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Autore: myavengedsevenfoldxx    06/06/2015    0 recensioni
il suicidio non è mai la soluzione giusta, anche nei peggiori dei casi, la vita va avanti, non fermarti al primo ostacolo davvero difficile, vivi la vita, cogli ogni attimo perché ne vale la pena e non avere paura, sii forte, sii te stesso, sempre e comunque.
Genere: Generale, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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XVIII
 

As you close your eyes tonight
And pray for a better life




Penso che alla fine la morte non bisogna temerla, dobbiamo tutti vivere no? E allora se sappiamo che dobbiamo morire, perché la temiamo? Forse perché abbiamo paura di ciò che ci attende dopo?
Appunto.
Cosa succede dopo? Rimaniamo polvere, la nostra anima si reincarna, ritorniamo a vivere in un altro mondo?
O siamo semplicemente ossa sotto terra?
Dobbiamo vivere la vita, è breve e viverla al massimo, sfruttando ogni momento senza rimpiangerne altri. Bisogna imparare dai propri errori e capacitarsi delle scelte fatte, che esse siano buone o sbagliate.


Brian cadde a terra, stava piangendo, aveva perso tutti i suoi migliori amici ed ero rimasta io, una sciocca che lo amava e da cui era rimasto separato per anni senza poterci vedere. Vita di merda.
L’aria si stava facendo pesante, la tensione salì alle stelle, cosa sarebbe stato di noi?
Mi sedetti a terra a fianco di lui.
-ne usciremo- lui non rispose – Brian, ce la faremo-
- no. Moriremo qua. Lo so io, lo sai tu e lo sa anche io, se mai esiste-
-abbi un po’ di fiducia-
-fiducia? Dopo che ho visto morire tutti i miei migliori amici? Fiducia in cosa? Cazzo. La vita fa schifo, non ho fatto nulla, morirò qua a 20 anni e non ho fatto nulla di buono per la società. La vita fa schifo –
-c’è gente messa peggio di te- dissi rabbuiandomi
-non me ne frega un cazzo, che si fottano-
Aveva superato il limite.
-senti vaffanculo, la tua vita fa schifo? Davvero? quando hai una madre e un padre che si amano, una bella casa e sei in salute. Tu ti lamenti per questo? E io cazzo dovrei dire? Mio padre mi stuprava, ha ucciso mia madre, i nonni sono morti sono arrivata qua e ho assistito ad altre morti. Tu non sai cosa cazzo voglia dire perdere la propria famiglia. Tu non sai un cazzo di cosa è il vero dolore, tu non sai cosa voglia dire vivere per davvero.-
Rimasi zitta per un po’, poi dato che non mi parlava me ne andai nell’angolo sola a ripensare alla mia vita. La mia vita faceva schifo non la sua, cazzo si lamentava?
Gli occhi mi pizzicavano, stavo per piangere, ma ricacciai indietro le lacrime. Se Brian voleva crogiolarsi addosso la sua vita, definita schifosa, ben venga che lo faccia. Io avrei cercato una soluzione per uscire da li.

 

-scusa non volevo- disse Brian sedendosi accanto a me. Io avevo gli occhi chiusi e l’avevo sentito appoggiarsi con la schiena al muro.
-so che è dura, ma bisogna cercare di pensare positivo anche nei momenti più bui, la vita va avanti, hai 20 anni, non 80 bisogna cercare di viverla al massimo anche nonostante le tragedie-
-è la prima volta che vedevo morire qualcuno … -
-è difficile e orribile, lo so. Ma così è la vita.-
-fa schifo-
-ma c’è anche un lato positivo-
Lo baciai e lui sorrise. La vita ha alti e bassi, però nel cuore bisogna portare solamente i ricordi felici perché sono più forti rispetto a quelli negativi e ti fanno andar avanti, ti danno la forza di continuare. Bisogna vivere la vita, bisogna vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, cogliere ogni opportunità. Vivere e basta.
Vivere e basta.


Non sapevo cosa fare.
Avevo vissuto la mia vita.
18 anni non erano tanti, ma sempre meglio che niente, no? Pensai alle persone che mi hanno voluto bene, pensai ai nonni, alla mamma e anche a mio padre. So che mi amava prima dell’incidente, sapevo che non era colpa sua.
Li avrei raggiunti in un breve lasso di tempo.
Forse assieme a loro, per una volt, sarei stata felice, chissà. Forse avrei davvero capito cosa voleva dire essere felici, sentirsi amata.
Avere una vita normale.
Ma la vita non la decidiamo noi, capita come capita e se fa schifo, beh bisogna migliorarla, siamo noi i padroni della nostra vita, del nostro destino, siamo noi a decidere cosa fare e come fare.
Quindi io avevo deciso.
Noi avevamo deciso.
Era giunto il momento. Dovevamo farlo.

-lo facciamo?-
-facciamolo.-
Brian mi prese per mano, ci avvicinammo al buco, dove James e Zacky erano morti, tanto da sfiorare il bordo con la punta delle scarpe.
-ti amo Brian-
-ti amo Hannah-
Lui mi strinse forte la mano,avevo il cuore che batteva forte, forse troppo. Stava per scoppiare o almeno a me sembrava così.
-chiudiamo gli occhi okay?- dissi – così non vediamo direttamente quello che succede e sarà … meno doloroso- 
-tre … - disse lui
-due … - continuai io
- uno … - finì lui e ci preparammo a saltare.


La vita però non ha solo lati negativi, ci sono quei momenti in cui credi che tutto stia andando a puttane e invece?
Invece la vita ha anche esiti positivi, come ad esempio quella tragica situazione che stavo vivendo assieme a Brian.
Avevamo appena finito di contare per preparaci a saltare, quando sentii una voce dire “devono essere qua” e mi bloccai.
-hai sentito anche tu?- chiesi
-si- e trattenemmo il fiato.
Poi dei rumori e aria fresca che entrava nella stanza. Inspirai a pieni polmoni e sorrisi. Brian mi strinse forte la mano.
Eravamo liberi.
Finalmente.
Scoprimmo che Matt era riuscito a mandare un messaggio dopo svariati tentativi, con la nostra posizione e di venirci ad aiutare, i soccorsi sono stati lenti causa del mal tempo che imperversava e avevano faticato a trovare la botola. L’importante era che almeno fossimo vivi.
Ci avvolsero con delle coperte, ci portarono all’ospedale e ci fecero alcuni controlli.
Erano passati 5 giorni, che a me parvero infiniti, 5 giorni di morti e litigi, seppur eravamo liberi una tensione aleggiava nell’aria. Gli amici di Brian erano morti e lui non riusciva a capacitarsene.
Cominciò a diventare depresso, a non sorridere mai, a rimanere sempre chiuso in casa e a non uscire mai. Da quando eravamo usciti vivevo praticamente a casa sua e non aveva mai toccato la chitarra, anzi l’aveva messa nell’angolo a far polvere. Per quanto ci provasse, il ricordo dei suoi amici era sempre più forte e questo lo faceva stare male, quel dolore che lo divorava dentro, divorava anche me che piano piano avevo iniziato a capirlo, a capire quanto quei suoi amici fossero la sua famiglia e quanto bene volesse loro.
Odiavo il fatto di non averli potuti aiutare, di non poter aiutare Brian a superare quella difficoltà, di stare lì impotente a non fare nulla con le mani in mano.
Ero inutile.
Impotente.
Nessuno mi aveva aiutato quando io avevo perso la mia famiglia, e quindi volevo almeno essere d’aiuto a lui. Ogni giorno gli sussurravo quanto lo amassi e quanto fossi fortunata ad averlo nella mia vita, lui non faceva una piega, ma non mi demoralizzavo. Dovevo continuare, so che le mi parole gli erano d’aiuto. 
Non si era nemmeno presentato al funerale dei suoi amici, era rimasto a letto tutto il giorno a piangere, non mi parlava quasi mai e di rado mi baciava, non sapevo più cosa fare .
Cominciò ad andare da uno psicologo, ma lo stesso la situazione non migliorò, però non assunse mai anti depressivi o farmaci del genere, non voleva, aveva paura che gli facessero male e che non tornasse più lo stesso.
Forse bisognava dargli tempo, tempo di assimilare tutto l’accaduto. Era dura, lo sapevo e cercavo di stargli accanto il più possibile, gli sussurravo che lo amavo e che non l’avrei mai abbandonato.
 Un anno più tardi però la situazione ebbe un risvolto, era l’anniversario della morte dei ragazzi e insieme andammo sulle tombe, ci sedemmo e fissavamo le epigrafe sul marmo.
-ti amo Hannah- mi sussurrò
-ti amo anche io Brian-  gli sorrisi abbracciandolo
-scusa per tutto questo silenzio, ma è stato un brutto colpo, volevo davvero morire quel giorno e farla finita, pensavo fosse la cosa migliore. E questi pensieri mi hanno assillato fino a poco tempo fa quando ho pensato che la vita va avanti che ci pone degli ostacoli e che per quanti duri siano, bisogna superarli perché dopo ci sarà la felicità. Ho perso loro, ma ho ritrovato te e non ti voglio lasciare. È dura vivere, ma se non ci fossi stata tu ogni giorno a tenermi compagnia, a farmi del bene ora non sarei qua. Forse sarei già morto perché non ce l’avrei fatta a sopportare tutto questo dolore da solo-
-amore ..- iniziai stringendogli la mano
-mi vuoi sposare?- disse Brian senza esitare, gli occhi fissi nei miei e la voce ferma.
-si- risposi e mi baciò.

 




 

 

Nota dell’autrice:  buongiorno! Come potete constatare ho portato a termine la FanFiction, spero vi sia piaciuta e che non l’abbiate reputata noiosa. Non so cosa dire (?)  Lasciate una piccola recensione? Mi farebbe moltissimo piacere e la aggiungete alle preferite? Dai questo è l’ultimo favore che vi chiedo * si mette in ginocchio e prega *. E niente, se vi va andate a leggere quella nuova (Cancer In My Blood), che aggiornerò ogni venerdì, ha sempre come protagonista Brian e i restanti dei Sevenfold e niente, cosa devo dire?
Ciao e alla prossima!

 

   
 
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