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Autore: rora02L    10/06/2015    4 recensioni
In questa raccolta di one shot, voglio parlare di ciò che per i vari personaggi è il "lieto fine" e come vogliono conquistarlo. Ognuno di loro ha la sua idea a riguardo, la sua storia ed il suo modo di agire. Troveranno, alla fine, il loro "happy ending" ?
- 1. My Happy Ending ( Regina e Robin ) *My Happy Ending - Avril Lavigne*
- 2. No Happy Ending ( Belle e Tremotino) * Happy Ending - Mika*
- 3. Where is My Happy Ending ? ( Uncino ed Emma ) * Happy Ending - Tobu*
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Where is my Happy Endind ?

Happy Ending – Tobu ft. Cassandra Kay
“[…]I can't help this feeling
That things got to change
Where's my happy ending
All I've been waiting for
Where's my happy ending
My happy ending





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Capitan Uncino vagava con la sua nave per i mari dell’Isola Che Non C’è, in una notte costellata di stelle. Ripensò al fratello, quando erano piccoli era stato lui ad insegnargli come navigare seguendo la strada che gli astri gli indicavano. Amava molto suo fratello, proprio come aveva amato Milah, la donna per cui aveva perso la testa e che lo aveva seguito per i mari con lui. Fino a quando il suo maritino dolce non era venuto a reclamarla, dato che non era più un codardo ma il Signore Oscuro, che senza pietà aveva sbriciolato il cuore della donna e si era preso la mano del pirata.
Ora il suo unico scopo nella vita era scuoiare il Coccodrillo che aveva rovinato il suo lieto fine con Milah e che lo aveva reso il famigerato Capitan Uncino. Senza di lui, avrebbe avuto ancora la mano e la donna che ama. Non l’aveva dimentica , ogni notte la vedeva in sogno e la chiamava, ma lei era sempre sfuggente e lontana. Poi, prima di svegliarsi, sentiva ogni santa volta il ridacchiare del Signore Oscuro. Si svegliava madido di sudore e digrignava i denti, assaporando il giorno in cui avrebbe distrutto quel mostro che lo aveva reso infelice.
Spugna si avvicinò lentamente al suo capitano, ma lui si era già accorto della presenza del mozzo e sbottò: “Spugna, stai ancora bighellonando? La mia nave è lurida, dovresti darti da fare invece di perdere tempo a gironzolare e spettegolare come una donnina!”
L’altro sobbalzò per la sorpresa e rispose: “A-agli ordini, capitano! Solo che… vi vedo particolarmente giù di morale.”
Il pirata fece una smorfia stizzita e sibilò: “Il Coccodrillo se ne sta al sicuro chissà dove, impunito per i suoi misfatti… come potrei essere felice, dato che siamo anche bloccati in quest’isola infernale con quel demonio di Pan?!” Il mozzo annuì: “Avete perfettamente ragione, capitano, e…”
“Spugna, smettila di perdere tempo e vai a lavorare!” gridò l'altro, spaventando l’ometto dal berretto rosso, che corse a prendere uno spazzolone per lavare il ponte. Killian sospirò sconsolato e frustrato.
Si chiese, per l’ennesima volta nella sua vita decennale, come aveva potuto lasciare che la sua amata morisse così. Perché non era riuscito a fare nulla per salvarla? Perché il destino aveva deciso di portargliela via, strappandogli la felicità?
Il pirata sperò con tutto il cuore che, nel futuro, magari dopo aver compiuto la sua vendetta, sarebbe riuscito a trovare una donna che riempisse le sue giornate, che gli ricordasse quanto è bello amare ed essere amati. Che gli desse il suo lieto fine. Affidò questo suo desiderio alla stella polare, quella che da piccolo indicava sempre a suo fratello maggiore, per dimostrargli che aveva imparato e che ricordava i suoi insegnamenti. Ed anche ora che era cresciuto e che suo fratello non c’era più, ricordava ancora ciò che aveva imparato da suo fratello: si rischia la vita per pochi motivi. Amore, vendetta e sopravvivenza.
Lui voleva rischiarla per vendetta. E nulla l’avrebbe fermato, perché Milah, ogni volta che lui chiudeva gli occhi, gli chiedeva di strappare il cuore a Tremotino come lui aveva fatto con lei. E si da sempre ascolto ad una preghiera di un morto, per una questione di onore. Capitan Uncino era un uomo di parola e avrebbe ammazzato il Coccodrillo con ogni mezzo.

*

Emma se ne stava accovacciata a terra nella sua cella, con le ginocchia strette al petto e lo sguardo assente. Riviveva ancora nella sua mente il momento in cui il suo fidanzato l’aveva tradita ed aveva cantato, facendola così finire in quella prigione per un reato che lui aveva commesso tempo prima. L’aveva solo usata ed ingannata, in realtà non l’amava.
Lei era stata una stupida a fidarsi di lui e per di più adesso, nel suo grembo, stava nascendo un bambino. Il figlio di Neal e lui non lo avrebbe mai dovuto sapere. Aveva già deciso cosa farne del neonato, non c’erano molte alternative. Lei era una delinquente, una poco di buono ed era troppo giovane, sola ed inesperta per fare da madre.
Non riusciva nemmeno a badare a sé stessa, senza un lavoro né un tetto sopra la testa, senza amici né famiglia. Per lei sarebbe stato impossibile crescere un figlio, doveva dargli un’ opportunità migliore. Almeno lui, doveva salvarsi da quello schifo. Non doveva nemmeno sapere chi era lei e chi era suo padre.
Abbassò il viso finché non sentì la voce di una donna chiamarla e consegnarle un pacco con dentro un portachiavi con un medaglione a forma di cigno. Insieme, le chiavi di un’auto.
Capì subito da chi proveniva la busta ed era tentata di gettare tutto. Ma un’auto le serviva proprio. Ed una parte di lei non voleva dimenticare né Neal né quello che avevano passato insieme. Ma non per una questione di romanticismo, ma per ricordare a sé stessa quanto gli uomini siano infimi e traditori. Non sarebbe mai più ricaduta in questo suo sbaglio, non avrebbe più permesso ai suoi sentimenti di offuscare la sua ragione. Non si sarebbe mai più innamorata.

*

Killian si massaggiò la fronte imperlata di sudore, mentre era ancora sdraiato sulla sua brandina a bordo della Jolly Roger. Si chiese il perché di quel sogno tanto strano, in cui era comparsa Emma Swan al posto di Milah. E lei non si allontanava, anzi. Lasciava che le sue dita le sfiorassero il viso e sorrideva raggiante. Da quando mi sono innamorato di lei? Com’è successo?
Uncino non sapeva bene che cosa lo aveva stregato della bionda. Forse il suo coraggio, unito alla sua bellezza disarmante? Oppure la sua sfrontatezza ed astuzia deliziosa, in grado di fare a gara con la sua? O ancora quel suo sguardo azzurro così intenso che gli aveva mozzato il fiato più volte, facendolo boccheggiare? Il pirata non se lo sapeva spiegare. Sapeva solo che, da quando aveva visto quella donna, la sua vita era cambiata radicalmente. Ad esempio aveva dovuto rinunciare alla vendetta, anche se non smetteva di diffidare del Coccodrillo e di lanciargli sguardi pieni di odio e disprezzo.
Ora era con i Buoni, cercava di ingraziarsi i genitori della Salvatrice e non perdeva occasioni per stare da solo con la bionda. Non faceva che pensare a lei, ormai ne era innamorato e non sapeva nemmeno lui bene come era accaduto. La cosa non aveva poi tanta importanza.
Quella donna era speciale, in tanti anni, dopo la morte di Milah, non si era mai più innamorato. Eppure era stato con parecchie donne molto cordiali e disponibili, ma nessuna lo aveva fatto innamorare. Prima di incontrare la signorina Swan, che da subito si era dimostrata diffidente nei suoi confronti.
Killian però era ancora confuso, non capiva se quello che provava per la donna era una semplice infatuazione o vero amore. C’era solo un modo per capirlo: un bacio.
E lui trovò il modo di farsi baciare, proprio in quella foresta che tanto aveva odiato sull’Isola Che Non C’è. Quello non era stato un semplice sfioramento di labbra, anche se Emma non lo avrebbe mai ammesso. Si erano amati, in quel bacio, in quel momento, in quell’istante solo per loro. Ed Uncino si era sentito come rinato, aveva nuovamente respirato.
Poteva sperare, la sua preghiera di tanti anni addietro era stata ascoltata. L’unico problema era che Emma era ancora innamorata di Neal e teneva il pirata a debita distanza, incapace di capire i suoi sentimenti per lui. Killian sospirò, massaggiandosi la nuca.
Aspetterò, dolcezza… l’ho fatto per anni ed ora che ti ho trovata non ti lascerò. Non ti permetterò di allontanarti da me, come ti ho già detto il tuo cuore sarà mio.

*

Emma guardò con occhi gelati l’ultima foto di Neal. Quella notte, aveva pianto più lacrime di quante credeva di avere. Aveva perso il suo primo vero amore per sempre, questa volta. Lui si era sacrificato per lei e per loro figlio, come un vero eroe. Ma adesso non c’era più e lei era rimasta nuovamente sola.
Era restata alzata tutta la notte e l’alba stava per arrivare, quando sentì bussare alla porta. Non rispose, sapeva bene chi era e non aveva voglia di parlare con nessuno. Ma Mary Margaret entrò ugualmente, cinguettando: “Permesso…” Quando vide la madre, la bionda si girò verso la finestra, brontolando per l’intrusione. La mora si scusò: “Sono entrata perché ero preoccupata per te… è un momento difficile, lo capisco, e voglio-“
“Come puoi capire?! – singhiozzò l’altra, alterata – Tu hai avuto il tuo lieto fine, hai avuto il tuo amore ed ora hai anche un altro figlio ! Io ho perso Neal, l’ho perso per sempre! Non sono nemmeno riuscita a..." Non riuscì a terminare la frase, presa dal pianto. La principessa le si avvicinò e da dietro iniziò ad accarezzarle i capelli dolcemente, come faceva sua madre quando piangeva per i suoi stupidi capricci da bimba viziata. Aveva sempre desiderato poterlo fare con Emma, poterla consolare a modo suo, da madre.
Iniziò a parlarle dolcemente: “Hai ragione, non posso capirlo. Io sono molto fortunata. Ho te, David, Henry ed adesso il nuovo piccolo. Ma so come ci si sente a perdere una persona che ami. Io persi te, Emma. Credevo che non ti avrei più rivista. Ci speravo, certo, per via della profezia. Ma abbandonarti è stata la cosa più difficile di questo mondo, anche se era l’unico modo per salvarti dal sortilegio. Avrei dato qualsiasi cosa per tenerti con me.” Appoggiò una mano sulla spalla della figlia, con dolcezza, e le sussurrò: “Ora anche tu devi lasciar andare una persona che ami. Lascialo andare. Neal vorrebbe vederti felice, un giorno. Con la famiglia che lui desiderava per te, felice ed unita. So che ti ci vorrà del tempo, è giusto così. Solo … permettimi di starti accanto. Non allontanarmi da te, Emma.” La bionda si voltò, con gli occhi rossi e gonfi e le guance rigate di lacrime. Il labbro inferiore le tremolava e si gettò sulla madre, in un abbraccio in cui pianse le ultime lacrime che le rimanevano in corpo.
Biancaneve restò con lei, ad osservare l’inizio di un nuovo giorno, tenendola stretta tra le braccia. Un nuovo giorno senza Neal.
“Credi nel lieto fine, Emma?”
“No. Sono solo cose per bambini o per stupidi sognatori. Non esiste.” Neal sorrideva per la sua risposta, pensando che era tipico di Emma non credere in qualcosa come il lieto fine. La guardò dritto negli occhi, con un sorriso stampato sul viso, sincero e luminoso: “Io sì. L'ho sempre fatto.”

*

Killian capì la verità, che lo colpì con la potenza di uno schiaffo in faccia. Ero un cattivo. Nulla di quello che farò potrà cambiarlo. Sono le regole. Il panico si impossessa di lui, si senti in trappola per un crudele gioco del destino. Non potrò mai essere felice. O peggio, potrei rovinare la vita ad Emma… no, non voglio. No.
“ … è solo questione di tempo prima che lo perda anche io.” disse ad Emma, che lo guardò con gli occhi lucidi, sul punto di scoppiare in lacrime. Nella sua espressione, qualcosa era cambiato, come se avesse capito finalmente un mistero che la faceva impazzire. 
Lei alzò il volto e sussurrò: “Un attimo, se hai paura di perdere un lieto fine, vuol dire che lo hai trovato.” Uncino dsiderò darsi una manata in faccia. Possibile che tu sia così ottusa, Swan? Sempre fin troppo razionale e diffidente, tesoro…
“Qual è?” gli chiese lei, con un sospiro. Il pirata lesse nei suoi occhi la curiosità, ma anche un bisogno morboso di sapere la sua risposta. Ne era compiaciuto, non poté negarlo. Ma era anche sorpreso e amareggiato dal fatto che lei non avesse ancora capito. Il suo viso si rabbuiò e scuosse la testa rassegnato: “Non lo hai ancora capito, Emma?” Dannazione, Swan! Non ti facevo così … maledizione, possibile che tu non lo capisca?!
Lo feriva il fatto che per lei non fosse lo stesso ed il suo viso si fece triste, mentre pronunciava in un soffio: “Sei tu.”
Sperò che questa volta lei capisse davvero che cosa rappresentava per lui. Emma rimase con gli occhi spalancati ed aprì appena la bocca, come per dire qualcosa, ma nulla uscì dalle sue labbra di rosa. Si avvicinò lentamente all’uomo, incatenando i loro sguardi, ed appoggiò la fronte alla sua, con dolcezza. Poi i due si baciarono, trasmettendosi l’amore che provavano l’uno per l’altra. Non avevano mai avuto un bacio così intimo e tenero. Tanto che ne rivollero un altro entrambi.
“Non accadrà. Non mi perderai.” gli promise Emma, abbracciandolo. Ma lui aveva ancora paura di quel destino infausto che lo legava alle sue malefatte del passato, a ciò che era e che dentro sempre sarà. Infatti è così facile ripiombare nell’oscurità, tornare ad essere malvagio ed usare la violenza per ottenere ciò che si vuole. Aveva Emma, però. Il suo raggio di Sole, la sua luce nel buio, la sua salvezza, il suo amore, la sua dolce metà… il suo lieto fine più bello.
Decise di promettere a sé stesso di lottare con tutte le forze per preservare il suo lieto fine e per proteggere Emma.
Un altro sogno. Neal era davanti a lei, con lo scaccia incubi tra le dita, seduto sul divano del suo appartamento a New York. Rigirava davanti a sè lo scaccia incubi, con fare distratto. Emma lo guardava stranita, mentre lui le poneva per l’ennesima volta quella domanda: “Credi nel lieto fine, Emma?” Gli occhi della bionda si riempirono di lacrime e rispose con decisione, per l’ultima volta: “Sì.”
Neal le sorrise, si alzò dal divanetto consunto e le fece un cenno di saluto con la mano, salutandola per sempre: “Sii felice, Emma.”

~

Aveva cantato vittoria troppo presto ed il destino si era nuovamente preso gioco di lui. Emma era scomparsa, dopo avergli finalmente detto che lo amava. Killian stentava a crederci, fremeva di rabbia e frustrazione. Guardò il pugnale del Signore Oscuro, lasciato a terra, con su scritto il nome di Emma. Non lo voleva, non lo poteva nemmeno guardare. Lo consegnò a Mary Margaret, dicendole che per lui era una vista troppo dolorosa e che si fidava di lei.
Regina sbraitò: “Ma sei matto, Uncino? Lei non ha alcun potere magico ed ha appena partorito un bambino!” L’uomo la guardò con aria di sufficienza e le chiese: “Ah, allora dovrei darlo a te? Sentiamo, chi sarebbe abbastanza potente da affrontare Emma, ora che è il Signore Oscuro?” La strega si zittì e fece una smorfia di stizza.
Il pirata aveva ragione, ma era anche vero che dovevano mettere quel pugnale nelle mani di qualcuno di affidabile, che lo potesse proteggere. Biancaneve chiuse la mano del capitano sul manico del pugnale, attirando la sua attenzione. Killian si voltò e vide Mary Margaret con un sorriso triste in volto e delle lacrime sugli occhi. La donna disse, con voce tremante: “Tienilo tu. Emma vorrebbe così … e c’è l’Apprendista, ti aiuterà a difenderlo.” Il pirata tentò di ribattere, ma venne fermato dalla principessa: “Credimi, è giusto così. Questo pugnale è anche un simbolo, significa affidare ad un’altra persona il destino di Emma. Lei ti ama … e non c’è nessun altra persona degna di tenerlo. Ti affido la vita di mia figlia, Killian. Sono certa che non ci deluderai …”
Lui abbassò il capo, con il respiro corto: stava per mettersi a piangere. Esclamò adirato: “Ma non capisci ?! Emma è diventata il Signore Oscuro per colpa mia ! Perché io ero un cattivo e per quelli come me non esiste il lieto fine, è colpa-“ Regina gli mollò un ceffone dritto in faccia, adirata: “Smettila di piangerti addosso, pirata !” Uncino si massaggiò la guancia ferita con la mano buona, zittendosi.
Regina continuò a parlare: “Pensi davvero che sia questo il motivo?! Emma lo ha fatto per te e per la sua famiglia, idiota! E lei ha fiducia in voi, soprattutto in te, pirata dei miei stivali! Quindi vedi di darti una mossa, andiamo a parlare con Gold e con l’Apprendista, magari uno dei due riuscirà a darci una mano.” Biancaneve ed il principe annuirono e seguirono il loro sindaco verso il negozio di Tremotino, dove l’ex Oscuro era rimasto a terra privo di sensi. Uncino li seguì, sentendosi però ugualmente in colpa. Aveva perso Emma, non era riuscito a proteggerla.
Forse lui era bravo a sopravvivere, ma lei sarebbe stata altrettanto brava nel non cedere all’oscurità, come aveva fatto lui in passato? Non poteva esserne certo, ma non aveva altra scelta: doveva fidarsi di Emma.
Mentre si dirigevano al negozio, Regina gli si avvicinò. Il pirata roteò gli occhi spazientito e sibilò: “Se vuoi colpirmi ancora, accomodati. Devi averci preso gusto…” La donna si arrabbiò, per poi riprendere il controllo di sé: “Non sono qua per colpirti, anche se la cosa mi farebbe molto piacere. Volevo solo dirti ciò che mi disse mia madre molto tempo fa: l’unico ostacolo alla tua felicità sei tu. Ora mettiamoci al lavoro, odio il fatto che ci sia una cattiva diversa da me in città.”
Detto questo, entrò con compostezza nel negozio di antiquariato ed iniziò subito ad interrogare i presenti. Tremotino non dava segni di coscienza, l’Apprendista disse che dovevano trovare il suo maestro Merlino e Belle si mise subito a fare ricerche sui suoi libri e sul web, sia su Merlino che sull’origine del Signore Oscuro.
Killian quella sera pensò molto a quello che Regina gli aveva detto e non capiva come mai si pestava i piedi da solo.
Cosa aveva sbagliato? Forse era il suo modo di pensare ad esserlo. Ora che Emma, la luce dei suoi occhi, era dispersa, si sentiva perso anche lui. Non sapeva che fare, voleva riportarla da lui il più in fretta possibile, ma non sapeva nemmeno da dove iniziare.
Guardò il pugnale luccicare alla luce lunare sul tavolo del suo studio sulla Jolly Rogers. Sembrava che lo prendesse in giro, ricordandogli per quanto tempo aveva cercato quell’oggetto per compiere la sua vendetta e trovare così il suo lieto fine. Ora quella lama gli aveva portato via la sua amata Emma, togliendogli la felicità che aveva faticosamente costruito con lei, superando imprevisti ed ostacoli di ogni genere. Gli venne l’impulso di gettare quell’arma maledetta in mare, ma si trattenne dal compiere una stupidaggine simile. Regina lo avrebbe incenerito ed il padre di Emma lo avrebbe pesato a sangue.
Non poteva gettare la spugna così, aveva promesso di proteggere la sua donna ed un pirata mantiene sempre le sue promesse. Doveva combattere per salvarla, non poteva mollare. Lei si fidava di lui, come avrebbe potuto deluderla?
Emma… io ti troverò. Dovesse costarmi l’altra mano o la mia stessa vita! Non rinuncerò a te. Ti ho fatto una promessa. Una volta dissi che ti avrei seguita fino ai confini della terra o del tempo.
Giuro che ti seguirò anche nella oscurità più cupa, pur di riaverti con me. Tu sei il mio lieto fine, ricordi ? Dove sei, Emma? Dov’è il mio amore?
Dov’è il mio lieto fine?




https://www.youtube.com/watch?v=QuR-s8IkhzU
Angolo autrice :
Ed eccomi all'ultimo capitolo di questa raccolta. Quest'ultima canzone non penso sia conosciuta, ma mi piace abbastanza.
Vi lascio il link sopra.
Spero che anche questo cpaitolo vi sia piaciuto ... sicuramente a me è piaciuto scriverlo. Ovviamente la parte finale è puramente frutto della mia fantasia, dato che ancora non sappiamo cosa accadrà dopo la trasformazione di Emma nel Signore Oscuro. Vedremo ... quando uscirà la prossima stagione. Nell'attesa, ecco una possibilità.
Per insulti (anche no !), commenti ed altro ancora ... una recesione è sempre ben accetta !
A presto e grazie per aver letto !
La vostra Rora-chan

 
  
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