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Autore: Shirokuro    06/06/2015    1 recensioni
{ anita centric; n/anita principalmente | longfic | storico of unima; introspettivo }
«Antea, vieni» disse, iniziando ad arrampicarsi sull’albero – e per la prima volta, la castana vide il Re scostare il suo lungo mantello, scoprendo come sotto di esso non fosse vestito di fronzoli e medaglie, ma con abiti semplici, quasi da contadino – assieme alla ragazza che con agilità balzava da un ramo a quello immediatamente più alto. La Signorina della città di mare di Unima li guardava senza riuscire a dire nulla. Invidiò il vestito bianco e leggero di Antea e Concordia, che era mille volte più pratico del suo già molto più semplice del dovuto. Si soffermò sui polsi della bionda che i fratelli avevano finalmente raggiunto: una serie di bracciali d’oro incastrati tra loro ognuno.
in corso il rifacimento: (filotimo) – antologie di vecchie rivoluzioni
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, N, Touko
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Videogioco
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Storia interrotta definitivamente in favore del suo remake:
(filotimo) – antologie di vecchie rivoluzioni

 
Beyond belief – Sixth
   «Non credere a nessuno tranne me». Anita si passò la mano trai capelli castani fino al nastro che legava la coda, dove fu costretta a fermarsi per limitare i danni alla propria acconciatura. Si era a lungo tormentata sul da farsi e finalmente si era decisa. Espirò e chiuse gli occhi, prima di posarli sulla figura della dama da compagnia. Belle, le mani congiunte davanti, sorrise ed annuendo annunciò un potente «Lo faccio già». L’altra la guardò per un po’, l’espressione indecisa. Espirò ancora, abbandonando la testa all’indietro, mentre le punte dei capelli iniziavano a giocare con l’acqua fredda. Osservò il cielo, infastidita leggermente dal Sole al limite del suo campo visivo. Il silenzio la rassicurava. Sperava si sarebbe proteso fin quando non avrebbe trovato una scusa per andarsene senza dover proseguire con le spiegazioni – scelta incauta. Dopo qualche secondo, però, la voce cristallina della bionda servitrice trillò ancora, scuotendo la signorina.
   «Però devi dirmi cosa sai, fino a che punto arrivano le tue conoscenze sulla storia che Ghecis sta osannando a destra e manca come pretesto per provocare l’imminente guerra!» Anita sbiancò. «Iniziavo a pensare che l’avresti scoperto troppo tardi, sinceramente! Sono sollevata» e porto le mani davanti al viso, intrecciando le dita con dolcezza e sorridendo innocentemente.
   «Cosa?!» A scioccarla non era solo il fatto che Belle conoscesse parole come imminente, ma anche il fatto che ne sapesse più di lei. Anche se in effetti non so nulla, questo è ridicolo. Belle perse un po’ di fiducia nel suo sguardo. «E-Ecco... io veramente chiedevo...»
«Cosa sai di questa storia?! E da quanto?!» domandò con irruenza, mentre l’altra era evidentemente tentata dall’alzarsi dal bordo in pietra della fontana popolata dagli occasionali mostriciattoli. «Cos-Cosa sai tu?»
   «Niente! So solo che sta per succedere qualcosa di importante con di mezzo due Pokémon, ma tu! Tu ne sai molte di più!» disse, come accusandola. Poi nei suoi occhi si dipinse la preghiera. «Ti prego,» afferrò una delle mani della bionda, con sguardo sottomesso, «devi dirmi tutto quello che sai!» La dama, in difficoltà, annuì lentamente, mentre la gote diveniva rossa per la tensione e il respiro veniva a fatica. Anita non perse tempo a farsi domande sulla situazione della poverina e strinse con forza la mano piccola di Belle. Deglutì con forza, mentre evitava mosse false temendo un qualcosa di indefinito.
   «Però... Signorina Anita! T-Ti prego, per ora, non dire a nessun altro di coinvolto che conosci che ti ho raccontato quello che ti sto per dire! Si era pattuito che avresti dovuto scoprire tutto da sola ed invece ho parlato pensando che prima di avvisarmi avresti aspettato di far luce su più cose!» pregò senza pause particolarmente lunghe. La castana si rilassò e sorrise – era sempre così ingenua e dolce, difficile resisterle. «Resterò muta fino a quando non me lo dirai tu».
   «Ghecis Harmonia è il nono discendente della famiglia di media borghesia che venne incaricata dai due Fratelli a prendere il comando su Unima» iniziò, calmandosi, sempre ostinata a non muoversi. «È figlio unico ed i suoi genitori morirono poco dopo la sua incoronazione a sedici anni. Ha sempre avuto manie di grandezza, sotto il suo regno, infatti, le terre di Unima hanno conosciuto un periodo di prosperità e ricchezza, ma anche di pesanti cambiamenti: i tre Stati sono divenuti due, il suo – l’Alta Nobiltà –, che comprende la sua famiglia ed ospiti di corte, e quello di tutti gli altri abitanti – il Ceto Inferiore –, che comprende il resto della popolazione». Pausa. «Ora che ha raggiunto diversi dei suoi obiettivi prefissati, ambisce alla supremazia anche... leggendaria. Dopo alcune ricerche, pare che, come noi, abbia rinvenuto la storia della nascita di Unima ed ora pretenda di essere il padre del Cavaliere della Verità».
   Un pensiero scosse Anita: ora non aveva motivi per odiare Natural. La bionda la guardò un po’ delusa, ma dopo aver osservato brevemente l’espressione indecisa dell’altra, proseguì.
   «Poi ha scoperto una certa signorina di Soffiolieve che aveva partecipato ad incontri con alcuni portatori dell’idea Illuminista nonostante la tenera età e alcune voci parlano di una sua... mh... disapprovazione! Disapprovazione nei confronti della nobiltà! E visto che stava cercando qualcuno di adatto a prendere il posto di Cavaliere degli Ideali, ha pensato di scegliere qualcuno che non avrebbe potuto combattere suo figlio; qualcuno che se innamorasse era perfetto».
   «Il matrimonio!» sussultò l’interessata, lasciando andare la mano di Belle – che se la guardò bene, ancora pregna del calore di Anita.
   «Esatto»; guardò la figura del Samurott fiero dietro di loro. Era sempre stata una servitrice della famiglia Bianco, sin da quando sua madre era stata incaricata come balia per la figlia della Signora di Soffiolieve, ma quel Samurott, lei, l’aveva sempre ammirato. «Anita: non ci sono lotte da concludere, né motivi che ti debbano spingere a risvegliare Zekrom – il Pokémon degli Ideali –, sei libera di lavartene le mani. Dovreste nuovamente gettare Unima nel caos: basterebbe un giorno per determinare il vincitore, ma sai già che sarebbe devastante, no?». Gli occhi chiari e lucidi tornarono sulla figura nivea dell’adolescente, che strusciava tra di loro le ballerine di seta. «La Verità per la quale battaglia Natural Gropius Harmonia gli è stata impiantata nel cervello da suo padre: da Johto arrivano ogni giorno centinaia di Poké Ball. Anche se qui in giro non se ne vedono, al Nord se ne fa largo uso per catturare ed allenare i Pokémon. Lui vorrebbe che questo smettesse di accadere». Anita capì. «Pensa bene a cosa fare: se vuoi combattere, prosegui, se non vuoi, trova un modo per scacciarlo via. Farai comunque la scelta giusta».
   Rifletté un attimo: «Mi sta dicendo che resteranno qui fino a quando non troverò un modo per mandarli via o finirà tutta questa storia?» La bionda annuì.

   «Rischi grosso» ridacchiò Alcide. Era nascosto dietro all’uscio della porta sul retro dalla quale stava rientrando Belle dopo una commissione in paese. Sentì il sangue raggelare nelle vene – davvero non sopportava quel ragazzo. Strinse le spalle e raccogliendo un po’ di dignità, gli rispose raggiante. «Mai quanto te, Fratello». Nelle sue orecchie rimbombarono due passi e poi venne costretta a girarsi verso di lui. Aveva la nausea. Sentiva addirittura il suo respiro in quel momento – forse non era mai stata tanto vicina al suo Signorino. Liberò le mani dal foglio che teneva in mano e cercò di spostare quella del castano sulla sua spalla. «Non osare mai più, Belle!»
   «Uh uh, cosa ti infastidisce?» domandò con una nota di incertezza ed imbarazzo. Sotto il punto di vista dell’arroganza, i due gemelli erano uguali. Non era colpa sua se si era innamorata di quello sbagliato. «Ah, il fatto che io non sia legata dal sangue come te a Lei?» continuò, afferrando tra le mani il viso di Alcide – dopo le avrebbe lavate fino a consumare la pelle. «La prossima volta, nasci in una famiglia differente dalla sua: chissà che non foste andati pure d’accordo!» Gli soffiò una risata in faccia. Si sentiva male a stargli accanto, voleva solo che la sorpresa della sua presa lo instradasse verso il lasciarla andare; nonostante gli occhi pieni di meraviglia, comunque, a distruggere le sue speranze, fu la mano del ragazzo che si strinse ancor di più attorno alla spalla. Che schifo.

   Anita amava il caldo, ma era abbastanza sicura che in quel momento la calura fosse colpa della presenza maschile poco distante. Da quando la Villa di Soffiolieve era divenuta un campo di battaglia, capitava spesso che si trovassero da soli in una stanza di quelle comuni al primo piano. Quelle deserte, sempre quelle! puntualizzò mentalmente la poverina cercando di capire come fosse possibile che si incontrassero sempre in quei luoghi. Una volta era in un’angolino a mangiare una mela, un’altra ancora stava giocando con un Pokémon raccolto sulla Prima Via. Ed ora leggeva. Era girato di spalle e non vedeva cosa, ma l’avrebbe comunque scoperto visto che il libro che le serviva per studiare era proprio davanti al volto di Natural. Arceus, non puoi farmi questo! Prese fiato e tossì un paio di volte. «Re?»
   «N» corresse, voltandosi. «Oh, sei tu». E chi altri?!
   «Potresti passarmi il volume rilegato di verde davanti a te?»
   N volse lo sguardo sullo scaffale e non vide alcun libro di quel colore. Guardò la ragazza stranito. Non è possibile! Andò a controllare lei stessa.
   «Di cosa parlava?»
   «Leggende e miti di Unima!»
   «Oh». Natural chiuse il libro che stava consultando e lo porse ad Anita. Lo squadrò per un po’. Possibile che avesse preso un libro senza nemmeno notare di che colore fosse la copertina? Quel tipo era davvero adatto a fare il Re?
   «N!» Una voce debole, simile a quella di una bambina, si fece strada per la stanza. Era una voce di colore rosa, come i capelli della proprietaria.
   «Antea», rispose il ragazzo al richiamo, «per caso è successo qualcosa?»
   «Concordia ti cercava, avrebbe bisogno di un certo aiuto». N annuì. La castana non capì e, mentre cercava di fare mente locale – che diamine di aiuto necessitava la presenza di un re? –, il verde la invitò a seguirlo facendole cenno. La aspettò sull’uscio, fin quando non diede segni di voler iniziare a camminare. Rimase dietro ai due fratelli e li seguì fino a fuori la Villa di Soffiolieve, per poi imboccare un percorso molto ambiguo, stretto, a lei praticamente sconosciuto. Camminarono per un bel pezzo, constatò. «Sento che è qui vicino» mormorò la ragazza, posando la mano sinistra sul braccio di N. Il suo polso era imprigionato da un bracciale largo, grigio, che per certi versi distruggeva l’immagine delicata dell’arto pallido. Con lo sguardo cercò di scrutare anche quello destro e scoprì ne teneva un altro identico anche lì. I nobili sono tutti così? Lo farà per simboleggiare il suo potere? No, è una donna, non credo...
   Finalmente, Antea ed N si fermarono. Lui alzò lo sguardo e chiamò «Concordia!» attirando l’attenzione di diversi Pokémon che però non si spaventarono, si limitarono a rispondere, assieme alla figura snella adagiata su un ramo alto nel bosco in cui si erano addentrati. Anita sentì qualcosa strusciarsi contro la sua gamba; abbassò lo sguardo e con sorpresa vide che era il suo amato Snivy – quando era arrivato e come?
  «Visto che tanto devi saperlo comunque, ti svelo che tipo di aiuto serve a mia sorella, Anita» la scosse dai suoi pensieri così, abbassando lo sguardo verso di lei, mentre la piccola creatura verde si posava sulla sua spalla.
   «Eh
   «Antea, vieni» disse, iniziando ad arrampicarsi sull’albero – e per la prima volta, la castana vide il Re scostare il suo lungo mantello, scoprendo come sotto di esso non fosse vestito di fronzoli e medaglie, ma con abiti semplici, quasi da contadino – assieme alla ragazza che con agilità balzava da un ramo a quello immediatamente più alto. La Signorina della città di mare di Unima li guardava senza riuscire a dire nulla. Invidiò il vestito bianco e leggero di Antea e Concordia, che era mille volte più pratico del suo già molto più semplice del dovuto. Si soffermò sui polsi della bionda che i fratelli avevano finalmente raggiunto: una serie di bracciali d’oro incastrati tra loro ognuno.
   Antea e N presero le mani della sorella e poi anche le proprie. Fu allora che notò come al polso destro, N tenesse un bracciale uguale a quello di Antea, ed al sinistro, la serie di Concordia.
   I tre chiusero gli occhi, dopo aver formato un cerchio, ed Anita scorse la sagoma di un Pidove che giaceva sul ramo. Poi, iniziò a brillare una luce verde, in mezzo ai fratelli Reali, che prima vagò senza meta all’interno del confine che segnavano le loro braccia e successivamente si avvicinò al Pokémon. Le mani si sciolsero ed un’ala reagì al dolce sussurro che le sorelle rivolsero in sincrono al volatile. N, a gambe conserte sul robusto ramo, cercò Anita e le sorrise.

   «Quel Pidove... era morto?» chiese al Re mentre Snivy giocava con Antea e Concordia in una radura sulla via del ritorno. Lui la guardò stupito.
   «No, ma forse gli mancava meno di quanto tu possa pensare per esserlo. È uno degli amici di mia Sorella Concordia, che è nata proprio qui vicino Soffiolieve, in una casetta sulla Prima Via» spiegò, sistemandosi il mantello, coprendo nuovamente i vestiti marroni.
   «Quindi....» Provò a formulare una frase che spiegasse, ma non capiva proprio cosa fosse successo, né cosa dovesse importarle.
   «Le mie due Sorelle sono le Muse dell’Amore e della Pace, secondo mio padre».
   «Non crederei molto facilmente a tutto quello che dice, N» rispose, in qualche modo, offesa.
   «Non lo faccio quasi mai infatti. Se devo essere sincero, sono un po’ quel tipo di persona che deve toccare con mano per credere, ma hai visto che sono speciali, Antea e Concordia. Da quando abbiamo soccorso un Pokémon la prima volta, mi sono trovato costretto a credergli».
   «Quindi, di preciso...» provò nuovamente.
   «Non lo so. Possono, Antea, conciliare i Pokémon tra loro, e, Concordia, calmarli quando si imbestialiscono. Io, invece, riesco a parlare dritto al loro cuore». Modesto. «Snivy ti vuole bene, trattalo con altrettanto affetto».
   Anita rimase sull’erba, mentre l’altro si alzava.
   «Non so perché, ma sentivo che dirti di questa nostra peculiarità fosse necessario e l’occasione si è presentata...» Si voltò verso di lei e raggiante disse «Puoi pure dimenticartelo!»
   Arceus, ho deciso di lottare.


 
Soundtrack(s); This game (Suzuki Konomi), Straordinario (Chiara), kiss (Mafumafu), Reiwai Terrorism (GUMI). Ok, dopo otto mesi (ebbene sì), nuovo capitolo di Bb. Mi scuso per il ritardo, ma sono accadute diverse cose. La pigrizia, sì, ma nemmeno, perché, di scrivere, ho scritto, ma vai che mi trovavo l'idea da sviluppare per la fan fiction su LiEat (che ha avuto un tragico epilogo) e varie che mi distraevano da NIGEB e Bb, va' che dovevo tirare su due materie, vai di ciclo (perché sì, ha una sua influenza sul mio stato), vai le delusioni sentimentali (no, davvero, a quattordici anni sembrano cose importantissime anche se sono cazzate), va' i problemi in famiglia, la long-fic è totalmente finita in secondo piano sotto ogni punto di vista. E quando finalmente ci metto mano... puf!! Il computer decide di fottersi. Un par di palle. ED HO PERSO LE FAN FICTION CHE PIU' MI PREMEVA SCRIVERE TRA CUI LA SUPERBAT, LA YUMEM I!CENTRIC E QUELLA SU LIEAT MORITE TUTTI ECCO Però! PC nuovo, vita nuova, (si spera anche tavoletta grafica nuova,) capitolo nuovo. È il più lungo io abbia scritto ed anche quello che ho scritto in meno tempo (escludendo il prologo ma che non vale come capitolo); oltre al fatto che da Settembre il mio stile si è in parte evoluto per poter scrivere ed adattarmi a NIGEB (webnovel in corso, per la cronaca), invece del solito unico evento ne ho descritti due: la conversazione con Belle (più il suo scontro con Alcide) e gli eventi con N che sono circa le canoniche mille parole per capitolo ognuno (è sempre stato così, per qualche ragione) divenendo circa 2200 parole in tutto. Correggerlo è abbastanza difficile, di solito scrivo di meno e di errori ce ne sono anche spesso: qualsiasi cosa mi sia sfuggita, anche un pensiero che non è in italic, mi farebbe piacere se venisse segnalato (mi aspetto due recensioni: una piena di correzioni, l'altra che fa "ha detto quasi tutto ??, ma ho notato che ").
Piccole note sul testo: ho deciso di abbandonare, almeno in gran parte, il linguaggio forzato e alla Il Segreto (perché sì. io guardo Il Segreto) che ho inutilmente cercato di usare in precedenza. Inoltre ho provato, solo per questa volta immagino, a dare la precedenza più che all'introspezione e l'azione vere e proprie, i dialoghi. E credo basta? (La cosa dei bracciali dei tre che sono uguali è canon btw)
E nulla, non voglio dir altro perché è una long, le cose dovrebbero essere spiegate più in là, so, Fuyu e Bb sono tornate!! Spero vi sia piaciuto il capitolo (ai vecchi lettori e, siamo ottimisti, anche ai nuovi); la revedere!
   
 
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