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Autore: WibblyVale    13/06/2015    1 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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“Voglio parlare con la Mizukage.” Urlò da dietro le sbarre la kunoichi dai capelli blu. “Mi volete far marcire qui dentro?”
Due settimane prima era entrata nei confini del Villaggio del Nebbia per trovare la mappa che l’avrebbe dovuta portare alla fine del suo viaggio. I membri della Kumori però erano tutti ricercati e le Anbu della Nebbia l’avevano arrestata appena aveva messo piede nel villaggio. Non che quello non fosse parte del suo piano. Aveva fatto delle ricerche sulle antiche mappe custodite all’interno del villaggio e sapeva che l’unico modo per raggiungere il luogo in cui erano custoditi era essere accompagnati dal capo del villaggio in persona. Farsi arrestare era il modo migliore per incontrarla ma, apparentemente, la Mizukage non era della stessa idea.
Shiori pensava che stessero cercando di logorarla per poi metterla alle strette. Ormai lei era abituata ai luoghi stretti e bui, perciò per non impazzire aveva ripreso la routine che aveva seguito quando si era chiusa nelle Miniere di Ghiaccio. Ogni tanto tentava di fare conversazione con le guardie, ma era evidente che fosse stato ordinato loro di non rivolgerle la parola.
Finalmente, quel pomeriggio, i suoi desideri furono esauditi. Una donna con un lungo vestito blu scuro, la andò a trovare. Una ciocca dei suoi lisci capelli castani ricadeva a coprirle l’occhio destro, mentre l’altro di un verde brillante la osservava con intensità. Era una donna formosa e la sorpassava di qualche centimetro in altezza.
“E’ un piacere conoscerla Mizukage-sama.” La salutò la Ninja Solitaria, raggiungendo le sbarre con un paio di falcate.
“Vorrei dire lo stesso.” Rispose lei fredda. “Non so perché dalla Nebbia sembrano uscire alcuni dei peggiori criminali che si siano mai visti nelle Cinque Grandi Terre.”
“Magari i vostri metodi all’Accademia non aiutano.” Commentò pacata la ragazza.
“Quello è stato riformato tanto tempo fa. E io ho fatto in modo che quella barbarie fosse eliminata del tutto appena sono salita in carica.” Rispose l’altra, quasi sentendosi in dovere di scusarsi.
“Ne sono felice.”
Mei Terumi studiò la kunoichi di fronte a sé con attenzione. Aveva un accento delle sue terre e il ciondolo che portava al collo era fatto con un materiale rintracciabile solo alla Nebbia. Allo stesso tempo, però, aveva l’aria di una straniera: il suo accento, al suo orecchio allenato, pareva fin troppo marcato ed affettato, il suo atteggiamento pareva più continentale che quello di una persona cresciuta su di un isola. Forse era perché aveva vissuto molto tempo all’esterno che faceva quell’effetto.
“Sarai presto processata. Perché volevi parlare con me?”
“Vede io non lavoro più per la Kumori. E comunque mi ero unita all’Organizzazione per poter condurre indagini che da sola non avrei potuto portare a termine.”
“Eri una degli esponenti più importanti.” Sottolineò la Mizukage.
“E’ vero e non sto chiedendo un’assoluzione. Ma avrei bisogno di un favore da lei e mi piacerebbe non doverla costringere.”
La donna più grande rise di gusto. “Credi di potermi costringere?” poi, facendosi seria aggiunse: ”Non si nega l'ultimo desiderio ad un condannato.”
Shiori strinse le sbarre con più forza preparandosi a spiegare ciò di cui aveva bisogno.
“Nel suo personale archivio sono tenute delle mappe. Ho bisogno di una di quelle in particolare. Dovrebbe essere scritta in uno strano linguaggio incomprensibile. Nessuno sa come tradurla e probabilmente avete persino cercato di liberarvene. Nessuno però ha voluto comprarla perché una mappa che non mostra nessuna delle terre conosciute che utilità potrebbe avere.”
Mei deglutì, sapeva di quale mappa si trattava, ma cercò di mantenere un atteggiamento indifferente. “Non so di cosa tu stia parlando. Ad ogni modo, perché ti interessa se è impossibile leggerla?”
“Non ha importanza. Voglio quella mappa.”
“Non sei nella posizione di darmi ordini.” La sfidò la castana.
Shiori abbozzò un sorriso stanco. “Non è nemmeno un po’ curiosa di sapere di cosa parla?”
La donna più grande avrebbe voluto dire di no ma una forza irrefrenabile le faceva desiderare il contrario. Senza sapere perché o come, sentì la sua voce chiamare la guardia e farle aprire la porta della cella. Lo shinobi le rivelò i suoi timori riguardo quel gesto, ma lei non lo ascoltò. Desiderava sapere la verità su quella mappa. Un desiderio strano dato che non le era mai importato nulla di tutto ciò.
La kunoichi di Konoha uscì dalla sua cella mesta, facendosi legare senza opporre resistenza. Era riuscita ad instillare nella Mizukage quel tanto di curiosità che le era necessaria per farsi portare dove voleva. Shiori e i suoi due carcerieri procedettero lentamente verso l’archivio personale del capo del Villaggio della Nebbia.
I corridoi del palazzo erano ampi e percorsi dalle guardie. Mei, però, conosceva i luoghi meno affollati. Non sapeva perché, ma aveva l’impressione di stare agendo nel modo sbagliato. Qualcosa dentro di lei le diceva di essere il più furtiva possibile. Quando raggiunsero il piano superiore, la Mizukage ordinò alla guardia d’andarsene. Shiori però non poteva permetterlo e, quando l’uomo svoltò l’angolo, fece in modo che si addormentasse. Per un secondo anche la sua accompagnatrice barcollò per la stanchezza, ma la kunoichi di Konoha riuscì a controllare il suo potere ed evitarlo.
“Perché non sei entrata nel mio ufficio e mi hai minacciato direttamente?” chiese ad un tratto la castana. Ormai aveva capito che qualunque fosse la ragione per cui stava agendo in quel modo sconsiderato, la colpa ricadeva sulla sua prigioniera.
“Ha idea di quante guardie ci siano attorno al suo palazzo? Sono stata due giorni interi a cercare una falla nella sicurezza un modo per entrare, ma nulla.”
L’unico modo sarebbe stato usare i suoi poteri per tramortire le guardie, ma il nuovo potere comportava l’uso di molto chakra. Se il potere di sentire era libero di viaggiare e prevedeva l’uso di chakra per essere sopito, con il potere di controllare era l’esatto contrario. Non poteva permettersi di entrare un una base nemica a corto di energie.
“Mi dispiace averti reso quest’impresa difficile.” Fece l’altra donna sarcastica.
Giunsero senza troppi intoppi all’ultimo piano dell’edificio, dove un lungo corridoio tortuoso le avrebbe portate a destinazione. La Nara controllò se ci fosse qualcuno presente. Sentì che un paio di ninja erano di guardia. Continuò ad instillare in Mei quel senso di curiosità che le aveva portate fino a quel punto.
Le due donne procedettero fino davanti alla porta dell’archivio e Mei congedò le guardie. Queste si ribellarono, dicendo che non potevano lasciarla entrare da sola in quel luogo con una prigioniera e traditrice. Lei però si impuntò, facendo cadere le ultime obiezioni dei due shinobi. Ora le due donne avevano poco tempo prima che le due guardie trovassero il carceriere steso a terra e dessero l’allarme.
Per fortuna, Shiori riuscì a trasmettere la sua apprensione alla Mizukage, che cominciò a muoversi più velocemente. Questa digitò un codice d’accesso, conosciuto solamente da lei, su di un pannello posizionato a lato della porta. Questo attivò la porta scorrevole che li fece entrare nella stanza rettangolare.
Quando furono all’interno, la Mizukage si mise a frugare tra le scartoffie e i vari monili del Villaggio della Nebbia. Non impiegò molto a trovare quello che cercava. Liberò le mani a Shiori continuando a puntarle contro il proprio kunai e le consegnò la mappa. La blu prese tra le mani quell’antica ed ingiallita pergamena e la studiò. Non impiegò molto ad accorgersi che la mappa era incompleta.
“Merda!”
Un sorriso tra il perfido e il soddisfatto comparve sul volto di Mei Terumi. “C’è qualcosa che non va?” chiese con finto fare innocente.
Shiori si avvicinò pericolosamente al suo volto, non badando al fatto che il kunai era ancora puntato alla sua gola. “Dov’è il resto?”
“Non lo so. E’ sempre stata così.”
La kunoichi della Foglia, sentiva la menzogna. “Tu menti!” la rabbia e la frustrazione stavano prendendo il sopravvento.
Doveva rimanere calma. I Nara si facevano scivolare via certe cose e usavano la ragione. Sapeva però che la donna di fronte a lei non avrebbe parlato con la criminale che credeva che lei fosse. Con un veloce gesto colpì la mano della sua avversaria facendole scivolare il kunai, che cadde a terra. La kunoichi della Nebbia si difese, mentre l’altra tentava di metterla alle strette incastrandola contro il muro. Shiori non era sicura di poterla battere in un corpo a corpo, dopotutto era la Mizukage. Non ebbe però il tempo di scoprirlo dato che furono interrotte.
L’allarme era stato dato e un giovane ninja, probabilmente un genin che si trovava da quelle parti, avendo sentito dei rumori era entrato. Era un ragazzino non molto alto, con due paraorecchie, un paio di occhiali da vista e i capelli di un grigio bluasto.
“Chojuro!” esclamò la Mizukage apprensiva. “Vattene!”
Shiori però fu più veloce e fu dietro al ragazzino in un batter di ciglia. Questo trattenne il respiro, quando il calore delle dita infiammate di Shiori andò a solleticargli il collo.
“Dimmi dov’è il resto della mappa o ti giuro che lo uccido.”
In realtà non aveva il cuore di farlo, ma non aveva importanza. Mei Terumi credeva che Kasumi fosse una fredda e spietata criminale, poteva sfruttare questo vantaggio.
La castana fu costretta a cedere non poteva permettere che uno dei suo shinobi, inoltre uno dei più promettenti, venisse ucciso.
“D’accordo ti dirò tutto. Ma tu devi promettermi che non gli farai del male.”
“Tu dimmi la verità e lui vivrà.”
“Signora non è costretta a farlo!” urlò il ragazzino in uno slancio di coraggio.
Shiori avvicinò ancora di più le proprie unghie al suo collo candido. “Tu taci.” Minacciò, poi fece un cenno all’altra donna perché si sbrigasse a parlare.
“Prima di lasciare il Villaggio della Nebbia uno dei nostri shinobi ha trafugato alcuni dei nostri tesori. Tra questi c’era l’altra metà della mappa. Il precedente Mizukage l’aveva divisa, vedendo in essa un potere immenso. Questo shinobi l’ha portata via probabilmente per rivenderla. Non credo che abbia ancora trovato un compratore. In ogni caso se vuoi risposte lui potrebbe dartele.”
“Chi è lo Shinobi?” insistette la blu.
“Zabuza, il Demone della Nebbia.”
Shiori assorbì quell’informazione, avrebbe dovuto rintracciare il Nukenin prima che lo facesse la Kumori o, peggio, Orochimaru stesso.
“Grazie, Mizukage-sama. Mi dispiace averle causato questi problemi.” Le inviò una sensazione di stanchezza e la donna cadde a terra addormentata. Poi, avvicinò le labbra all’orecchio del ragazzino. “Sei stato davvero coraggioso, Chojuro. Mi dispiace per questo.” Colpì in testa il genin e corse fuori dalla stanza.
Dovette appoggiarsi al muro per riprendere fiato. Aveva sprecato troppo chakra e la maggior parte delle forze della Nebbia si stava scagliando su di lei per catturarla. Non poteva ancora permettersi di fermarsi. Camminò silenziosamente lunghi i muri, sperando di riuscire ad avere un po’ di fortuna, ma sentiva attorno a sé il chakra degli shinobi che la cercavano ed erano tanti.
Ad un tratto percepì la presenza di un ninja isolato e si diresse verso di lui. Era delle Forze Speciali e quello poteva tornare a suo vantaggio. Si lasciò cadere ai suoi piedi. In quel momento, non poteva fare molto di più. Lo shinobi si avvicinò per assicurasi che fosse svenuta e lei gli conficcò un kunai nello stomaco, cercando di non colpire nessun punto vitale. In fondo era uno dei buoni, stava solo cercando di proteggere il suo villaggio.
Quando l’uomo si riversò a terra gli rubò la maschera e si procurò un taglio superficiale su di un fianco. Procedette a rilento finché non incontrò un gruppo di shinobi.
“Ehi che ti è successo?” chiese il capo squadra vedendo la ferita sanguinante.
“Si trova di là! E’ armata!”
I ninja della Nebbia seguirono le sue direttive. Li aveva mandati a recuperare il ninja che sperava di non aver ucciso. Zoppicando ed incespicando nei propri piedi si diresse verso l’uscita. Nessuno dei ninja della Nebbia avrebbe fermato un proprio compagno. In questo modo, riuscì ad uscire e nascondersi in una piccola rientranza tra le rocce di una collina. Qui si curò e si riposò, decisa a recuperare le energie prima di cominciare la seconda parte della missione.

Due giorni dopo era ancora piuttosto provata, ma aveva già cominciato le sue ricerche. In quei giorni, aveva cercato informazioni riguardanti Zabuza Momochi in tutto il paese dell’Acqua. Non ne trovò molte almeno finché non raggiunse un piccolo paesino ad ottanta chilometri dalla costa.
Gli abitanti erano restii a parlare, ma non tutti. Un anziano signore, proprietario di un frutta e verdura era stato più che felice di darle qualche informazione. Secondo il gentile vecchietto, Zabuza era passato di lì qualche giorno prima diretto verso la costa. Il ninja era stato molto tempo fuori dal paese natale, ma aveva stretto un rapporto di lavoro con Gatoo, un ricco commerciante.
“Se la bella signorina vuole sapere qualcosa di più si deve rivolgere proprio a lui.” Aveva aggiunto alla fine.
Lei lo aveva ringraziato, pagandolo per le sue informazioni, poi aveva raggiunto la villetta di Gatoo. Fu accolta con fin troppa cortesia. Il commerciante la attendeva seduto su una poltrona in una grande sala luminosa.
Non era molto alto, aveva un paio di baffi bianchi e dei capelli dello stesso colore che gli incorniciavano il volto come dei raggi.
“Tu sei lo Spettro della Nebbia.” Non era una domanda. “Ho sentito molto parlare di te.”
“Spero che le abbiano detto solo cose belle.” Ammiccò lei.
“Mi avevano detto che eri spietata, crudele e piuttosto affascinante. Quindi direi di si, solo cose belle.” Raccontò mellifluo. “Siediti pure e dimmi cosa posso fare per te.”
Shiori si sedette su un lungo divano ed incrociò le gambe. “Sto cercando un uomo che lavora per lei.”
“Ho tante persone alle mie dipendenze dovrai essere più precisa.”
“Il Demone della Nebbia.”
“Oh, lui.” All’udire quel nome fu invaso da una forte rabbia. Shiori avrebbe voluto tenerla fuori, ma in quei giorni per lei era meglio non sforzare il chakra. “Al momento è impegnato.”
“Vorrei solo fare quattro chiacchiere con lui. Dove si trova?” La regola era mai fare domande dirette o l’interlocutore si sarebbe messo sull’attenti, ma non aveva tempo per i giochetti.
“Non credo che siano affari tuoi.” sbottò l'uomo.
“Vede, Zabuza ha una cosa che mi appartiene. Ovviamente sarei molto generosa con chi mi indicherà dove è stato visto l’ultima volta.”
“Credi che io abbia bisogno dei tuoi soldi?”
“Certo che no. Ma ho abbastanza oro con me da pagare tre delle sue traversate per mare andata e ritorno. Magari le può interessare.”
Era un uomo avido, non avrebbe mai rifiutato un po’ di denaro. Gatoo ponderò l’offerta per qualche minuto prima di accettare, ma era chiaro il vantaggio che ne avrebbe ricavato.
“Accetto, ma solo a patto che tu porti a termine la sua missione nel caso lui non ci riesca. Sembra che si sia fatto imbrogliare facilmente dai nostri avversari.”
“Affare fatto.” Mentì senza pensare alle conseguenze che avrebbe avuto su di lei. Doveva avere quella mappa.
“Bene. Ho inviato Zabuza a fare un lavoro per mio conto. C’è un vecchio carpentiere che sta costruendo un ponte e questo andrebbe ad intaccare i miei traffici via mare. Il Demone doveva occuparsi di lui. Il problema è che il vecchio si è fatto proteggere da alcuni ninja di Konoha. Apparentemente sono tutti genin, ma uno di loro è un jonin molto potente. Zabuza li ha affrontati ed è rimasto ferito. Il vecchio è ancora vivo e quelli della Foglia sono con lui. Ora il nostro comune amico è disteso su di un letto a recuperare le forze, per eliminare definitivamente i nemici.”
Ninja di Konoha? Era chiaro che non avrebbe portato a termine la missione di Zabuza se lui avesse fallito. Anzi, avrebbe dovuto fare di tutto per evitare i ninja della Foglia.
“Come si chiama il vecchio?”
“Tazuna.”
“E dei ninja di Konoha sa qualcosa? Se dovessi incontrarli vorrei essere preparata.”
“Quello da temere è il jonin. Uno dei ninja più potenti di Konoha. E’ conosciuto come il Copia-ninja. Sai di chi sto parlando?”
Shiori ebbe un tuffo al cuore. “Si, lo so.”
Gatoo notò il suo tono titubante. “Hai paura di lui?”
“Sarebbe stupido non averne. Il Copia-ninja è un uomo estremamente pericoloso. Ma di certo non mi tirerò indietro.”
“Allora abbiamo un accordo.”
Shiori annuì con un leggero cenno del capo.

Arrivata al piccolo Villaggio chiese di Tazuna. L’uomo era famoso, poiché si era ribellato all’oppressione di Gatoo. La kunoichi apprezzava il coraggio e sperava che l’uomo ce la facesse. Gli abitanti del villaggio le indicarono una casa tra gli alberi e lei la raggiunse seguendo le indicazioni. Non sapeva esattamente perché lo stava facendo sarebbe dovuta andare da Zabuza e tenersi alla larga da quella casa, ma non ce l’aveva fatta.
Quando si avvicinò sentì la presenza di sette persone. Quattro erano insieme, tra di loro c’erano il vecchio, Sasuke Uchiha, e due presenze femminili, una adulta e l’altra più giovane. Questa doveva essere l’allieva del Copia-ninja, Sakura Haruno. In una stanza tutto solo si trovava Naruto, sentiva la rabbia della Volpe e se ne tenne lontano. Sul retro della casa, invece, vi erano Kakashi e un bambino.
Li raggiunse e li guardò da lontano appollaiata su di un albero. Il bambino aveva un cappello che gli copriva gli occhi e osservava con sguardo triste il vuoto. Kakashi al suo fianco aveva un fare protettivo e consolatorio. Shiori osservò quanto era cambiato. Era diventato più muscoloso e il suo viso era più maturo. Dentro, alle vecchie cicatrici se ne erano aggiunte di nuove, ma poteva sentire anche una grande dose di speranza. La ragazza si avvicinò leggermente per sentire la conversazione tra i due.
“… Sofferto molto, ma è riuscito ha trasformare quella sofferenza nella sua forza. Sorride non perché la sua vita sia stata facile, ma perché probabilmente è stanco di piangere.”
Il bambino continuava a tenere lo sguardo basso, ma pareva aver trovato conforto in quelle parole. Il ninja dai capelli argentati posò una mano sulla spalla del ragazzino moro.
“Inari, vedrai che tutto si risolverà. Te lo prometto.”
La kunoichi sentì gli occhi bruciarle. Era così orgogliosa dell’uomo che era diventato. Si mosse leggermente, facendo frusciare le foglie della pianta. Kakashi si irrigidì ed annusò l’aria.
“Chi c’è?” chiese, nascondendo Inari dietro la sua schiena.
Senza dargli tempo di capire o di prendere una decisione, Shiori corse via. Mentre correva si asciugò gli occhi umidi. Non avrebbe mai dovuto avvicinarsi.

La casa che le avevano indicato come l’abitazione in cui il Demone si era rifugiato era fatta interamente di paglia. Gatoo gli aveva detto che lo spadaccino aveva un compagno, Haku, che era molto potente. La ragazza si avvicinò all’abitazione furtiva ed entrò da una finestra. Non appena fu all’interno sentì la fredda lama di una spada puntarle la gola. Si voltò per guardare il suo aggressore, un uomo alto e slanciato, con i capelli scuri e una benda bianca a coprirgli la parte bassa del volto.
“Non vi dovete affaticare, Zabuza-sama!” esclamò, un ragazzino dai lineamenti delicati, quasi femminili, e il lunghi capelli neri.
“Sto bene Haku!” sbuffò lui esasperato. “Allora, guarda qui che bella preda abbiamo.” Ridacchiò. “Kasumi, lo Spettro della Nebbia, che incontra il Demone. Vogliamo vedere chi di noi fa più paura?”
Shiori non si scompose. “E’ bello sapere di essere riconosciuti da uno shinobi della tua levatura.” Commentò.
“Che ci fai qui?”
“Abbassa la tua spada e te lo dirò. Non mi piace parlare sotto minaccia.”
Il Nukenin la studiò per qualche secondo, poi acconsentì a liberarla. Si andò a sedere sulla sua poltrona appoggiando accanto a sé la spada. Haku si mise in piedi al fianco dell’uomo, guardandola con diffidenza.
“Allora dimmi tutto.”
Lei gli raccontò tutta la sua storia, compresa la richiesta di Gatoo nel caso in cui lui avesse fallito.
“Capisco. Perché mi hai rivelato tutto questo.”
“Perché voglio che tu ti fidi di me.”
“Questa mappa ti serve così tanto? Sai che è incompleta. Il resto è tenuto al sicuro dalla cara Mizukage.”
“Recupererò anche quella parte.”
“Mi dispiace ma ho promesso la mappa ad un'altra persona. Pronta a pagarmi profumatamente.”
“Orochimaru.” Si lasciò sfuggire.
Il Demone la guardò colpito, ma non rispose. Comunque non ce n’era bisogno.
“Senti è meglio se la dai a me. Potremmo beneficiarne entrambi. Io potrei pagarti più di quanto ha fatto Orochimaru.”
“Non credo.” Rispose. “Quell’uomo inoltre è inquietante. Tu non hai questo vantaggio.”
Shiori trasse un profondo respiro e fece un sorriso malizioso. “Anche di questo potresti beneficiarne.”
Zabuza ammiccò. “Proposta allettante, ma no, grazie.”
Il rifiuto più che umiliarla la rilassò.
Poi, accadde tutto all’improvviso. Il Demone fece un cenno al suo assistente che si mosse talmente velocemente che le fu impossibile vederlo. Si voltò giusto in tempo per trovarselo dietro. Ormai, però, il ragazzino l’aveva colpita con i suoi spiedi in punti essenziali per il flusso di chakra. Shiori non riusciva più a muoversi, dando così l’occasione ad Haku di legarla.
“Merda!” imprecò.
“In questo momento non ho tempo da dedicarti. Mi devo riposare. Domani devo vendicarmi di Kakashi.” Un lampo malefico passò nei suoi occhi. Shiori capì che il Copia-ninja poteva essere in pericolo. Cercò di mantenere un espressione impassibile.
“Io credo che sia meglio che te ne vai.” Gli consigliò. “Da quanto ne so chiunque incontri il Copia-ninja non torna per raccontarlo.”
“Io l’ho incontrato e sono ancora qui.”
“Fortuna.” Disse lei con una risata. “Non ti capiterà una seconda volta.”
“Lo vedremo.”

La mattina successiva Zabuza e Haku la lasciarono presto. Lei si sentiva tutta indolenzita per la notte passata in quella posizione scomoda. Le mani legate dietro la schiena e i piedi alle gambe della sedia. Durante la notte il suo chakra aveva ricominciato a fluire liberamente, così si infiammò le dita liberandosi.
Non sapeva se era solo il suo fisico a stare meglio o se al suo veloce recupero aveva anche contribuito il timore per i suoi compagni di Konoha. Quando si fu liberata dalle corde tentò di rimettersi in piedi, ma le ci volle qualche minuto per riabituare i suoi muscoli indolenziti alla posizione eretta.
Frugò nella dispensa dei suoi rapitori e trangugiò quello che riuscì a trovare. Doveva essere in forze. Dopo essersi ristabilita, corse verso il ponte in costruzione.
L’ansia l’attanagliava. Cercava di raggiungere la sua meta, che pareva più lontana che mai, almeno con i suoi poteri. Non doveva solo recuperare la mappa, ma doveva anche essere sicura che gli altri stessero bene. Da quel poco che aveva sentito Zabuza era un essere spietato, ma anche Haku era molto potente. Il fatto è che i due erano così tanto legati che avrebbero fatto di tutto l’uno per l’altro e questo li rendeva ancora più pericolosi. Non erano solo assassini freddi e senza cuore, ma si proteggevano a vicenda. Avere qualcuno da proteggere ti rendeva capace di qualunque cosa. Kakashi e i genin potevano essere davvero in pericolo.
Raggiunto il ponte, non fu necessario cercare un nascondiglio. Il luogo era avvolto dalla nebbia. Era fitta ed impregnata di chakra. Doveva essere opera dello spadaccino, Cercò di capire la situazione. Sakura era accanto a Tazuna, cercava di proteggerlo con determinazione, per quanto tremasse all’idea di venire attaccata.
Kakashi sembrava alle strette e Zabuza esultava nascondendosi nella sua stessa nebbia. Il Demone era avvantaggiato, era abituato a lavorare in quelle condizioni. Il Copia-ninja, invece, non poteva usare lo Sharingan. Nonostante ciò, Shiori poteva percepire un ghigno soddisfatto allargarsi sul suo volto. Lui sapeva affidarsi molto bene anche a tutti gli altri sensi. A quanto sembrava aveva un piano.
Fu spaventata da quello che sentì provenire dall’altra parte del ponte. Haku dimostrava di possedere una potenza fuori dal comune. Qualunque fosse il suo potere aveva messo alle strette i due genin di Konoha. La kuonoichi non riusciva a sentire più il chakra di Sasuke. Sentì una stretta allo stomaco. Non poteva essere…
Non fece in tempo a riprendersi dallo shock, che sentì una forza potente ed arrabbiata. La furia di Naruto e della Volpe la invasero. Il chakra del biondo veniva sovrastato da quello del Kyuubi. La Volpe a Nove code stava per prendere il sopravvento sul suo Jinchuriki.
Shiori Nara sentì quella potenza invaderla. Non era in grado di tenerla fuori, vedeva tutto rosso e, come con Isobu qualche anno prima, cominciò a perdere i sensi.








Angolo dell'autrice.
Ciao a tutti!
Finalmente sembra che gli obiettivi di Shiori e Kakashi siano gli stessi. Sono sempre più vicini e vedremo se riusciranno ad incontrarsi. 
Ringrazio tutti quelli che leggono e quelli che mi inviano le loro opinioni :)
Nel prossimo capitolo vedremo lo svolgersi della battaglia. A presto!!
WibblyVale
  
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