiamo più tempo per andare a correrre e questo perchè?!PERCHE' UNA SPLOF COME TE NON RIESCE A CAPIRE COSA VUOL DIRE SVEGLIARSI IN ORARIO!" Se un estraneo ci sentisse ci darebbe sicuramente dei fuori di testa. E nemmeno avrebbe tutti i torti. Da piccoli io e Minho inventammo dei termini tutti nostri e tutt'ora li usiamo. All'inizio suona strano ma dopo un po' ci fai l'abitudine.
"Scusa,okay? La sveglia non ha suonato e io ho dormito!" Mi libero dalla sua presa sbuffando.
"Oh,ma davvero? Ero convinto ti fossi perso per camera tua!" Dice sarcastico.
"Dai ora andiamo a scuola prima che..." non mi da il tempo per finire la frase.
"Eh no. Sai cosa significa non andare a correrre alla mattina? Che questa sarà una giornata di merda. Non ci penso proprio ad andare in quel posto" poi aggiunge risoluto " in più oggi  c'è  pure la Hilton e sai che quella ci odia."
"Ti odia vorrai dire."
"Colpa mia se sei il cocco di tutti i professori?" Poi improvvisamente inizia a correre dalla parte opposta da quella che prendiamo di solito. Prendo lo slancio e lo seguo promettendomi che questa è l'ultima volta che salto la scuola.
                                                                                              ***
"Hai capito Tom?" Mi sforzo di annuire. Quanto odio questo soprannome. La ragazza davanti a me mi rivolge un sorriso e mi prende a braccetto. Ci dirigiamo verso il cancello della scuola. Io e Minho eravamo riusciti a correrre per due isolati quando sul nostro cammino si era parataTeresa. Ci aveva rivolto un' occhiataccia e mi aveva preso per il braccio trascinandomi verso la   WICKED SCHOOL. Minho l'aveva lasciato andare in quanto "una causa persa" come lo aveva definito lei. Pur di arrivare in orario mi ha letteralmente trascinato verso questo grigio edificio che ora si staglia davanti a me. Sbuffo. Minho aveva ragione. Che giornata di merda. Quando entro nella classe di matematica mi ricordo magicamente dei compiti assegnati per oggi. Compiti che io, naturalmente, non ho fatto. Prego non lo venga a sapere Teresa che nel frattempo ha biologia. Mi siedo,passandomi una mano sulla faccia.
"Sembri abbastanza afflitto" dice una voce abbastanza divertita affianco a me. Tolgo la mano dal viso e mi ritrovo difronte ad un ragazzo. E' alto un po' meno di me, i capelli biondi spettinati gli ricadono sugli occhi marroni scuro. Un sorriso tra l'imbarazzato ed il curioso gli illumina il viso. 
"Posso sedermi?" Solo ora mi accorgo che è in piedi e guarda con titubanza il banco vuoto vicino a me. Annuisco non riuscendo a dire altro. Affogo nei suoi occhi e non riesco a capire il perchè sia così imbambolato. Un' imbarazzante silenzio cade su noi due,subito interrotto - grazie al cielo - dalla professoressa. Mentre l'insegnante parla convinta che tuitti la stiano ascoltando, penso a qualcosa di sensato da dire. Qualsiasi cosa pur di non rimanere inchiodato lì come una statua. 
"Come ti chiami?" Nell'esatto istante in cui pronuncio questa frase vorrei non averlo mai fatto. Ma non perchè la professoressa mi lancia uno sguardo assassino . Non solo per quello. Ma anche per il fatto che la mia voce è uscita orribilmente roca,timida ed imbarazzata al tempo stesso. E, cosa che mi ha tolto difinitivamente il fiato, per il fatto che il biondino si è voltato verso di me sopreso,con quei suoi occhi che sono come calamite. Sento il sangue affluire al viso. Io in imbarazzo? Ma che caspio sta succedendo?
"Newt" risponde con un sorriso"tu?" Deglutisco a fatica e prego perchè smetta di sorridere. Se possibile sono ancora più rosso di prima.
"Ehm..si...io...Thomas" biascico. Distolgo lo sguardo improvvisamente attratto dal banco. Passano le due ore di matematica più lunghe della mia vita. Sono così intento a fissare il mio astuccio che non mi accorgo della campanella che suona. E nemmeno che il biondino mi sta scrutando stranito. Alzo lo sguardo e sobbalzo nel vederlo reprire una risata. Ma ride sempre? Se va avanti così credo che morirò entro le prossime due ore. 
"Ma ti faccio così tanta paura?" Chiede divertito. Mi alzo  -non so come dato che sento le gambe tremare- e cerco di riprendere un po' il controllo di me stesso.
"Paura? No. Ho solo sonno." E da quando uno che ha sonno balbetta e sembra un drogato? Dio,Thomas ma che ti succede? Il ragazzo fa spalluce.
"Capisco. Beh, mi chiedevo se potevi indicarmi dov'è l'aula di letteratura inglese, sono nuovo di qui." No. Non ci penso nemmeno. Non ci tengo ad avere altri infarti per via del tuo fottuto sorriso.
"Certo,seguimi" non so come ma riesco a formulare una frase di senso compiuto. Vai, Thomas,è già qualcosa. Cammino velocemente attraverso i corridoi immerso come sono nei miei pensieri pregando di non inciampare come mi è solito fare, quando mi accorgo che dietro di me non c'è più nessuno. Ecchecaspio dove è andato il ragazzo dannatamente carino? Un minuto. Dannatamente carino? No, ma sul serio? Bene, riformulo. Dove è andato il ragazzo? Cos ì  va meglio. Ritorno correndo sui miei passi finchè non vado a sbattere contro qualcuno.
"Ma che...ma sei tu! Mi spieghi quale umano sarebbe riuscito a starti dietro?!" Sbraita  Newt.
"Minho." Rispondo senza riflettere. Era una domanda retorica, idiota."Scusa, sono abituato ad andare veloce e..."
"Minho? Stiamo parlando dello stesso Minho?" Sul volto del ragazzo si apre un'epressione sbalordita.
" Ossessionato per la corsa,molto sicuro di sè e pessimo a scuola?"
"Lui!" Scoppia in una sonora risata e il mio cuore fa una capriola.
   
 
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