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Autore: malandrina4ever    05/06/2015    3 recensioni
I think I'm drowning
asphyxiated
I wanna break the spell
that you've created
You're something beautiful
a contradiction
I wanna play the game
I want the friction

[...] Sirius ghigna e il biancore dei denti è quasi abbagliante nel buio, la smorfia ferina di un amore impossibile che ringhia piano nella testa di James da sei anni, in ogni momento, che lo attanaglia e attacca forte nel silenzio, serrando le zanne alla sua gola e togliendogli il respiro.
E James ha voglia di urlare ogni volta che incrocia gli occhi di Sirius.
[...] Our time is running out
and our time is running out
you can't push it underground
we can't stop it screaming out

[...] James sta di nuovo guardando Sirius in quel modo.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CAPITOLO 8.

 

 

 

 



Quando la bottiglia si ferma su Lily, il gruppetto viene percorso da fischi e risate, ma il modo in cui gli occhi di tutti si soffermano almeno per un secondo, quasi per caso, su James, ha un che di teso e palpabile.
James lo sa il perché, naturalmente, come anche Lily: ha sempre cercato di dare un tono giocoso e quasi denigratorio ai suoi inviti alla ragazza, che è poi il motivo principale per cui lei continua a rifiutarli – anche se lui questo non lo sa - , ma non è servito a molto: Grifondoro ha appena vinto la prima partita a Quidditch dell’anno, i ragazzi del sesto sono tutti nel dormitorio dei Malandrini a festeggiare tra Burrobirre e Firewhiskey e non c’è una sola persona in quella stanza che non abbia notato quanto forte sia la cotta di James Potter per Lily Evans.

Ed è solo un bacio a stampo, davvero, che in fondo nessuno in quella stanza è così Grifondoro da essersi ribellato alla regola in favore di qualcosa di più spinto, ma tutti continuano a lanciargli occhiate a metà tra il preoccupato e il divertito, perché a girare la bottiglia è stato Sirius ed ora James deve guardare il suo migliore amico baciare la ragazza per cui ha una cotta.

Lily è più bella del solito quella sera, le ciocche sanguigne che le sfuggono dalla coda sfatta e gli occhi verdissimi appena un po’ lucidi sopra le guance accaldate. I primi due bottoni della camicetta slacciati hanno un effetto quasi magnetico sullo sguardo un po’ perso di James, che per tutta la sera, bicchiere dopo bicchiere, non ha fatto che cadere da quelle parti sempre più spesso.

Lei non sostiene più di odiarlo, a differenza dell’anno scorso, ma è ancora lontana dal prendere anche solo in considerazione i suoi inviti. Eppure mentre si porta silenziosamente al centro del cerchio gli lancia un’occhiata veloce, e forse James ha bevuto troppo, ma giurerebbe che c’erano delle scuse da qualche parte in quello sguardo. Poi gli occhi verdi di lei si spostano alla sinistra di James, in attesa, e così fa lui.

Si aspetta di trovare già lo sguardo di Sirius fisso su di sé quando si volta, ma non è così. Sirius si dilunga su un punto imprecisato della stanza per qualche secondo di troppo, prima di voltarsi quasi distrattamente verso James. Non è uno sguardo rassicurante, o di scuse e nemmeno minimamente a disagio, come ci si aspetterebbe da uno che guarda il proprio migliore amico prima di baciarne la cotta storica. Non c’è nulla di tutto questo negli occhi di Sirius e sul suo volto continua ad aleggiare un’espressione indecifrabile, in cui James riesce a riconoscere forse una traccia di scherno nella piega appena accennata delle labbra, un lampo fulmineo di sfida prima che il suo amico gattoni sicuro verso il centro del cerchio, dandogli le spalle, la B argentata dei Black che gli ciondola dal collo tra i bottoni aperti della camicia candida, che lasciano aperto un vasto scorcio sulla pelle ancora più bianca che c’è sotto. James segue ogni movimento come ipnotizzato, dai pantaloni scuri che si tendono quando Sirius si mette inginocchio al braccio che si solleva piano, le dita lunghe  che si infilano tra i capelli di lei e spingono decise la nuca di Lily in avanti, contro le sue labbra.

C’è qualcosa nel modo in cui Sirius si è mosso, nel modo in cui lo ha guardato, che fa sì che James si stupisca quando lui non cerca di fare nulla di più di quello, le sua labbra premute su quelle di lei per qualche secondo appena, un lieve incurvamento, come a trattenerle per qualche secondo e poi sono di nuovo lontani come lo sono sempre stati.

James riusciva già a vedere la lingua di Sirius infrangere la barriera di carne umida e farsi spazio nella bocca di lei, o soffermarsi almeno ad accarezzarne l’entrata per il puro gusto di farlo, ma non è la sua immaginazione quella che gli mozza il fiato in gola. Sono i capelli rossi di lei che sfiorano la mascella dura di lui, solleticandola appena quando si allontanano. È il modo in cui le ciocche sanguigne si confondono per un attimo con quelle corvine quando si chinano l’uno sull’altro. È qualcosa di indefinito che accende in James l’istinto forte di distogliere lo sguardo e allo stesso tempo lo costringe a non staccare gli occhi dalla scena fino all’ultimo secondo.

Quando si allontanano, James ha la sensazione che l’universo abbia perso il suo ordine logico e vorrebbe gridare contro Frank per aver proposto quello stupido gioco babbano e Remus per non aver insistito abbastanza a lungo su quanto fosse un’idea stupida, poi sia Sirius che Lily rivolgono improvvisamente gli occhi a lui, come dimentichi dell’esistenza l’uno dell’altra, e James sente distintamente il sollievo che lo pervade insieme a un’ansia nuova, che stringe silenziosa ma ferrea la sua morsa attorno alle viscere, perché non è sicuro di quali occhi agognasse di più su di sé.  




 

Lo capisce anni dopo James.

Ha appena detto sì e Lily è splendida e raggiante nel suo abito da sposa, il sorriso dolce che lo ha catturato sin da subito e i capelli fiammeggianti oltre il bianco acceso del velo. Ha appena detto sì ed ora può baciare la sposa, ma lui resta immobile per un istante, spostando perso lo sguardo da lei, solo per un secondo e la sente ridere, sente le risate pazienti degli invitati che riecheggiano per la navata e non capisce che è per via del modo in cui ha spostato smarrito lo sguardo sul suo testimone, come a chiedere il permesso e cercare una qualche guida nell’emozione del momento. Il fatto è, James non ha l’aria persa perché è sopraffatto dalla felicità: è il pessimo tempismo di un ricordo che sembra appartenere a una vita prima, che è riaffiorato in quell’esatto momento a coprire il viso luminoso di sua moglie. È il modo in cui la risata di lei svanisce insieme a tutti gli altri rumori in un silenzio che esiste solo nella testa di James, solo negli occhi grigi di Sirius, che è il luogo dove è sempre esistito il mondo intero. Se ne sta lì al suo fianco, come sempre, perfetto nel suo smoking nerissimo che fa sfigurare James e chiunque altro in quella chiesa e le risate di tutti gli invitati muoiono nel grigio vivo dei suoi occhi, lucenti come stelle tra le ciocche scure della notte.

È solo un attimo e quando James si volta di nuovo verso sua moglie e la bacia, Lily non ha ancora smesso di ridere, proprio come gli invitati che si lasciano andare a fischi e applausi. È un attimo, ma ora James la sa la risposta, che per un istante infinito tutte le risate si sono spente negli occhi di Sirius fissi su di lui e ne è rimasta solo una, graffiante e simile a un latrato, così forte e penetrante da fargli male alle orecchie, anche se le labbra di Sirius sono immobili. È il modo in cui James continua a sentire Sirius ridere anche dopo, quando la bacia, e dopo ancora, quando sono da soli e i capelli di lei si confondono con la federa color sangue del cuscino, e James vorrebbe solo che Sirius la piantasse di ridere, almeno per un attimo, almeno mentre ha tra i denti e sotto la lingua la pelle bianca di lei.

Ma Sirius non ha mai dato retta a nessuno e continua a ridere forte e James la sa la risposta ora e la odia, perché non era lei, dannazione, non era di lei che era geloso.

 





Sono rimasti soli ora.

Il respiro profondo di Remus si sente appena dalle tende chiuse del suo baldacchino mentre Peter si è addormentato con la schiena contro il muro e una Burrobirra mezza vuota ancora in mano, la schiuma che sporge da un lato e gli sfiora la lana del maglione ad ogni respiro. Tutti gli altri se ne sono andati da un tempo indefinito, lasciando la stanza nello sfacelo più totale. 

La bottiglia è ancora per terra e continua a girare sotto le dita distratte di Sirius.

James,il viso accaldato e la pelle nuda della schiena contro la parete fresca, ha la gola secca e le labbra intorpidite, ma non si alza per prendere dell’acqua. Resta lì, la nuca abbandonata contro il muro e il silenzio sulle labbra. Si sforza di non fare caso all’insistenza con cui Sirius, gli occhi grigi fissi nei suoi, continua a bloccare di scatto la bottiglia in modo che indichi James. 



 

 


   
 
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