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Autore: zaynseyes_    14/06/2015    0 recensioni
Alexander Sullivan è ricco, ha un bell'aspetto, ha carisma, è astuto ed ha sempre un costante senso di noia. Quando l'aggressivo Neo Bartosz cattura la sua attenzione, decide di farlo diventare la sua principale fonte di divertimento. Ma Alexander non sa quanto Neo sia complicato, testardo e perspicace. Inoltre Neo trova l'occasione perfetta per vendicare un suo amico, che Alexander in passato aveva ferito, quando Alexander incomincia ad avvicinarsi sempre di più a lui.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Ecco un altro capitolo!

Hope you enjoy it :)

Comunque, ripeto: chiunque volesse essere aggiornato il prima possibile per le storie che traduco o creo, vi consiglierei di seguirle su wattpad, che è il sito dove mi collego con più frequenza. Io sono @larryshugs_, potete contattarmi per qualsiasi cosa o qualsiasi richiesta :)

→p.s: a chiunque interessasse, ho appena pubblicato una storia larry, si chiama 'Faith'. Se passate a dargli un'occhiata ne sarei mooolto felice!←

_______________

"Quindi, hai intenzione di uscire con Neo?"

Ero sdraiato nel lato opposto del letto, la testa che penzolava dal bordo. Lui era seduto alla sua scrivania, lasciando che Isaac gli si arrampicasse sù e giù lungo il braccio.

Feci spallucce, continuando a messaggiare al telefono "Probabilmente"

"Stai messaggiando con lui?" chiese.

"No, Scott. Ho altri amici all'infuori di te e Bennett" affermai.

"Stavo solo chiedendo." rispose lui, prendendo tra le mani il tritone prima che questo gli entrasse dentro la manica "Ultimamente sembri più felice"

"Quando dico che Neo è diverso, non mento" dissi guardandolo a testa in giù.

"Solo, non ignorare completamente Bennett. Non sto dicendo che ha ragione, ma non sto dicendo neanche che ha torto. Personalmente, non me ne potrebbe importare di meno. Puoi uscire con chi vuoi. Non sono tua madre" disse, posando Isaac nella sua gabbia.

"Che amico compassionevole" dissi, mettendomi seduto.

"Cosa? Come se ti importasse con chi usciamo io o Bennett." disse facendo spallucce "Siamo adulti, possiamo prendere delle decisioni"

"Che succederebbe se Neo incominciasse ad abusare di me?" chiesi.

"Quello è un tuo problema. Lo sai che morde" rispose Scott.

"Cosa, mi stai dicendo che se qualcuno abusasse di me, tu non interverresti? Anche tu, Mr. Non-Mi-Importa-Di-Niente, hai avuto le nocche ammaccate, in precedenza" dissi.

"Sono una mamma orsa nel cuore." disse "In più se ti deprimessi, ti affezioneresti di più al tuo cane. Non posso permettermelo"

"Il migliore amico al mondo." affermai "Vai a lavarti le mani. Sono affamato"

"Ti comporti come se Isaac fosse sporco" disse, saltando giù dalla scrivania.

"Scott, Isaac È sporco." dissi "è un fottuto tritone"

"Link si lecca le sue parti basse ma lasci che ti lecchi la faccia." disse Scott, strizzando gli occhi verso di me "Perciò lascia Isaac in pace. Ultimamente non sono un tuo fan"

"Mi dispiace aver minacciato i koala, mi dispiace che ti mettiamo in imbarazzo quando stai cercando di mangiare e mi dispiace aver chiamato Isaac sporco." dissi sospirando "Per favore, vai a lavarti le mani e andiamo a incontrare Bennett per la cena"

Diede una rapida occhiata a Isaac "Isaac, non lasciare che l'uomo cattivo ti tocchi"

Alzai gli occhi al cielo quando Scott lasciò la stanza. Mi sdraiai nuovamente sul suo letto, tirando fuori il telefono quando vibrò.

Da: Neo

Ehi fuckboy. Mi sto annoiando, intrattienimi.

"Affascinante" mormorai, sorridendo leggermente mentre gli rispondevo.

Scott entrò nella stanza, asciugandosi le mani nei pantaloni "Stai messaggiando con Neo." affermò, guardandomi in viso "Non sorridere in quel modo. È inquietante. Se hai intenzione di uccidere qualcuno, mio padre è di sotto. Lasciami fuori da questa storia"

"Non ho intenzione di uccidere nessuno. Adesso andiamo a mangiare. Invierò un messaggio a Bennett per dirgli di uscire di casa" dissi, alzandomi dal letto di Scott.

Scendemmo le scale, passando per il corridoio. I suoi genitori ci sorrisero.

"Stai andando a mangiare, Scott?" chiese suo padre.

"Si" rispose, allungando la mano nella sua direzione.

Il signor Anderson ruotò gli occhi "Sei viziato, ma sei troppo pigro per essere un cattivo ragazzo per questo" disse, prendendo il portafoglio e porgendo a Scott i soldi.

"Non è viziato!" affermò la signora Anderson, colpendo il braccio di suo marito.

"Sono un pò viziato" confermò Scott, posando i soldi nel suo portafoglio.

"Viziato" concordai.

"Tu non puoi parlare." disse lui "Adesso andiamo a mangiare. Anch'io sto morendo di fame"

"Ciao ragazzi! Divertitevi! Scott, sii prudente e comportati bene!" disse la signora Anderson.

"Si, si" concluse Scott, ed io lo seguì fuori da casa.

Entrammo in macchina e inviai un messaggio a Bennett prima di guidare dritto verso il ristorante in cui dovevamo incontrarci. Misi della musica mentre guidavo. Scott si accucciò contro il sedile e appoggiò i piedi nel cruscotto, piegando le mani dietro la testa.

"Sei fortunato che te lo lasci fare" dissi.

"Sei fortunato che io sia entrato in questa macchina. Lo so cosa hai fatto nei sedili posteriori" disse, chiudendo gli occhi e accucciandosi ancora di più.

"Ho messo una coperta. E poi ho pulito la macchina" risposi.

"Dovrei incominciare a trattarti da sgualdrina"

"Impiegheresti troppa energia" dissi.

"E questo è il motivo per cui non ho iniziato a trattarti da sgualdrina." concluse "Metti della musica Disney. Lo so che ce le hai nel telefono"

"Perchè dovrei mettere delle canzoni Disney?" chiesi.

"Amico, perchè non dovresti mettere della musica Disney? Adesso sta zitto e metti 'Prince Ali'" disse.

"Hai anche tu le mani." dissi, ma sbloccai lo stesso il telefono e feci quello che Scott mi aveva detto "Sei un tale bambino, Scott"

"Ehi, è nel tuo telefono" sottolineò lui.

Sospirai e ignorai il suo commento. Un paio di minuti dopo, parcheggiai la macchina. Uscimmo fuori da quest'ultima e vedemmo Bennett che ci stava aspettando all'entrata, con le braccia incrociate al petto impazientemente.

"Scott ti sta contagiando" affermò Bennett quando ci avvicinammo.

"Il traffico ci ha rallentati," dissi "non sto diventando Scott"

"Cosa c'è di male in Scott?" chiese il diretto interessato.

"Sei lento e in ritardo in tutto" rispose Bennett.

"Non voglio essere te, Scott. Mi piace troppo il sesso" affermai.

"Non siamo neanche dentro il ristorante e tu già stai facendo la cosa" disse Scott con un sospiro.

"Oops, scusa." dissi "Andiamo a mangiare. Cercherò di non menzionare il sesso"

insieme entrammo nel ristorante e seguimmo la cameriera verso i nostri posti a sedere. Mi fermai mentre camminavamo, lanciando un'occhiata e ghignando.

"Professore Bartosz, Neo" dissi, avvicinandomi al loro tavolo.

Neo alzò lo sguardo su di me, sorpreso. Il suo telefono era sulle gambe, fermo nella nostra conversazione. In fretta bloccò il telefono e lo ripose in tasca.

"Alexander" disse con disinteresse.

"Alexander Sullivan!" disse il Professore Bartosz con un sorriso, alzandosi e allungando la mano nella mia direzione.

Gliela strinsi con un educato sorriso "Scusi per aver interrotto la vostra cena, signore. Volevo solo salutare." mi girai verso sua moglie "Buonasera, signora Bartosz!"

"Ciao Alexander. Come stanno tuo padre e tua madre?" chiese.

"Stanno bene, grazie" dissi.

"Sei qui con Steve e Bennett?" chiese Neo.

"Scott." lo corresse Scott, comparendo dietro di me con Bennett "Il mio nome è Scott, non Steve"

"Si, quello che è. Se voglio, ti chiamerò Steve" rispose Neo facendo spallucce.

"Neo! Lui è Scott Anderson. Sua madre è una rinomata imprenditrice" disse Professore Bartosz, lanciandogli occhiatacce.

"Non mi importa se sua madre è Obama" disse.

"Mi interessa." affermò Scott "Colore di pelle sbagliato"

"Scusate, questi due stanno interrompendo la vostra cena. Piacere di rivedervi, signore e signora Bartosz." disse Bennett, avvicinandosi "Scott, Alexander, andiamo a sederci e lasciamoli mangiare in pace"

"Scusate per avervi disturbato. È stato bello rivedervi" dissi con un sorriso, seguendo Bennett al nostro tavolo e sedendomi. Una cameriera venne e prese gli ordini dei drink, lasciandoci poi ad osservare il menu.

"Non fare nulla mentre i suoi genitori sono qui" disse Bennett senza alzare lo sguardo dal suo menu.

"Si Bennett, sono completamente stupido" dissi.

"Sono felice che lo accetti" rispose Bennett.

"Sono indeciso se cantare 'Broken Home' di Papa Roach o 'Stay Together For The Kids' dei Blink182" disse Scott.

"Mi sto solo preoccupando per Alexander" rispose Bennett, alzando finalmente lo sguardo dal suo menu.

"Non ho bisogno che ti preoccupi per me. So prendermi cura di me stesso" dissi seccato.

"Scott" disse Bennett, rivolgendosi al ragazzo in questione.

"Scott adesso non è qui, per favore lasciate un messaggio dopo il segnale acustico. Beeeeep" disse semplicemente Scott, accucciandosi sulla sua sedia e coprendosi il viso con il menu.

"Idiota, volevo solo chiederti se pagavi con contanti o carta" disse Bennett, allontanando il menu dal suo viso.

"Contanti." rispose Scott "Non prendere il mio menu. Voglio del cibo. Perchè mi odi così tanto?"

"Non ti odiamo. Vieni solo coinvolto nelle nostre discussioni" dissi, rubando il menu dalle mani di Bennett e porgendoglielo a Scott.

"Stai solo cercando di farti perdonare per aver insultato Isaac" disse Scott.

"Hai intenzione di portarmi rancore per questo?" chiesi.

"Probabilmente. Isaac non è sporco. Tu sei sporco" disse, ma il suo tono era calmo e sapevo che stava solo fingendo di portarmi rancore.

"Certo, qualsiasi cosa ti renda felice" risposi, scuotendo la testa.

Il mio telefono vibrò e lo tirai fuori dalla tasca. Aprì il messaggio e cercai di mantenere la mia espressione neutrale.

Da: Neo

Cogliamo il tipico clichè romantico e incontriamoci tra due minuti in bagno.

Gli risposi e controllai l'orario prima di bloccare il telefono. Esaminai il mio menu, ignorando l'occhiata che Bennett mi stava rivolgendo, come se già sapesse tutto.

La cameriera ritornò e ci portò i nostri ordini. Posò sul tavolo il pane e i piatti, per poi andarsene a prendere le nostre pietanze.

"Scott, posso andare? Devo andare in bagno" dissi.

"Striscia sotto il tavolo. Non ho intenzione di muovermi" disse.

"Mi dispiace aver insultato Isaac" dissi.

"Compragli delle pietre colorate per il suo compleanno. Gli piacciono quelle colorate di viola" affermò.

"Affare fatto" dissi, e Scott scivolò fuori dal divanetto in modo che potessi uscire.

Con calma mi diressi verso il bagno ed entrai. C'erano bagni a destra e a sinistra e Neo era appoggiato contro i due lavandini al centro.

"Chiudi la porta" disse.

Chiusi a chiave la porta e mi girai, aprendo le braccia. Neo sospirò e si mosse verso di me, abbracciandomi.

"Perchè sei qui?" chiesi.

"Per mangiare, idiota. Siamo in un ristorante" rispose.

"Giusto, scusa, domanda stupida" dissi.

"Domanda molto stupida" confermò lui.

Mi chinai, baciandolo, amando la sensazione delle sue labbra sulle mie. Lui ricambiò il bacio, le sue braccia avvolte intorno la mia vita.

"Cosa siamo?" chiese nervosamente, allontanandosi dalle mie labbra.

"Siamo qualsiasi cosa tu voglia che siamo" dissi, attorcigliando una ciocca dei suoi capelli intorno al dito.

"Cosa...cosa vuoi che siamo?" chiese.

"Non è ovvio?" dissi, sorridendogli e baciandolo "Ma sei tu a decidere. Siamo qualsiasi cosa tu voglia che siamo, Neo"

"Credo che voglia che siamo qualsiasi cosa tu voglia che siamo" disse.

"Okay, ma non ho intenzione di dirtelo in un bagno." dissi "Quindi tu verrai da me stanotte. Ti darò del tempo per poterci pensare su e per assicurarti che sai quello che stai facendo "

"Si...okay" disse annuendo.

Lo baciai "Ti invierò un messaggio quando arriverò a casa"

"Attenderò con ansia vicino al mio telefono come una ragazzina innamorata" rispose Neo.

"Adesso meglio che ritorni dai miei amici" dissi, sbloccando la porta del bagno e sgattaiolando via.

Mi diressi verso il tavolo, Scott alzò lo sguardo ed io alzai un sopracciglio. Non si muoveva dal suo posto per permettermi di farmi sedere.

"Ti manderò quella foto del koala con il cappello da festa che ami così tanto" dissi.

Scott balzò in piedi ed io risi mentre scivolavo al mio posto. Scott si sedette nuovamente, guardandomi avidamente mentre prendevo il cellulare. Il suo telefono vibrò e lui lo prese, sorridendo alla foto appena ricevuta.

"Si. Amo quel koala. Guarda il suo cappello da festa!" disse, mostrando l'immagine a Bennett.

"Incorniciatelo al muro" disse Bennett.

"Penso che lo farò" borbottò Scott, osservando l'immagine soddisfatto.

Sghignazzai e presi un sorso del mio drink. La cameriera arrivò un paio di minuti dopo, posando sul tavolo le nostre ordinazioni. Scott con riluttanza ripose il telefono in tasca mentre noi incominciammo a mangiare.

Quando finimmo, pagammo e ci alzammo. Lanciai un'occhiata al tavolo vuoto dove erano seduti Neo e i suoi genitori.

"Ragazzi, volete venire a casa mia?" chiese Bennett.

Scossi la testa "No, me ne andrò dritto a casa"

"So che hai intenzione di uscire con Neo, stasera" disse lui.

"Ovvio che si. Comunque, non sono affari tuoi" risposi.

"Koala con un cappello da festa. Koala con un cappello da festa. Koala con un cappello da festa" affermò Scott.

"Scott, cosa diavolo stai facendo?" chiesi.

"Sto cercando di far allontanare questa negatività con la più grande forza del mondo." spiegò "Koala con un cappello da festa. Koala con un cappello da festa"

Presi il telefono dalla sua tasca, sbloccandolo e riportando all'immagine, porgendoglielo. Lui la osservò felicemente, distraendosi subito dopo.

"Porta l'amante dei koala a casa tua e stai con lui. Stasera sono occupato" dissi.

"Te ne pentirai di tutto questo" disse Bennett, lanciandomi un'occhiataccia.

"Lo dubito. Smettila di farmi innervosire per questo" dissi.

"Questo è il mio ultimo avviso, Alexander. Te ne pentirai. Ti spezzerà solo il cuore. Se ignori il mio avvertimento, non proverò compassione quando ti spezzerà il cuore" disse semplicemente Bennett.

"Non avrò bisogno e non voglio la tua compassione. Ci vediamo domani" dissi.

Bennett lo fulminò con lo sguardo, le sue labbra tremavano di rabbia. Afferrò il braccio di Scott e lo portò via con lui, vicino alla sua macchina.

Ruotai gli occhi ed entrai in macchina. Guidai verso casa e inviai un messaggio a Neo per dirgli che ero arrivato a casa.

"Vesper, Bennett ha torto" dissi, sollevando il gatto dal bancone.

"Meow, meow" rispose Vesper, accucciandosi tra le mie braccia.

"Fidanzato o meno, non è autorizzato a rubarti!" dissi severamente.

Link mi si avvicinò, scodinzolando felice. Gli accarezzai il capo, ansimando soddisfatto e poggiandosi contro di me.

"E neanche Scott è autorizzato a rubarti," dissi "tu e Vesper siete miei"

Ghignai, ricordandomi di quando Scott tentò di rubarmi Vesper quando eravamo più piccoli e quanto ero sconvolto quando lo colsi sul fatto.

Il campanello suonò e Link scodinzolò ancora di più, correndo via da me per fiutare la porta. Posai Vesper sulle mie spalle e andai ad aprire la porta.

Neo entrò e allungò le braccia verso di me. Sospirai e tolsi Vesper dalle mie spalle, porgendoglielo a Neo.

"Kitty" esclamò contento Neo, accarezzandogli il pelo.

"Vieni" dissi, facendo un gesto a Neo per seguirmi.

Lo guidai verso la mia camera. Posò Vesper sul mio letto, pentendosene subito quando quest'ultimo balzò sul davanzale, lontano da lui. Adesso non aveva niente con cui distrarsi.

"Ci hai pensato?" chiesi.

"Si," rispose lui, non guardandomi negli occhi "i-io voglio ancora quello che vuoi tu"

"In questo caso-- Neo, vorresti essere il mio ragazzo?" chiesi.

"Duh," incominciò lui "oggi continui a fare domande stupide. È seccante. Credevo che fossi più intelligente"

Mi avvicinai a lui, spingendolo tra le mie braccia e baciandolo "I miei amici lo sapranno. Bennett sa sempre tutto. Ma i tuoi amici non devono saperlo per forza. Non mi importa mantenere segreti" dissi.

"Si, grazie." mormorò "Dubito che Donnie salterebbe di gioia. Merda, questo significa tradirlo?"

"No," dissi, alzandogli il mento in modo che mi guardasse in viso "questo non è tradirlo. Uscivo con Donnie tanto tempo fa. Le cose cambiano. Le persone cambiano. Non ho intenzione di ferirti, te lo prometto. Voglio renderti felice, Neo. Essere felici non significa tradire il proprio amico"

"Se vuoi rendermi felice, allora smettila di fare il debole." affermò baciandomi "Lo sai cosa mi renderebbe davvero felice?"

"Non puoi avere il mio gatto" dissi.

"Wow, questa è stata la relazione più breve di sempre" rispose.

"Sta zitto," sospirai e lo spinsi più vicino a me. Lo abbracciai, la mia testa era poggiata sulla sua spalla e strofinavo il viso contro il suo collo. Odorava leggermente di legno "Odori di legno"

"I nostri pavimenti sono stati rifatti. Stiamo mettendo del legno nel nostro covo" spiegò, le sue braccia intorno a me e il suo viso pressato contro i miei capelli "I tuoi capelli sono così morbidi e pelosi"

Risi e lui rabbrividì quando il mio fiato soffiò sul suo collo. Mi raddrizzai e presi la sua mano nella mia, guidandolo verso il mio letto per poi sdraiarci.

All'inizio era imbarazzato tra le mie braccia, come se non fosse abituato agli abbracci. Giocai leggermente con i suoi capelli, baciandogli la guancia, sperando di alleviare la sua tensione.

"Si sta facendo tardi-- che succede se ci addormentiamo?" chiese.

"Non mi addormenterò. Puoi fare un pisolino se vuoi"

Sbadigliò "Sicuro che non ti addormenterai? Non voglio che i tuoi genitori sappiano già di noi. O i miei. Non ancora. Dopo"

"Mi sta bene. Ho promesso che non mi sarei addormentato. Sono sveglio" lo rassicurai.

Chiuse gli occhi ed io lo strinsi più vicino a me, baciandogli la fronte "Ti sveglierò tra un'ora"

"Grazie" mormorò, accoccolandosi contro di me e scivolando nel sonno. Gli sorrisi. Sembrava così innocente e vulnerabile quando dormiva. Bennett si sbagliava su Neo. Ne ero sicuro. Forse questa relazione avrebbe funzionato e noi due saremmo potuti essere felici.

  
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