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Autore: Elisium    11/06/2015    2 recensioni
Renesmee Miller vive una vita piuttosto semplice, questo finchè un pomeriggio non trova un diario di più di 15 anni fa. A chi appartiene? Una storia d'amore dissolta nel tempo che merita di trovare una soluzione. Riuscirà Nes a trovare tutti i pezzi del puzzle? E cosa accadrà quando passato e presente si scontreranno?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Rigirò annoiata la penna tra le dita.

“Nel 49 a. C. Giulio Cesare”

Non poteva credere di essere stata così stupida!
Aveva inseguito una chimera per tutto quel tempo, quanta energia sprecata! Per chi poi? Un idiota ecco cosa era!

“Nel 49 a. C. Giulio Cesare ”

Era già passate due settimane da quando aveva lasciato Chicago e lui non si era minimamente fatto vivo.

Aveva sperato fino all’ultimo, anche in una botta di improvviso senso di colpa che l’avrebbe riportato lì, ma niente!
Niente di niente!

“Nel 49 a. C. Giulio Cesare ”

E gli aveva anche lasciato il carillon, che stupida!
Sarebbe dovuto ritornare a Isabella, al massimo le avrebbe detto che l’aveva trovato per caso, come poi in fin dei conti era successo con il diario.
Ma se c’era qualcosa di sicuro era che quel cofanetto non doveva stare in quelle stupide mani da ubriacone!

“Nel 49-”

«Ness? Si può sapere che ti passa per la testa ? sei ferma su quella pagina da mezz’ora ed è anche fatta quasi interamente da figure!» fece scocciato fissandola fino a che anche lei non alzò lo sguardo, cosa che avvenne piuttosto lentamente.

«Mi stavo solo concentrando Jacob, non sapevo ci fosse un record da battere perché la prossima volta non ti porti un cronometro eh?»

«Mi spieghi a cosa devo tutta questa simpatia? È da quando sei tornata da Chicago che sei più amichevole del solito. Non sarà per il caro Anthony, non è vero?» fece sarcastico mentre osservava le sue piccole dita
stritolare la penna

«Sai Ness, odio dirtelo…» oh quella si che era una stronzata bella e buona

«Non osare !» sibilò lei stringendo i piccoli pugni

«Ma…»

«Jake!»

«Io te l’avevo detto»

Chiuse il libro con un colpo secco, stufa.
Il suo migliore amico non sapeva proprio riconoscere il momento giusto per tacere!

Era già abbastanza frustrante senza che ci si mettesse lui.
Era così speranzosa!
Così convinta di poter salvare un amore… di poter fare la differenza per qualcuno… e di sbattergli in faccia che alla fine la sua cocciutaggine aveva portato a qualcosa di buono!

Ma così non era andata… non che questo significasse che gliel’avrebbe in qualche modo data vinta!

«Vaffanculo Jacob!»


 
 
Era già arrivato un altro fottuto lunedì, constatò portandosi alla bocca la sigaretta.

Gli bruciavano gli occhi per le mancate ore di sonno.

Aveva smesso di dormire la notte, di nuovo.

L’aveva sognata, di nuovo.

Però questi sogni erano molto peggio dei vecchi incubi, perché erano intrisi di una patetica scintilla di speranza che puntualmente moriva in modo atroce ad ogni risveglio.

E la situazione stava degenerando portandolo a sognare cose… assurde.

C’era lui, che con una ventiquattr’ore in mano ritornava nel vialetto di una piccola casetta in stile coloniale.

C’era la donna più bella che avesse mai visto in vita sua che lo aspettava sulla soglia con due dolci occhi
castani felici e innamorati.

Faceva giusto in tempo a cogliere un movimento ai confini della sua visuale, che una piccola pulce rossiccia gli
correva incontro ridendo.

Nessuno parlava, ma tutti sorridevano senza un’apparente motivo, poi… una sola parola, che aveva la forza di
scuoterlo e trascinarlo via da quel mondo perfetto e sospeso sul nulla, facendolo svegliare sudato e con il fiato
corto.

Papà.
 

Con lo sguardo ritornò sull’infernale cofanetto.

Gli incubi erano iniziati da quella sera, da quando aveva riascoltato quella melodia e da quando quella piccola cosetta fastidiosa se n’era andata dal suo appartamento sbattendosi la porta alle spalle.

In un primo slancio di infantilità aveva pensato che lei gliel’avesse lasciato apposta, come monito del suo
fallimento.

Una rimostranza di ciò che non era riuscito a fare… consegnare un maledetto regalo.

Col senno di poi aveva più concretamente ipotizzato che nella furia del momento l’avesse lasciato lì, l’ultimo posto in cui avrebbe voluto lasciarlo, nelle sue indegne mani.
Questi erano i momenti in cui ghignava al vuoto come un idiota per quella piccola vendetta.

Si portò un bicchiere pieno di liquido trasparente alla bocca e mentre il gin congelava tutte le stronzate che gli passavano per il cervello scosse la testa infastidito dal fumo.

Non erano neanche le dieci del mattino ed era già alla quarta sigaretta.

“Resta pure qui a fare l’alcolizzato”

Strinse le labbra e di riflesso anche la presa sul bicchiere mentre squadravo concentrato il carillon.

Tu non sei… niente”

Lanciò via la sigaretta non curandosi neanche di dove fosse finita.

“Meglio così… con te avrebbe sprecato il suo tempo”

Non si curò del fragore di centinaia di piccoli cristalli di vetro contro il ricercato linoleum del suo ufficio, registrò
soltanto la sua mano destra improvvisamente libera che stringeva quella scatoletta di legno in modo quasi
reverenziale.

Se tutti i suoi problemi erano dovuto a quell’aggeggio, allora bastava allontanarlo il più possibile da lui per
risolverli definitivamente.

Era solo per questo che era uscito di fretta dal suo studio ignorando chiunque gli si parasse davanti, per
fermare quegli stupidi incubi.

Era solo per questo motivo che aveva fatto i bagagli, per ritornare a dormire sogni tranquilli.

Ed era solo ed esclusivamente per lui che ora si trovava su un aereo diretto a Washington, perche ne aveva
abbastanza e voleva ritornare alla sua vita.

E mentre la sua scatola cranica produceva elucubrazioni incentrate solamente sulla sua persona, una parte
recondita e misteriosa della sua testa non faceva altro che proiettare ad intermittenza l’immagine di due dolci
occhi castani felici e innamorati. 







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Angolo Autrice
Buona sera!
Sono ritornata, con un capitolo un po' cortino ve lo concedo, ma finalmente Edward fa qualcosa di intelligente, quindi bisogna festeggiare!
Come di consueto non so con certezza matematica quando potrò riaggiornare ma mi impegnerò il più possibile a non far passare tra un capitolo e l'altro più di due settimane, anche perche ormai siamo quasi alla fine!
Un bacio grande Elisium
   
 
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