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Autore: GabrielleWinchester    13/06/2015    3 recensioni
Dopo la battaglia contro Semeyraza, tutto sembra ritornare alla normalità nella famiglia Winchester...ma è una normalità che ha il sapore di mistero, un mistero legato al regno più misconosciuto di tutti, il Purgatorio e che darà modo ai fratelli Winchester e alle loro compagne di conoscere nuovi personaggi e scoprire verità nascoste. Buona lettura :-) Crossover Supernatural/Alphas/Guild Hunter di Nalini Singh :-)
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Buon pomeriggio a tutti,
oggi nella giornata di Sant'Antonio da Padova, ecco a voi il quarantaseiesimo capitolo di "Stairway to Purgatory"...Nel precedente capitolo abbiamo visto Atropo andare all'Inferno per trovare Michele e Lucifero....In questo capitolo Balthazar, Gabe e Castiel dovranno dare la caccia ai Vigilanti, per impedire che Hesediel diventi un angelo vegetale....Ma non vi anticipo nulla! Sappiate soltanto che è un capitolo abbastanza tosto e mi ha dato del filo da torcere, in quanto ero sempre insoddisfatta del risultato, ma adesso è arrivato il momento ^_^ Nel capitolo ci sono alcune parole in enochiano derivate dal libro "Il linguaggio angelico, volume II" di Aaron Leitch, tra cui Camikas Zure che è un'esclamazione misteriosa dell'arcangelo Raffaele nei confronti dei demoni e che io ho inteso come un'esclamazione furibonda, Niisa che significa "Venite senza indugio", Nazpad che significa "Spada", "Malprg che significa "Fuoco che trafigge", Malpurg "Dardi infuocati". Mi auguro che sia di vostro gradimento e mi scuso per eventuali errori presenti nel capitolo. Ringrazio di vero cuore tutti coloro che leggono e leggeranno le mie storie, le recensiscono e le recensiranno, tutti coloro che mettono e metteranno le mie storie tra le preferite, seguite, ricordate e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita. Buona lettura ^_^ Gabrielle ^_^
PS: Eliana è un personaggio, una Vigilante comparsa all'interno della mia quarta ff "Crystal Spume- I fiori di Cristallo Vulcanico", una bibliotecaria in grado di verificare se ci sono eventuali residui, dopo che un angelo o un demone ha deciso di uscire dal corpo del suo vessillo.

La morte di due Vigilanti

Mentre Michele cercava di riprendersi  dopo la notizia di Atropo, incredulo che suo Padre, lo stesso Padre che aveva difeso e avrebbe servito indefessamente fino alla fine dei suoi giorni e fino alla combustione della sua grazia, lo avesse minacciato di farlo diventare il nuovo “Lucifero”, se non avesse tolto la grazia angelica al suo gemello dopo la battaglia contro Empusa, Cass, Gabe e Balthazar erano partiti per la loro missione di attivare le catene di Semeyraza, per evitare che Hesediel diventasse un angelo vegetale.
“Ditemi che ci può essere un altro modo” continuava a ripetere Castiel, dondolandosi avanti e indietro sul ramo su cui era appoggiato “Forse uccidere…”.
“Sappiamo tutti e tre che qualche volta le parole del Vecchio sono soggette a varie interpretazioni e non sempre di facile comprensione, che Metatron ci ha messo lo zampino per renderle un tantino criptiche, ma ti assicuro che uccidere i Vigilanti significa ucciderli” sbuffò Gabriel, mentre controllava per l’ennesima volta il nome sulla pergamena delle fiamme dell’Inferno divenuta nera “E poi proprio adesso devi farti venire i rimorsi Cass? Non è il momento adatto, nostra sorella ha bisogno di noi, non di tentennamenti o ripensamenti”
L’angelo del giovedì stava per ribattere, quando Gabe lo interruppe con un gesto della mano destra, uno sguardo d’ambra in un oceano notturno “Dio avrà anche trasformato la mia grazia angelica in animo umano, ma riesco a percepire i dubbi e le perplessità che affollano la tua mente. Sono per sempre un arcangelo e non smetterlo di esserlo in fondo. Permettimi di dirti una cosa, però. Non ti ponevi questi scrupoli quando eri pieno di te e progettavi grandi cose con quel pallone gonfiato di Crowley”
Cass sobbalzò ferito, incredulo che Gabe avesse rievocato quel fatto, quando con Crowley aveva deciso di scoprire il Purgatorio e di impadronirsi delle anime che lo occupavano, lo sconcerto e la delusione di Dean quando si era rifiutato di aiutarlo con gli Ariel’s Son, il suo “Dimenticati di me. Non voglio più  che compari all’improvviso” che lo aveva ferito e lo aveva spinto a rompere quel patto scellerato con Crowley, con la conseguenza di essere torturato dal demone…
“Non vorrai rinfacciarmi quello che ho fatto. Ho già pagato lo scotto dei miei peccati”
“Senti Hesediel rischia di diventare un angelo vegetale per colpa di quello stronzo e arrivista, il quale per cercare di fare il padre dell’anno sta scombussolando tutto il Creato, e credimi che farò di tutto, affinchè mia sorella possa godere della pace che merita con Chamuel/Sammy Winchester perché ha sofferto e merita un po’ di felice.  Se potessi, distruggerei anche la mia stessa gerarchia angelica “
Cass stava per ritornare all’attacco, quando Balthazar si mise a fischiare, facendo sobbalzare i due angeli “Terribilmente spiacente di interrompere questo siparietto, ma vi devo fermare. Potete pensare a come risolvere i vostri problemi dopo, davanti a una tazza di buon thè in uno studio di una consulente matrimoniale, la quale analizzerà i vostri problemi. Fisserò un appuntamento dopo tutto questo, ma vorrei avvertirti che il nostro uomo sta uscendo di casa”
E indicò la porta di ciliegio di fronte a sé, in una villetta a due piani con un ampio giardino. I tre angeli erano volati fino in Arizona, a Phoenix, di fronte alla casa di un certo Edward Shylvev, o meglio il Vigilante Sarael, chi aveva insegnato i misteri della Luna. La porta si aprì e videro sulla soglia un uomo con la divisa da poliziotto uscire. Balthazar fu colpito dallo sguardo del Vigilante, due occhi color verdazzurro che avevano perso l’arroganza dell’angelo, la grazia angelica mutata in animo umano. Lo avevano osservato nei minimi dettagli nell’ultima settimana, rendendosi conto che si era perfettamente tra gli umani, anche se non aveva rinunciato ad alcuni trucchetti angelici. Da quello che avevano sentito, egli era a capo di una stazione di polizia ed era specializzato nello sgominare bande di narcotrafficanti e di chi gestiva giri di prostituzione. Il Vigilante fu seguito a ruota da una giovane donna dall’età approssimativa di trent’anni, dai capelli castani e gli occhi verdi e Cass si accorse che la pergamena di fiamme dell’Inferno era divenuta nera.
Erano al cospetto di Shamshiel, l’angelo che aveva insegnato a conoscere il Sole.
Shamshiel e Sarael si erano uniti in matrimonio e da quello che potevano vedere l’angelo femmina era in dolce attesa. Gabe captò che mancava pochissimo al lieto evento.
“Stai attento!”
“Il pericolo è il mio mestiere” sghignazzò l’uomo divertito e dopo, vedendo la faccia preoccupata della moglie, si affrettò a rassicurarla “Non preoccuparti amore, tornerò presto per te e per la nostra piccolina”.
“Sarael…”
“Anna, tu lo sai che è meglio non chiamarci con i nostri veri nomi” la avvertì preoccupato, guardandosi intorno con circospezione “Anche se ci siamo integrati tra gli umani, la nostra eredità ci perseguiterà a vita”.
“Maledetto Semeyraza….” sbuffò Shamshiel irritata, imprecando in enochiano “Vorrei tanto che non ci avesse costretto a fare quel giuramento. Spero solo che sia morto!”
Sarael fece un sorrisetto di circostanza, comprendendo l’irritazione e la rabbia della compagna nei confronti del loro ex condottiero e si apprestò a dare un bacio alla pancia “Piccolina, papà torna presto da te”.
A quelle parole Gabe ebbe un tuffo al cuore, sapendo che quelle parole non si sarebbero mai avverate, che quello era il suo ultimo giorno di vita. Lo videro salire in macchina come un comune mortale, inserire le chiavi nel cruscotto di un vecchio pick-up sgangherato, ingranare le marce, girare il volante e dirigersi verso il luogo di lavoro. I tre angeli scesero dall’albero, seguendolo a debita distanza, osservando come si comportava. Ebbero la conferma che l’arrogante e spaccone Sarael si era trasformato in un poliziotto prudente e attento alle esigenze della gente che proteggeva e difendeva. Un suo collega, un uomo di colore alto 1,97 e reduce da moltissime missioni militari, si avvicinò a lui e lo salutò.
“Buongiorno capitano!”
“Detective Queen, che cosa abbiamo oggi?”
Il detective fece un sorriso enorme e rispose un po’ rammaricato “Credevo che, dopo quindici anni di partnership, avessi il diritto di essere chiamato per nome. Troppa formalità fa male!”
Sarael ricambiò il sorriso “D’accordo, ma lo farò solo quando anche tu mi chiamerai con il mio nome, ovvero Edward o Ed. Allora Salvo che cosa abbiamo oggi?”
Salvo prese dei fogli dalla scrivania e iniziando a sfogliarli affermò “Una segnalazione di rapina a mano armata sull’E.Jefferson, ma abbiamo già mandato una pattuglia a verificare e a intervenire in caso che le cose degenerino, poi in sala interrogatori…”
E si fermò, con un’espressione che non prometteva nulla di buono.
“Vuoi uno stacchetto per caso per dare maggiore enfasi?” domandò Sarael sarcastico.
“Abbiamo una tua vecchia conoscenza”
Il capitano fece un sospiro di rassegnazione, capendo benissimo di chi stava parlando. Tra Anthony Lesary, il capo della gang denominata Shot e Shut, e Salvo Queen non correva buon sangue e non perdevano occasione per punzecchiarsi l’uno all’altro.
“Fammi indovinare. Anthony Lesary, suppongo!”
“Quel ragazzo si è affezionato a noi” ridacchiò il poliziotto, tamponandosi un graffio lungo la guancia destra “Anthony scambia l’arresto per un incontro di boxe clandestino. Edward io un giorno non metterò la sicura alla mia Smith&Wesson”.
“E allora finirai per essere accusato di abuso di potere…”.
“Quel ragazzo è destinato a fare una brutta fine. Tutti lo hanno abbandonato, perfino Joseph Marelli, il capo dei servizi sociali qua a Phoenix, e tu lo sai benissimo che Marelli non si è arreso di fronte a niente, che ha affrontato casi di cui nessuno si è voluto occupare. Per quel ragazzo serve il pugno di ferro, non il guanto di velluto “.
“Immagino che lo debba interrogare io…”
Il detective gli batté una mano sulla spalla “Ed, non essere troppo malleabile, non lo merita!”
Il capitano fece un cenno distratto e dopo si apprestò ad andare in sala interrogatori, pensando a quanto il detective si sbagliasse e che per tutti c’era possibilità di redenzione. Anche se la sua redenzione se l’era cercata con Shamshiel, una redenzione dovuta per una vita che aveva regalato solo sofferenze e stenti agli umani. Chissà che cosa avrebbe pensato Salvo Queen, se avesse saputo che lui era stato colpevole del massacro di settemila donne, circa trentamila anni fa.
Aprì la porta della sala interrogatori, trovando seduto con le manette ai polsi un ragazzo dall’età approssimativa di ventidue-ventiquattro anni, capelli castani tagliati in maniera militare, occhi dello stesso colore e dal taglio a goccia, il tipico ragazzo che era diventato stronzo per esigenze di vita. Quello che i latini chiamavano “captivo” ovvero sia prigioniero di guerra, prigioniero di una vita che non sempre ti ripagava per il meglio. Indossava un logoro giubbotto di pelle, una maglietta arancione recante la scritta “Stairway to Heaven” e stava tamburellando le dita sul tavolo di ferro. Esibiva un brutto occhio nero e un labbro spaccato. Appena lo vide, il suo volto fece una smorfia e fischiettò un motivetto.
Era Wrong Side of Heaven dei Five Finger Death Punch.
La strada sbagliata per il Paradiso e il lato giusto per l’Inferno. Sarael ebbe un tuffo al cuore. Era una canzone adatta per lui, lui che era stato uno splendente angelo del Paradiso e che, dopo avere seguito quel pazzo e sconsiderato Semeyraza, era diventato il figlio perfetto dell’Inferno.
“Ti piace stare qui, Anthony? Che faccio, chiedo lo status di residenza?”
“Capitano Shylvev, è venuto lei a interrogarmi? Ma che onore!” ridacchiò il ragazzo sarcastico, masticando con disinvoltura una chewing gum “Quel pallone gonfiato di Queen dopo avermi pestato, non ha il coraggio di interrogarmi? A casa mia si chiama essere coglioni e non mi dica che sono razzista!”
“Quel coglione di cui parli è il mio partner e potresti essere accusato di insulto a pubblico ufficiale….”
“Tremo di paura, capitano! Sono cresciuto in strada e credetemi che sono altre cose che non mi fanno dormire la notte, non un borioso poliziotto che vuole fare carriera con un disgraziato ma con stile come me. Le consiglio un buon avvocato divorzista, lei merita un partner migliore!”
Il Vigilante si sedette di fronte a lui e cercò di farlo ragionare “Quando imparerai a fare il bravo ragazzo. Anthony? I tuoi genitori non sarebbero contenti se tu ti sistemassi?”
“Non so se importi qualcosa di me a qualcuno che fa la compagnia ai vermi della terra” rispose il ragazzo cinico, l’ombra di un’antica felicità negli occhi “Non ha il diritto di farmi la paternale! Può fare a meno di essere preoccupato nei miei confronti!”
“Pensi davvero che il mio interesse sia calcolato?”
Il capo della gang proruppe in una risata strozzata, tra chi voleva piangere e nello stesso tempo scappare via e affermò “Viviamo in un mondo dove la gentilezza viene spesso scambiata per ipocrisia e falso interessamento. Dietro la domanda “Come stai?” la gente ci vede un modo per lucrare sull’altro. Quindi sì, non le credo capitano!”
“Quanta intelligenza sprecata”
“Me lo diceva sempre una persona” mormorò il ragazzo a mezza voce “Era l’unica che credeva in me, dopo Joseph Marelli…”.
Il poliziotto stava per rispondere quando Anthony se ne uscì con una battuta scema “ Mi annoio a fare il bravo ragazzo e poi c’è più divertimento a rompere le scatole a voi ufficiali dell’ordine”.
“Non perdi mai il tuo spirito comico, non è vero?”
“Sono un uomo di spirito” sbuffò il ragazzo sarcastico “Non penso che mi abbiate portato qui per la mia bella faccia”.
“Il detective Queen che cosa le ha detto?”
“Chi, quel cretino con la divisa? Mah, soltanto che ero in stato di arresto per possesso e spaccio di droga, ma vi conosco troppo bene per capire che c’è qualcosa sotto. Ed è più grave di possedere droghe”
Il capitano sospirò, intuendo che Anthony Lesary avesse capito più di quanto osava ammettere, anche se non credeva che pensasse all’omicidio e allo stupro di Charlise Mirror. Tutte le prove del delitto vertevano sulla sua direzione, gli avventori del bar “Fleur Noire” avevano testimoniato che era stato l’ultima persona che lei aveva visto, nel corpo erano state trovate le sue impronte e di nessun altro. Ma per Sarael era tutta una macchinazione, Anthony era stato incastrato e bisognava capire da chi e perché. Era sicuro di questo, in quanto li aveva seguiti personalmente, e aveva visto un legame tra i due rafforzarsi sempre di più e non ci credeva affatto che fosse stato lui a stringere la corda intorno al collo della povera ragazza e a finirla con un colpo di pistola.
La figlia di un militare e un ragazzo di strada, un legame contestato.
“Hai ragione, non sei qui per possesso di droga. Ma prima devo controllare se hai residui di polvere da sparo nelle mani!”
“Buona questa, capo” esclamò Anthony “Sono cresciuto in strada, sparo un giorno sì e uno no, le mie mani sono sempre piene di polvere da sparo. Ma sono sempre contento di vedere la vostra collaboratrice”
Il capitano fece un cenno al poliziotto che stava assistendo insieme a lui e gli ordinò “Chiama l’agente Nyrat e dille di venire qui”
Il poliziotto annuì bruscamente, lanciando un’occhiataccia al ragazzo, e uscì dalla sala interrogatori. Ritornò cinque minuti insieme a una ragazza di circa ventisette anni dai capelli ricci a caschetto con il kit per il residuo della polvere da sparo. Tra i due ci fu un gioco di sguardi.
“Ciao bellezza”
“Bentornato Anthony” disse la ragazza in tono annoiato.
“Sei sempre formale, tu?”
L’agente della scientifica abbozzò un sorriso e dopo prese un tampone per la verifica “Tu sei sempre alla ricerca di guai, a quanto vedo. Immagino che la vita normale ti annoi!”
“Sono i guai che vanno alla ricerca di me. E comunque volevo vederti, sei sempre uno splendore”
“Apri le dita che devo…”
“Che cosa devo aprire?” domandò Anthony malizioso, avvicinandosi a lei e sorridendole “Penso che tu voglia dire di aprire le gambe. In questo avresti la mia più totale collaborazione”
“Farò finta di non averti sentito. Distendi bene le dita e vediamo se hai residui di polvere da sparo”
“La mia arma di fuoco non ha sparato, ma un’altra potrebbe avere un colpo in canna” affermò Anthony strizzando l’occhio a Myriam “E tu sei il mio bersaglio preferito”
“Lesary!” lo richiamò Sarael arrabbiato “Se qui a farti fare un esame scientifico, non a provarci con la nostra agente della scientifica! Fai la persona seria”
“Più mi sforzo di fare la persona seria, e più divento cretino” e dopo il capo della gang strizzò l’occhio a Myriam “Poi come si fa a restare indifferente alla tua bellezza?”
“Se non fossi ruffiano, crederei che questo sia un complimento!”
“Lo voleva essere! Tu ferisci un povero sentimentale!” esclamò Anthony spalancando la bocca e mettendosi la mano destra vicino al cuore.
L’agente ridacchiò e dopo continuò il suo lavoro, con il cuore che batteva e lo sguardo professionale. Passò il tampone tra gli interstizi delle dita, mentre Anthony la stuzzicava.
“Le mie mani hanno sparato, Myriam?”
E la guardò ridacchiando. Myriam fece un ampio sorriso, capendo il sottinteso che c’era in quella frase, e rispose a tono “Sinceramente preferisco pistole con altri calibri”.
Il capo della gang sollevò le sopracciglia e chiese “Da quando sei diventata così intraprendente?”
La poliziotta fece un mezzo sorriso, rifiutandosi di rispondere e dedicandosi alla verifica. Il test era negativo, non aveva sparato, almeno non in tempi recenti. Sorrise dentro di sé, rinfrancata dal fatto che Anthony era innocente. Si girò con lo sguardo che non mostrava sentimenti ed emozioni e diede il referto della verifica.
“Pulito”
“Vi è andata male?” sghignazzò Anthony divertito e strizzò l’occhio a Myriam “Puoi controllarmi quando vuoi”.
“Ciao Anthony”
E chiuse la porta. Il ragazzo guardò Sarael e costatò “Quando sono venuto qui la prima volta, non riusciva a guardarmi neanche in faccia. Che cosa è successo?”
“Esperienza in campo”
“Dove è stata infiltrata? In qualche bar clandestino in un quartiere malfamato di Phoenix?”
“E se anche fosse? Non dobbiamo mica discutere della vita privata della mia collega. Sei nei guai, Anthony”
“Ma non me ne ero accorto” esclamò il ragazzo esasperato “Mi dica il reale motivo del mio arresto, altrimenti mi rifiuterò di parlare”
Edward annuì pensieroso e dopo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una foto, la stirò un po’ e la guardò, rammaricato e anche furioso. La foto di Charlise Mirror. La ragazza della foto poteva essere sua figlia. Dentro di sé l’angelo pregò che sua figlia non dovesse mai conoscere le nefandezze di cui il genere umano era in grado di fare.
“Sta guardando la foto di sua moglie? Se magari è bona, potrei farci un pensierino…”.
L’angelo non diede ascolto alle sue parole, non le aveva dette con convinzione, ma come una persona che cercava disperatamente di farsi ascoltare e non ci riusciva. La persona che si faceva grossa per non soccombere. Gli era stato detto per droga, ma la verità era un’altra, ovvero l’accusa per l’omicidio e lo stupro di Charlise Mirror, figlia del generale dell’esercito Nicolas Mirror, pluridecorato eroe di guerra per le missioni in Iraq e in Afghanistan, insignito per avere sventato un attentato terroristico destinato a uccidere centinaia di persone innocenti.
“Visto che ti diverti a fare il cattivo ragazzo, allora non avrai avuto problemi a divertirti con lei” esclamò Sarael, sbattendo sul tavolo la foto di una ragazza dai capelli ricci biondo cenere e gli occhi verdi spalancati, cambiando totalmente atteggiamento “Aspetta, mi sfugge il nome! Come si chiama? Charlise?”
Il capo della gang deglutì notevolmente ma non disse nulla. Il poliziotto lo guardò, accorgendosi di una vena che pulsava sul collo e del sudore che gli imperlava la fronte e continuò “Ieri hanno trovato Charlise lungo un marciapiede abbandonato con la camicetta slanciata e le mutande…”.
“La smetta! Lei non sa niente…”
“Lo hai detto pure tu che sei un cattivo ragazzo? Che cosa è successo? Ha rifiutato le tue avances e…”
Sarael non si fece impressionare quando Anthony si alzò improvvisamente in piedi, cercando di strattonare le manette che lo tenevano legato al tavolo “Le ho detto di smetterla! Charlise era una mia amica e non le avrei mai fatto del male!”
“La figlia del generale Mirror una sua amica? Mi risulta difficile da credere”
Anthony fece una smorfia, sollevando leggermente le spalle “Potrà anche non credermi, ma Charlise è stata l’unica ragazza che mi abbia visto come persona e non come scarto. Tutti hanno fatto grandi progetti per me, senza interessarsi sulla mia persona o su chi io sia veramente, nascondendosi dietro la scusa banale che sono irrecuperabile e che non c’è speranza per me. Lei è stata l’unica a chiedermi come stavo senza falsi fini “
Stava dicendo tutta la verità ma non i dettagli e lo incalzò “Un’amica? Sicuro che non sia….?”
“Ma a lei che cazzo gliene importa? Non le importa nulla se è stata un’amica, una trombamica o qualcosa di serio!”
“Mi importa eccome visto che la scientifica ha isolato alcuni tuoi marcatori genetici dal corpo di Charlise e alcuni avventori di un bar hanno testimoniato che tu sei stato l’ultima persona che lei ha visto”
Il capo della gang si mordicchiò il labbro, indeciso su cosa dire oppure no e dopo sospirò “D’accordo, abbiamo fatto sesso, ma le assicuro che era viva e raggiante quando è uscita dal mio appartamento. Finalmente siamo riusciti a superare le nostre paure….”
“Mi risparmi i dettagli”
“Se lei pensa che io abbia voglia di raccontarle la mia notte di sesso, si sbaglia di grosso. Ma le assicurò che non l’ho uccisa io”
Sarael si sedette di fronte a lui e lo incalzò “Supponiamo che io ti creda e che non mi stai dicendo cazzate, chi avrebbe interesse a incastrarti?”
Anthony roteò gli occhi e si rifiutò di parlare.
“Anthony, la tua posizione è fortemente compromessa, ti conviene parlare e metterò una buona parola con il Procuratore. Stai rischiando molto, la tua vita è in bilico tra una semplice accusa di droga e quella dell’omicidio, per cui tu sai che qui in Arizona c’è la pena di morte”
“Io non sono più il capo della gang, ho ceduto il posto a un mio subalterno. Se scoprono che cosa ho detto, le assicuro che non esiteranno a uccidermi”
“Ti posso assicurare che non lo scopriranno”.
“E come può assicurarmelo? Che cosa è un agente dell’Fbi, ha collegamenti con il Presidente degli Stati Uniti? Mi hanno fatto troppe promesse affinchè io le creda”
Sarael roteò gli occhi, cercando di trovare una pazienza che si sta sbriciolando. Andando contro ogni buona logica e buon senso, spalancò le sue ali nere ed emanò un’aura color azzurro pallido. Il capo della gang impallidì vistosamente e arretrò per quanto le manette lo permettevano “Cosa cazzo è lei?”
Il Vigilante ritirò le ali dentro la schiena, appoggiò i palmi delle mani sul tavolo di ferro ed affermò “Qualcuno che le promesse le sa mantenere Anthony. E ora dimmi, chi avrebbe interesse a incastrarti?”
Il ragazzo deglutì e dopo confessò “Se mi ammazzano, considererò la mia morte una sua priorità. Ad ogni modo, ho il sospetto che mi voglia incastrare il nuovo capo della mia gang”
“E come mai?”
“La Shot e Shut e la gang rivale alla nostra sono in combutta per una grossa collaborazione con i narcos messicani, per piazzare un nuovo tipo di droga, molto più potente di tutte le droghe conosciute e di maggiore effetto. Eliminando il vecchio capo della Shot e Shut, Charles avrebbe maggiori poteri e potrebbe soffiare il piazzamento alla Spider Poison”
Il Vigilante si mordicchiò il labbro, capendo che il ragazzo stava nascondendo molto di più di quanto avesse detto “Non hai niente altro da aggiungere?”
“No, vostro onore, può andare a deliberare”.
Sarael fece cenno a un poliziotto all’angolo e gli disse “Portalo via”
Ancora sconvolto dall’accaduto di poco prima, Anthony non si schiodò dalla sedia e domandò al poliziotto “Ha visto che cosa ha fatto?”
“Non so nemmeno a cosa tu ti stia riferendo” affermò il poliziotto serio “Mi sa tanto che hai avuto una brutta allucinazione. Non mi stupisce che le droghe ti stanno giocando un brutto scherzo. Avanti, muoviti”
Il ragazzo non si mosse dalla sedia e guardò implorante Sarael “Chi è lei?”
Il Vigilante gli fece un grande sorriso e lo rassicurò “Qualcuno che impedirà che tu venga accusato di un qualcosa che non hai commesso. Non ti serve sapere altro. Philippe portalo via”
Il poliziotto lo strattonò per il braccio e lo fece alzare di malavoglia, slacciando le manette per un po’ per poi rimettergliele ai polsi “Non posso stare qui tutto il giorno, abbiamo una città da difendere. Hai diritto a rimanere in silenzio, tutto quello che dirai…”
“Potrà essere usato contro di te, bla, bla, bla. Li so i miei diritti, quindi smettila di dirmi tutta la tiritera. Siete noiosi”
“Muoviti”
Il capo della gang sbuffò e dopo si decise ad alzarsi. Era quasi alla porta, quando si girò, lo sguardo rivolto verso il capitano “Le posso chiedere un favore?”
“So che cosa mi vuoi chiedere Anthony e non te lo posso concedere. Aggiungeresti l’omicidio alla tua lunghissima lista dei reati”
“E togliermi il piacere di uccidere lo stronzo…”
“Anthony, la tua situazione è fortemente compromessa e non ti conviene fare un passo falso. E poi sono convinto che Charlise non vorrebbe che tu ti rovinassi ancora di più la vita”
“Che cosa ne sa lei?”
“Ne sono quanto basta”  affermò il Vigilante con un tono di voce che non ammetteva repliche “Posso assicurarti che farò tutto quanto in mio potere affinchè il vero assassino di Charlise Mirror venga assicurato alla giustizia. Te lo prometto”
“Mi auguro che lei mantenga le promesse, umano o essere soprannaturale che sia. Altrimenti potreste trovare un cadavere lungo la scalinata della stazione e le assicuro che sarò ben felice di andare sulla sedia elettrica per vendicare la morte di Charlise”
Il capitano della polizia sospirò, capendo quanto Anthony fosse simile a una sua vecchia collega, a una Vigilante di nome Christye, una Vigilante che aveva deciso di difendere con la sua vita un Lycos Eros. Un Lycos Eros che aveva affermato che l’amore di Semeyraza non era vero amore, ma un pseudo amore edulcorato. E aveva pagato con la sua vita. Dopo lo vide andarsene via. I tre angeli guardarono Anthony essere scortato dal poliziotto e Balthazar sussurrò “Dice la verità, ma non tutta”
“Del fatto che il ragazzo amava Charlise, ma non osava ammetterlo perché era troppo orgoglioso?”
“Noi due abbiamo una sintonia” affermò Balthazar divertito, strizzando l’occhio destro a Gabe.
“Ma dobbiamo proprio ucciderlo?” si intromise Castiel preoccupato “ È una brava persona, abbiamo visto che cerca di migliorarsi e di rimediare agli errori commessi, non merita di morire”
“Ci sono brave persone che muoiono ogni minuto nel mondo e non si possono salvare tutte” ribattè Balthazar, incominciando ad alterarsi “Ti ricordo che è meglio la morte di poche persone piuttosto che la distruzione totale dell’equilibrio”
“Quando parli così, mi sembra che sia un’altra persona a parlare”.
L’angelo sospirò “Quando una tua collega o meglio una tua sorella di grazia sta rischiando seriamente la vita, penso che l’ironia possa essere messa in secondo piano”
“Puoi chiedere gentilmente alla pergamena di cambiare il nome del Vigilante? Avrei la coscienza a posto se la nostra vittima fosse uno stronzo senza cuore e non una persona che sta cercando di rimediare ai suoi errori”
“Cass, noi non abbiamo una coscienza o degli scrupoli, noi eseguiamo gli ordini…”
“Parla uno che gli ordini non li ha mai eseguiti o li ha travisati” esclamò Cass punto sul vivo “Avrei potuto capire una ramanzina da parte di Michele, ma da te no! Vieni tu a parlarmi che non abbiamo scrupoli o coscienza?” dopo rivolgendosi a Gabe disse “Puoi farlo?”
Gabe annuì pensieroso, non sapendo bene che cosa sarebbe successo. Si concentrò e formulò dentro di sé la domanda di conversione. La cosa che lo stupiva di più, era stato il fatto che la pergamena non avesse voluto andare tra le mani di Cass o Balthazar, visto che lui non poteva percepire più la grazia angelica, visto che era diventato un umano a tutti gli effetti, solo con un sesto senso più sviluppato. Forse era il suo passato da ex arcangelo delle annunciazioni a creare un legame indissolubile con la pergamena. La sua grazia angelica mutata in animo umano cominciò ad agitarsi dentro di lui e fu con grande sforzo che non lasciò la pergamena.
“Gabe stai bene?” domandò Cass preoccupato, vedendo il cambiamento negli occhi di Gabe “Chiedo io la sostituzione della persona?”
L’ex arcangelo delle annunciazioni scosse la testa intestardito e continuò a provare. Con molta probabilità, il cambio della persona chiedeva una partecipazione della grazia angelica o dell’animo umano in generale. La pelle delle braccia diventò incandescente e a partire dal polso fino al gomito si formò una spaccatura, la quale fece fuoriuscire dei filamenti di grazia-anima.
“Gabe, smettila” esclamò Cass, spingendosi per prendere la pergamena “Non domandare più nulla”
“Io lo so perché la pergamena si sta comportando in questo modo” affermò Gabe in tono sofferto, mentre la ferita si faceva sempre più profonda “Mi sta punendo per la spedizione punitiva che ho intrapreso con Michele e Uriel. Mi sta punendo perché sto avendo rimorso di quello che ho fatto”
“Era un ordine superiore…”
“Era un ordine superiore sbagliato” ringhiò Gabe ferito “Poteva essere giusto da un punto di vista di Dio, ma io lo consideravo un punto di vista sbagliato, consideravo ingiusto combattere contro i miei stessi fratelli”
“Erano colpevoli di avere creato una progenie che avrebbe…”
“Erano tutte cazzate!” ululò Gabriel, mentre la ferita arrivava alle ossa e cercava di sbriciolarle “I Nephilim che tutti consideravano cattivi, in realtà erano i figli dei demoni e degli umani. Enoch ha mentito, non ha scritto la verità. La carneficina dei figli dei Vigilanti era la dimostrazione che nessun angelo poteva arrischiarsi a creare una progenie”
All’improvviso il dolore, così come era venuto, passò e la pergamena si illuminò di un accecante e lugubre luce nera, la quale formò un nome.
Di nuovo Edward Shylvev.
“Il Destino vuole così, non possiamo fare altrimenti” rispose Gabe laconico, cercando di riprendersi dall’attacco della pergamena.
Castiel ringhiò, stringendo le mani a pugno, ma alla fine dovette cedere all’amara realtà, cioè al fatto che non sempre i cattivi avevano la peggio.
Rimasero a osservare il Vigilante nel suo lavoro e i dubbi si fecero sempre più serrati e insistenti. Quando il bene poteva ancora considerarsi bene e quando male travestito, lupo mascherato da pecora? Lucifero e la sua congrega di demoni considerava gli umani come dei schifosi aborti, così come la stragrande maggioranza degli angeli, ma gli esseri umani avevano il libero arbitrio, potevano decidere se andare all’Inferno o in Paradiso. Gli angeli non potevano decidere niente, se si ribellavano o decidevano di non eseguire gli ordini, finiva che venivano gettati all’Inferno, senza cognizione di causa e senza possibilità di appello.
Gli esseri umani erano perfetti in quanto imperfetti.
Poi arrivò la loro occasione di uccidere Sarael. Certamente non potevano ucciderlo di fronte a un’intera stazione di polizia, si doveva creare l’occasione giusta.
“Salvo, io vado a fumarmi una sigaretta”
“D’accordo Ed, qui ci penso io”
Silenziosamente lo seguirono, Gabe con la freccia, Cass con un pugnale angelico dietro la schiena e Balthazar dietro di loro, intenzionato a intervenire in caso che le cose potessero degenerare. Videro il Vigilante Sarael appoggiarsi a un muro, aspirando lentamente e deliberatamente il fumo della sigaretta, osservando pigramente le volute del fumo e dopo disse divertito “Niisa, ragazzi. Pensavate che non vi avrei percepito? Sono in giro da molto più tempo di voi, ho percepito le vostre grazie da casa mia. Ho anche avvertito il potere della freccia di Azazel. Avete intenzione di uccidermi come dei codardi senza spina dorsale o volete dimostrare di essere veri angeli?”
Negli occhi verdazzurro videro l’ardore dei Vigilanti, dei primi angeli scesi dal Paradiso per sorvegliare e custodire gli umani e poi erano finiti ad amarli, e i tre angeli capirono che non sarebbe stato facile sconfiggerlo.
Edward buttò il mozzicone a terra, schiacciandolo con il tacco della sua scarpa e dopo si accorse delle catene d’argento con simboli enochiano in mano a Balthazar e imprecò “Camikas Zure!”
“Bada a come parli”, esclamò Balthazar offeso, estraendo la sua spada angelica.
“Non mi stavo riferendo a te” si affrettò a correggere il Vigilante “Mi stavo riferendo a Semeyraza.  Quel maledetto pezzo di merda ci ha inguaiati fin dall’inizio, fin da quando ci ha costretto a giurare nel monte Heron, affermando che avremmo dovuto unirci agli umani e creare una progenie in grado di rovesciare Dio. Decide che, per riparare la grazia angelica o demoniaca di un essere spirituale ferito gravemente, le catene debbano essere attivate grazie alla morte di tre Vigilanti. Perché la sua morte non poteva essere contemplata. Ditemi che è stato ucciso, altrimenti lo strozzo con le mie mani”
“Non eravate compagni per la grazia e per la vita?”
“Spero che tu stia scherzando, che tu abbia voglia di prendermi in giro” esclamò il poliziotto disgustato “Enoch era ubriaco di manna quando scrisse il suo libro. Semeyraza era uno stronzo senza cuore e ci costrinse a giurare sul monte Heron di seguirlo sulla Terra, solo per  evitare di essere torturati”
E a testimonianza di ciò, Sarael mostrò un’ala con una lunga cicatrice non rimarginata.
“E le nefandezze che avete commesso? Anche quelle sono state commesse perché vi ha costretto?”
Sarael sospirò e affermò “Non nego che i miei compagni e io ci siamo macchiati di crimini orrendi. Io stesso sono stato artefice del massacro di un intero villaggio popolato da sole donne, ma Enoch ha ingigantito tutto, solo per farsi bello davanti agli occhi di Dio, solo per avere un posto di prestigio nel Regno Celeste. I nostri figli sono stati oggetto del più grande massacro che è stato ordinato da Dio, nonostante si sapesse che erano i figli degli umani e dei demoni a creare scompiglio e a distruggere tutto”
“Perché non avete fatto nulla per discolparvi?” chiese Cass incuriosito.
“Chi ci avrebbe creduto? Eravamo divenuti dei reietti e la nostra parola sarebbe valsa meno di zero. Eravamo già colpevoli di avere creato una nuova progenie, senza il consenso di Dio, nessuno ci avrebbe creduto. Abbiamo visto il massacro dei nostri figli, senza poter intervenire, senza poter affermare che erano totalmente innocenti”
“Mi dispiace…”
“Le scuse Castiel non servono a nulla, non servono a riportare in vita i nostri figli. Ma sicuramente voi non siete qui a rimembrare il mio passato da Vigilante, ma per salvare una nostra sorella con la grazia rotta. Chi ha la grazia rotta tra le nostre sorelle o i nostri fratelli?”
I tre angeli si guardarono negli occhi, indecisi se comunicare una notizia del genere e Sarael disse “Non  preoccupatevi inutilmente. Custodirò il vostro segreto con la mia morte. Non abbiate timore”
“Hesediel ha la grazia rotta”  sospirò Gabe rattristato.
“L’arcangelo della giustizia e della misericordia?”
“Ne conosci per caso un’altra?” domandò Balthazar sarcasticamente.
Il poliziotto scosse la testa e si fece raccontare per filo e per segno cosa era successo. Che Semeyraza aveva fatto il bello e il cattivo tempo con gli angeli e i demoni, ritenuti indegni di rappresentare il loro lignaggio spirituale, che aveva ordinato a Sandalphon di uccidere Hesediel e che quest’ultima era stata riportata in vita dal bacio di Chamuel/Sam Winchester e di Lucifero, il cosiddetto bacio dell’heliobasileus, il fatto che era diventata l’arcangelo del Purgatorio, la decisione di Crowley di utilizzare l’Aletheia Gladia per incontrare sua figlia Chronie…
“D’accordo, bisogna rimediare a tutto” li interruppe bruscamente e dopo si rivolse a Gabe “Tu che hai ucciso bambini innocenti, alla fine sei diventato il protettore dei primi Nephilim angelici, priveresti una bambina dell’amore di suo padre?”
“Non toccare questo tasto” ringhiò Gabe ferito, mentre nei suoi occhi color ambra scorrevano le immagini dei figli di Eliana trapassati con una spada, i loro occhi interrogativi  e lo sguardo vacuo e impaurito della sorella che aveva assistito impotente alla morte dei suoi figli “Abbiamo un compito da svolgere…”
“Ma fammi il piacere! E per un compito del genere, faresti questo?” urlò Sarael furioso, spalancando le sue ali in un parcheggio semideserto, non curante che qualcuno potesse vederlo “Tra pochi giorni mia moglie partorirà la nostra prima figlia, potrò godere delle gioie della paternità e devo essere ucciso per colpa di un psicopatico con manie di grandezza!”
“Meriteresti di non essere ucciso solo perché hai dato dello psicopatico a Semeyraza”.
“Purtroppo questo non mi salverà”
“Credo di no, Sarael. Abbiamo tentato di…”
“Cambiare il nome nella pergamena di fuoco, già. Ho avvertito una leggera scossa quando Gabe ha tentato di cambiare il nome. Il fuoco della pergamena è lo stesso che Uriel ha utilizzato per torturarci. Immagino che Dio non ve lo abbia detto”
“Sono più le cose che Dio ci nasconde che quelle ci rivela”
“Capisco il vostro intento, ma io mi devo difendere”
E detto questo, l’angelo pronunciò con voce stentorea “Malpurg”.
Il cielo cominciò a rannuvolarsi e dalle nuvole precipitarono delle frecce infuocate. Cass e Balthazar si mossero a sollevare le ali per proteggere Gabe, in quanto le frecce erano fatte della stessa sostanza dell’Universo e per un angelo convertito a umano da poco, significava morte certa. Cass e Balthazar pronunciarono “Nazpad” e nelle loro mani si materializzarono due spade angeliche dalla lama molto affilata.
I due angeli ingaggiarono una lotta molto ardua contro Sarael, il quale, forte della sua esperienza personale e del fatto che era molto più vecchio di loro, li sconfisse con due fendenti ben assestati, uno che causò una ferita profonda all’incirca di cinque centimetri all’ala destra di Cass. I colpi delle spade richiamarono una folla di curiosi, i quali puntarono il dito meravigliati e all’insieme sconcertati, increduli di vedere tre angeli che stavano combattendo.
Un prete alla vista del combattimento esclamò “ La fine è vicina. Pregate, fratelli”
Gabe lo ascoltò per un po’, all’inizio divertito e alla fine seccato, chiuse il palmo della mano, sperando che così si zittisse, in quanto non era tempo di sentire prediche sulla fine del mondo, e alla fine il prete smise di parlare. L’uomo mise le mani alla gola inorridito e se ne andò, strabuzzando gli occhi e gesticolando. Le altre persone restarono in silenzio, troppi impauriti che anche a loro potesse sparire la voce.
Il combattimento con le spade continuò sempre più ferocemente, Cass tentò un affondo al fianco destro, ma Sarael lo intercettò e con un calcio lo portò fuori equilibro.
“Sono stato addestrato da Azazel, l’angelo che ha insegnato agli umani i rudimenti del combattimento, pensate che non avrei imparato qualche trucchetto?”
Intanto che Cass continuava, Balthazar scappò per assicurarsi che Gabe stesse bene. L’angelo delle annunciazioni si era raggomitolato su stesso e sul corpo c’erano segni di bruciature, alcune abbastanza profonde e difficili da guarire. Balthazar posò la sua mano per cercare di guarire il suo collega ma Gabe lo fermò “Non sprecare energie”.
“Tu stai male Gabe”
“Il prezzo di essere umano” sorrise Gabe, socchiudendo gli occhi “Vuol dire che dovrò affidamento alla natura. Vai ad aiutare Cass!”
“Ma…”
“Vai” gli intimò Gabe perentorio “Cass non può farcela da…”
Non ebbe neanche il tempo di concludere, che Castiel venne scaraventato contro una macchina. L’angelo del giovedì si alzò e ringhiò “Malprg”.
La sua lama fu avvolta da una fiamma luminosa, una lama che avrebbe trafitto la grazia di Sarael. Il Vigilante lo intercettò quasi subito e, stringendo la mano destra, gli bloccò la grazia. Castiel si mise le mani intorno alla gola, boccheggiando “Sarael, stai facendo un grosso errore”.
Sarael strinse ancora di più, irritato dalle parole di Castiel “Un errore, dici? Si chiama errore salvarsi la vita e badare alla famiglia? Mi dispiace che Hesediel stia soffrendo…”
“Sei un egoista” lo interruppe Balthazar disgustato “Se ti importasse qualcosa di Hesediel, non faresti così”
“Sono un papà che vuole crescere sua figlia. Non posso risolvere i casini di un piccolo demone che vuole fare il gradasso e che vuole far valere i diritti di padre sulle spalle degli altri” ribatté Sarael furibondo, creando con l’ala destra un campo di fuori che mandò in frantumi l’asfalto sotto di loro “Non prendiamoci in giro, voi avreste fatto lo stesso! L’inferno è in rivolta? Uccidiamo i Vigilanti! Il Paradiso è sull’orlo di una guerra civile? Uccidiamo i Vigilanti! Non siamo la risoluzione ai problemi dell’equilibro”
“Se Hesediel muore, tutto verrà vanificato”
“Che si uccida Semeyraza, se vuole riparare al suo torto, che si uccida quel grande bastardo e arrivista di Crowley”.
“Per Semeyraza, il tuo desiderio non può essere esaudito. Per Crowley saremo molto più che felici di aiutarti”
“Che cosa vuol dire che il mio desiderio per Semeyraza non può essere esaudito?” domandò Sarael stupefatto, allentando la stretta e consentendo a Castiel di respirare “Semeyraza è….”
“Morto, sì. Si trova sotto terra, ucciso da me” intervenne Gabe, arrivando da loro con grande fatica “Credici fratello, non vorrei mai questa condizione, ma non posso permettere che mia sorella diventi un angelo vegetale”
“Hai rinunciato alla tua grazia. Perché?”
“Ho chiesto a Dio di convertire la mia grazia angelica in animo umano per la Lancia di Lete, la lancia che dovrebbe acquietare lo spirito della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse”
“Un gesto davvero nobile, il tuo. Io vi posso capire benissimo, posso capire molto bene la vostra preoccupazione per nostra sorella. Anche io combatterei per le persone che amo, probabilmente farei anche peggio. Quello che non capisco è perché gli errori non vengono risolti da chi li ha commessi”
“Perché c’è più divertimento a fare casino che a risolvere” osservò Balthazar saggiamente.
A un certo punto la freccia nelle mani di Gabriel cominciò a sussultare e si posizionò a mezz’aria tra i  contendenti. Il Vigilante ebbe solo il tempo di fare una costatazione “La freccia di Azazel. Alla fine il Signore dei Cieli ha deciso di uccidermi con un’arma da Vigilante”
La freccia fluttuò tra di loro e dopo senza nessun preavviso si scagliò contro il Vigilante. L’arma colpì con forza il petto di Sarael e la grazia angelica fu dispersa con una carica esplosiva molto forte. Le macchine vennero spazzate via a chilometri di distanza, la stazione di polizia disintegrata fino nelle sue fondamenta e tutta la gente che aveva assistito allo scontro polverizzata. In mezzo a loro si creò una voragine e il nulla assoluto. Il corpo di Sarael si afflosciò per terra, gli occhi di un neo papà che non avrebbe mai assistito alla nascita di sua figlia. Gli ultimi residui della sua grazia si sollevarono dal suo corpo e avvolsero le catene, le quali si illuminarono di una misteriosa luce indaco-violacea. La freccia di Azazel si tolse bruscamente dal petto di Sarael e ritornò tra le mani dell’ex arcangelo delle annunciazioni “Ha combattuto da eroe”.
“Almeno ha combattuto per la sua famiglia. Questo gli fa onore” disse Cass in tono reverenziale, chiudendo gli occhi al Vigilante “Un onore che Crowley non conoscerà mai”
“Credo che i sentimenti per Crowley siano aramaico antico” ridacchiò Balthazar “Peccato, avevo deciso di risparmiare i soldi della lavanderia”.
“Ma come fai a fare ironia in questi momenti?”
Balthazar sorrise misterioso, un sorriso triste e che rivelava qualcosa di più e dopo si avvicinò al corpo di Sarael, preparandosi a benedirlo. I due angeli lo videro bisbigliare all’orecchio del Vigilante morto in una lingua che ricordava l’enochiano, ma che poi alla fine non lo era, ma non indagarono oltre. Balthazar era un tipo irriverente, aveva svaligiato più e più volte l’armeria celeste per divertirsi e per creare scompiglio nel Paradiso e sulla Terra, ma sapeva essere molto serio nel suo lavoro. Anche se non sapevano per certo a quale categoria appartenesse.
“Sai Balthazar, non ti ho mai domandato…?”
“Il mio numero di cellulare?” ironizzò Balthazar con un sorrisetto, alzandosi da terra “Non essere antiquato Cass! Adesso ci si scambia il contatto Facebook, Twitter, Instagram e affini”
“A quale categoria angelica appartieni?” ridomandò Cass serio, ignorando deliberatamente il tono ironico dell’angelo “Come mai questa curiosità?”
“Non ti ho mai visto al servizio di qualcuno” confessò Cass, spostando il peso da un piede all’altro.
“Tu a quale categoria appartieni?” ribatté Balthazar sornione, spostando l’attenzione lontano da sé “ Aspetta, fammi indovinare, non dirmi nulla! Ci sono, la categoria Paladini dei Winchester”
Gabe scoppiò a ridere “Bella questa, Balthazar”.
“Io appartenevo alla categoria degli Angeli delle Virtù” rispose Cass in tono amaro “Prima dell’Apocalisse e che Dio mi scegliesse per convincere Dean a essere il vessillo di Michele e a combattere contro Lucifero, ero alle dipendenze di Raffaele”.
“Non hai mai pensato di ucciderlo?”
“A volte” affermò Cass misterioso “ Adesso, la tua categoria!”
“Una questione della massima urgenza” ridacchiò Balthazar e dopo materializzò una spada d’argento con l’elsa ricoperta di ametista “ Dominazioni”.
Poi l’attenzione di Balthazar si spostò su Gabe e interruppe la curiosità di Castiel “Penso che ora non è il momento più adatto per domandarmi altre curiosità sulla mia categoria. Posso dire che, nonostante il mio modo ironico e dissacrante, a volte ai limiti del blasfemo, la mia fedeltà è stata e sarà sempre rivolta a Hesediel. Le devo tutto, specialmente perché mi ha aiutato nel periodo più brutto della mia vita” poi sospirò e domandò “Qual è il prossimo nome da trascrivere nel nostro Death Note?”
L’ex arcangelo delle annunciazioni guardò la pergamena e si stupì del nome che era appena comparso.
“Shamshiel”
“Pure lei?” domandò Castiel stupefatto “Ma è incinta!”
“Una volta non ci formalizzavamo su queste cose” disse Balthazar sovrappensiero, ricevendo un’occhiataccia da parte di Gabe e Cass “Scusatemi ragazzi, ma sono andato fuori di testa!”
“Posso cambiare il nome?”
“Non se ne parla” disse Balthazar perentorio “Non ho intenzione di vestirmi di nero in questo periodo, non mi dona”.
“Sempre alla ricerca…”
Gabe non ebbe il tempo di continuare la frase, che una donna con il pancione comparve, con un sorriso triste che rivelava che già sapeva tutto.
“Shamshiel…”
La donna levò la mano per interrompere tutto e disse “Non ditemi nulla. Ho avvertito la morte di mio marito da casa mia. E so che state cercando di salvare Hesediel dall’essere un angelo vegetale”
“Già” confermarono gli angeli mesti.
“Allora non perdete tempo. Uccidetemi”
“Non vuoi lottare?”
“Finirebbe comunque con la mia morte” disse Shamshiel rattristata “Mi auguro che il nostro sacrificio possa servire a qualcosa. Hesediel è un bravo arcangelo e non merita di fare questa fine”
L’ex arcangelo delle annunciazioni si aspettò che la freccia vibrasse e colpisse come aveva colpito il marito, ma non successe nulla di tutto questo. Balthazar e Gabe riguardarono il nome nella pergamena, ma non c’erano dubbi che fosse lei.
Gabriele intuì che il bambino doveva vivere.
“Quanto ti manca per partorire?” domandò Gabe a una stupefatta Shamshiel.
“Una settimana e qualche giorno”
Non potevano aspettare un’altra settimana, l’essenza del Paradiso doveva essere presa e si doveva incominciare una battaglia contro Empusa. Afferrò la pergamena saldamente con tutte e due le mani, ma l’artefatto sembrò inanimato. Nella sua mente comparvero le immagini di due bambini che lui aveva massacrato, ai tempi della retata contro i Vigilanti e pensò al fatto che nessun bambino doveva vivere senza madre e nessuna madre senza figli.
Il suo nome significava la “Forza di Dio” ed era il suo lignaggio angelico. Aveva fatto nascere molte persone, aveva stretto le mani a madri urlanti che stavano dando alla luce i loro piccoli, ma la sua mano aveva stretto l’elsa della spada angelica ed era testimone ed artefice di uno spaventoso eccidio, anche degli stessi bambini che aveva fatto nascere alcuni anni prima.
“Vattene”
“Che cosa fai, Gabe? Non pensi a nostra sorella?”
“Io non voglio più ritrovarmi in una situazione del genere” urlò Gabe rattristato “Una madre non deve vivere senza i figli e i figli non devono vivere senza una madre”
Nella sua mente comparvero di nuovo le immagini dei figli di Eliana, mentre li giustiziava con un solo colpo di spada.
“Una madre sa sacrificarsi per un’altra madre” affermò Shamshiel e dopo si rivolse direttamente a Gabe “Baderei alla mia piccolina?”
“Sì”
“Allontanatevi. Sto eseguendo la trasmigrazione della grazia!”
“Cosa?”
“Il parto angelico” disse Gabe stupefatto “Shamshiel se non lo esegui bene, finisce che moriamo tutti!”
A un certo punto il corpo della donna fu scosso da violenti sussulti e la sua grazia fuoriuscì dal suo corpo, le ali presero fuoco e la Vigilante gettò delle urla disumane. Balthazar accorse ad aiutarla, ma le braccia gli riempirono di bolle e ferite profonde e desistette. Il corpo dell’angelo che aveva insegnato agli umani a conoscere il Sole fu circondato da una luce accecante e subito dopo una neonata comparve, adagiata sull’asfalto e ancora coperta di placenta. La bambina cominciò a strillare prepotentemente, stupefatta e irritata di essere uscita prima dal grembo materno e Balthazar lo raccolse subito, avvolgendolo in una calda coperta e donandolo a Shamshiel “Credo che tu debba stare con lei per un po’”.
L’angelo socchiuse gli occhi, stanca ma grata del gesto di Balthazar. La bambina smise di piangere e istintivamente appoggiò la bocca al capezzolo della madre. I tre angeli rimasero stupefatti da quella scena di ordinaria dolcezza. Shamshiel lo allattò al seno e dopo lo consegnò a Gabe “Badate alla mia piccola Adele”.
“Lo faremo” promise Cass con un tuffo al cuore “Mi dispiace…”.
Non ebbe il tempo di dire altro, che la freccia sfuggì al controllo di Gabe e affondò nel cuore della Vigilante. Shamshiel non disse nulla, non urlò, non si dimenò, nei suoi occhi c’era solo il rammarico di una madre che non avrebbe potuto crescere sua figlia. Il corpo dell’angelo femmina crollò accanto a quello del marito e gli strinse la mano.
I tre angeli si guardarono, sconvolti.
“Non ha dato il tempo….”
Poi gli occhi di Gabe si posarono sulla pergamena e il nome che temeva di più, comparve. Alzò la testa e urlò con tutto il fiato che aveva in gola “Mi vuoi punire perché sono il protettore di due Nephilim angelici?”
A rispondere fu un cielo carico di pioggia, il quale rovesciò sulla Terra un violento acquazzone.
“Piove sul bagnato” dichiarò Balthazar ferito.
Gabe crollò a terra e pianse lacrime amare. Maledetto Crowley e a quando aveva deciso di utilizzare l’Aletheia Gladia.



 
  
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