Delle volte io stessa non riesco a capacitarmi di come in poco tempo, tutto possa cambiare.
Da come un utopica perfezione possa diventare di netto solo un dolore atroce, uno di quei dolori che ti logora l'anima, che ti lascia senza respiro e voglia di fare.
Delle volte, e questa ne fa parte, vorresti scappare altrove e scollarti quei problemi che fondalmentalmente non ti appartengono, non sono tuoi, eppure ti addossi il peso e te ne potri il fardello, perchè che tu lo voglia o no, ne fai parte, nei sei già dentro fino al collo,pur non avendo mosso nemmeno un dito, senza nemmeno aver proclamato la tua decisone, o aver almeno detto la tua.
Tutto ti precipita addosso e senza che tu te ne renda conto, stai già lottando per risolvere tutto.
Per risolvere quei problemi che non sono tuoi, è vero non del tutto, eppure lo fai, e mentre chi dovrebbe invece occuparsene se ne sta comodamente sdraiato nel suo morbido egoismo, tu lotti.
Tu ti sbatti per trovare una soluzione, per farne uscire indenne chi invece sa solo compiangere sè stesso, dei danni che lui stesso ha creato.
E vorresti scuotelo, e magari lo fai anche, ma non basta.
Le tue urla, i tuoi sforzi, le tue lacrime, il tuo dolore, i tuoi nervi che pian piano vanno a farsi fottere, il tuo cercare in continuazione una soluzione, una logica, non ha senso.
Lotti contro il nulla.
L'unica che si batte, l'unica che si sforza, eppure non basta.
E vieni criticata.
I più magnanimi di cuore, diranno persino che sei un'egoista, che pensa solo per sè, ma se tu sei un'egoista che pensa solo per sè, cos'è quell'essere che non sta nemmeno smuovendo un dito eppure i problemi sono i suoi?
Un'altruista per caso?
Una brava persona con un buon cuore generoso e tanta voglia di aiutare gli altri?
Delle volte mi chiedo se il mondo giri davvero dalla parte giusta, o se forse sono io che ragiono al contrario.
E così, la notte non riesci più a dormire, tutte le lacrime che non versi davanti gli altri le versi sul tuo cuscino, che immobile le assorbe consolandoti con il suo calore.
Giuro di averci provato.
Giuro, che questa volta ci ho messo tutte le mie forze.
Ma i miei sforzi sono stati vani, nulli, inefficaci.
Un fallimento.
Tutto ciò che ho detto non è stato ascoltato, ognuno ha fatto di testa propria!
Ho sprecato tempo e fiato, per cosa?
Per nulla!
Ma io non demordo, lotterò finchè sarà il mio corpo stesso a chiedermi di smetterla, non lascerò che lui ti porti via da me, che tu finisca dove io non potrò raggiungerti per un bel po', e già lo so che sarà una dura lotta, e anche se tu non collaborerai, sono sicura che ce la faremo, insieme.
No mamma, non ti lascio da sola a lottare contro il mondo.
Io ti alzerò da terra ogni volta che cadrai, sarò la roccia più fedele a cui aggrapparti, non preoccuparti per me, sarò forte abbastanza per entrambe, sono sicura, anzi certa, che ce la farò.
Ma promettimi una cosa mamma...
Promettimi che afferrerai la mia mano.
Io ci sarò, come ci sono ora, ma se tu continui a non afferrare la mia mano, prima o poi cadrai da quel precipizio e solo allora non potrò più fare nulla. Ma se afferri la mia mano, ti potrerò in salvo, ti farò camminare su strade asfaltate.
Niente più strade sdrucciolevoli mamma.
Te lo prometto.
Solo una lenta passeggiata verso il calo del sipario.
Assieme.
Io e Te.