Il
sacro vincolo dell’ospitalità
-Il
messaggero del Titano-
*
Quando
Thor e Jane erano tornati a casa c’era stato qualche momento di imbarazzo.
Loki
era praticamente certo che Jane Foster non si fidasse e che lo sospettasse come
minimo di aver sedotto la sua amica e di averle cancellato la memoria.
Se
tra loro non ci fissero stati già problemi a causa di Erik Selvig
forse Loki si sarebbe tolto lo sfizio di farla insospettire ancora di più, ma
al momento non era una cosa saggia da fare.
Da
quando c’erano in giro i padroni di casa Loki si sentiva meno libero di seguire
la teoria di Darcy sull’esprimere la sua emotività,
ma questo non gli impediva di essere gentile con lei né di farsi coinvolgere
molto più che con Thor o Jane.
Una
sera che loro erano fuori a cena, Darcy si annoiava
gli aveva chiesto se poteva creare le immagini anche dalle canzoni.
Loki
aveva sorriso, aveva acceso l’IPod e poco dopo
l’aveva trasportata nelle atmosfere claustrofobiche ed ossessive di “Ex lover’s lover” in quelle da danse macabre di “Day of
the dead” o in quelle neogotiche di “Serenade of flame”.
E
poi lei era riuscito a farlo parlare di Asgard.
Niente
di personale, si trattava solo di descrivere la gerarchia sociale, ma per Loki
che evitava l’argomento della casa dove era cresciuto persino con se stesso era
un enorme passo avanti.
Le
spiegò anche l’esatta natura del vincolo che c’era tra lui e Thor.
Una
parola. Nient’altro che una parola. Un equilibrio perfetto eppure
incredibilmente fragile.
Loki
aveva chiesto asilo e Thor era moralmente obbligato a garantirglielo una volta che
aveva promesso, pena il diventare a sua volta un traditore spergiuro ed essere
punito come tale.
Thor
era vincolato dal giuramento anche se gli era stato estorto con l’inganno, ma
al primo errore di Loki che lui avesse considerato come un’offesa avrebbe avuto
il diritto di considerare spezzato il vincolo e di revocare la sua protezione,
rendendolo di nuovo un bersaglio mobile per chiunque.
Erano
legati a filo doppio, cosa che Darcy aveva riassunto
efficacemente in “il primo che sgarra finisce sputtanato”.
Naturalmente
Loki non scordava neanche per un istante il frammento di energia nascosto nel
cassetto, tuttavia non ne era ossessionato come si era aspettato.
Non
ne aveva il tempo con Darcy in giro.
Jane
Foster era sempre sospettosa riguardo all’amicizia che si era creata tra loro,
ma non aveva sollevato direttamente nessuna questione e Loki non aveva
interesse a farlo.
Thor
invece fu meno delicato.
-Sbaglio
o sei più gentile con Darcy che con tutti gli altri umani? Dimmi la verità, c’è
sotto qualcosa?-
-Non
c’è sotto assolutamente nulla, solo la tratto con lo stesso rispetto con cui lei
tratta me-
-Certo.
Quindi è un caso il fatto che ti metti sempre i tuoi vestiti da quando lei ti
ha detto che sono… com’è quella cosa che dice sempre?
Una figata. Giusto?-
-Fatti
gli affari tuoi, Thor-
La
verità era che Loki sapeva di saper conquistare.
I
punti deboli delle donne erano gli stessi in tutte le razze ed in tutti i
mondi, e lui evitava accuratamente di assumere atteggiamenti che potessero
essere scambiati per segnali di interesse in quel senso.
Si
rendeva perfettamente conto che Jane Foster non glielo avrebbe mai perdonato se
avesse sedotto ed abbandonato la sua amica, e a dire tutta la verità neanche
Loki lo avrebbe perdonato a se stesso se fosse stato meschino con l’unica
persona che sembrava apprezzarlo.
Quei
tre giorni passarono più o meno tranquilli, fino alla partenza di Darcy.
Loki
ci teneva a salutarla come meritava lontano dalle occhiate ammiccanti di suo
fratello e da quelle torve di Jane Foster, per questo si offrì galantemente di
portarle il borsone con le sue cose fino alla macchina.
-Spero
di rivederti presto, Darcy-
-Sì,
anche tu sei carino. E magari prima o poi mi porti a cena fuori-
Loki
si mosse in imbarazzo.
-Se
è così che si usa in questo regno sì, mi piacerebbe. E poi tu hai ancora tante
canzoni che mi piacerebbe ascoltare, e…-
All’improvviso
il viso di Loki sbiancò per il terrore.
Per
un attimo rimase paralizzato, poi mollò a terra la borsa di Darcy
e si precipitò in casa lasciando la ragazza in piedi nel vialetto.
Jane
aveva visto la scena dalla finestra ed aveva raggiunto la sua amica di corsa.
-Darcy,
che è successo?-
-Ma
che ne so, è scappato via così!-
Prima
che avessero modo di protestare per quel comportamento Loki schizzò accanto a
loro come una scheggia fuori dal cancello; poco dopo Thor lo seguiva, mantello
rosso svolazzante e martello alla mano senza il minimo riguardo per la
discrezione.
Jane
e Darcy rimasero a fissare il punto in cui erano scomparsi i fratelli.
-Cioè…
fammi capire, J, dalle loro parti usano così? Che mentre sono nel bel mezzo di
una situazione con una ragazza la piantano e scappano via?-
-Benvenuta
nel mio mondo-
Sospirò
sconsolata la dottoressa Foster.
**
C’era
una strana energia nell’aria.
C’era
un’ombra che a volte era lontana ed a volte vicinissima, un’ombra in cerca di
qualcosa.
“Il
Tesseract! Maledizione, eppure io ho fatto di tutto
per nasconderlo!”
Ma
non aveva senso protestare: adesso la cosa più importante era liberarsi del
frammento di Tesseract prima che guidasse uno degli
emissari di Thanos o peggio Thanos
stesso fino a lui.
Loki
corse più veloce che poteva per allontanarsi dalla casa e dalla città, la
scatoletta ben stretta in pugno.
Doveva sparire.
Mentre
correva creò il più potente incantesimo di occultamento che avesse fai fatto.
Sperò
che la creatura che lo stava cercando stesse girando a tentoni e non fosse in
grado di seguire con troppa precisione le tracce dell’energia del cubo.
Cercò
di correre a zigzag con frequenti cambi di direzione nel tentativo di far perdere
le proprie tracce all’entità che lo inseguiva, ed intanto meditava su come
sbarazzarsi di quella cosa che doveva diventare la sua arma ed invece si stava
rivelando un pericolo per lui dopo solo un paio di giorni che ne era entrato in
possesso.
L’ombra
gli passò talmente vicino da sfiorarlo.
Non
lo aveva già agguantato perché erano su piani della realtà diversi, ma era solo
questione di tempo prima che aprisse un varco direttamente attraverso l’energia
del cubo.
A
quel punto era chiaro che era guidata dal Tesseract,
e poiché Loki non avrebbe mai potuto utilizzare la sua arma senza esporsi ad
attenzioni indesiderate pensò che la cosa migliore fosse disfarsene in un modo
che gli tornasse utile.
Era
arrivato in un campo di grano lontano da tutto e da tutti.
Si
fermò ansimante ed alzò il braccio verso il cielo.
-Heimdall! Heimdall, riesci a sentirmi? Questo appartiene ad Asgard!-
Era
la cosa meno peggiore che potesse fare: restituendo la reliquia ad Odino
avrebbe dimostrato la sua buona volontà, anche se era falsa come una moneta di
stagno, e si sarebbe dileguato prima che una compagnia di Einherjar
lo catturasse.
Tutto
sommato date le circostanze era un buon piano.
A parte…
“Thor?! Oh, no!”
***
Non
appena Thor aveva visto come Loki aveva piantato Darcy
ed era fuggito non aveva avuto il minimo dubbio: suo fratello aveva combinato
un guaio, e siccome di solito da velocità con cui fuggiva era proporzionale
all’entità del danno, quella volta Loki doveva averne combinata qualcuna
davvero grossa.
Per
questo non aveva perso tempo e gli era corso dietro.
Purtroppo
per lui però Loki aveva quella maledettissima abilità di scomparire alla vista,
per cui lo aveva perso quasi subito.
Grazie
a Mjollnir si era portato in alto e sperava di
individuarlo seguendo la direzione in cui lo aveva visto allontanarsi; come
intuizione non era stata tanto male, perché dopo un paio di minuti e di
chilometri aveva visto il cielo scurirsi come sempre all’apertura di Bifrost, e proprio sotto il ponte c’era Loki, una figura
minuscola che tendeva le braccia al cielo.
“Stavolta
non ti lascio scappare senza darmi uno straccio di spiegazione! La mia pazienza
ha un limite, fratello”
Lo
raggiunse pochi secondi prima che Bifrost si aprisse,
appena in tempo per agguantarlo per un braccio ed essere sicuro di essere
trasportato insieme a lui dalla colonna di luce.
-Maledizione,
lasciami andare!-
Ma
Thor era ben deciso a non mollarlo per nessun motivo. Ormai aveva imparato che
l’unico modo per avere Loki sotto controllo era stargli letteralmente attaccato
alle costole.
Loki da parte sua aveva ben presto smesso di
agitarsi per sottrarsi alla sua presa: ormai che il Bifrost
li stava trasportando era pericoloso finire fuori, a meno di non volere finire
spaccati in due con metà del corpo vaporizzata nel vuoto dello spazio.
All’interno
del ponte e nel vuoto circostante non si propagavano i suoni, per questo le
imprecazioni del dio degli inganni furono furibonde, oscene ed irripetibili ma
assolutamente silenziose.
****
Al
loro arrivo Heimdall li aspettava, e se era sorpreso
di vederli insieme non lo diede a vedere.
-Loki,
adesso spiegami cos’è questa storia. Perché sei fuggito? E perché sei venuto
qui?-
-Lasciami!
Maledizione, come devo fartelo capire che mi devi lasciare andare? Sono qui per
restituire una cosa, non ho fatto niente di male e anzi vi sto facendo un
favore, quindi… ma mi vuoi mollare?!-
-No!
Piuttosto che lasciarti ti stacco il braccio. Ora spiegati-
Loki
invece non la smetteva di divincolarsi ed era quasi riuscito a rompere la sua
presa facendo leva sul punto vuoto tra il pollice e le altre dita.
“Ah,
è così? Te la sei cercata!”
Prima
che Loki riuscisse nel suo intento Thor adottò la misura drastica di colpirlo con
il martello al plesso solare.
Loki
spalancò gli occhi per la sorpresa ed il dolore, ma non fece in tempo ad
emettere un solo lamento che era già crollato addosso a Thor, che lo accompagnò
fino a terra senza lasciargli il polso neanche un istante.
Non
poteva essere sicuro che Loki fosse veramente svenuto, e dopo Svartalfehim aveva ben motivo di dire non gli avrebbe
creduto neanche se lo avesse visto morto; se tenerlo sotto controllo doveva
significare incatenarsi a lui, per tutti gli dei lo avrebbe fatto!
Meglio
quello che fare di nuovo la figura dell’idiota beffato dal pestifero, scaltro fratello
minore.
-Heimdall.
Per favore, strappa un pezzo del mio mantello. Mi serve qualcosa per legarlo-
Il
Guardiano fece come Thor gli aveva chiesto e con la spada tagliò via una
striscia rossa dal fondo del mantello del dio del tuono.
-Ora
legalo. Io non posso lasciarlo e rischiare che scappi-
A
Thor pesava il cuore a dare quegli ordini, tuttavia sapeva troppo bene quanto
fosse diabolica l’abilità di Loki nel dileguarsi: lo aveva provato a proprie
spese più di una volta.
Heimdall
eseguì ancora una volta senza un commento, sollevò il polso inerte di Loki e lo
legò a quello stretto da Thor.
Tuttavia
anche quando suo fratello era legato ed apparentemente privo di sensi Thor non si
fidava a lasciarlo andare.
“Un
semplice nodo si può sciogliere con pazienza ed ingegno, e tu ne hai anche
troppi, fratello. Ah! Ecco!”
Gli
venne un’idea che non poteva in nessun modo fallire: senza lasciare la presa
sul braccio di Loki, Thor richiamò Mjollnir e fece
passare la stringa di cuoio dell’impugnatura una volta attorno ai polsi legati,
e poi una volta in mezzo alle braccia.
L’intreccio
era impossibile da sciogliere senza sollevare Mjollnir,
e Mjollnir rispondeva solo a lui.
Loki
non aveva nessun modo per sfuggire.
Una
parte di sé era soddisfatta di aver avuto quell’idea, un’altra parte invece
odiava averlo dovuto fare.
-Thor. Padretutto richiede la vostra presenza nella sala di Hlidskjalf. Anche Loki-
-Sì,
Heimdall. Aspetterò che mio fratello si riprenda e
poi lo condurrò da Padre-
Thor
rimase inginocchio accanto a Loki e per fortuna poco dopo lui diede segno che
stava riprendendo conoscenza.
Emise
un gemito e provò a sollevarsi da terra. Tentativo inutile, visto che era
bloccato dal martello.
Quando
si svegliò del tutto e si rese conto della situazione in cui si trovava sembrò
allo stesso tempo terrorizzato e furioso.
Tentò
di alzarsi con tutte le sue forze, ma Mjollnir non
gli permetteva di stare più che in ginocchio; il martello era ben piantato a
terra nonostante i suoi sforzi e le sue imprecazioni.
-THOR!!!
Maledetto schifoso vigliacco! Liberami subito!-
-Non
lo farò. Mi devi dare molte spiegazioni prima di sparire di nuovo-
-Da
morto non potrò dirti niente, e se non mi lasci andare subito è questo che
sono: morto-
-Perché?
Che cosa ti spaventa tanto da farti scappare? E perché ti sei fatto portare qui
ad Asgard?-
Furono
interrotti dalla voce di Heimdall.
-Sono
le stesse risposte che aspetta Odino. Raggiungetelo entrambi nella sala del
trono. È un ordine-
-Digli
che se le venga a prendere, le sue risposte! Non vedi come sono incatenato
grazie a suo figlio?-
Non
lo avesse mai detto: Thor richiamò il martello nella sua mano e Loki fu trascinato
suo malgrado.
-Oh,
no. Questo mai-
Ringhiò
minaccioso.
Colpì
Thor con una testata dato che erano abbastanza vicini, ma quando suo fratello
dovette lasciare la presa su Mjollnir Loki fu di
nuovo sbattuto a terra, trascinato giù dal martello.
-Che
siate maledetti tu, questo martello e tuo padre che te lo ha consegnato!-
Thor
ignorò le imprecazioni di Loki e raccolse Mjollnir,
consentendo anche a Loki di mettersi in piedi.
L’idea
di trascinare di nuovo suo fratello come prigioniero non gli piaceva.
Lui
non traeva alcun piacere dalla sua umiliazione, purtroppo però quello era
l’unico modo.
-Andiamo.
Se le tue risposte mi convinceranno ti libererò, te lo prometto-
*****
Erano
appena arrivati alle porte della città quando Thor vide accanto a sé una luce
verde.
Si
voltò di scatto e vide il volto di suo fratello che scompariva dietro un elmo
assolutamente anonimo e delle vesti diverse che comparivano sul suo corpo.
-Scusa,
figlio di Odino, se non ti è di troppo disturbo tento di salvaguardare quel poco
di dignità che mi resta-
Gli
disse Loki acido in risposta al suo sguardo interrogativo.
Thor
non se la sentì di rispondere nulla; sapeva quanto dovesse essere umiliante per
Loki essere trascinato per la seconda volta in catene al cospetto di Odino, e
non poteva biasimarlo se cercava di nascondere la sua identità per non essere
oggetto della curiosità o del disprezzo del popolo mentre attraversavano le vie
della città.
Per
il principe Thor sarebbe stato l’ennesimo trionfo aver catturato un criminale,
per Loki sarebbe stata l’ennesima cocente disfatta morale.
Solo
quando varcarono le porte della sala del trono Loki lasciò che il travestimento
svanisse.
All’interno
Odino li aspettava da solo; non c’erano Einherjar o
altre guardie, solo lui seduto sul trono ed un’ombra ai piedi della scalinata.
Era
alto, sembrava fatto di oscurità e metà
del volto era coperta dal cappuccio del mantello, mentre la metà in vista
mostrava una bocca grigia e rugosa ed una maschera parziale.
Le
mani erano anche loro grigie e raggrinzite, come se appartenessero ad un
cadavere.
Loki
reagì alla vista del portavoce di Thanos con un misto
di esasperazione e di terrore.
“Ecco,
lo sapevo! Se solo questo maledetto stupido mi avesse dato ascolto per una
volta!”
Aveva
ancora bene in mente le parole dell’Altro circa la punizione che lo aspettava
se avesse fallito il suo compito di conquistare Midgard.
Tu credi di conoscere il
dolore. Lui ti farà capire quanto quel dolore sia niente.
All’epoca
era accecato dalla rabbia e dal rancore ed era troppo sicuro di sé e della
riuscita del suo piano, per questo non aveva dato importanza alla minaccia.
Non
la percepiva neanche come qualcosa di reale.
Adesso
invece che il messaggero di Thanos era venuto a
prenderlo di persona Loki non poteva fare a meno di ripensare alle sue parole e
di esserne terrorizzato.
Aveva
paura, ma come sempre quando aveva paura evitò ancor di più del solito di far
capire cosa provava e si rinchiuse dietro una maschera di cinismo.
-Salute,
Padre-
Odino
però ignorò Thor e si rivolse subito a Loki.
-Tu
devi restituire ciò che hai rubato-
-Anche
per me è un piacere rivederti, Padre degli dei-
-Silenzio!-
Esclamò
Odino.
Era
teso, sapeva di trovarsi sul filo di un rasoio.
-Loki-
Insistette.
-Va
bene, va bene, non c’è bisogno di alterarsi. Nella mia tasca, a destra. Thor,
ti spiace…-
Thor
eseguì le istruzioni e cavò dalla tasca del fratello una piccola scatola.
Possibile
che fosse di quello che Odino aveva paura? Tanto affanno per una cosa così
piccola?
La
tenne in mano senza sapere cosa farne, chiedendosi quale forza metteva in
soggezione suo padre.
-Il
frammento mancante dal Tesseract è stato recuperato-
disse Odino –Loki, puoi giurare che questo è l’unico che tu possieda? Non ne
stai nascondendo una parte?-
-Lo
giuro come è vero che sono prigioniero- Loki sollevò i polsi stretti dai lacci
come conferma -Quello è tutto ciò che rimane del Tesseract.
Tutto ciò che era in mio possesso-
Odino
sembrò sollevato dalla sua risposta, allora si rivolse all’Altro.
-Come
puoi vedere, messaggero del Titano, Asgard non
nasconde nulla che possa indurre il tuo signore a muovere guerra. Quanto a
questo frammento di Tesseract, potrà essere custodito
ad Asgard insieme al resto oppure puoi riportarlo
indietro nel tuo mondo come pegno del nostro accordo-
Thor
guardò suo padre allibito.
Il
Tesseract era un’energia estremamente potente, eppure
suo padre la stava offrendo ad una forza potenzialmente ostile pur di tenere
quella forza lontana.
Il
pericolo che li minacciava era davvero così grande?
Aprì
la bocca per obbiettare ma il padre lo ammonì con un’occhiata.
Non è il momento di fare
sciocchezze.
Thor
capì e rimase muto ad aspettare la risposta dello straniero.
-Apprezzo
la tua buona volontà e la tua diplomazia, Padre degli Dei, ma io non ho
attraversato gli universi per raccogliere una briciola. Quello che il mio
signore vuole è il traditore. Consegnatemi Loki-
A
quelle parole la maschera impassibile di Loki si spezzò.
Quando
Thor si girò verso di lui era terreo in volto, tremava ed articolava con le
labbra qualcosa che poteva essere “no, vi prego, no!”.
Suo
malgrado Thor provò pena per la sua paura.
-Loki appartiene alla
giustizia di Asgard-
Disse
d’impulso.
L’Altro
si rivolse a lui.
-Sei
avventato, dio dei tuoni. La sua presenza qui porterà la guerra-
-Non
ti permetto di minacciare me e mio fratello nella nostra casa!-
-Thor! Fai silenzio!-
Lo
ammonì Odino, un colpo di Grungnir a sottolineare il
suo ordine e la sua autorità.
Purtroppo
la lingua avventa di Thor aveva già fatto il danno.
-Allora
rimettiamo la decisione al re di Asgard. Tu cosa
scegli, figlio di Borr? Vuoi consegnarmi il traditore
adesso o dovremo venire a prenderlo?-
Odino
esitò.
In
quel momento doveva decidere se ci sarebbe stata la guerra con i Titani, in
particolare con il più pericoloso, e tutto per Loki: proteggerlo sarebbe stata
la guerra e forse la fine di Asgard e dei nove regni,
consegnarlo sarebbe stata la sua morte tra le peggiori torture.
La
vita e le sofferenze di un solo uomo valevano quelle di un intero popolo?
Soprattutto considerando che l’uomo in questione era Loki, che non perdeva
occasione di rinnegarlo come padre nonostante lui lo avesse allevato e che non
mostrava il minimo rispetto per nessuna forma di vita tranne la propria.
Odino
si trovava a dover prendere la decisione più difficile della sua vita
millenaria.
-Merita
una punizione e l’avrà. Loki…- l’interessato
trattenne il respiro, gli occhi febbricitanti fissi sull’uomo che aveva
chiamato padre e che poteva decidere di salvarlo o di sbarazzarsi di lui una
buona volta.
Per
un istante ci fu un muto dialogo tra lo sguardo del re e quello del traditore.
Loki
non poté impedirsi di supplicare suo padre. Odino non poté impedirsi di
ascoltare il grido di suo figlio.
-Loki appartiene alla
giustizia di Asgard- concluse Odino con voce stanca.
L’Altro
emise un basso ringhio di disapprovazione.
-E
sia. Se questa è la tua decisione per il momento la rispetterò. Ma bada, re di Asaehim, che ci sono modi per penetrare fisicamente nella
vostra realtà. Il mio signore troverà il modo di aprire un varco verso questi
mondi e allora vi pentirete di non aver assecondato la sua richiesta quando
potevate farlo-
Mentre
pronunciava questa minaccia il corpo del messaggero di Thanos
svaniva.
Diventava
sempre più trasparente e solo quando fu scomparso Thor capì che quella con cui
avevano parlato era una proiezione astrale.
******
Non
appena l’Altro se ne fu andato Loki avrebbe potuto svenire per il sollievo.
Era salvo.
Odino
non lo aveva consegnato al messaggero di Thanos. Per
il momento.
-E
adesso andiamo a noi. Loki-
Odino
scese le scale e si avvicinò a loro. Loki cercò di mantenere un atteggiamento
dignitoso.
Sapeva
di dovere ad Odino molto più di quanto avrebbe mai voluto ammettere, e quel
debito era la sua salvezza ed il suo tormento.
Un
altro vincolo che forse si sarebbe ritorto contro di lui.
-Loki, ci devi delle
spiegazioni. Questo è un frammento dell’energia del Tesseract.
Come te lo sei procurato?-
Odino
lo stava interrogando e Loki sapeva non essere nella posizione adatta per
tentare qualche trucco, così decise di rispondere la verità.
-Sì,
quello che tuo figlio tiene in mano è un residuo del cubo cosmico. L’ho
estratto dal corpo dell’umano che si chiama Erik Selvig-
-Da
Erik?!- Si intromise Thor –Loki, noi ti avevamo chiesto di aiutarlo!-
-E
l’ho fatto, di cosa ti lamenti? Solo che per aiutarlo era necessario rimuovere
l’energia che c’era dentro di lui-
-Ma
non era necessario tenertela!-
Loki
fece un smorfia infastidita. Essere ancora legato al martello di Thor lo
rendeva più irritabile e saccente del solito verso il fratello.
-Questo
è un dettaglio-
-Un’inviato di Thanos che minaccia Asgard per
colpa tua non lo è-
-Adesso
basta- Intervenne Odino -Non ha senso litigare dopo aver fatto un errore, e
meno ancora ne ha accusarsi a vicenda-
Si
avvicinò a loro e prese dalle mani di Thor la scatoletta con le rune incise.
La
aprì cautamente, forse per accertarsi che dentro ci fosse davvero il Tesseract, e poi la richiuse.
-Questo
verrà conservato nei sotterranei insieme al resto del cubo. Quanto a te, Loki,
non posso rischiare che tu scappi di nuovo e comprometta la tregua che è già
fragile tra noi e l’Antico dell’Universo. Lui non può attraversare facilmente i
confini della nostra realtà, e spero che farlo richieda troppo impegno e che si
convinca che non ne valga la pena per venire a prendere te. Non voglio sfidarlo
dandogli l’impressione che ti sto proteggendo, pertanto il tuo posto è in
cella, e stavolta mi assicurerò personalmente che tu ci resti abbastanza a
lungo perché il Titano si dimentichi di te e distolga la sua attenzione da
questi mondi. Avrai tempo per meditare su quanto sei stato sciocco e
sconsiderato quando hai accettato un’alleanza con un essere come lui-
Odino
aveva parlato con una voce sorprendentemente calma, che solo a tratti si
incrinava.
Questo
poteva solo voler dire che il padre degli dei era più furioso che mai, di una
rabbia che andava ben oltre le grida e le scenate.
E
da come il suo sguardo dardeggiava da lui a Thor, Loki poteva supporre di non
essere l’unico oggetto di quella rabbia.
In
effetti Thor era stato oltremodo ingenuo
a lasciarlo solo con Selvig e a non accorgersi
che nella sua casa c’era stato per ben tre giorni un pezzo di Tesseract.
Loki
si chiese cosa stesse aspettando Odino a dare una lezione anche a lui.
“Forse
non vuole rimproverare il suo prezioso figlio in mia presenza” concluse per
logica.
Al
di là di tutto però Loki doveva ammettere che gli era andata di lusso, perché
in effetti al momento una cella di Asgard sarebbe
stato per lui il posto più sicuro dove stare. Ben fuori dalla portata di Thanos.
Ma
perché dare ad Odino e Thor la soddisfazione di sapere che gli stavano facendo
un favore e che dipendeva dalla loro protezione?
-Io
non sono un vostro schiavo da imprigionare a piacimento! Non mi piegherò di
nuovo all’umiliazione di una cella, io, che sono stato re…-
Non
poté finire: Thor lo aveva colpito di nuovo per farlo tacere.
Aveva
ben altro di cui preoccuparsi che non i noiosi e complicati monologhi di suo
fratello!
*******
Le
fiaccole che illuminavano di arancione le mura di pietra. L’umidità che si condensava
sempre più fitta man mano che scendevano nei sotterranei.
L’ambiente
delle prigioni di Asgard non era disumano ma neanche
era il massimo dell’accoglienza.
Mentre
trasportava il corpo svenuto di suo fratello e scendeva nei sotterranei dietro
Odino, Thor non diceva una sola parola.
Si
rendeva conto si essersi comportato da stolto quando era così preoccupato dalle
condizioni di Erik da farsene accecare e non pensare alle possibili conseguenze
del chiedere aiuto a Loki.
Eppure
se lo sarebbe dovuto aspettare: Loki non faceva mai niente per niente, e lui
era stato un vero stupido a non controllarlo.
Era
anche colpa sua se Asgard era in pericolo, ne era
cosciente e se ne vergognava.
E
non vedeva l’ora che suo fratello si svegliasse per poter intavolare con lui un
sano confronto a suon di pugni.
Padre
era stato freddo e distaccato, e questo gli faceva supporre che fosse
arrabbiato e stesse aspettando il momento giusto per dare una lezione anche a
lui.
Thor
avrebbe preferito una lavata di capo di quelle epocali piuttosto che quel
silenzio carico di disapprovazione.
E
pensare che solo pochi giorni prima sembrava andare tutto così bene!
Arrivarono
alla cella più lontana e profonda delle segrete.
Senza
Frigga e considerato il pericolo a cui aveva deliberatamente esposto tutti
loro, Loki non poteva sperare nel trattamento di riguardo dell’ultima volta.
La
cella era piccola, con solo una branda.
Niente
mobili, niente divano e niente libri.
Odino
fece sparire la parete di energia toccandola con Grungnir
e fece cenno a Thor di portarlo dentro.
Lui
obbedì.
Prima
di liberarlo, legò una striscia di stoffa che ancora pendeva dai polsi di Loki
alla gamba della branda, per essere sicuro che non approfittasse dei pochi
secondi in cui era libero per sparire di nuovo, e solo allora sciolse la
cinghia di Mjollnir.
Ormai
Thor si aspettava di tutto da quella peste!
Il
suo sesto senso lo avvertì di un movimento anomalo alla sua destra, ma quando
si girò di scatto scoprì che stavolta non era colpa di Loki: era Mjollnir che era stato richiamato da Odino, che aveva anche
ripristinato la barriera di energia.
Lasciando
dentro la cella Thor, confuso e disarmato.
La
confusione però durò solo pochi secondi: Thor realizzò con orrore che Padre
aveva aspettato tanto a biasimare a parole il suo comportamento perché in
realtà aveva già deciso come punirlo.
E
la punizione era la peggiore che potesse immaginare per lui: umiliarlo
rinchiudendolo in una cella.
-Padre!
Padre, perché?!-
Picchiò
i pugni contro il muro ma questo resistette, anzi gli inviò una scarica
elettrica lungo le braccia che lo fece sobbalzare.
-Perché?!
Hai anche il coraggio di chiedermi perché, razza di sconsiderato? Tu avresti
dovuto controllarlo, ed invece gli hai lasciato libero accesso all’energia del Tesseract ed in più hai lasciato che guidasse fino a noi i
suoi nemici. Nemici che, se mai dovessero trovare il modo di penetrare in
questa realtà, metterebbero in pericolo tutti i mondi lungo il tronco di Yggdrasil. Avete creato una minaccia enorme per i nove
regni, lo avete fatto insieme e quindi adesso insieme sconterete la vostra
pena-
Thor
si scagliò di nuovo contro il muro, tremando di rabbia e di vergogna.
-Scontare
una pena? Insieme a lui? Mai! Padre… Padre, ti prego!
Posso rimediare al danno che ha fatto
Loki. Al danno che ho fatto io-
-Rimedierai
stando qui e riflettendo sulle responsabilità che deve prendersi un re in modo
da non ripetere gli stessi errori in futuro. Loki è troppo furbo, tu lo sei
troppo poco. Forse questa sarà la volta che vi correggerete a vicenda-
Odino
si voltò e lo lasciò solo nella cella in penombra, portandosi via Mjollnir e qualunque speranza di sfuggire a quella
punizione denigrante.
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Cantuccio
dell’Autore
Ta-dà… sorpresa! Un nuovo
capitolo a tempo di record. No, in realtà ho barato perché questo capitolo era
pronto già da un po’, ma tra donne-drago, Erik e Darcy
non trovavo il momento giusto per inserirlo.
Ve
lo avevo detto che cominciavano i guai, no? Visto che casino può partire da un
pezzettino di Tesseract?
Stavolta
le note sono veramente musicali:
1- “Ex lover’s lover” https://www.youtube.com/watch?v=cd52GTWtt_E
2- “Day of the dead” https://www.youtube.com/watch?v=giUzNIliJSk
3- “Serenade of flame” https://www.youtube.com/watch?v=a7paQY1JNLU
4-
Da quanto ho capito dai film,Thanos, i Chitauri e l’Altro,
sono in una dimensione diversa da quella dei Nove Regni (Infatti i Chitauri possono arrivare a New York solo dopo che Loki
attiva il portale) quindi non possono fisicamente andare e venire come invece
fa Thor con Bifrost.
5-
Il “plesso solare” è la bocca dello
stomaco, non un centro benessere dove si fanno le lampade abbronzanti.
6-
Per quanto riguarda il messaggero di Thanos, l’Altro (The Other) so
che è morto ne “I guardiani della galassia” ma non ci sono riferimenti
temporali precisi, quindi prendete per buona che qui era ancora vivo.
7-
L’Altro non sapevo come chiamarlo. Nei film
non viene mai chiamato per nome. In inglese è “The Other”
ma non mi sembrava che avesse senso dargli il nome in inglese, quindi alla fine
l’ho tradotto. Confido non vostro buon senso per non confonderlo con Hulk.
8-
“Tanto affanno per una cosa così piccola”
“Il signore degli anelli – La compagnia dell’anello”. Lo dice Boromir sulla montagna, quando sono partiti da poco da Gran
Burrone.
9-
Asaehim.
È sempre Asgard. Cioè, Asgard
è il nome della città degli Aesir (gli dei), mentre Asaehim è il nome del mondo in cui si trova Asgard. Si chiama anche Godheim,
cioè appunto “il mondo degli dei”.
10- Magari
sono cattiva, ma ho riso da matti mentre scrivevo di Loki che comincia a
parlare tutto serio e Thor che lo zittisce a sganassoni. Scusa, Loki…
11- Prima
o poi Loki porterà Darcy fuori a cena. Se sopravvivrà.
12- Odino
aspira ardentemente alla pensione, ma non può proprio lasciare Asgard in mano a Thor.
13- Odino
sta seriamente pensando di disconoscere entrambi quei disastri ambulanti che
sono i suoi figli. Per il momento se li è levati di torno rinchiudendoli. Eddai, che se lo sono meritato!
Grazie
per avere letto ^^
Makoto