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Autore: Mrs_Gates6661    11/06/2015    1 recensioni
Charlotte, ragazza di 16 anni, viene considerata da tutti scontrosa e senza cuore.
Giudicata senza che nessuno sappia la sua storia, si abitua a convivere con gli indici della gente puntati costantemente addosso, fino a qu ando non incontra un ragazzo.
Brian. Era quello il suo nome.
Successe tutto per caso e, senza rendersene conto, i due si rispecchiarono l'uno nell'altra, viste le loro situazioni ormai critiche.
Cominceranno ad andare d'accordo, e capiranno che se saranno insieme, riusciranno ad affrontare le etichette che aveva l'abitudine di affibbiare la società.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con
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Nel cielo blu ricoperto di stelle, era ben visibile la luna che illuminava un po' il buio della notte. Sapevo che se fossi tornata a casa avrei ricevuto una scarica di schiaffi da parte di mia madre, ed era l'ultima cosa che volevo, quindi mi ritrovai a vagare per la città. La vita notturna di Huntington Beach era ben diversa da ciò che mi aspettavo, in giro non c'era nessuno, il leggero venticello continuava a provocare un fruscio di foglie. Passai più volte davanti un parco, girando in tondo, senza notare un volto a me familiare seduto su di un muretto con una birra in mano. Era una zona buia, quindi dovetti avvicinarmi per riconoscerlo. Era uno dei Sevenfold! Il ragazzo più basso. Puzzava come una birreria, e potei scorgere sul suo volto un'espressione di immensa tristezza. «Ehm...ciao...» Dissi un po' intimorita. «Chi sei e che cazzo vuoi!» Sbottò. «Piacere, Charlotte, ma forse già mi conosci...la ragazza di questa mattina davanti all'entrata di scuola.» «Ah, sei tu...cosa vuoi da me?» «No, nulla. Mi chiedevo solo cosa ci facessi qui.» Chiesi. «Non sono di certo affari tuoi cosa sto facendo qui, ma sembra che tu non abbia proprio intenzione di andar via, quindi lo farò io.» Detto questo, il ragazzo saltò giù dal muretto tenendo stretta la sua birra e se ne andò. Che tipo strano. Anche lui aveva degli sbalzi d'umore incredibili...questa mattina sembrava essere così tranquillo, ma invece si è rivelato una bomba pronta ad esplodere. Mi girai e osservai il parco che poco fa si trovava alle mie spalle, c'era un altalena e somigliava molto a quella su cui mi sedevo sempre da piccolina, stringendo forte quell'orsetto di peluche che ancora oggi ricordo bene. Ecco. Di nuovo quella sensazione. I miei occhi cominciano a bruciare e ad arrossarsi. Mi sento così stupida quando accade. Non ho alcun motivo per piangere...infondo, sono solo stupidi ricordi. Decisi di sedermi sull'asse scricchiolante, tenuta da due catene che sembrava potessero rompersi da un momento all'altro e iniziai a spingermi avanti e indietro, con l'aiuto delle mie gambe infreddolite. Avevo una strana sensazione. Mi sembrava di non essere sola, che ci fosse qualcuno oltre a me. Poi ne ebbi la conferma. Due mani si posarono sulle mie, ben salde alle catene. Notai subito dei tatuaggi sulle nocche. “Marlboro”. Ma chi sarebbe tanto stupido da tatuarsi una marca di sigarette? Subito dopo sentii una voce, calma e profonda, che riconobbi subito. «Ti ho vista qui da sola e...beh, volevo chiederti...scusa.» Disse il ragazzo. «Scusa di cosa?» Risposi voltandomi, e trovandomi a pochi centimetri quelle labbra sottili e perfette. «Di come ti ho trattata qualche ora fa...» Aveva gli occhi di chi, in qualche modo, si stesse anche sforzando di porgere le proprie scuse. «Non devi scusarti per forza, non abbiamo tre anni.» Sputai acida. Il ragazzo serrò la mascella, ma questa volta non ebbi paura, anzi, cominciai a fissarlo con aria di sfida. «Sei solo una stupida ragazzina.» «Zitto metallaro da strapazzo! Mi fai pena...solo perché sai strimpellare una chitarra non vuol dire che tu sia un gradino sopra gli altri! Smettila di atteggiarti in questo modo!» Risposi con tutta la rabbia che avevo in corpo. Brian mi guardò con aria di disprezzo un'ultima volta, poi se ne andò, lasciandomi sola per l'ennesima volta, come facevano tutti. Continuai a pensare alle parole di Synyster Gates. In qualche modo era riuscito a ferirmi solo fulminandomi con uno sguardo. Quel ragazzo aveva qualcosa in più degli altri...o forse io l'avevo solo guardato dal "lato giusto"...quello umano, cosa che solo i suoi amici avevano mai fatto.
   
 
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