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Autore: eugeal    05/06/2015    1 recensioni
Questa storia è uno spin-off di "A World that Will Not Turn to Ash" e si colloca dopo il finale, quindi leggetela solo dopo l'altra per non rischiare spoiler.
Guy è diventato il Guardiano Notturno al posto di Marian. Queste sono le sue avventure.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Marian spinse appena la porta della stanza di Guy e sporse la testa al suo interno. Lo aveva sentito agitarsi nel sonno come non succedeva da parecchio tempo e si era svegliata, preoccupata per lui.
- No! Lasciatemi stare! - Gridò Guy e Marian avrebbe voluto correre da lui per svegliarlo, ma si costrinse a restare a distanza, non sapendo come avrebbe potuto reagire.
Aveva sbagliato una volta e Guy aveva sofferto per le sue azioni avventate e non voleva ripetere quell'errore. Rimase a distanza di sicurezza dal letto e lo chiamò ad alta voce, ma in tono tranquillo.
- Guy! Ora svegliati, è solo un sogno!
Gisborne aprì gli occhi e la cercò con lo sguardo e solo allora Marian si avvicinò a lui e sedette sul bordo del letto.
- Ancora gli incubi? - Chiese, spostandogli dal viso una ciocca di capelli e Guy annuì.
Marian lo abbracciò in silenzio e Guy le affondò il viso sulla spalla con un sospiro.
La ragazza chiuse gli occhi e lo strinse più forte, commossa dall'abbandono fiducioso con cui Guy le permetteva di confortarlo. Sapeva che non si sarebbe mostrato tanto vulnerabile di fronte a nessun altro e quella consapevolezza le riempiva il cuore di calore. Gli accarezzò i capelli piano, sfiorandoli ogni tanto con un bacio leggero.
Come ho potuto essere tanto in collera con lui?
Allontanò in fretta il ricordo della sua gelosia di qualche giorno prima, imponendosi di non pensare a quell'episodio.
- Era da tanto che non succedeva. - Sussurrò. - Hai sognato l'imboscata nella foresta? Sembrava che qualcuno volesse farti del male...
Guy annuì anche se non era vero. Aveva sognato gli abitanti di Knighton che volevano ucciderlo, ma quello non poteva raccontarlo a Marian.
La ragazza si staccò appena da lui per guardarlo in faccia.
- Sei al sicuro qui, i sogni non possono ferirti.
- Resta. - Guy la implorò con lo sguardo. - Ti prego, stanotte resta qui con me.
Marian non disse nulla e si rifugiò tra le sue braccia, appoggiandogli la testa sul petto.
Rimase stretta a lui in silenzio, ascoltando il suo respiro che rallentava mentre Guy tornava ad addormentarsi e sorrise tra sé. Se la gente avesse potuto vederla avrebbe gridato allo scandalo, ma Marian sapeva benissimo che quella situazione non avrebbe potuto essere più innocente e che tra le braccia di Guy lei poteva stare tranquilla: per lei quello era il posto più sicuro del mondo.

Robin tese l'arco e stava per scagliare la freccia attraverso la finestra della camera di Gisborne, quando notò un movimento all'interno della stanza e scorse Marian che si affacciava per guardare fuori.
Il fuorilegge si nascose dietro a un lenzuolo steso ad asciugare e fu punto da una piccola fitta di gelosia nel notare che la ragazza era nella camera da letto di Gisborne e indossava la camicia da notte.
Scosse la testa e scacciò quel sentimento inopportuno, ormai si era rassegnato ad aver perso l'amore della ragazza e quello che succedeva tra lei e Guy non lo riguardava in alcun modo. E in ogni caso sapeva che Gisborne non si sarebbe approfittato di lei prima di averla sposata, ormai lo conosceva abbastanza da poterne essere certo.
Mise via arco e frecce, se Marian era già sveglia ed era con lui, di certo Robin non poteva contattare Guy nel solito modo, perciò decise di cercare Allan, invece.
Cercò la stanza del giovane e scavalcò il davanzale della finestra, facendo sussultare Allan che era voltato di schiena e stava finendo di vestirsi.
- Che ci fai qui? - Sussurrò.
- Djaq mi ha dato qualcosa per Gisborne, quelle pietre devono avergli fatto parecchio male. Allan alzò un sopracciglio.
- Djaq, eh? Ammetti che sei tu a essere preoccupato per lui. Comunque sì, ha dei lividi piuttosto grossi, ma nulla di grave. Non sono le sue condizioni fisiche a farmi stare in ansia.
- Ha detto qualcosa quando siete tornati a Locksley?
- Non una sola parola. È rimasto in un silenzio di tomba per tutta la strada, poi, una volta arrivati a casa, davanti a Marian e Sir Edward si è comportato come se niente fosse. Ma fingeva, ne sono certo, so che quello che è successo lo ha ferito profondamente. - Allan sospirò. - Aspetta qui, vado ad avvisarlo che sei arrivato.
Allan tornò qualche minuto dopo, agitato.
- Non c'è! E nemmeno il suo cavallo! Marian ha detto che quando lei si è svegliata, Guy era già uscito...

Gli abitanti di Knighton si pietrificarono nel sentire il rumore degli zoccoli di un cavallo lungo la strada e rimasero immobili a guardare Guy di Gisborne che attraversava il villaggio come tutte le altre mattine.
Dopo quello che era successo il giorno prima erano convinti che non si sarebbe fatto più vedere o che sarebbe giunto insieme a guardie e soldati per mettere a ferro e fuoco il villaggio, ma nessuno di loro si sarebbe aspettato di vederlo arrivare da solo.
Gisborne passò attraverso il villaggio senza fretta, come se non avesse avuto nulla da temere dai suoi abitanti. L'unica differenza con i giorni precedenti era che stavolta il cavaliere non sembrava avere la minima intenzione di dare ordini o consigli ai contadini, ma li ignorava completamente, come se non esistessero nemmeno.
Un uomo più intraprendente degli altri fece un passo avanti per gettare una manciata di fango contro il cavaliere nero, ma Guy gli rivolse uno sguardo talmente carico di disgusto e di disprezzo che il contadino abbassò allo stesso tempo occhi e mano e non si azzardò a fare nulla.
Guy lo superò senza rivolgergli una seconda occhiata e si diresse verso Knighton Hall.
Una volta arrivato smontò da cavallo, legò l'animale al solito posto, lasciò arco e spada a portata di mano in modo da essere pronto a impugnarli se qualcuno avesse cercato di avvicinarsi a lui, poi prese la pala e ricominciò a sgomberare il terreno.
Attraversare il villaggio dopo quello che avevano tentato di fargli il giorno precedente era stata un'esperienza spaventosa, ma Guy non era più disposto a lasciarsi intimidire. Li odiava tutti e li disprezzava dal profondo del proprio cuore e non avrebbe permesso a nessuno di loro di ostacolare il suo lavoro.

- Nemmeno lui può essere così matto. - Disse Allan, spronando il cavallo per farlo andare più veloce.
- Non ne sarei così sicuro. - Commentò Robin, con un mezzo sorriso. - Pensa alla sua prima volta come Guardiano Notturno.
- Ok, lo è, ma non ha senso, perché dovrebbe voler tornare a Knighton da solo dopo quello che ha rischiato?
- Quando Marian lo ha lasciato all'altare, ha bruciato Knighton Hall.
- Credi che voglia vendicarsi?! - Allan scosse la testa. - No, Giz non lo farebbe. Non più, è cambiato e credevo che ormai lo avessi capito anche tu. Guarda cosa sta facendo per rimediare a quell'incendio!
- Non lo farebbe a mente fredda. Credi che sia abbastanza lucido per ragionare con calma, ora? Hai visto anche tu quanto era sconvolto ieri.
Robin colpì coi talloni i fianchi del cavallo per incitarlo.
Sapeva per esperienza personale quanto potesse essere facile lasciarsi trasportare dalla furia vendicativa. L'anno precedente, quando aveva creduto che Marian fosse morta per la pugnalata di Gisborne, Robin aveva massacrato i soldati dello sceriffo, assetato di sangue e di vendetta.
In seguito si era pentito di aver ceduto a quella rabbia oscura e ora voleva impedire a Guy di fare qualsiasi cosa di cui poi si sarebbe potuto pentire amaramente in futuro.
- Robin! Robin! - La voce di Much lo chiamò e Robin vide l'amico che gli veniva incontro, cavalcando a rotta di collo. -Robin, devi venire subito, li stanno massacrando!
Robin impallidì: possibile che Gisborne avesse perso la testa a tal punto? Poi si rese conto che Much era arrivato dall'altra strada del bivio, quella che proveniva da Clun.
Robin e Allan arrestarono i cavalli per parlare con Much.
- Chi sta massacrando chi?
- Banditi... - Ansimò Much. - Stanno razziando il villaggio e uccidono chiunque provi a ribellarsi! Robin, serve il tuo intervento!
Robin lanciò uno sguardo preoccupato ad Allan e l'altro annuì.
- Vai pure, penso io a Giz.

Mary era seduta sulla soglia di casa e sentì lo sguardo del fratello fisso su di lei, ma girò la testa, ignorandolo. Era ancora arrabbiata con Jack per quello che era successo il giorno prima e non aveva intenzione di perdonarlo tanto presto.
- Ehi, scusa, davvero. - Disse Jack, avvicinandosi a lei, ma senza sedersi. La sera prima il padre lo aveva punito duramente per aver scatenato il panico e per aver messo in pericolo tutti loro e per un bel po' Jack avrebbe preferito restare in piedi.
Mary continuò a ignorarlo.
- Andiamo, se mi perdoni ti farò un regalo. Una bambola nuova!
- Bugiardo. Non avresti i soldi per comprarla e poi da te non voglio nulla.
- Posso intagliarla nel legno, sai che sono bravo.
- Per colpa tua stavano per uccidere Sir Guy.
Jack la guardò.
- Perché ti importa così tanto? A sentire quello che dicono di lui, si sarebbe comunque meritato di morire...
- Ma li hai visti? Sembravano tutti impazziti! Anche mamma e papà, anche tu! Vi guardavo e non mi sembravate più voi! - Gli occhi di Mary si riempirono di lacrime e la sua voce tremò, prossima al pianto. Jack fece un sospiro e si lasciò sfuggire un singhiozzo.
- Credevo che ti avesse uccisa! Sei una rompiscatole, ma se qualcuno dovesse farti del male vorrei solo vederlo morto! - Disse Jack, poi scoppiò a piangere anche lui insieme alla sorella.
Per un po' singhiozzarono tutti e due, poi Mary lo guardò, decisa.
- E va bene, ma se vuoi che ti perdoni devi chiedergli scusa.
- A chi?
- A Sir Guy.
- Sei diventata matta?
Mary incrociò le braccia, ostinatamente e Jack sospirò, poi entrambi i bambini alzarono lo sguardo nel sentire il rumore degli zoccoli di molti cavalli al galoppo.

Guy sentì un fruscio alle sue spalle e in un attimo lasciò cadere la pala per impugnare la spada.
- Andate via! - Gridò, voltandosi di scatto. - Non azzardatevi ad avvicinarvi!
Si rilassò appena nel vedere spuntare tra i cespugli il viso della bambina, Mary, seguita dal fratello, ma Guy si rivolse duramente a entrambi.
- Non vi è bastato quello che è successo ieri? Tornate al villaggio e non fatevi più vedere!
Invece di obbedirgli, Mary gli corse incontro singhiozzando di terrore e si aggrappò a lui, mentre il fratello rimase immobile nel punto in cui si trovava, tremante e pallido come un morto.
Guy lasciò cadere la spada per evitare che la bambina potesse ferirsi e cercò di staccarla da lui, ma Mary si era aggrappata alla sua giacca con la forza della disperazione e continuava a singhiozzare istericamente.
- Cosa è successo? - Chiese Guy, guardando prima Mary e poi il fratello, ma la bambina era troppo sconvolta per parlare, mentre Jack lo fissava senza dire nulla, come paralizzato.
Guy notò che il ragazzino aveva il viso e i vestiti spruzzati di sangue e si chiese se fosse ferito, ma Mary, aggrappata a lui, gli impediva di muoversi per andare a controllare.
Si chinò per prenderla in braccio e la bambina gli mise le braccia al collo, continuando a piangere.
Guy si avvicinò al fratello.
- Cosa è successo? - Ripeté in tono più gentile, allungando una mano per toccarlo sulla spalla.
Il ragazzino non sembrava essere ferito e anche Mary sembrava illesa, ma il sangue doveva provenire da qualche parte.
Jack sussultò al tocco di Guy, ma il terrore che lo aveva paralizzato si spezzò e anche Jack iniziò a piangere.
- Li stanno uccidendo!
- Chi? Chi è stato ucciso?
- Sono arrivati degli uomini a cavallo... - Singhiozzò Jack. - Hanno attaccato il villaggio, e uccidono la gente! Non sapevo cosa fare e Mary è scappata da questa parte. Non volevo fuggire, ma non potevo lasciarla sola!
Guy lo guardò.
- Avete fatto la cosa giusta. Ora ascoltami, è importante: sai cavalcare?
Jack annuì e Gisborne gli fece cenno di salire in sella, poi si staccò dal collo le braccia della bambina e la mise seduta davanti al fratello.
- Andate da quella parte e prendete il sentiero che passa attraverso il bosco, più avanti si unisce di nuovo alla strada principale. Se sarà possibile, chiedete aiuto, ma non dovete correre rischi. Se qualcuno dovesse cercare di attaccarvi, fuggite.
Jack annuì, serio e Mary si sforzò di calmarsi abbastanza da riuscire a parlare. Lo fissò, terrorizzata e lacrimosa, tirando su col naso.
- Voi cosa farete, Sir Guy? - Balbettò.
Guy si chinò a raccogliere da terra la spada e l'arco, poi tornò a guardare i due bambini.
- Io sono il signore di Knighton. - Disse con aria fiera. - Difenderò le mie terre.

   
 
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