“Mamma, perché io vedo cose che gli altri non vedono?”
“perché sei una testa di cazzo, ecco perché. Ora zitta”
Ecco come è iniziato tutto: una domanda e una risposta, entrambe errate.
Errata la domanda perché una bambina di tre anni, una bambina che ha appena iniziato a parlare, non dovrebbe avere questi problemi, dovrebbe solo pensare a giocare ed a essere felice; errata la risposta perché una madre non dovrebbe mai far soffrire la propria figlia.
Quella fu la prima e l’unica domanda che la bambina avrebbe mai fatto su se stessa, quella non fu l’unica occasione in cui la madre distrusse la bimba.
Questa non è una stupida storiella inventata da una ragazzina triste e mezzo depressa, questa è la mia storia, nulla di più, nulla di meno.