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Autore: eugeal    02/06/2015    1 recensioni
Questa storia è uno spin-off di "A World that Will Not Turn to Ash" e si colloca dopo il finale, quindi leggetela solo dopo l'altra per non rischiare spoiler.
Guy è diventato il Guardiano Notturno al posto di Marian. Queste sono le sue avventure.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Allan si stupì nel vedere Marian che partiva presto da Locksley, alla guida del carro e accompagnata da due servitori. L'espressione della ragazza era cupa e pensierosa e salutò a malapena Allan, passandogli accanto.
- Dove vai così presto?
- A Nettlestone. Lo sceriffo ha portato via il cavallo di una delle famiglie perché non avevano abbastanza soldi per le tasse e senza di esso non possono portare le loro merci al mercato. Se non possono venderle quest'inverno faranno la fame.
- E tu ti sei offerta di accompagnarli. - Allan le sorrise. - A proposito, dov'è Giz? Gli è piaciuto il tuo regalo?
Marian non gli rispose, fece schioccare le redini e partì con il carro senza dire un'altra parola .
Allan la guardò, perplesso, poi sospirò.
“Giz deve averla offesa in qualche modo. Probabilmente non ha apprezzato il suo regalo. Meglio che vada a cercarlo...”
Allan si affacciò alla porta della stanza di Guy e vide subito che il letto era ancora intatto, allora decise di andare a controllare se il cavallo di Gisborne fosse nella stalla: se lui e Marian avevano litigato, forse aveva preferito allontanarsi da Locksley per sfogare il malumore.
Il giovane si stupì di trovare Gisborne in persona nella stalla. Guy era steso su un fianco sulle balle di fieno accanto al box del suo cavallo e sembrava essere profondamente addormentato. Lo stallone nero allungò il muso ad annusare il proprio cavaliere e Guy sorrise nel sonno, senza svegliarsi.
Allan lo guardò, perplesso. L'espressione serena di Gisborne era completamente in contrasto con quella tempestosa di Marian e il giovane si chiese cosa fosse successo tra quei due.
- Ehi, Giz? - Lo chiamò a bassa voce e Guy si mosse nel sonno, iniziando a svegliarsi.
- Marian?
- Direi di no. Ma se mi scambi per lei, non mi sorprende che sia arrabbiata.
Guy si alzò a sedere e lo guardò, ancora mezzo addormentato.
- Perché dovrebbe esserlo? Non dire sciocchezze, Allan.
- Quando le ho fatto il tuo nome ho sentito calare il gelo e se n'è andata senza nemmeno rispondermi. Non mi sembra l'atteggiamento di una ben disposta nei tuoi confronti. Cosa le hai fatto? Hai riso delle sue mele?
Guy scosse la testa, preoccupato.
- No. - Rispose, cercando di capire perché Marian potesse avercela con lui, senza trovare una risposta. Non gli veniva in mente nulla che potesse averla offesa, anzi quello della sera sera prima era stato un momento incredibilmente dolce e sereno.
Però in effetti Marian lo aveva lasciato solo nella stalla e, se Allan non esagerava, il suo era il comportamento di una persona in collera per qualche motivo.
Che avesse scoperto il suo segreto? Ma allora perché non chiedergli spiegazioni sulle sue avventure come Guardiano Notturno?
- Non capisco, Allan. Dopo avermi dato le mele abbiamo parlato per un po' e poi mi sono addormentato. Il suo regalo mi è piaciuto e l'ho ringraziata per aver pensato a me. Non credo di aver fatto nulla che potesse irritarla.
Allan lo guardò e fece un sorrisetto divertito.
- Ah, ora capisco.
Guy lo fissò minacciosamente.
- E allora spiegalo anche a me.
- Da quello che vedo, avete 'parlato' in modo piuttosto appassionato. Una ragazza non lascia quel tipo di segni se non è molto presa da qualcuno e se tu ti sei addormentato mentre 'parlavate', non mi sorprende che si sia offesa a morte.
Guy lo guardò, allibito, e arrossì di colpo.
- Non abbiamo fatto nulla del genere e non dovresti nemmeno insinuarlo! Non farei niente per compromettere la sua innocenza prima di averla sposata, dovresti saperlo!
- E quel morso che hai sul collo, allora?
Guy si toccò la ferita con una mano.
- Ma non è stata Marian a farmelo!
Allan lo fissò, serio.
- Allora sei morto, Giz, davvero.
- Non penserai che sia stata una donna?!
- Chi allora?
Guy abbassò lo sguardo, a disagio.
- Lo sceriffo.
Allan lo fissò.
- Lo sceriffo? - Chiese, incredulo.
- Ha cercato di fermarmi mentre fuggivo dopo aver liberato Djaq, ieri. Non so perché lo abbia fatto, ma mi ha morso. In compenso credo di avergli rotto il naso.
Allan scosse la testa.
- Dovrai raccontarmi tutto nei dettagli, ma sei morto lo stesso, Giz. Non puoi spiegarlo a Marian senza dirle che sei il Guardiano Notturno e anche se lo facessi, dubito che ti crederebbe. Andiamo, Giz, lo sceriffo!
Guy lo guardò, abbattuto.
- E allora cosa devo fare? Non ho fatto niente di male.
- Fai finta di niente e stalle alla larga per un po'. Le passerà, prima o poi. Forse.
Gisborne tirò un calcio rabbioso alla balla di fieno.
- Beh, sarà meglio che le passi! Io non ho fatto nulla e non ha alcun diritto di accusarmi ingiustamente! - Ringhiò, poi si voltò a guardare Allan. - E tu sbrigati, oggi dobbiamo andare a Knighton per raccogliere le tasse, la settimana prossima lo sceriffo esigerà il suo pagamento.
Allan annuì, preferendo non contraddirlo, e lo aiutò a sellare i cavalli.
Tornò a rivolgersi a lui quando Gisborne stava per salire in sella.
- Ehi, Giz.
- Cosa vuoi?
- Prima di andare a Knighton forse dovresti toglierti un po' di paglia dai capelli. Sembra che tu abbia dormito in una stalla...

Allan spostò lo sguardo da Guy a quello che sembrava essere il portavoce dei contadini di Knighton, preoccupato. L'uomo aveva portato una percentuale ridicola del raccolto come contributo per il pagamento delle tasse e continuava ad affermare che era tutto quello che avevano, mentre Gisborne era furioso sembrava essere sul punto di scagliarsi addosso all'uomo.
Allan capiva benissimo le ragioni di Guy, quella degli abitanti di Knighton era una provocazione pura e semplice, ma vedeva anche che la reazione dell'amico era molto più rabbiosa del solito e sapeva che il vero motivo era il malinteso con Marian.
Quando vide che Guy aveva messo una mano sull'impugnatura della spada, Allan si affrettò ad avvicinarsi a lui e lo trascinò via quasi di peso.
- Giz, ora smettila!
Lo spinse all'interno di un capanno vuoto e si chiuse la porta alle spalle.
- Levati di mezzo, Allan! - Gridò Guy, cercando di spostarlo di lato per uscire.
- Altrimenti cosa, Gisborne? - Disse la voce di Robin, da un angolo del capanno. - Hai deciso di riprendere le vecchie abitudini?
Guy si voltò a guardarlo.
- Si rifiutano di pagare le tasse! Avete visto cosa hanno portato? È un insulto!
- Non è una buona ragione per terrorizzarli, Guy. - Rispose Robin, rivolgendogli uno sguardo comprensivo e Gisborne si calmò un po'.
- Non avrei fatto nulla. - Disse in tono scontroso, con un mezzo sospiro.
- Loro non lo sanno. Per quanto li riguarda potresti anche avere l'intenzione di ucciderli o di mozzargli le mani.
Guy crollò a sedere su una cassa di legno, chiuse gli occhi e appoggiò la nuca al muro, con aria sconfitta.
- Non ce la farò.
Robin appoggiò un piede sulla cassa, accanto al ginocchio di Guy e si chinò in avanti per guardarlo.
- A fare cosa?
Guy non rispose subito e Allan lo guardò, preoccupato.
- Giz? Che succede?
Gisborne scosse appena la testa.
- Il pagamento di questo mese. Non ho raccolto nemmeno la metà della cifra chiesta dallo sceriffo. Sto facendo del mio meglio per aumentare i profitti di Knighton, migliorare i raccolti e diminuire le spese, ma i contadini non vogliono collaborare e si rifiutano di pagare le tasse. Sanno che non posso più contare sui soldati di Nottingham per obbligarli...
- Allora è per questo che negli ultimi giorni non hai fatto venire gli operai a Knighton Hall?
- Non avrei potuto pagarli. Ma ormai non ha importanza, se salto il pagamento perderò comunque tutto. Probabilmente lo sceriffo troverà il modo di farmi finire nelle segrete.
- Non dire sciocchezze, Gisborne. - Robin fece per mettergli in mano un sacchetto pieno di monete, ma Guy lo fulminò con lo sguardo.
- Non voglio la tua elemosina, Hood.
- Saresti un idiota a rifiutare perché questa non è elemosina né pietà. Il tuo aiuto ci serve, senza il Guardiano Notturno non saremmo riusciti a liberare Djaq. Se ti farai arrestare, creerai problemi a tutti noi, quindi metti da parte il tuo stupido orgoglio e usali per pagare lo sceriffo. - Robin sorrise, divertito. - D'altronde questi soldi li abbiamo rubati proprio a lui.
Guy si lasciò strappare un sorriso dall'ultima frase di Robin e accettò il sacchetto di monete, con riluttanza.
- Ti ringrazio, ma questo non risolverà il problema. Il prossimo mese saremo allo stesso punto e non ho intenzione di dipendere per sempre dal tuo aiuto.
- Per questo devi farti accettare dagli abitanti di Knighton. Che lo vogliano o no, queste terre ora sono tue, devono rispettare la tua autorità. Ma non è gridandogli contro e minacciandoli che ci riuscirai.
- Come allora?
- Continua quello che stai facendo. Prima o poi vedranno che il loro lord li tratta giustamente e dimenticheranno il passato.
- Giz, lo capiranno. - Intervenne Allan. - Guarda Cedric, quel ragazzo ti rispetta, col tempo lo faranno anche gli altri.
Robin gli mise la mano sulla spalla in un gesto di conforto.
- E nel frattempo, se sarà necessario, ti aiuteremo. Non sei solo, Guy. Ricordatelo sempre. Non si abbandonano gli amici. Né i fratelli.
Guy alzò lo sguardo di scatto, sorpreso da quelle parole e Robin gli fece un sorriso sfacciato e si voltò per andare via. Si fermò sulla porta e lanciò una pergamena arrotolata a Guy.
- Quasi lo dimenticavo, ero venuto qui per darvi questo.
- Cos'è? - Chiese Allan, mentre Guy srotolava la pergamena per leggerla.
Il giovane osservò l'espressione di Gisborne e poco dopo lo vide alzare dal foglio uno sguardo stupito e felice allo stesso tempo.
- Un invito. Djaq e Will hanno deciso di sposarsi.
   
 
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