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Autore: alessiacroce    13/06/2015    3 recensioni
"Riemersi con la testa e presi di nuovo fiato, ma Harry era pesante, non ci riuscivo. Mi chiesi se sarebbe stato meglio non averlo mai conosciuto. Tutto questo sicuramente non sarebbe mai successo. Adesso non starei per morire. Adesso lui non starebbe per morire."
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Trailer ufficiale:
 http://www.youtube.com/watch?v=w8YIoKs97YQ


Capitolo 26
 


Dopo una settimana e mezza dimisero Harry dall’ospedale.
Quando mi giunse la notizia presi la bicicletta e mi avviai verso casa sua. Il vento caldo mi sfiorava viso e collo, passando attraverso ai capelli che avevo lasciato, sbagliando, sciolti. L’afa mi costringeva a rallentare a tratti stringendomi nella sua morsa. Dopo una decina di minuti mi trovai di fronte all’abitazione.
Suonai il campanello più volte, aspettando la risposta del riccio.
 
“Oh, eddai” mormorai, dopo aver aspettato fuori dal cancello per una buona manciata di minuti.
 
Appoggiai la bici a lato della strada e mi arrampicai sulla cancellata, scavalcandola con un abile balzo. Mi sistemai la maglietta, un po’ troppo corta, sul petto e mi avvicinai alla porta d’entrata.
 
“Harry? Harry!” provai a richiamare l’attenzione del ragazzo.
 
La casa sembrava essere vuota.
Sbuffai e mi accasciai sedendomi contro la porta. Scivolai all’indietro quando quest’ultima si aprì sotto il mio peso. Mi guardai intorno, alzandomi lentamente. Sussurrai un’altra volta il nome del riccio nella speranza di una risposta. Nulla.
Entrai.
L’aria condizionata mi avvolse, segno che c’era qualcuno nell’edificio. Mi mossi a passi lenti e attenti lungo il salotto all’entrata.
 
“BAAAAH” un urlo risuonò nell’abitazione.
 
Sussultai, urlando e coprendomi il viso con le mani.
Avvertii delle braccia robuste afferrarmi da dietro, avvolgendomi in un caldo abbraccio.
Un fiato caldo si posò sul mio collo. Rimasi con gli occhi chiusi.
 
“Ehi, piccola” mormorò la sua voce roca.
 
Le sue labbra carnose mi sfiorarono la clavicola.
 
“Fottiti, Styles!” mi ribellai, all’improvviso.
 
Lo fissai con sguardo adirato, incrociando le braccia al petto.
Scoppiammo entrambi a ridere.
 
“Devi sempre farmi prendere certi infarti?” chiesi, ricomponendomi. “Stai meglio?”
 
Lui si accomodò sul divano in salotto, accarezzando il posto vicino per farmi segno di sedermi. Obbedii.
 
“Si, direi di si. Fisicamente, è passato tutto, o quasi. Ho qualche leggera fitta fastidiosa ogni tanto e qualche livido violaceo, ma nient’altro”
 
Lo fissai mentre mi illustrava le numerose parti doloranti. Incrociai il suo sguardo quando lo sollevò.
Restammo in silenzio entrambi, una domanda risuonava nell’aria.
 
“Chi è stato a farti questo?” misi fine all’attesa.
 
Sospirò, passandosi la mano sulla fronte e appoggiando poi i gomiti sulle cosce. Scrutò un punto impreciso davanti a sé con occhi quasi spenti. Prese fiato e si voltò verso il mio viso.
 
“Penso mi vogliano morto. Come mio padre. Come tuo fratello”
 
Una stretta mi prese il cuore e il respirò mi si fermò in gola. Gli occhi cominciarono a bruciare da tanto tempo erano spalancati in attesa di una spiegazione. Battei con fatica le palpebre per inumidirli.
 
“Che vorresti dire?” rantolai con voce impastata.
 
“Quello che ho detto, Less. Mi vogliono morto, semplice”
 
“Non sparare cazzate”
 
“Ma ti senti? È la verità, fattene una ragione. Ci sono tante cose che non sai”
 
“Forse perché nessuno si è mai degnato di spiegarmele? Mio fratello è morto e io non so neppure se si sia trattato di suicidio o omicidio premeditato. Ma cosa sono io? Una bambola con cui tutti possono giocare? Ho anche io dei sentimenti, merito di sapere come meriterebbe chiunque altro in questo caso!”
 
“Non è così semplice”
 
Mi alzai in piedi, presa dalla rabbia.
 
“Cosa non è così semplice? Non puoi tenerti tutti i segreti per te, non è un fottutissimo gioco! Si tratta della vita di alcune persone, non siamo qui per giocare a Indovina Chi!”
 
“Lo so, Lee! Cosa credi, che non me ne renda conto? Ci sono dentro completamente!” urlò, schiantandomi addosso i suoi occhi vitrei. “E ora siediti”
 
Mi calmai e ripresi fiato, gettandomi nuovamente sul divano.
 
“Ti prego, Harry” mormorai con voce rotta.
 
Sentii il respiro pesante del ragazzo affievolirsi.
 
“Mi sono scavato la fossa da solo. Riguarda tutto il giro di droga di cui faccio parte. Ma non è solo commercio di stupefacenti, è anche contrabbando di armi, crimini come rapine o scassi. Ogni cosa è collegata. Stiamo parlando di gente senza scrupoli che non si fa molti problemi sul togliere la vita alle persone. Gente per cui la stessa vita è incentrata sul business”
 
“E cosa avrebbe a che fare la morte di mio fratello con tutto ciò?” domandai, ascoltando attenta.
 
“Dai, Less. Non far finta di non sapere. Liam era nel giro della droga fino al midollo. Non trafficava ma comprava, e molto. Da quanto ho scoperto, era uno dei maggiori clienti. Poi qualcosa cambiò. Probabilmente tuo fratello capì che ciò che stava facendo era sbagliato, dannoso. Se avesse continuato ad assumere sostanze nel giro di poco si sarebbe rovinato completamente. Metteva a repentaglio la sua stessa vita. Penso abbia deciso di smetterla con tutto, di chiudere con la droga. Non è questo che complicò ulteriormente le cose. Fu il fatto che decise di voler denunciare l’organizzazione di traffici. Sarebbe andato tutto a farsi fottere se tuo fratello ci fosse riuscito. Bisognava eliminare l’ostacolo e così fu fatto. Liam non si è suicidato con dei farmaci, è stato drogato e poi avvelenato. Non ero a coscienza di tutto questo, Less. Lo seppi da un mio collega, grande amico da quando pure io sono nei traffici. Appena ne fui a conoscenza decisi che avrei smesso e mollato tutto. Riferì la mia decisione ad uno dei massimi vertici dell’organizzazione. Che stupido. Davvero avrei creduto che bastasse un ‘ciao ciao’ per mettere fine a tutto? No, per nulla. Mi dissero che me l’avrebbero fatta pagare, non si lascia così una compagnia che ti ha aiutato per tutta l’adolescenza e ti ha dato tutto ciò che avevi. “Ti toglieremo ciò che ti è più caro, Styles” righiarono quegli stronzi, prima che lasciassi l’edificio. Ho mollato tutto, non ci sono più dentro, capisci? Ma volevano farmela pagare e l’hanno fatto. Hanno cercato di togliermi la vita. Se non fosse stato per te e Niall a quest’ora forse non sarei qui a parlarti”
 
Osservai i movimenti delle sue mani mentre spiegava senza accorgermi che, già da tempo, le lacrime mi rigavano il viso, scivolando lungo il collo.
Alzai lo sguardo socchiudendo gli occhi. Tutto attorno a me si presentava sfuocato dalle lacrime che mi inondavano le guance.
 
“Lessy” sussurrò il ragazzo, passando le dita sulla mia pelle. “Mi dispiace, non sai nemmeno quanto”
 
Rimasi immobile continuando il mio pianto silenzioso.
 
“Ti prego, dì qualcosa” mormorò straziato Harry.
 
“L-l’hanno ucciso, veramente” schiusi le labbra per parlare. “Io li ammazzo, li ammazzo! Non la faranno franca”
 
“Ehi, calmati ora. Si risolverà tutto”
 
“Vogliono farti fuori, capisci? Come fai a dire che si risolverà tutto? Dobbiamo andare dalla polizia”
 
“Tu non vai da nessuna parte” si impose il riccio. “Non voglio mettere in mezzo anche te…”
 
“Svegliati, ci sono già in mezzo! Dobbiamo porre un punto finale a questa situazione. Dire la verità a tutti”
 
“Non correre. Dobbiamo agire cautamente. Non saprei che dire alla polizia in modo da evitare un mio coinvolgimento. Non so nemmeno i nomi che dovrei fornire agli sbirri”
 
“Come sarebbe a dire?!” alzai ancor di più la voce.
 
“Smettila di urlare! Mantieni la calma. Per evitare rintracciamenti e tradimenti da parte di membri della compagnia, ognuno dispone di nomi in codice che non rivelano la sua vera identità. Io non so nulla delle persone con cui lavoro. Solo il capo di tutto, il boss, e i vertici sanno nome, cognome, indirizzo e altre informazioni basilari dei ‘dipendenti’”
 
Imprecai. Dovevamo trovare una soluzione, la vita di Harry era tutt’ora ad alto rischio.
Mi lasciai avvolgere nuovamente tra braccia del riccio e restammo così per un tempo che mi sembrò infinito.
 
***
 
La sera del giorno stesso uscii per una camminata, giusto per rinfrescarmi le idee e rilassarmi.
Andai giù al porto e mi sedetti in un posticino appartato in riva al mare. Lasciai che l’acqua fredda mi avvolgesse le caviglie mentre con le dita riproducevo disegni indefiniti sulla sabbia scura e umida.
Presi il cellulare e le cuffiette e feci partire la musica ad alto volume.
Questo mi impedì di avvertire i passi di qualcuno che, cautamente, si avvicinava a me da dietro.
 
***
 
Aprii gli occhi, passandomi le dita fra i capelli. Avevo un mal di testa incredibile, tanto da oscurarmi la vista. Quando tutto si fece più nitido mi guardai attorno. Il sangue mi si gelò nelle vene. Attorno a me il niente. Una stanza quadrata e piccola, composta da quattro mura grigie.
Mi alzai, preda della paura. Dove mi trovavo?
Cominciai a tastare ogni punto nelle pareti, nella speranza di trovarci nascosta una porta o un qualche spiraglio. Niente.
Urlai, cominciando a piangere.
Dopo pochi minuti la voce mi morì in gola.
Toccai le tasche dei pantaloni alla ricerca del mio cellulare. Non c’era. Al suo posto trovai un bigliettino giallo. Lo aprì.
 
Benvenuta, principessa. È ora di chiudere una volta per tutte i giochi”
 
“Oh mio dio” sussurrai, ricominciando a piangere.
 
Battei i pugni contro i muri, singhiozzando e chiedendo aiuto. Nessuno mi sentiva, ero sola. Non c’era via d’uscita.
Mi accasciai sul pavimento, sfinita. Rivolsi lo sguardo verso il soffitto.
Eccola, una botola.
Mi trovavo sottoterra. 


 

Spazio Autrice.


Bonjour! Eccomi qui. Ultimamente ho aggiornato una volta al mese a causa dei vari impegni ma ora finalmente è estate e c'è più tempo libero.
Vi avverto, mancano solo un paio di capitoli alla fine della storia, eh si.
La pubblicherò anche su wattpad, penso.
btw, spero che, come i precedenti, anche questo capitolo sia di vostro gradimento.
Ringrazio tutti coloro che recensiscono la storia o semplicemente la leggono, davvero grazie.
alla prossima.
twitter: @aspettamiharry

un bacio x

-Alessia

  
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