Serie TV > Robin Hood (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: eugeal    05/06/2015    1 recensioni
Questa storia è uno spin-off di "A World that Will Not Turn to Ash" e si colloca dopo il finale, quindi leggetela solo dopo l'altra per non rischiare spoiler.
Guy è diventato il Guardiano Notturno al posto di Marian. Queste sono le sue avventure.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Guy riempì un altro secchio d'acqua dal pozzo e si sciacquò il viso prima di rimettersi al lavoro.
Mary era rimasta a osservare il suo cavallo per qualche minuto, poi si era finalmente decisa a tornare a casa, lo aveva salutato e si era allontanata, scomparendo tra i cespugli.
Gisborne sorrise tra sé, quella bambina gli aveva ricordato la sua omonima e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, gli aveva fatto piacere sentirle dire che non lo considerava “così cattivo”.
Forse l'incontro con quel gruppo di ragazzini gli aveva fatto perdere tempo, ma almeno era riuscito a distoglierlo dai pensieri deprimenti in cui si stava lasciando sprofondare.
Svuotò il secchio del cavallo e lo riempì con acqua fresca. Si stava chiedendo se avrebbe dovuto far muovere un po' l'animale prima di tornare a spalare via la cenere quando un sasso diretto alla sua testa lo mancò di pochi centimetri, colpendo l'albero alle sue spalle.
Guy alzò lo sguardo e vide gli abitanti di Knighton che avanzavano verso di lui con aria minacciosa.
Alcuni impugnavano i loro attrezzi agricoli come se fossero armi, mentre altri avevano in mano grosse pietre e sembravano pronti a tirarle verso di lui.
In un attimo, Guy staccò l'arco dalla sella del cavallo e incoccò una freccia, puntandola verso i contadini, ma quelle persone non si fermarono subito. Lo circondarono senza dire nulla e Guy capì che non gli avrebbero permesso di fuggire.
Arretrò fino a trovarsi con le spalle all'albero, continuando a tenerli sotto tiro.
- Cosa volete? - Gridò, cercando di nascondere l'inquietudine che provava.
Quella situazione gli ricordava fin troppo bene l'agguato che gli avevano teso nella foresta, con una folla di persone pronte a massacrarlo e Guy sentiva il panico che gli stringeva lo stomaco, ma sapeva di non potersi permettere di cedervi.
Ricordò a se stesso che quelli erano solo contadini e non assassini con lo scopo di ucciderlo. Se lo avessero visto debole lo avrebbero attaccato, ma se fosse riuscito a intimidirli forse non ne avrebbero avuto il coraggio.
Il primo a parlare fu un ragazzino che fino ad allora era rimasto nascosto dietro al padre: prendendo coraggio fece un passo avanti e puntò un dito verso Guy.
- Dov'è Mary? Cosa le avete fatto?!
Gisborne lo guardò, quello doveva essere il fratello della bambina.
- È andata via. E non le ho fatto niente. - Disse Guy, senza distogliere lo sguardo da lui.
Una donna si fece avanti con un grido disperato, indicando qualcosa a terra accanto ai piedi di Guy.
- Bugiardo! Quello è il fazzoletto di mia figlia ed è sporco di sangue! Assassino! L'hai uccisa! - Ululò la donna, poi si accasciò a terra e la folla rumoreggiò, furiosa.
Guy capì che cercare di parlare non sarebbe servito a nulla e tenne puntato l'arco contro di loro.
- State indietro! Non provate ad avvicinarvi!

Allan si voltò a guardare indietro sentendo il rumore degli zoccoli di un cavallo al galoppo e si stupì di vedere Robin Hood che lo seguiva, cercando di raggiungerlo.
Fece rallentare il proprio cavallo per permettere a Robin di raggiungerlo e si chiese cosa volesse da lui.
- Ciao Allan. - Disse Robin con un sorriso. - Stai andando a Knighton?
- Già. Dopo quello che è successo l'altro giorno, preferisco che Giz non resti solo troppo a lungo quando si trova da quelle parti.
- La situazione non è migliorata, eh?
- No, anzi è sempre peggio. Prima almeno poteva assumere gli operai per ricostruire la casa e la gente era un po' più bendisposta nei suoi confronti pur di guadagnare qualcosa.
- Sta lavorando a Knighton Hall da solo?
- Quando posso lo aiuto, ma Giz preferisce che io dia una mano a Marian e Sir Edward piuttosto che a lui.
Robin considerò l'idea di offrire aiuto a Gisborne per pagare gli operai, ma la scartò prima ancora di proporla: sapeva che per Guy era stato difficile costringersi ad accettare i soldi per le tasse e che avrebbe considerato umiliante anche solo ricevere quell'offerta.
Robin aveva deciso di recarsi a Knighton quella mattina proprio per quel motivo. Aveva il timore di aver offeso Gisborne forzandolo a prendere il denaro e voleva accertarsi che tra loro non ci fossero dissapori.
In più era preoccupato per Guy, aveva cercato di confortarlo dicendogli che la situazione con gli abitanti di Knighton sarebbe migliorata col tempo, ma, a sentire Allan, rischiava invece di degenerare da un momento all'altro.
Quando arrivarono a Knighton, le strade del villaggio erano deserte e Allan e Robin si scambiarono un'occhiata preoccupata. Solo una bambina si affacciò dalla porta di una casa sentendo arrivare i loro cavalli e Robin si rivolse a lei.
- Dove sono tutti?
Mary li guardò e scosse la testa.
- Quando sono tornata a casa non c'era nessuno. - Disse con le lacrime agli occhi. - Credevo che almeno Jack mi avrebbe aspettata dopo che i suoi amici mi hanno fatto mettere nei guai con Sir Guy...
Allan non aveva capito nulla del discorso della bambina, ma sentire il nome di Gisborne lo aveva preoccupato.
- Andiamo a Knighton Hall, subito.
Robin annuì e guardò la bambina. Non potevano lasciarla lì da sola, pensò e decise che sarebbe stato meglio portarla con loro finché non avessero scoperto dove erano tutti.

Guy vedeva tremare la punta della freccia puntata contro la folla rabbiosa e sapeva che era lui a essere scosso da brividi di puro terrore. Se non fosse successo qualcosa in fretta, quelle persone lo avrebbero linciato e non si sarebbero fermati ad ascoltare nessuna spiegazione o giustificazione: si erano convinti che lui avesse ucciso la bambina e nulla li avrebbe convinti del contrario.
Non osava muoversi perché sapeva che sarebbe bastato un nonnulla per far scattare la furia assassina di quella gente e sarebbe bastato che una sola di quelle persone iniziasse ad attaccare per scatenare tutti gli altri.
Vide uno dei contadini che tirava indietro il braccio per scagliargli una pietra e capì che per lui era finita.
Avrebbe potuto abbatterlo con la freccia, ma non sarebbe servito a nulla se non a macchiarlo di un'altro omicidio, gli altri avrebbero attaccato lo stesso.
L'uomo lanciò il sasso e Guy lasciò cadere l'arco per ripararsi il viso con le braccia.
La pietra lo colpì alla spalla strappandogli un gemito di dolore, ma quello era solo l'inizio, pensò Guy con orrore. Chiuse gli occhi e cadde in ginocchio, rannicchiandosi contro il tronco dell'albero per cercare di ripararsi e sperò che finisse tutto presto.
Sentì un altro sasso colpirlo su una gamba, ma non ne seguirono altri e Guy si azzardò a guardarsi intorno solo quando sentì la voce di Robin Hood.
- Ma siete impazziti tutti?! - Gridò il fuorilegge, piazzandosi davanti a Gisborne con l'arco teso e Guy vide che alcune frecce erano già conficcate a terra a pochi centimetri dai piedi dei contadini.
- Ha ucciso mia figlia! - Gridò un uomo, facendosi avanti senza curarsi della freccia di Robin puntata contro di lui. - Nemmeno voi potrete impedirmi di dargli ciò che si merita!
- Quale figlia? Forse quella? - Robin indicò Mary, in piedi accanto al suo cavallo, qualche decina di metri più in là.
La gente di Knighton si voltò in blocco a guardare la bambina che avevano dato per perduta e Allan ne approfittò per raggiungere Gisborne e aiutarlo a rialzarsi. Guy si appoggiò pesantemente a lui e Allan lo aiutò a zoppicare fino al cavallo e a salire in sella, poi montò dietro di lui, temendo che fosse tanto ferito da non riuscire a cavalcare da solo.
La madre di Mary corse incontro alla figlia e la strinse singhiozzando. Robin la lasciò fare per un po', poi la prese per un braccio e gentilmente, ma con fermezza la costrinse a farsi da parte.
- Cosa credevate di fare? - Chiese Robin, duramente e per un po' nessuno osò rispondere, finché uno dei contadini si azzardò a parlare.
- Jack ha detto che Gisborne voleva ammazzare la bambina. E quando siamo arrivati lei non c'era, ma abbiamo trovato il suo fazzoletto sporco di sangue... Come potevamo saperlo?
- E come potevate esserne certi? Eppure eravate disposti a uccidere un uomo innocente senza neppure un giusto processo... Dovreste vergognarvi!
- Non è un uomo innocente, è Gisborne! - Disse una donna, sputando a terra in segno di disprezzo.
Robin guardò la bambina.
- Mary, Guy di Gisborne ti ha fatto del male?
- No. Anzi è stato gentile. Ha detto che non avrebbe ucciso Jack anche se lui lo ha colpito con la fionda. Il sangue sul fazzoletto è di Sir Guy.
Robin li guardò, severo
- Pensate bene a quello che stavate per fare. Ora fateci passare.
Gli abitanti di Knighton si fecero da parte, tenendo gli occhi bassi e Robin rivolse uno sguardo ad Allan perché facesse muovere il cavallo per portare Gisborne via da lì, ma Guy afferrò le redini e le tirò.
- No. - Disse e Robin si voltò a guardarlo. La voce di Guy tremava per la tensione, ma la sua espressione era dura. - Sono loro che devono andarsene. Questa è la mia casa, non permetterò a nessuno di cacciarmi via.
Robin fissò la gente radunata.
- Lo avete sentito, no? Tornate al villaggio. - Ordinò e uno alla volta i contadini obbedirono, allontanandosi da Knighton Hall.

Guy mosse una mano per allontanare dal viso quello che sembrava essere uno straccio bagnato.
- Ti senti meglio, Giz?
Gisborne aprì gli occhi e si trovò a fissare il volto preoccupato di Allan.
- Cosa è successo?
- Sei svenuto. - Disse Robin. - Se Allan non fosse stato svelto a sorreggerti saresti caduto da cavallo.
- Sono andati via? - Chiese Guy, cercando di alzarsi per guardarsi intorno, ma Robin gli mise una mano sulla spalla per impedirglielo.
- Resta giù per qualche minuto. - Suggerì. - E sì, sono tornati al villaggio.
- Credi ancora che possano accettarmi come loro signore? - Chiese Guy, stancamente, rivolgendosi a Robin.
- Mi dispiace.
- Volevano uccidermi. Lo avrebbero fatto se non foste arrivati. - Gisborne rabbrividì e Allan gli rinfrescò di nuovo il viso con il fazzoletto bagnato.
- Torniamo a Locksley, Giz. Se non ce la fai a cavalcare, posso andare a prendere il carro, non ci metterò molto.
- No.
- Gisborne, non puoi pensare di rimetterti a lavorare, ora. Ti hanno colpito e hai subito un forte trauma, dovresti riposare.
- Sono solo un paio di lividi. E se è proprio necessario posso riposare anche qui. Se tornassi a Locksley ora, Marian chiederebbe spiegazioni e non voglio che sappia cosa è successo.
- Giz...
- Lasciatemi stare. Per favore.
Guy incrociò le braccia dietro la testa e rimase steso sull'erba a fissare le nuvole che si inseguivano nel cielo azzurro, senza dire altro.
Robin e Allan si scambiarono uno sguardo preoccupato, poi lo imitarono, stendendosi anche loro sul prato.
Forse Gisborne non aveva voglia di parlare, ma non lo avrebbero lasciato solo.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Robin Hood (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: eugeal