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Autore: Stella cadente    08/06/2015    4 recensioni
"Odiava quando era così.
Così ... debole.
Così vulnerabile.
Non doveva esserlo ... e invece lo era."
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Harry Styles è un ragazzo alla deriva. Un ragazzo di vent'anni che si sente perso, vuoto, incompleto.
Vive la vita senza entusiasmo, lasciando che le cose gli scorrano addosso, totalmente indifferente a più o meno tutto ciò che lo circonda.
Finché una sera – una come tante, in realtà – non farà un incontro che, a poco a poco, rappresenterà una svolta ...
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo nono
 
 
25 settembre 2014
 
 
Aveva sperato che in quei giorni lei lo contattasse, volesse parlare, cercare di chiarire.
Ma non accadde mai.
E il dramma era che, dopo soltanto un giorno, lui sentiva già la sua mancanza in maniera lancinante.
Adesso era arrivato ad un punto in cui semplicemente non ce la faceva più. Tutte le volte si proponeva di chiamarla, ma non ci riusciva mai e se ne stava a guardare il suo nome in rubrica senza mai riuscire a cliccare sul tasto di chiamata – anche perché poi pensava che per lei lui non era così importante come lei lo era per lui.
Dio, da quando mi importa così tanto di una persona?
Non riusciva a capire come fosse successo. Sin da subito aveva capito che quella ragazza aveva qualcosa di strano, ma non ci si era subito attaccato così. In realtà, neanche se lo ricordava quand’è che si era legato veramente a lei, né come fosse successo.
Non si ricordava da quanto fosse che non si struggeva per qualcuno.
Si sentiva come un guscio vuoto adesso. A parte la solita, perenne, insistente tristezza, ovvio.
Quella non lo abbandonava mai. Ma i momenti che trascorreva con Claudia sembravano alleviarla.
Almeno per un po’. Almeno finché c’era lei. Dopo un po’ aveva accettato la cosa e basta, senza farsi domande; quando era con lei, semplicemente si sentiva sereno, tranquillo, perché Claudia era l’unica che lo faceva sentire normale, solo lei ci riusciva. Ed aveva cominciato a chiedersi se avesse potuto stare ugualmente così bene, anche se solo per pochi attimi, anche nel caso in cui lei non ci fosse; la risposta, puntualmente, lo spaventava.
Ormai non poteva più fare a meno della sua amica.
Le cose stavano così. Era una prospettiva terrificante a pensarci; non era mai stato nella sua natura dipendere da qualcuno in quel modo. Ed aveva provato a dimenticarsela, ma i ricordi che aveva legati a lei – sebbene si conoscessero un po’ meglio da soli tre mesi – erano troppi e troppo belli per permetterglielo.
Harry prese un respiro profondo; doveva fare qualcosa, almeno provarci, fare un tentativo insomma. Non aveva alcun senso buttare via quell’amicizia che sembrava così bella.
Senza pensare, fece l’ultima cosa che avrebbe fatto.
Chiamò.
 
 
 
 
 
«Pronto?»
La sua voce lo raggiunse dopo un paio di squilli.
«Ciao» disse Harry.
«Ciao.»
«Come va?»
«Bene, tu?»
Il ragazzo stette in silenzio per un attimo. Quel “bene” non gli piaceva per niente.
«Bene» ripeté, mentendo spudoratamente.
«Come mai mi hai chiamata?»
La sua voce lo mandava nel panico. Era così insopportabilmente neutra e leggera, come se parlare con lui non avesse alcun significato.
«Volevo sentirti» ribatté il ragazzo.
«Per...? Devi dirmi qualcosa o...?»
«Adesso mi sono rotto, Claudia» la interruppe con tono deciso. «Ora mi dici che cazzo c’è, senza se e senza ma.»
«Ma si può sapere cosa vuoi tu da me?» fece lei, improvvisamente alterata. Harry si accigliò ancora di più; da quando aveva cominciato ad usare quel tono scocciato, con lui?
«Cosa voglio? Sai com’è, eravamo migliori amici e ad un tratto hai smesso di parlarmi. Voglio sapere che sta succedendo, ecco cosa voglio.»
Silenzio.
«Sono un tuo amico, ho il dovere di sapere come stai. Non puoi nascondermi tutto, non a me.»
«E chi lo dice?» ribatté lei in tono di sfida. «Se non voglio dirti le cose non te le dico, punto. È inutile che insisti.»
Il ragazzo sospirò; era mai possibile che lei si fosse lasciata tutto alle spalle? Che lo volesse evitare così? Che avesse dimenticato tutto?
No.
Doveva esserci qualcosa sotto. Per forza. Altrimenti non si spiegava.
«Claudia, dimmi perché mi stai evitando. Adesso.»
Dall’altra parte sentì soltanto il silenzio.
«Senti Harry, non c’è niente, accettalo. Devi semplicemente fartene una ragione. È così impossibile?»
Avrebbe potuto essere davvero convincente, mentre lo diceva. Ma lui  era una persona molto attenta, e non fu difficile percepire un accenno di indecisione nella sua voce, un tremolio appena percettibile, ma che c’era. Era lì, come a tradire quella sua sicurezza apparente che cercava di mettere su così bene.
Non l’aveva mai sentita parlare così. Quando mai le era capitato di parlare in quel modo?
Non fu altro che la conferma della sua teoria.
«No, non è impossibile. Ma tu? Per te è così impossibile accettare il fatto che io mi interessi a te?»
Dall’altra parte sentì il silenzio. Harry non si stupì: aveva ripetuto di proposito le stesse parole che lei aveva usato tempo prima, e l’effetto ottenuto era stato quello previsto.
«Ehm...»
«Sì?» la incalzò.
«Oh, ma che domande sono? Fatti gli affari tuoi. Se vuoi parlare, urlarmi le cose addosso, fa’ pure, davvero. Ma non cercare di psicoanalizzarmi, Harry, non ci provare nemmeno» disse, con un tono leggermente minaccioso.
«Però così mi stai evitando, Claudia. Mi devi affrontare. Non puoi evitare il problema.»
«Non evito proprio nulla.»
«Invece sì. Non mi parli più da una vita, così, senza nemmeno una spiegazione.»
Lei sospirò, e il silenzio calò d’un tratto su di loro.
«Troviamoci tra un’oretta, dove al solito» fece poi, cogliendolo di sorpresa.
Riattaccò subito, senza neanche dargli il tempo di replicare.

 
 
****
 
 

Harry era nervoso sin da quando era uscito di casa, ed ora che si trovava ai giardini – quel luogo che era stato così anonimo fino a qualche mese prima, ma che ora sembrava essere tutto per lui – lo era ancora di più; si sentiva le gambe molli e stava fumando una sigaretta dietro l’altra. Non riusciva neanche a godersi l’autunno che aveva ormai abbracciato Boston, con il suo cielo grigio, gli alberi dalle foglie gialle, rosse e arancioni, e le anatre che scivolavano aggraziate sull’acqua scura del lago.
Sentì una fitta al cuore quando la vide avvicinarsi con la sua andatura scocciata e gli si parò davanti, in un gesto a metà tra l’alterato e l’annoiato che lo fece innervosire ancora di più.
«Vuoi delle spiegazioni, giusto?» fece, guardandolo negli occhi. Non gli aveva neanche detto un misero “ciao”; la cosa lo infastidì, ma cercò di non darci troppo peso e annuì senza dire niente.
«Bene. Allora, la spiegazione è che noi non possiamo più essere amici. Punto. Non c’è nessun motivo, Harry.»
«Smettila di prendermi in giro.»
«Tu ti sei attaccato troppo a me, è questa la realtà. Per questo adesso non riesci ad accettare che io chiuda la nostra amicizia. Perché ti sei affezionato. Ma credimi, non avresti dovuto.»
«Ancora con questa storia?» replicò lui, ormai stufo. «Ne abbiamo già parlato, Claudia. Non c’è nulla che non vada, da questo punto di vista.»
«Non per te, forse, ma per me sì.»
Quelle parole gli fecero più male di ciò che si aspettava.
Sentì la rabbia ribollirgli nelle vene e premere per venire fuori in maniera incontrollabile.  Il suo primo impulso fu quello di spaccare tutto; aveva creduto che di lei potesse fidarsi, che fosse diversa, ed invece era uguale a mille altre ragazze.
E lui non se ne era nemmeno accorto.
«Sai una cosa? Vaffanculo» sputò ad un tratto con cattiveria. Claudia sembrò ferita, ma solo per un attimo talmente sfuggente che ad Harry sembrò di esserselo immaginato.
Poi riacquistò la sua solita aria impassibile, come se quel concentrato di emozioni che aveva davanti non la sfiorasse nemmeno da lontano, e rimase immersa in un insopportabile, ostinato silenzio.
«Io mi fidavo di te. Non capisco perché ti stai comportando così, non ha un cazzo di senso!» esclamò, alzando la voce. «Sembra quasi che tu stia giocando con me. E non puoi permetterti di farlo, Claudia, perché non sono un coglione, okay? E per la cronaca, non mi attacco proprio a nessuno. A nessuno. Tantomeno a te.»
Sapeva, nel profondo, che nemmeno una delle parole che aveva detto era vera, ma voleva anche evitare di darle soddisfazione e di mostrarle anche in quel momento il lato più facilmente attaccabile di se stesso.
Feriscila, feriscila ancora, è quello che si merita.
«Alla fine non me ne viene niente se te ne vai e se decidi di non essere più mia amica, proprio niente. Tanto non saresti nemmeno la prima. Non ti ho chiamata per trattenerti, solo per capire. Del resto non me ne frega» aggiunse, con l’indifferenza mista allo scherno nella voce.
In quegli istanti si era reso conto di quanto fosse tagliente il suo tono, di quanto potesse ferire, ma non gli importava; sapeva che se si affezionava davvero era in grado di dare e di togliere allo stesso modo. Avrebbe tanto voluto non essere così, avrebbe tanto voluto non essere così fragile e così cattivo allo stesso tempo, ma non riusciva a migliorare, sebbene ci provasse disperatamente.
Non ci riusciva.
Era più forte di lui.
Claudia intanto sembrava non sapere più che cosa dire. Passò un secondo di silenzio in cui lui la guardò con l’odio dipinto negli occhi. Li sentiva bruciare come fuochi verdi, ribollire violentemente di quella rabbia che lo stava letteralmente mangiando.
In una frazione di secondo, lei lo colpì in faccia.
«Tu mi hai mentito, per tutto questo tempo!» gli urlò addosso. «Tutto ciò che mi dicevi era finto! “Ci sarò”, “io ci sono” e gli altri discorsi. Sono stronzate! Sono sempre state stronzate!»
Lui rise, ignorando il dolore che lo schiaffo gli aveva provocato.
«Cosa c’è, non sopporti di non essere tu quella che ferisce? Ti aspettavi che io non ti dicessi nulla?»
Rise ancora, più forte. Ma non c’era nulla di bello, in quella risata. Non era come quelle sincere e liberatorie che faceva di solito quando era con lei; era finta, fredda, cattiva. Come se la stesse prendendo in giro.
«Ti sbagliavi, mi sa. Credevi che fossi debole, vero? Credevi che» si avvicinò a lei spaventosamente. «Solo perché ho una cazzo di sindrome depressiva fossi un debole, uno che aveva bisogno di sostegno... vero?»
«Smettila» sibilò lei. «Questo non sei tu, è inutile che fingi.»
Lui inarcò un sopracciglio.
«Ah no? Beh, mi sembra di essere anche così invece. Forse non mi conosci bene come credi, Claudia.»
Silenzio. Lei lo stava guardando con quei suoi occhi chiari, che in quel momento sembravano lampeggiare: era chiaro che non aveva alcuna intenzione di lasciarsi intimorire.
«Tu non sei così, Harry. Quello che conosco io non è così.»
«Non so che dirti. Mi dispiace» fece lui ironicamente. La osservò: anche se restava calma, sembrava sul punto di esplodere ormai.
Trascorse un secondo di silenzio in cui si poteva percepire l’elettricità che passava fra i due, un secondo intriso di un’insopportabile tensione; poi la ragazza parlò.
«Comunque se per questo, neanche tu sai molto di me come pensi. Visto che ci tieni a saperlo,» disse, dura, «sappi che un motivo per cui ho deciso di allontanarmi da te c’è. Ma adesso non credo proprio che te lo dirò.»
Se ne andò a passo svelto, senza dargli tempo di replicare, mentre lui si sentiva come se quelle parole gli fossero dolorosamente piovute addosso.


 
 

Salve gente :)
Eccoci di nuovo qui, con un altro capitolo di "Life - Momenti della nostra vita"
I nostri protagonisti non si vedono per un po', ma poi si trovano al parco dove andavano sempre e succede il finimondo.
Anche peggio di prima.
Discutono della situazione che si è venuta a creare, ma la cosa sfugge loro di mano ed Harry si sfoga con Claudia, versandole addosso tutto il suo veleno.
E poi, colpo di scena: Claudia gli dice esplicitamente che un motivo c'è, ma che non vuole spiegarglielo.
Ed Harry ci rimane di sasso (giustamente).
Scrivere di lui è bellissimo; questo personaggio mi intenerisce in una maniera assurda, non so perché. Il modo in cui cerca Claudia, in cui, nonostante tutto, si è affezionato a lei...
Sentimentalismi a parte, sono curiosa - come sempre alla fine -  di leggere i vostri commenti :)
Io ogni volta rileggo di questi due con passione e ci tengo tantissimo che piacciano anche a voi (è la centesima volta che lo dico ma okay).
E niente, alla prossima, e come sempre un grazie a tutti! :)
Stella cadente
  
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