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Autore: stardust94    07/06/2015    1 recensioni
( STORIA SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO)
K RETURN OF KINGS - La Principessa Bianca e il Re Rosso
Questa storia prende il via subito dopo la prima serie.
Dal risveglio di Mikoto Suoh
Il Re rosso, che tutti credevano morto è vivo.
Davanti a lui però si prospettano nuove minacce.
Ce chi mira ad ucciderlo e stavolta per sempre
....
Chi è la ragazza che si para di fronte al Re rosso?
E perché ogni volta che incrocia il suo sguardo...Souh Mikoto resta paralizzato?
Alice un nome per una miriade di segreti.
I Re sono veramente solo sette?
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Mikoto Suoh, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'K anime project: serie'
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cap. 3 la canzone di Alice
 


Mikoto


-Uhm..fa caldo.-

Aprii lentamente gli occhi. Kurenai era sdraiata con la testa contro il mio petto. Avevo terribilmente caldo ma non era lei la ragione. Improvvisamente qualcosa mi rimbombò nella mente. Era una voce forte e possente, che pareva parlare direttamente al mio cuore.

Cominciò a farmi male la testa, e soffocando a stento il dolore svenni.
"Suoh! Suoh Mikoto!"

La voce era cavernosa, tanto che mi dovetti coprire le orecchie per non rimanere assordato. Il dolore alla testa mi costrinse a piegarmi in ginocchio, mentre quello che vedevo intorno a me era soltanto un mare di fiamme incandescenti come lava.
Mi sforzai, per quanto possibile, di restare cosciente, e così anche se ansimavo per il dolore mi voltai nella direzione dalla quale proveniva il rumore, o meglio, la "voce". Ciò che vidi in quel momento mi paralizzò al istante.


Le fiamme si erano raggruppate e ora proteggevano come uno scudo qualcosa che brillava emettendo una luce rossa ad intermittenza.
Era un cristallo: una sorta di enorme rubino scintillante, che come un guscio esterno proteggeva qualcosa.

Lo sfiorai con una mano e la luce si fece più forte cosi come il dolore.

-ma cosa..sta..!-

Una fiamma partì dal cristallo poi un altra e un altra ancora, si raggrupparono formando un anello che avvolse il cristallo, e con un sinistro crepitio cominciarono a formarsi alcune crepe sulla superficie della pietra che a poco a poco cominciò a sgretolarsi.

Sotto di essa si intravedeva prendere forma una figura. Era alta e pareva anche grande. Dal cristallo che si stava sgretolando pezzo per pezzo si levò un ringhio selvatico, come quello di una bestia feroce.

Feci alcuni passi indietro, mentre la luce si dileguava mostrando l'avanzare di una vera e propria "creatura infernale": era un essere formato da lava. Sembrava prendere vita dalle fiamme che lo circondavano… un animale a quattro zampe, un leone per l'esatezza.


-Ti stavo aspettando, Suoh Mikoto.-

La voce proveniva direttamente dall’enorme bestia di fuoco. Era rauca e bassa e incredibilmente simile alla mia. Sbuffai incrociando le braccia al petto e alzai un sopracciglio osservando la creatura.

Il leone che viceversa osservava me era piuttosto calmo. Sbuffai ancora socchiudendo appena gli occhi, quando sentii la risata della creatura diffondersi ovunque. Era così potente da spazzare via in un solo colpo le fiamme.

Il leone mi girò attorno per un po’ fermandosi e sedendosi di fronte a me.

-Sarai un allucinazione?- domandai freddo. L'enorme animale avvicinò il muso al mio viso inclinando il capo di lato e guardandomi con gli occhi di brace

-Ti sembro una allucinazione?- chiese sbuffandomi il suo fiato cuocente sugli occhi. Sospirai scuotendo il capo.

L'enorme animale di fuoco e lava fece un ghigno facendo vibrare l'aria satura dall' fumo e dalle scintille delle fiamme.

-Ok non sei un allucinazione-

Cominciai a dire incrociando le braccia al petto. -Allora cosa sei?- domandai freddo.
-Io sono fuoco e lava. Sono forza e determinazione- ruggì verso il cielo il leone.

Restai in silenzio… Avevo una strana sensazione, come se quelle parole risuonassero nel mio cuore. Improvvisamente l'animale tornò a guardare verso di me.

-Io sono E-Flame lo spirito aureo del fuoco- disse ringhiando leggermente.

Restai colpito. Più che altro dal fatto che non solo aveva un nome ma si atteggiava pure cercando di sembrare più pericoloso, cosa che mi fece scappare un ghigno divertito.
-Ragazzo, non sottovalutare il fuoco.-

Disse come se avesse intuito il mio tono divertito. Io scrollai le spalle, in un attimo la risata del leone di fuoco mi investì spedendomi al indietro contro la parete.
Battei la schiena ma mi rialzai quasi subito, guardando deciso l'animale fiammeggiante.

-Niente… Male- dissi facendo perno sulla gamba per alzarmi del tutto da terra. La bestia inclinò di lato il muso osservandomi divertita.


-In questo mondo,- disse ringhiando -ci sono solo due tipi di persone che odio. - affermò poi mentre con un balzo fulmineo tornava di fronte a me.
-Gli indecisi e i vigliacchi.- disse gelido ruggendo.

Io annui appena, mi sentivo paralizzato, come se l'aria stessa intorno a me vibrasse.
-E questo cosa ha a che fare con me?- domandai calmo.

Lui ringhiò dimenando la coda. Pareva più arrabbiato, o almeno questo traspariva dal suo ghigno gelido.
-Suoh Mikoto. Tu sei il tipo di persona che mi piace di meno.- disse poi sorprendendomi.

Restai in silenzio. Ero stupito e in un certo senso anche seccato dalle sue parole, tanto che sbuffai incrociando le braccia al petto.
-Fammi capire…- cominciai a dire

-Tu mi hai fatto venire qui soltanto per questo?- Lo guardai fulminandolo. Lui annuì calmo mentre tornava a farmi male la testa.

-Qualcuno sta interferendo… Parleremo di nuovo... Suoh Mikoto…- Disse prima di scomparire avvolto dalle fiamme.
****
Aprii di colpo gli occhi. Non faceva più caldo e non provavo più dolore. Ero al chiuso. Lasciai scivolare una mano, che tenevo premuta contro la fronte colpendo qualcosa di morbido al lato del materasso bianco.
Una voce flebile e un mugolio sommesso attirarono la mia attenzione.


Guardai alla mia destra. La bionda era tranquillamente sdraiata su un fianco e dormiva tranquilla della serie che nulla sembrava in grado di svegliarla.
Vestiva con una maglia di due taglie più grande di colore viola chiaro che arrivava appena fino alle ginocchia. i capelli lunghi e biondi, erano sciolti sulle spalle esili.


-Ohi…- Cercai di svegliarla, scuotendola leggermente, ma a nulla valevano i tentativi: Alice continuava comunque a dormire.

Così sospirando mi alzai. Ero in una stanza molto grande e fuori dalla porta sentivo delle voci. Uscii e mi ritrovai davanti Izumo.


-Buongiorno.- disse sorridendo calmo il biondo. Io ricambiai il sorriso, passandomi poi la mano tra i capelli.
-Dove siamo?- Domandai cercando di non sembrare impaziente, cosa che però ero.

Lui si sistemò con un gesto rapido gli occhiali e sorrise.
-Homra- disse aprendo una porta e svelando la sala principale della nostra ex base.

Tutto era rimasto esattamente come prima. Dai divanetti al bancone in legno di prugno, il preferito da Izumo. Perfino il calcetto e la libreria. Tutto era uguale a come lo ricordavo. Per un attimo, una sensazione di smarrimento e di nostalgia mi avvolse, i miei occhi diventarono più lucidi mentre trattenevo le lacrime.

Non avevo più pianto dalla morte dei miei genitori, il giorno prima di diventare il nuovo Re rosso. Improvvisamente trasalii, non era da me pensare al passato. Sospirai scuotendo il capo con decisione.
-Quella ragazza, Kurenai-san… Chi è?- domandai con fare calmo.

Izumo si avvicinò al bancone poi mi guardò. -Alice e Akane Kurenai- disse prendendo in mano un bicchiere e cominciando a pulirlo.
-Uhm..sono sorelle quindi. - Dissi ricevendo subito un segno di assenso da Izumo.

Socchiusi gli occhi poi tornai a guardare verso la stanza, dove probabilmente Alice stava ancora dormendo.


 Izumo


Era strano… Certo Mikoto a volte riusciva a sorprendermi, ma mai come in quel momento. Pareva curioso di sapere qualcosa di quelle due ragazze.

Sorrisi e venni richiamato subito da un suo sbuffo, che ovviamente mi fece scappare una risata.
–Suvvia, Mikoto, sei troppo nervoso.-

Dissi cercando di calmare il mio Re. Lui sospirò e posò i suoi occhi d'ambra direttamente nei miei.
-Ci sono un po’ di cose che devi spiegarmi.- disse portandosi una sigaretta tra i denti, sigaretta che accese poi con una fiammella.

Io sorrisi, era bello e quasi rassicurante rivedere in azione il suo potere. Mi limitai a prendere un altro bicchiere lucidandolo.

-Lo so, ma ti chiedo di avere un po’ di pazienza.-
-Pazienza? E per cosa?- domandò lui aggrottando un sopracciglio.

Sospirai appena e lo guardai sorridendo. Ero a conoscenza di quello che era accaduto e sapevo anche cosa avesse passato. Continuammo a parlare per un po’ quando improvvisamente una voce mi arrivò alle orecchie facendomi sorridere.

Mikoto


Era una voce incantevole e cristallina. La seguii camminando fino al giardino, per poi entrare nel roseto.

Ero incuriosito e volevo a tutti i costi scoprire chi fosse il proprietario di una voce tanto bella.


Il vento di inizio estate muoveva le fronde degli alberi, mentre il profumo delle rose rosse si diffondeva per il roseto.
Fu allora che la notai.

In mezzo al giardino stava una ragazza, era Kurenai-san, indossava un abito bianco lungo fino alle ginocchia.

Stava cantando e non si era accorta della mia presenza. La voce era limpida ma anche gentile e decisamente seducente,oltre che precisa.

Era così presa dal cantare che non mi aveva nemmeno notato. Sorrisi, e mi sedetti dietro di lei osservandola. Era davvero molto brava e si muoveva a passo di musica. Era agile e molto coordinata, tanto che mi fece scappare un sorriso.

Era divertente osservarla. Improvvisamente perse l'equilibrio, e io che ero dietro di lei le afferrai i fianchi impedendole di cadere indietro.
-Sei brava-

Dissi ridacchiando. Lei avvampò di imbarazzo distogliendo lo sguardo. -G-grazie.- sussurrò mordicchiandosi il labbro inferiore.

Sorrisi e le avvicinai il viso al collo ridendo.


Alice


Sentivo il suo respiro sulla pelle, mi solleticava con il suo fiato caldo, ero rossa come i suoi capelli… E cercavo inutilmente di distogliere lo sguardo da lui.


-Mikoto-sama c-che ci fai qui?!- domandai.

La voce mi usciva decisamente strozzata, e ansimai per la stanchezza: era da due ore che provavo quella canzone.

Lui sorrise e mi sussurrò al orecchio -Non stavi dormendo?- Aveva una voce calma e bassa decisamente affascinante.

Serrai gli occhi e scrollai le spalle. -Prima. Ma faceva un po’...Freddo.-
-Freddo?- domandò ridendo. Io annui, sentivo le sue dita accarezzarmi un po’ i fianchi, cosa che mi fece arrossire e staccare di colpo.

Voltandomi e incrociando le braccia al petto.

-C-che diavolo pensi di fare?!- lui socchiuse per un istante gli occhi, poi guardò verso di me deciso.
-Io?...Propio niente.- disse calmo.

Io sospirai e mi girai poi dopo aver spento la radio scossi la testa.

Improvvisamente qualcosa mi coprì il viso. Era un asciugamano bianco. Lo presi voltandomi verso il rosso.

Lui inclinò appena la testa sorridendo freddo.
-Fa caldo oggi. Non sforzarti troppo.- disse appoggiandomi una mano sulla testa, per poi oltrepassarmi con le mani nelle tasche dei pantaloni scuri.

Io mi voltai di colpo mentre lui girava il capo guardandomi e sorridendo appena.


-Ehm… grazie del consiglio.- dissi sorridendo.

Lui ricambio e sussurrò un calmo -Figurati.- alzando le spalle.


Era di fronte a me, calmo come suo solito. Io sorrisi con la stessa calma.

-Ti va di bere qualcosa?- domandai. Lui annui e si avvicinò prendendomi la mano con la sua.

-Altrimenti ti perdo di vista.- disse ridendo e avviandosi, io mi lasciai trascinare arrossendo per il calore che emanava la sua mano.


Izumo era seduto al tavolo. Stava leggendo il giornale con accanto a lui mia sorella che sorrideva sorseggiando un Angelo Azzurro, il suo drink preferito.
-Ciao.-

Disse il biondo alzando lo sguardo dal giornale. Io ricambiai il saluto, quando Izumo notò che stringevo la mano di Mikoto rise.
-Siete davvero affiatati.-

Quel commento parzialmente innocente mi fece arrossire di colpo e sbuffare.

-Non è affatto vero!- dissi staccando la mano da quella del Re. Lui si limitò a ridere freddo appoggiandomi il gomito sulla testa.
-Esatto. siamo soltanto amici.- disse freddo accendendosi una sigaretta.

In quel momento mi sentii strana...Era come se quelle parole in qualche modo mi avessero ferita. Abbassai il capo mentre stringevo i pugni

-S-solo amici neh?- dissi mordendomi il labbro. Non riuscivo a spiegarmelo, ma c’era qualcosa in quel "solo amici" che mi dava fastidio e mi faceva stare male. Improvvisamente un commento di Mikoto mi fece alzare la testa e arrossire.
-Forse è meglio se non ti tolgo più gli occhi di dosso- disse ridendo.

-Altrimenti finisce che ti ammazzano.-

Arrossii di colpo, avevo gli occhi lucidi e le guance rosse. Insomma, non vi era stato nella mia vita momento meno imbarazzante.

Ma nonostante tutto ero stranamente felice.
***
(sede di Omega)


Un ragazzo, capelli blu scompigliati, occhi dorati, cammina per il corridoio della sede di un organizzazione misteriosa. Indossava un impermeabile bianco con i bordi dorati che gli arrivava fino ai piedi. Una fascia con un simbolo una O stile gotico capeggiava sulla manica. Scosse il capo mentre sbuffando entrava in una stanza.


Di fronte a lui un uomo, seduto dietro una scrivania in mogano nero. I capelli lunghi e bianchi, gli occhi rossi come fuoco. Lo sguardo calmo che nasconde in realtà intenti folli e una incredibile crudeltà.
-Allora? L’hai trovato? - chiese ghignando.

Il giovane che rispondeva al nome di Zero scosse il capo, dopo di che gettò sulla scrivania un plico sporco di sangue con una lista piena di nomi.

-Uhm… Molto bene. Ne hai ammazzati già due!- esultò l'argenteo ridendo sadicamente.
-Sì. Con permesso…- Disse Zero dandogli le spalle.

Si fermò con la mano sulla maniglia della porta.
-Mi aspetto grandi cose da te.- Disse il Re incolore ghignando, poco prima che il ragazzo turchino uscisse dalla porta.

  
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