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Autore: Roberto_Yoda    08/01/2009    1 recensioni
Un ultimo addio tra vittima e carnefice. Nei capitoli successivi a quelli della vicenda di Hitomiko, Naraku riceve una visita da un fantasma del passato, rivive eventi da tempo trascorsi ...
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kikyo, Naraku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ripensare a quella prima lotta gli dà sempre soddisfazione

Ripensare a quella prima lotta gli dà sempre soddisfazione.

Certo, per molti anni gli era parso di avere pagato molto a quella vittoria. La Shikon no Tama distrutta. Invece …

 

Naraku prende il negro gioiello dalla manica del vestito. Lo fissa. Un solo piccolo punto di luce che presto svanirà. Un solo piccolo frammento nella schiena del giovane taijiya, che presto avrà.

Dunque, tutti i tuoi sforzi sono stati vani, Kikyou. Infine, ti ho sconfitta.

 

Contemplando il gioiello, lascia scorrere i pensieri. Ora che l’ha uccisa, l’ha battuta e presto trionferà del tutto, prova soddisfazione nel contemplare ciascuna delle battaglie tra lui e la miko, perfino quelle che avevano visto la donna apparentemente trionfare. Certo, perché no? Si conosce bene; e per quanto contorto e bugiardo possa essere nei confronti di chiunque altro, è sempre sincero con se stesso. Il proprio valore si misura sulla grandezza dell’avversario con cui ci si cimenta. Le sconfitte che ha inflitto a Inuyasha e ai suoi compagni, sono poca cosa rispetto al trionfo che può assaporare pensando ora a lei, la sua nemesi, la più temuta e la più odiata.

 

Sotto un certo aspetto, ci assomigliavamo più di quanto io stesso credessi, Kikyou. Due facce della stessa moneta. Fu Okuninushi a permettermi di capirlo.

 

Per questo, per quanto l’abbia odiata e ancora la odi, per quanto possa esultare sapendo che è morta, una parte di lui si sente come orfana della possibilità di affrontarla, un’ultima volta.

 

E questo punto di luce. Ancora, quella sensazione sgradevole che torna prepotente. C’è qualcosa che non va.

 

Come ha potuto pensare che sarebbe caduto in una trappola così … scoperta, banale?

Ha forse creduto che avrebbe avventatamente ricongiunto la Shikon no Tama, lasciandosi scioccamente purificare a morte?

O pensava che gli sarebbe stato impossibile trovare uno stratagemma per superare quest’ultimo ostacolo?

Che, nel momento dell’agonia che precede la morte, Kikyou abbia perduto quella magnifica lucidità che l’ha sempre contraddistinta?

Naraku è scosso da un brivido di delusione; quel punto di luce presto sarà solo un ricordo.

 

E perché allora un sussurro interiore, insiste a ripetergli che sta ignorando qualcosa di fondamentale, di così essenziale che potrebbe determinare, in molti modi, la sua stessa sorte?

 

Assai più che seccato, ora, avanza di alcuni passi nella caverna in penombra. Il suo corpo è di nuovo intatto dopo lo sciagurato contrattempo. Ricorda perfettamente quel che è accaduto, istante per istante. La freccia della ragazzina, Kagome, passa attraverso il corpo della miko, Hitomiko, mandando a pezzi sia lui che il suo piano per sbarazzarsi di lei.

 

E questo non è che l’ultimo di una intollerabile serie di scacchi.

 

C’è …

 

… qualcosa che non va, Naraku?

 

Naraku si pietrifica per un solo istante, poi gira sui tacchi, più rapido di un gatto. Una voce femminile, al tempo stesso uniforme e melodiosa, pacata e beffarda. Non c’è nessuno in questa caverna. Chiunque fosse, ne avvertirebbe la presenza.

 

E certamente non lei; oh no, lei no!

 

Che cosa ti turba, Naraku? Cosa ti impedisce di godere dei tuoi trionfi quanto vorresti? Cosa c’è che non va … mio assassino?

 

Questa è follia. Naraku avverte una sensazione aliena simile a una vertigine, ma molto più violenta, come se fosse stato brutalmente staccato da se stesso e, galleggiando per aria, potesse guardarsi dall’esterno. Poi, rinserra la volontà.

 

Non temere, Naraku; non sono la voce della tua coscienza improvvisamente impazzita. Tu non ne possiedi una, perciò non puoi udirla. No. Sono qui. Sono reale.

 

Naraku scandaglia con lo sguardo ombre che per lui non sono tali. Non c’è nessuno, come lui già sapeva.

 

“Fantasma o illusione dei Kami. Non so cosa tu sia o per quale ragione adesso odo la tua voce. Ma non pensare di potermi intimorire, Kikyou. Ormai non puoi più nulla contro di me. Ti ho uccisa, e questa è una realtà che, stavolta, non può essere cambiata.

 

Come già ti dissi settimane fa – ma tu allora non potesti udirmi – che io abbia perso o meno, Naraku, questo lo vedremo quando la morte verrà a reclamarti.

Ma oggi non sono qui per minacciarti, né maledirti, mio assassino. Ha importanza che sia davvero qui oppure no?

Ha importanza la ragione che mi consente di farmi ascoltare da te un’ultima volta? Che sia la volontà dei Kami piuttosto che il desiderio da te appena sussurrato, oppure il mio bisogno di dirti addio, che cosa cambia? Io posso aiutarti a vedere ciò che ti tormenta e non ti dà pace. Se è davvero questo quello che vuoi, mio assassino.

 

La bocca di Naraku si torce in un ringhio. Poi, ride sommessamente.

 

“Mostrati, dunque, ostinato fantasma, e dimmi – hai intenzione di apparire anche al tuo amato Inuyasha, oppure io solo ho il privilegio di poterti vedere prima che abbandoni per sempre questo mondo, Kikyou?”

 

Io e Inuyasha ci siamo detti tutto quel che era necessario, Naraku. Lui non ha più bisogno di me.

                         

Naraku vede uno scintillio in fondo alla caverna, come se dal nulla una luce si stesse coagulando.

 

Eccola! Non voleva crederci, e invece. Indossa la Chihaya, come sempre. Il suo viso, pallido ovale, bello e distante come la luna, è incorniciato dai capelli sciolti, neri come un cielo notturno che nessuna luna può rischiarare.

E i suoi occhi sono fondi e penetranti e malinconici, ma limpidi. Per quanto intensamente vi cerchi il dolore che ben conosce, non ve n’è apparente traccia.

Ma il suo corpo luminoso è trasparente. Può vedere facilmente, attraverso di esso, la scabra parete di roccia.

 

“Oh, Kikyou. Mia nemesi, è proprio vero, dunque. Neppure questa volta la morte riesce a liberarti di ciò che sei stata? Non sei in grado di apparirmi con una veste diversa da quella di miko?”

 

Così Naraku scoppia a ridere di gusto, mentre Kikyou lo fissa senza un mormorio o un movimento. In un solo momento, spegne la sua risata, tornando serio.

 

“Sei di nuovo prigioniera di Okuninushi, mia nemesi? E’ lui che ti manda? E’, questo, un nuovo tormento che ha congegnato per torturarti?”

 

L’ha forse vista sussultare? E’ forse stupore quel che scorge nel suo sguardo? Sì. Fantasma o qualunque cosa sia, ora si è imbattuta in qualcosa di imprevisto. Naraku prova un brivido mentre, ancora una volta, il piacere della lotta lo cattura quasi suo malgrado.

 

Perché negli occhi di Kikyou ora c’è un ricordo

  
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