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Autore: black_widow_    06/06/2015    0 recensioni
“Mamma, perché io vedo cose che gli altri non vedono?”
“perché sei una testa di cazzo, ecco perché. Ora zitta”
Ecco come è iniziato tutto: una domanda e una risposta, entrambe errate.
Errata la domanda perché una bambina di tre anni, una bambina che ha appena iniziato a parlare, non dovrebbe avere questi problemi, dovrebbe solo pensare a giocare ed a essere felice; errata la risposta perché una madre non dovrebbe mai far soffrire la propria figlia.
Quella fu la prima e l’unica domanda che la bambina avrebbe mai fatto su se stessa, quella non fu l’unica occasione in cui la madre distrusse la bimba.
Questa non è una stupida storiella inventata da una ragazzina triste e mezzo depressa, questa è la mia storia, nulla di più, nulla di meno.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La pioggia faceva ridere i vetri delle finestre. Un oceano di cielo liquido si distendeva, burrascoso, di fronte a noi. Il crepitio sommesso del camino colorava il silenzio della stanza, sfumandolo in mille e più tonalità. Eravamo felici, felici come possono esserlo due innamorati dopo aver fatto l’amore, felici come un bambino cullato dolcemente dalla madre. Era questo che caratterizzava la nostra vita assieme: un’euforia contagiosa vissuta in parallelo alla gioia, alla calma e alla beatitudine più totale. Sapevamo di essere una cosa sola, una sola mente, una sola anima. Io ero la parte più impulsiva, emotiva, la parte più irrazionale; lui, al contrario, era la mia guida, il mio faro in un mare di nebbia, un arcobaleno stagliatosi nel cielo dopo ore, giorni di pioggia incessante. E forse, in u n qualche modo, eravamo proprio quello: l’arcobaleno e la pioggia, l’uno la diretta conseguenza dell’altra; o forse eravamo come il drogato e l’eroina, l’uno non può vivere senza l’altra. Lui era proprio questo, per me: una droga,di cui non sarei mai riuscita a fare a meno. Noi, sapevamo ascoltare e ascoltavamo, in religioso silenzio,sempre. Quella mattina, così particolarmente e insolitamente grigia, ascoltavamo, guardando oltre, abbracciati, stretti in un legame che solo noi avremmo potuto spezzare, ma che non avremmo mai annullato. “Le senti, Eliel?" “Che cosa, sento?” “Le onde, Eliel, senti come si infrangono ripetutamente, incessantemente, contro la scogliera? Riesci a cogliere la loro canzone?” “Oh, si. Cantano di tempi antichi, di guerre e di amori ormai così lontani da noi… Loro sanno tutto senza aver bisogno di vedere o di sentire, loro sono per sempre, come noi.” “Sai, le ammiro. Ammiro molto la loro tenacia, la loro perseveranza. Le sento così vicine, eppure così lontane, mi credi?” “Certo” “penso che non avrò mai la loro forza, io non sono così coraggiosa, sento che prima o poi cederò e ti dovrò lasciare e questo pensiero, credimi, mi distrugge, mi fa piangere il cuore” “Lo so, lo sento. Non temere, ce la farai, so che ce la farai.” “E se dovessi fallire?” “non fallirai. Tu sei forte, tu sei sopravvissuta, ricordatelo, tu sei VIVA, capisci?” Annuisco. “Tu non li ascoltare, per quanto ti dicano che sei pazza, che io non esisto, che tutto questo è una menzogna, tu non credergli, sono solo falsità. Loro ti vogliono distruggere ma non sanno quanto tu sia forte. Ricorda, tu sei speciale e unica, solo questo ti deve importare, il resto non conta. Non badare alle loro chiacchiere, non badare a loro.” “Sai, credo di amare questa canzone” Il mare si distendeva, placido, di fronte ai nostri occhi, sussurrando, dicendo, urlando parole di vita. La pioggia, faceva ridere i vetri delle finestre. [ehm... salve a tutti. volevo solo dire che per me è stato difficilissimo mettere anche solo queste poche righe su carta, di fatti, come avrete sicuramente notato, questo capitolo è brevissimissimissimo. vorrei specificare, ancora, che questa è la mia storia, nel senso che sto descrivendo la mia vita, per questo mi è molto difficile scriverne, ma non ce la facevo più a tenermi tutto dentro e così... eccomi qua. grazie di aver anche solo provato ad aprire la mia storia, te ne sono grata, chiunque tu sia. beh, che dire... spero che non mi odierete, alla prossima!] -blackie
   
 
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