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Autore: Shiori Desu    12/06/2015    10 recensioni
Dal primo capitolo:
Lucy diede un pugno sul bancone, nascondendo poi una smorfia di dolore. “E va bene. Volevi fare una scommessa? Scommettiamo.” Proferì decisa la maga rivolgendosi al Dragon Slayer.
Lui si limitò a fissarla interrogativo.
“Scegli un mago di questa gilda, e scommetto che riuscirò a sedurlo nel giro di una settimana al massimo.”

Nalu con qualche accenno di Gale e Gruvia.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GIORNO 6 - La seduzione è un'arte

LA SEDUZIONE E' UN'ARTE

GIORNO 6

 

Bianco.

Il foglio che Lucy si ostinava a fissare da un tempo che le pareva illimitato sembrava proclamarsi lo specchio della sua mente.

Erano entrambi vuoti.

Il capo appoggiato sul palmo di una mano, l’altra che stringeva la penna facendola ticchettare ritmicamente sul tavolo, gli occhi fissi su quel vuoto che le sembrava incolmabile con le parole.

Aveva deciso che la sua esibizione sul palco di Miss Fairy Tail sarebbe stata l’esposizione di una poesia scritta da lei stessa; di primo impatto le era sembrata un’idea originale, ma non aveva valutato la difficoltà dello scrivere senza l’ispirazione come compagna e, soprattutto, senza sapere nemmeno di cosa parlare.

L’idea di sfilare semplicemente con un vestitino carino e succinto non la allettava affatto, soprattutto dopo che Happy le aveva fatto notare che il suo sex appeal era praticamente inesistente, nonostante il suo corpo fosse pressoché perfetto.

E ogni tanto è bello ricordare che ho anche un cervello-

Fissò il foglio più intensamente.

…anche se non sembra.

Si accasciò sul tavolo sbuffando ed emettendo lamenti indistinti, mentre i primi raggi di sole della giornata le lambivano dolcemente il volto; i suoi capelli avevano acquisito sfumature dorate che le ricordarono un campo di grano in piena estate.

Lasciò vagare la sua mente in un intricato labirinto di pensieri approssimativamente collegati tra loro, per poi finire inevitabilmente a sfiorare i ricordi del giorno precedente; ma prima che si potessero fare più forti e vividi, alzò di scatto la testa, quasi in imbarazzo senza un apparente motivo.

Si stiracchiò sospirando, un improvviso senso di stanchezza che le attanagliò la testa.

Sentiva il forte bisogno di distrarsi, di fare qualcosa che la facesse sentire utile, che la aiutasse a passare il tempo senza avere il costante pensiero del Dragon Slayer del fuoco che la distraesse.

"Ho bisogno di andare in missione..."

Si pentì subito di aver sussurrato quell'affermazione.

Tornare a lavorare significava passare diverso tempo a stretto contatto con Natsu, giorno e notte, e al momento non aveva la più pallida idea di come si sarebbe comportata con lui.

Mugolò lievemente, infastidita da quel pensiero, quando il suo sguardo si andò involontariamente a posare sul libro che le aveva prestato Levy.

Sfiorò la vecchia copertina annerita dal tempo.

L'arte della seduzione.

In quei pochi giorni aveva sentito quell'accostamento di parole così tante volte che non poté trattenersi dallo sbuffare.

Sfogliò le prime pagine del volume, leggendo di tanto in tanto qualche frase che la faceva accigliare, sorridere o addirittura sentire a disagio.

Stava affrontando superficialmente il tema del Cosa dire di sé al primo appuntamento, quando una voce alle sue spalle la richiamò.

"Oi, Lucy!"

Lei nemmeno si voltò, alzò solamente gli occhi davanti a sé tentando di mantenere un'aria indifferente.

"Natsu, quante volte ti ho detto di non entrare dalla finestra?"

"Tu potresti chiuderla." dopo la solita scusa balzò giù con un piccolo salto, entrando ufficialmente in casa, e si avvicinò interessato alla maga.

"Cosa stai facendo?" domandò incuriosito osservando il libro.

"Aaah niente, niente!" Lucy chiuse rapidamente il volume, ponendolo poi a un angolo della scrivania e sommergendolo di fogli.

Prima che l'altro potesse fare ulteriori domande, lei cercò di prendere in mano la conversazione. "Allora, cosa fai qua?"

"Sono qua per chiederti di uscire."

Lucy finalmente si voltò a guardarlo, ma solo per pochi istanti; spostò lo sguardo su un punto lontano e indefinito della stanza, poi deglutì a vuoto. "Co-cosa?" biascicò, stranita e colta alla sprovvista da quella risposta.

"Ieri sera hai solo detto che ti sarebbe piaciuto uscire di nuovo con me, ma non abbiamo deciso quando. Così visto che oggi è il nostro penultimo giorno di pausa, ho pensato che non avremmo avuto molte altre occasioni prima della prossima missione." incrociò le braccia al petto, annuendo serio alla sua stessa argomentazione.

Tutto ciò che Lucy avrebbe voluto fare in quel momento, era coprirsi il volto con le mani e urlare per l'imbarazzo ma, con uno sforzo immane, riuscì a trattenersi; solo un angolo della bocca leggermente tirato ad un sorriso e lo sguardo che continuava a vagare senza sosta per la stanza tradirono le sue emozioni.

Faticava ad ammetterlo, ma quelle parole, oltre a gettarla nel disagio e nell'imbarazzo più profondo, le facevano anche piacere.

"Ehm...qu-quindi...vorresti uscire oggi?"

Natsu annuì con vigore. "Certo, e ho un mente un posto che so per certo che ti piace!" sorrise compiaciuto.

Lucy si accigliò un momento.

Un posto che mi piace? "E che post-"

"No, non te lo dirò!"

La maga evitò di insistere, sapeva che sarebbe stato inutile. Alzò le spalle con finta indifferenza. "E va bene, allora lo scoprirò stasera."

"Eh? Stasera?"

Un momento di dubbioso silenzio passò tra i due.

"Bè sì, non è questa sera che vuoi uscire?"

"Ma no, perché aspettare tanto? Possiamo uscire anche adesso, no?" la afferrò per un polso costringendola ad alzarsi.

"Cosa?!" la voce di Lucy risultò più acuta del dovuto; si schiarì la gola, liberandosi poi dalla presa del Dragon slayer. "Cos- è mattino, non possiamo uscire adesso!"

Natsu aggrottò le sopracciglia. "C'è una regola che lo vieta?" domandò serio.

"No, però- e poi devo prepararmi, mi serve un po' di tempo!"

"Ieri non eri vestita chissà quanto bene."

"Lo so ma- oi, questo non è un complimento!"

"Ooh andiamo Lucy, ti assicuro che non è necessario vestirsi in modo elegante nel posto in cui dobbiamo andare!"

"Ok, ma perché tanta fretta?!"

Un leggero silenzio cadde nuovamente su di essi, che però Natsu sciolse subito. "Oh bè- insomma- lo...lo scoprirai, ecco." voltò la testa da un lato, un'espressione di scuse sul viso; si portò una mano alla nuca.

Lucy si avvicinò repentinamente a lui. "Mi stai nascondendo qualcosa?" squadrò il suo volto nella speranza di trovare qualche indizio che lo tradisse.

"Ma no, cosa vai a pensare?!" la prese per mano dirigendosi a passo deciso verso la finestra. "Bene, usciamo allora!"

La maga lo strattonò. "Fermo! Almeno usciamo dalla porta!"

Natsu sbuffò infastidito. "Mmmh quante manie che hai.."

"Manie?! Mi sembra che tutte le persone civili usino la porta per-"

"Sì sì, va bene..."

Scesero in strada discutendo fin troppo seriamente sull'uso delle porte e delle finestre di una casa.

 

*

 

Natsu precedette Lucy di qualche metro per correre davanti ai portoni della gilda.

Alzò le braccia in modo trionfale sottolineando l'azione con un "Ta-daaan!" e un sorriso raggiante.

La maga si bloccò sul posto, il sangue che sembrava essersi gelato nelle vene, gli occhi puntati sul volto del Dragon Slayer.

"Non- non mi dire che-"

"Sì, è esattamente come sembra! Il nostro secondo appuntamento sarà in gilda!"

Lucy abbassò il capo, sconsolata.

Dovevo immaginarlo.

"Lu- Lucy? Che c'è?" Natsu si avvicinò a lei, la preoccupazione che gli lambiva il volto.

"Niente è che-"

"Avresti preferito un altro posto per il nostro secondo appuntamento, lo so." un'aria cupa si impossessò della voce del mago, che abbassò lo sguardo.

"Per favore, puoi smetterla di chiamarlo secondo appuntamento?"

Lui si limitò a fissarla interrogativo.

"Mi...mi mette a disagio..." sussurrò lei, il volto eccessivamente arrossato.

"Non capisco come certe cose possano metterti in imbarazzo." una pausa, in cui Lucy avrebbe voluto intervenire, ma Natsu la batté sul tempo. "Comunque, c'è un valido motivo per cui siamo qua."

Silenzio, la maga lasciò che la sua espressione confusa chiedesse chiarimenti per lei.

"Ho bisogno di un'aiutante!" proferì il Dragon Slayer come se quella fosse la risposta universale ad ogni possibile dubbio.

La ragazza non sprecò fiato per chiedere un'ulteriore delucidazione, aspettando che Natsu le desse qualche indicazione in più per comprendere ciò che stava accadendo.

"A mezzogiorno ci sarà una gara di abbuffata, e ogni concorrente ha bisogno di un assistente che gli allunghi le portate-"

Lucy  non lo lasciò terminare, sbuffò infuriata, girò le spalle al ragazzo e si incamminò a passi pesanti verso casa.

"No no no, Lu- Aspetta!"

Il Dragon Slayer le si parò davanti, fermando la sua avanzata bloccandola per spalle. "No Lucy, è importante! Si possono vincere duecentomila jewels-"

La maga tentò di continuare, invano, la sua marcia.

"Sai che ho bisogno di soldi-"

"Mi chiedo in cosa li spendi tutti i tuoi soldi." mormorò lei sempre più adirata.

"Bè in-"

"No, non me ne frega niente. E ora, se permetti, vorrei tornare a casa."

Natsu le lasciò le spalle, ma rimase comunque davanti a lei. "Perché te la prendi tanto?" una nota di disorientamento lambiva la sua voce.

Lei strinse i pugni, abbassando il capo e lo sguardo. "Pensavo uscissimo noi due, da soli. Se questa cosa non ti va, basta dirlo." Deglutì a vuoto. "Certo, mi dispiacerebbe, ma me ne farei una ragione." Mano a mano che parlava, la sua voce si faceva sempre più flebile, a stento le sembrava di udirla lei stessa. "E avresti potuto chiedermi di farti da assistente, invece che trascinarmi qua in questo modo."

Lui incrociò le braccia. "E avresti accettato?"

Lucy alzò la testa, ma non lo sguardo. Avrebbe voluto mentirgli con una risposta affermativa, ma non ci riuscì.

Il mago si spostò e si diresse a passi lenti verso l'entrata della gilda, le mani intrecciate dietro il collo. "Come vuoi, non posso certo obbligarti."

La ragazza strinse entrambi i pugni. "Sei davvero un idiota." sussurrò a denti stretti.

"Guarda che ti sento!"

Si era dimenticata del suo udito incredibilmente sviluppato.

Io prima o poi lo ammazzo-

Tornò a camminare, decisa ad allontanarsi da lui il prima possibile.

Non gli viene mai il dubbio che, forse, ogni tanto pure lui può avere torto? Non gli passa mai per la testa che potrebbe chiedere scusa, se una persona viene alterata dai suoi comportamenti?

Continuò a camminare, accorgendosi che in realtà stava facendo quei passi pesanti solo per sfogare la rabbia, più che per separarsi da lui. Dopotutto non voleva dargliela vinta.

Ma come?

Si fermò improvvisamente, la gonna che ondeggiò a quel brusco movimento.

"Natsu!" urlò a squarciagola, spaventando un paio di piccioni sulla strada che volarono via rapidamente.

Lucy si girò di scatto e continuando a marciare, seppur in senso opposto, si diresse verso il suo interlocutore, che si era fermato sull'uscio della gilda con un'espressione stupita in volto.

"Facciamo a metà." esordì lei. "Io ti aiuto, ma se vinci dividiamo a metà i duecentomila jewels."

In fin dei conti i soldi facevano sempre comodo e, in quel momento, privarlo di una parte della potenziale vincita le sembrava il modo migliore per fargliela pagare.

Sapeva benissimo che quando si trattava di cibo, Natsu non era secondo a nessuno; avrebbe vinto quella gara senza troppe difficoltà.

Il Dragon Slayer la fissò, sorpreso da quella proposta. "Mmmh..." una breve pausa. "Mmmh...non mi sembra un grande affare, ma accetto!" allungò una mano, che Lucy strinse con forza.

"Devi essere davvero disperato..." commentò lei con una punta di malizia nello sguardo, soddisfatta da quell'accordo. Prima che l'altro potesse ribattere aggiunse: "A proposito, dov'è Happy? Non potevi farti aiutare da lui?"

Si diressero finalmente all'interno della gilda, fianco a fianco.

"Sta dormendo; ieri sera, quando è tornato a casa, era stremato. Il suo ruolo da cameriere deve averlo distrutto." spiegò lui sorridendo.

La maga non aggiunse altro, e prima che la sua mente la riportasse al giorno precedente, focalizzò la sua attenzione sul grande fermento che dilagava tra i presenti nella gilda.

"Perché io non sapevo niente di questa cosa?" si trovò a chiedere perplessa.

Natsu ci rifletté su seriamente. "Non lo so, ma in questi giorni mi sei sembrata un po' distratta."

Lei lo guardò, colta alla sprovvista da quell'affermazione.

"Bene, io vado." il ragazzo si diede una paio di colpi sul ventre. "Devo preparare il mio stomaco! Ci vediamo dopo!" e si allontanò per raggiungere un tavolo accerchiato da maghi che ridevano e sbraitavano come al solito.

Lucy si avvicinò titubante al bancone, ma non riuscì a raggiungerlo: Mirajane comparve improvvisamente al suo fianco e, prima che la maga degli Spiriti Stellari se ne rendesse conto, si trovò ad indossare un abito da cameriera estremamente corto ed eccessivamente scollato, e a portare un piatto dopo l'altro al cospetto di Natsu, che divorava ogni pietanza senza ritegno.

 

*

 

Lucy si sedette, esausta, poi si tolse le scarpe con un lamento.

Indossava ancora quel succinto vestito da cameriera, la camicetta che le stava stretta le dava estremamente fastidio; voleva solo tornarsene a casa e rimettersi in pigiama il prima possibile.

A quanto pare il lavoro di cameriere è davvero così sfibrante, ora capisco Happy. Anche se lui, avendo le ali, magar-

Una voce interruppe quei pensieri sconclusionati, dettati probabilmente dalla stanchezza. "Sei stanca?" Mirajane la stava guardando, un sorriso dolce che le illuminava il volto.

L'altra annuì debolmente. "Come fai a fare questo tutti i giorni?" domandò sconvolta.

"Dopo un po' ci si abitua, e di certo non ci sono costantemente questi ritmi frenetici."

Prima che potesse aggiungere altro, la voce di Natsu interruppe la loro conversazione sul nascere. "Oi Lucy, ecco qua la tua parte!" e depose un cospicuo malloppo di banconote sul tavolo davanti a lei.

"Complimenti per la tua vittoria, Natsu!" si congratulò Mirajane continuando a sorridere. "Fai a bene a dimezzare la tua vincita, direi che Lucy se l'è davvero meritata." aggiunse poi, lanciando uno sguardo di approvazione all'altra maga.

Prima che Lucy potesse puntualizzare che quella di dividere i soldi era stata una sua idea, Natsu ringraziò la maga del Take Over, poi si rivolse alla bionda. "Che ne dici se per festeggiare passiamo il resto del pomeriggio insieme, solo noi due?"

La ragazza diventò improvvisamente paonazza, sentì le guance diventare istantaneamente calde, le mani che la avvertivano della già accertata agitazione, con un leggera sudorazione.

"Uuh, questo è per caso un appuntamento?" domandò Mirajane, spostando il suo sguardo malizioso un paio di volte tra i due amici, per poi fermarlo sul volto di Natsu.

"Certo, questo sarà il nostro secondo appuntamento." dichiarò senza remore il Dragon Slayer.

Lucy incrociò istintivamente i piedi in preda alla vergogna, e questa volta non poté fare a meno di coprirsi il volto con entrambe le mani, i gomiti appoggiati sul tavolo.

Tentare di zittirlo ormai era troppo tardi.

La maga dagli occhi blu lanciò una breve occhiata alla ragazza. "Aaah, e così state uscendo insieme..." poi, alzando notevolmente la voce, si rivolse all'intera gilda. "Ragazzi, finalmente Lucy e Natsu stanno ufficialmente uscendo insieme, e per la seconda volta! Propongo di festeggiare, offrono loro!"

La bionda si alzò in piedi di scatto, afferrando l'amica per un braccio. "No Mira, cosa fai?!"

Un boato di approvazione e applausi si alzarono da tutti i presenti.

"Co- cos'hai fatto?" Lucy si accasciò di nuovo sulla panca, gli occhi chiusi, sul volto una maschera di disperazione.

Natsu si sedette di fronte a lei, lamentandosi debolmente. "Uuh, i miei soldi..."

La barista posò le sue mani sulle spalle di entrambi. "Tranquilli, per voi due offre la casa!" e si allontanò con un sorriso smagliante.

L'altra maga incrociò le braccia e appoggiò la testa sul tavolo, rassegnata. "Che diavolo hai fatto, Natsu?"

"Io?! Di certo non volevo pagare da bere per tutti!"

Lucy si portò una mano alla fronte, già sfinita da quella giornata. "Tra le altre cose, dovresti anche imparare a stare zitto, ogni tanto."

"Eh? Quali altre cose?"

Mirajane li interruppe appoggiando sul tavolo un enorme vassoio colmo di boccali. "Ecco, i primi due sono per voi naturalmente!"

Non sapendo se ringraziare o meno, Lucy si limitò a sorridere forzatamente all'altra, per poi bere rassegnata dal boccale.

Magari l'alcool mi aiuterà a dimenticare tutto.

Temendo di commettere un altro terribile errore, Natsu aspettò che la cameriera se ne andasse prima di parlare.

"Allora, cosa si fa di norma ad un secondo appuntamento?"

La maga bevve un lungo sorso prima di rispondere. "Di solito si parla della propria vita privata." Le tornò in mente il libro di Levy. "A differenza del primo appuntamento, in cui non bisognerebbe esporsi troppo all'altra persona. Ma questo non è di certo un secondo appuntamento comune, quindi non lo so." sorrise debolmente. "E la smetti di chiamarlo secondo appuntamento?"

"Ma è quello che è! E poi lo stai chiamando anche tu in quel modo." chiarì Natsu per poi bere mezzo boccale in una volta.

L'altra sospirò, preferendo non aggiungere altro.

E io che fino a poco tempo fa sognavo cene eleganti e rose rosse...bè una cena l'ho avuta, ma di certo non per merito di Natsu. E non ero nemmeno vestita in modo elegante, per colpa di Loki. E forse un po' mia? Quindi non credo possa valere come tale.

Seguì con un dito un'imperfezione del legno del tavolo, poi alzò il suo sguardo sul volto del Dragon Slayer, intento ad attirare l'attenzione di Mirajane per avere un altro paio di boccali.

Lo conosco da tanto tempo, di certo non potevo aspettarmi del romanticismo da parte sua- Ma che vado a pensare-

"E allora che si fa?" il ragazzo si rivolse di nuovo a lei. "Tu sai tutto della mia vita privata, e io so tutto della tua." le lanciò una breve occhiata. "Immagino." aggiunse poi rapidamente. "Non abbiamo molto da dirci riguardo a ciò."

La maga ci rifletté su qualche istante.

Che lui fosse la persona a cui teneva di più in quel periodo della sua vita, non aveva dubbi già da parecchio tempo, ma le sembrava strano che sapesse tutto di lei; l'unica cosa che gli teneva nascosto erano i sentimenti che provava per lui, ma preferiva illudersi ancora per qualche giorno che fossero solo passeggeri, che un mattino si sarebbe svegliata e il suo cuore avrebbe ricominciato a vedere Natsu come un amico e niente di più.

Niente di più? Cosa perderei se effettivamente io e lui diventassimo qualcosa di più che amici? Sono certa che perderei molti vantaggi se- bè se-

La sua mente non voleva terminare la frase, così passò al pensiero successivo.
Mi verrebbero a mancare molte cose, come ad esempio...gli amici no di certo, il lavoro nemmeno, la mia privacy non è mai esistita...

Bevve più di quanto non volesse, e i suoi pensieri cominciarono ad intrecciarsi tra di loro.
Ma non capisco se lui sta prendendo tutto questo come un gioco-

Altri due boccali comparvero davanti a loro; il ragazzo ne avvicinò uno a Lucy che, con sua grande sorpresa, lei non rifiutò.

"Allora, si passa alla fase successiva?" domandò lui prima di trangugiare la sua bevanda.

La maga si limitò a guardarlo senza rispondere, inarcando leggermente le sopracciglia.

"Facciamo senza raccontarci l'uno dell'altra, perché sappiamo già tutto. Qual è la prossima fase?"

Lucy appoggiò le mani sul tavolo, lentamente, ponderando attentamente ciò che voleva dire. Le sembrò estremamente faticoso mettere insieme poche parole affinché acquisissero un senso. "Natsu, tu stai prendendo seriamente questa cosa, vero?" cercò di chiederlo nel modo più neutrale possibile, eppure la sua voce sembrava non volesse stabilirsi su un tono preciso.

Il volto dell'altro era nascosto dietro l'enorme bicchiere. "Mmh?"

"Perché io ci tengo davvero molto, e non mi va di essere presa in giro, credo che tu lo sappia."

Lui appoggiò il boccale sul tavolo, poi si pulì la bocca con un braccio. "Ma certo che la sto prendendo seriamente, perché non dovrei?"

"Perché non prendi mai niente seriamente." si pentì subito di aver sussurrato quelle poche parole; non sapeva nemmeno lei perché la sua bocca le aveva fatte uscire, la sua mente non lo pensava affatto.

Il Dragon Slayer non rispose, e la maga preferì affogare la sua vergogna nell'alcool. "Scusa." mormorò dopo poco. 
Gli lanciò un brevissimo sguardo, ma non riuscì a mettere completamente a fuoco il suo volto.

Sbatté ripetutamente le palpebre, confusa.

Lui sospirò. "Non importa, immagino siano loro a parlare, non tu." e indicò i due boccali che Lucy aveva bevuto.

"Non sono ubriaca!" disse lei meno convinta di quanto volesse sembrare.

"Lucy, stavo cercando di trovare una scusa, non peggiorare la situazione." una pausa. "E poi, quello è ciò che dicono tutte le persone ubriache."

La maga si guardò intorno, la fronte corrucciata in un'espressione di disapprovazione, la bocca leggermente arcuata. "Non è vero." e, demolendo la sua ultima affermazione, bevve l'ultimo sorso dal suo secondo bicchiere, per poi farsene portare un terzo.

Natsu la guardò preoccupato, un sopracciglio alzato. "Lu- Lucy? Non ti sembra di esagerare adesso?"

Lei scosse leggermente la testa mentre trangugiava l'ennesimo sorso. Non voleva bere, eppure quell'inebriante odore di alcool sembrava la stesse chiamando.

"No, assolutamente no." sbatté il boccale sul tavolo.

Ma che sto facendo- non posso essere davvero ubriaca...

Fece vagare il suo sguardo all'interno della gilda: sembrava tutto diverso, meno limpido.

Bevve un altro lungo sorso.

Non sono ubriaca, sono solo un po' alticcia tutto qua-

Tornò a bere, per poi fissare il suo sguardo sul tavolo.

Ehi, questo tavolo mi ricorda un sogno che ho fatto...cos'era?

Puntò i suoi occhi sul viso del ragazzo; cominciava ad abituarsi a quella visione sfocata, quasi imprecisa della realtà.

"Tu- tutto bene, Lu-"

"Sai Natsu, l'altra notte ho sognato che avevi una faccia da pesce." un singhiozzo accompagnò quella bizzarra affermazione.

L'altro afferrò il boccale di Lucy prima che potesse bere di nuovo. "Ma- ma guarda un po', che sogno strano...pensa che io ho sognato un paio di gambe in calzamaglia che ballavano sul tetto della gilda, e non avevano un corpo! Mi chiedo se..."

La maga smise di ascoltarlo, troppo intenta a cercare di riprendersi il boccale, invano. "Dai, ridammi il mio bicchiere..." con un qualche difficoltà, riuscì poi a salire in ginocchio sul tavolo.

Le sembrava di stare su una barca, il mare leggermente mosso che la cullava, il mondo che le girava intorno.

Lui indietreggiò leggermente, una risatina nervosa. "Lucy, mi fai paura da ubriaca, siediti." il suo sguardo vagava senza meta tra gli altri presenti, troppo intenti a fare altro, o troppo ubriachi loro stessi, per accorgersi di una Lucy un po’ più che alticcia.

“Cos’è, ti senti a disagio?”  rise lei. “Ora capisci cosa provo io, ogni volta che tu fai qualcosa di stupido.” accompagnò questa affermazione puntando un indice verso l’interessato, facendola risultare più come una minaccia.

“Guarda che anche tu mi hai fatto sentire a disagio diverse volte, e senza essere ubriaca.” puntualizzò lui annuendo convinto.

Lucy fece il broncio come una bambina, poi si coricò supina sul tavolo, un sospiro pesante che accompagnò quell’azione.

“Ogni tanto dovresti farmi qualche complimento, e non solo dirmi cose cattive.” si lamentò; poi si coprì gli occhi portandosi un braccio alla fronte.

“Non dico cose cattive! Dico solo quello che penso-”

La maga non lo lasciò terminare, folgorata da una rivelazione. “Aaah! Ecco cosa succedeva in quel sogno! Prima della tua faccia da pesce, eravamo distesi su un tavolo! Proprio come me ora!” si portò le mani alla bocca, timorosa. “Natsu, non può essere una coincidenza, sta per succedere qualcosa, me lo sento!”

Il Dragon Slayer la guardò con un sorriso colmo d’incredulità. “Ma che stai dicendo?” poi scoppiò a ridere. “Oltre a fare paura, almeno sei anche divertente da ubriaca! E sentiamo, cosa dovrebbe succedere?”

Lucy ci rifletté su seriamente per qualche momento, gli occhi chiusi. “Non lo so di preciso…” puntò improvvisamente il suo sguardo lucido in quello del mago. “Magari se ti corichi insieme a me…” allungò una mano sfiorandogli la giacca. “…lo scopriremo insieme.” le ultime parole furono un sussurro appena percettibile; una scintilla di malizia nei suoi occhi le colorò il viso.

Natsu rimase immobile a fissarla, un’espressione neutra sul volto.

La maga tornò in ginocchio, avvicinandosi pericolosamente al volto di lui. Con un dito, essa tracciò qualche linea immaginaria sul petto del Dragon Slayer, sfiorando delicatamente la sua pelle ruvida, incontrando di tanto in tanto qualche piccola cicatrice, ricordi di vecchie battaglie, scendendo poi fino al suo ventre. “E dai, cosa ti costa coricarti a fianco a me…” la lenta discesa del suo tocco leggero incontrò il tessuto dei pantaloni.

I due continuavano a guardarsi negli occhi, gli sguardi incatenati l’uno con l’altro.

Con un rapido movimento, Lucy infilò un paio di dita all’interno dei pantaloni dell’altro che, a quel gesto inaspettato, si allontanò velocemente con una risata nervosa.

“Ahah no Lucy, no qua stiamo andando un pochino oltre…”

Lei si riavvicinò senza timore, accarezzando il viso del ragazzo con il suo respiro pregno di alcool. “Oh andiamo, non mi dire che ti dispiacerebbe se ti facessi un bel-”

“Bene! Direi che è ora di andare a casa!” Natsu si alzò improvvisamente in piedi, disorientando per qualche istante la maga.

“Vieni Lucy, ti riaccompagno.” e la prese delicatamente per un braccio.

“Mmh no, non ci voglio andare a casa, è ancora presto!”

“Ma non eri stanca?”

Lei ci pensò su qualche istante, messa improvvisamente in crisi da quella semplice domanda. “Sì hai ragione, sono un po’ stanca.” decretò infine contro ogni aspettativa.

Il mago la aiutò a scendere dal tavolo, e vedendo che aveva qualche difficoltà ad infilare una scarpa, andò in suo soccorso accovacciandosi davanti a lei.
Dopo un paio di goffi tentativi, riuscì infine a farle indossare la piccola calzatura.

Lucy sorrise. “Non ti sembra una cosa romantica?”

“Ti sto infilando una scarpa, perché dovrebbe essere romantico?”

L’altra ci pensò su per diverso tempo, senza però trovare una risposta. “Non lo so, mi ha dato questa impressione.”

Il Dragon Slayer si portò un braccio di Lucy sulle sue spalle, poi la aiutò ad alzarsi. “Ce la fai a camminare?”

Lei mosse qualche passo. “Certo.” ma prima che cadesse rovinosamente a terra, Natsu riuscì a sorreggerla.

Il mago sospirò, poi si incamminarono verso i portoni. “Sei una rottura, Lucy.”

“Senti chi parla.”

All’esterno, il sole non era ancora completamente calato; Lucy si portò una mano al viso, sconcertata da quella luce inaspettata.

Camminarono per qualche minuto in completo silenzio, lei con ancora un braccio appoggiato sulle sue spalle, e lui che la teneva per la vita.

L’acqua nel canale al loro fianco li accompagnava pigramente nella loro lenta camminata, la superficie che scintillava sotto gli ultimi raggi caldi del sole; un venticello leggero accarezzava la loro pelle, come se volesse prendersi gioco della loro situazione.

Ormai l’alcool si era fatto strada nel corpo e nella mente di Lucy, che le risultava terribilmente difficile pensare, ma incredibilmente facile parlare.

“Sai, Natsu?”

“Mmh?”

“Credo di essermi innamorata di te.”

Silenzio, solo i loro passi disarmonici che riempirono ingiustamente quel vuoto.

Lucy avrebbe voluto alzare la testa per guardare in viso il Dragon Slayer, nella speranza di cogliere anche solo un’espressione che tradisse i suoi pensieri, ma non ce la fece.

Riuscì solamente a lanciargli un breve sguardo con la coda dell’occhio, e le parve di vedere un sorriso; se fosse solo la sua immaginazione o meno non lo sapeva, e non le importava nemmeno: il giorno dopo se ne sarebbe comunque dimenticata.

Era evidente che Natsu non avrebbe risposto a quella affermazione, che non avrebbe commentato in alcun modo, così Lucy riprese a parlare come se niente fosse, iniziando una nuova conversazione.

“Non mi avevi già riaccompagnata a casa tempo fa?” esordì lei con un’espressione dubbiosa, la voce altalenante.

“Sì, è successo ieri.”

“Aaah ecco! E volevi restare a dormire da me, vero?”

Natsu preferì non rispondere, di nuovo, questa volta forse temendo che la conversazione prendesse una brutta piega, così lei continuò ciò che stava diventando una sorta di brevissimo monologo.

“Ma se trovi così comodo il mio materasso, perché non te ne compri uno uguale?”

Dopo un istante di silenzio, lui cercò di ribattere. “Bè perché-“

“Natsu?”

“Mmh?”

“Credo di sentire come delle farfalle nello stomaco.”

“Farfalle nello stomaco?”

“Sì, e forse sono solo i miei sentimenti, è ciò che provo per te, è-” si bloccò improvvisamente gonfiando le guance, si coprì la bocca con una mano, smise di camminare.

Trascinò Natsu al bordo del canale, poi si inginocchiò, rivolgendo la testa verso l’acqua.

Dopo qualche istante espirò sonoramente.

“No, era solo un conato di vomito.” spiegò.

“Lucy, sei disgustosa!” la prese nuovamente per un braccio. “Ce la fai a rialzarti? Non è che vomiti lungo la strada?” chiese lui con un’espressione di ribrezzo stampata in volto.

“No no, ce la faccio, ce la faccio.” cercò di rassicurarlo la maga agitando un mano, non molto convinta, per poi aggrapparsi ancora a lui.

Il resto del tragitto lo passarono in completo silenzio, lei troppo stanca e confusa per parlare ancora, lui che probabilmente non voleva addentrarsi in argomenti pericolosi.

Una volta raggiunta la dimora di Lucy, lei si appoggiò con un tonfo sordo ai portoni in legno, lamentandosi.

“Mmh, dovrebbero tenere queste porte sempre aperte!”

Il Dragon Slayer sospirò. “Avanti, dove hai la chiave?”

Lei si indicò la cintura. “Proprio qua insieme alle altre.” una pausa in cui chiuse gli occhi. “Puoi prenderla tu? Io se abbasso la testa sento tanti sassolini-” un singhiozzo. “…che mi vanno da un orecchio all’altro.”

“Che strazio che sei. Mai più alcool per te.” poi si accucciò, scrutando attentamente le chiavi che la maga portava in vita.

“No, che ingiustizia! Voglio bere ancora!”

“E adesso qual è la chiave giusta?”

Lei portò una mano al mazzo di chiavi, senza guardare, cercando di riconoscere quella giusta al tatto. “E’ quella più grande, credo.”

Natsu allontanò bruscamente la sua mano, infastidito. “Vuoi stare ferma? Così non aiuti.”

Per qualche strano motivo, il vederlo in difficoltà la fece ridere di gusto, poi gli posò una mano sul capo.

“Sai Natsu, i tuoi capelli li trovavo buffi all’inizio, ma ora credo di essermi abituata.” si prese una breve pausa per contemplare il bizzarro colore di capelli dell’altro, accarezzandogli il capo come se fosse un animaletto. “Li tingi?”

Lui si alzò improvvisamente in piedi, tendendo una chiave verso l’alto. “Trovata!”

Dopo qualche difficoltà, riuscì infine ad aprire il portone, e accompagnò Lucy fino alle scale.

“Riesci ad andare su?”

“Certo certo, devo solo ricordare come si fanno le scale.” la maga donò all’altro un sorriso non troppo rassicurante.

Il Dragon Slayer sbuffò. “Mentre ci pensi ti aiuto a salire, ok?”

Dopo qualche istante di riflessione, lei acconsentì.

“Maledizione Lucy, mi devi un favore!” poi la prese tra le braccia.

Lei si aggrappò al suo collo e appoggiò la testa sul suo petto caldo, chiudendo gli occhi e sorridendo.

“Sei davvero comodo.”

Inspirò profondamente il suo odore: le sembrava di sentire un vago aroma di muschio, il profumo dell’ombra di una fresca pineta; spostò leggermente il capo e incontrò il calore della sua sciarpa che le accarezzò il viso.

Continuò a sorridere nel pensare che avrebbe voluto restare in eterno.

Una volta raggiunto il piano superiore Natsu la lasciò andare con delicatezza, aprì la porta del suo appartamento e la condusse fino al letto.

“Bene, hai bisogno di qualcosa? Acqua, cibo-”

La maga scosse subito il capo, gli occhi ancora chiusi. “No, dammi solo una mano a spogliarmi.”

“Cosa?”

“Voglio il mio pigiama!” e tentò di sbottonarsi, invano, la camicia.

“Va bene, va bene, ma smettila di urlare, ok?”

Si accucciò davanti a lei, seduta sul letto, e prese a sbottonarle la camicia con qualche difficoltà, imprecando contro i bottoni ritenuti eccessivamente piccoli.

Per tutto il tempo lei lo osservò, un leggero sorriso che ancora le accarezzava il volto dalle gote eccessivamente rosse a causa dell'alcool, e quando sentì la sua mano ruvida sfiorarle accidentalmente il seno, le parve di vederlo arrossire come mai prima d’allora.

Lucy tentò di chiedergli se si sentiva in imbarazzo, del perché era arrossito in quel modo; dopotutto, in passato, l’aveva già toccata dove non avrebbe mai dovuto, le sue mani avevano già più che sfiorato il suo corpo intero, anche se solo per caso, ma da quel che dava a vedere non si era mai dimostrato in imbarazzo, né le sue guance si erano mai colorite in quel modo.

Ma ormai a Lucy costava fatica anche solo cercare di parlare, così tutto ciò che uscì dalla sua bocca fu solo un lamento indistinto.

“Ce- ce la fai a toglierti la gonna da sola?” domandò poi lui alzandosi di nuovo in piedi e spostando lo sguardo lontano da lei.

La maga si alzò dal letto aggrappandosi ad un braccio del Dragon Slayer, le gambe che sembrava dovessero cederle da un momento all’altro.

“La…la cintura…” mormorò lei, quelle poche sillabe che si dispersero rapidamente nel silenzio della stanza, mentre i loro corpi continuavano a sfiorarsi.

Senza che dovesse aggiungere altro, Natsu gliela slacciò e, mentre Lucy si riaccomodava sul letto dopo essersi tolta la gonna, lui le prese il pigiama; aveva passato così tanto tempo in quella casa che sapeva esattamente dove trovare qualsiasi cosa.

Senza perdere troppo tempo, si accovacciò un’ulteriore volta ai suoi piedi, e la aiutò ad infilare i pantaloni.

“Mi…mi sembra che tu ti sia inginocchiato molte volte, oggi.” constatò Lucy tentando un sorriso, la voce altalenante ridotta ad un sussurro.

Lui non negò. “E tra l’altro solo per te.” aggiunse invece infilandole la maglietta. “Ecco fatto.”

Rimase ancora qualche momento inginocchiato davanti alla maga, osservandola profondamente.

Lei non poté fare a meno di appoggiare la sua fronte a quella di lui, poi gli passò una mano tra i capelli ispidi, chiuse gli occhi.

Sentiva il suo respiro caldo lambirle il volto, percepiva la presenza delle sue labbra ad appena un sospiro dalle sue.

Lucy fece una fatica immane nel richiamare a sé la forza necessaria per pronunciare le sue ultime parole per quella giornata.

“Quanto ti vorrei baciare.”

Passarono alcuni secondi di silenzio, o forse ore; Lucy non lo sapeva, aveva perso la cognizione del tempo già da molto.

Sentì una mano calda e ruvida accarezzarle una guancia, ma con estrema delicatezza.

“Anch’io.”

Poi nient’altro, solo buio.

Nero.

 

Angolo Autrice:

Lo so, è passata davvero un’infinità di tempo dall’ultimo aggiornamento, e mi scuso per questo terribile ritardo ;w; (Ma ormai credo che abbiate capito che sono una ritardataria cronica……)
E niente, ecco a voi quello che dovrebbe essere il penultimo capitolo! –cosa di cui in realtà non sono ancora certa; avevo pensato di scrivere anche un breve epilogo dopo il settimo e ultimo giorno, ma devo ancora valutare bene l'idea-
Naturalmente mi auguro vi sia piaciuto e, anche se risulterò monotona, non posso fare a meno di continuare a ringraziarvi per leggere questa storia ;///;
Ora che l’estate è vicina (ergo meno impegni~) mi piacerebbe aggiornare entro un mesetto, MA tra studio (sempre e comunque presente) e cose varie (tipo il Rimini Comix uhuhuh, che a proposito, non è che là incontrerò qualcuno di voi in incognito? **) non so se ciò sia fattibile ;w;
Bene, visto che ho sproloquiato anche stavolta, credo sia giunto il momento di salutarvi!
A presto spero

Shi

  
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