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Autore: Ghrian    15/06/2015    2 recensioni
Selina è una fata proveniente da Avalon che lavora come investigatrice privata tra gli umani.
Mentre è in ufficio, le arriva una lettera da uno dei più grandi maghi esistenti, che le chiede di raggiungerlo per risolvere un caso molto particolare.
Tra ritrovamenti di vecchi amici e nemici, Selina ha per le mani un caso che potrebbe costarle molto di più della vita.
Genere: Commedia, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, I Malandrini, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Era ancora buio quando mi alzai, è sempre stata una sofferenza alzarsi presto al mattino, ma purtroppo oggi dovevo fare visita a una persona molto importante nel mondo dei maghi.
Premessa: io non sono una strega ( anche se ho sempre voluto una bacchetta e prima o poi sarà mia), sono una semplice fata che vive nel mondo mortale, cercando di sopravvivere e di nascondersi come meglio può.
È passata una settimana da quando un gufo terribile di nome Errol si schiantò sulla finestra del mio ufficio. Fu traumatico, il povero uccello era stanchissimo da quel che doveva essere un lungo viaggio ma soprattutto, io mi spaventai a morte.
Aperta la lettera che teneva gelosamente tra il becco, mi resi conto che non potevo sottrarmi dai miei impegni ancora per molto. Uno dei più potenti maghi del nostro secolo,mi chiedeva di andare alla sua scuola di magia e stregoneria, per discutere di un certo problema che si era venuto a creare l'estate scorsa.
Decisi di partire, non solo mi intrigava molto ma doveva essere importante se era la terza volta che mi scriveva, no?
Una volta tornata nel mio appartamento feci i bagagli senza un ordine preciso, mettendo in valigia qualunque cosa potesse servirmi per una settimana nel territorio inglese.
Ovviamente da brava investigatrice, preparai una borsa con tutti i fascicoli sui clienti che avevo per la prossima settimana, sicuramente non sarei riuscita a spiegare al mio segretario cosa dovesse fare in mia assenza (quel ragazzo ha una vera e propria avversione per qualsiasi caso, anche per un gatto scomparso), quindi speravo di portarmi avanti con il lavoro, non potendo contare su quello scansafatiche.
L'avevo assunto quando era ancora un ragazzo, dopotutto era il figlio di una amica e gli serviva un lavoro per pagarsi l'università, però non era proprio tagliato per indagare o per altri lavori in generale.
La partenza era programmata per le 4.00 del mattino e sarei arrivata a Londra intorno alle 5.30 . Disgustosamente presto per i miei gusti, ma Silente mi aveva avvertito che qualcuno mi avrebbe aspettato all'aeroporto per accompagnarmi a Hogwarts e perciò non potevo discutere sull'orario indecente poiché era meglio agire sotto copertura, il che andava più che bene per me.
Prima di lasciare la mia agenzia investigativa nelle mani di Dennis lo Scorbutico, decisi di passare per lasciargli un biglietto, in modo che sapesse che una volta arrivata a destinazione, non avrei potuto ricevere le sue chiamate ( già, a Hogwarts la tecnologia non funziona, che cosa meravigliosa!) e quindi si sarebbe dovuto arrangiare da solo.
Atterai all'aeroporto di Londra in orario e uscii dal gate entrando nella saletta d'aspetto dove presi il mio bagaglio dal nastro trasportatore.
Mi guardai intorno ma non trovai nessuno di vagamente famigliare o che sembrasse apettare qualcuno.
Speravo in un cartello con scritto il mio nome, come nei film, avrebbe risparmiato molto più tempo e sarebbe stato decisamente più divertente.
 Sentii un movimento alle spalle e misi subito la mano alla cintura, dove tenevo uno dei miei pugnali, poiché avevo deciso di lasciare a casa la mia insebarabile pistola, una beretta 92 A1, portando con me solo qualche pugnale e una piccola spada nella borsa.
Mi girai di scatto, pronta a colpire e quello che vidi mi lasciò di stucco. Severus Piton era il mio accompagnatore. Silente aveva mandato a prendermi quella sottospecie di pipistrello gigante di cui non mi sarei fidata neanche se avesse avuto degli occhioni da cucciolo indifeso.
Severus mi guardò con aria scettica, e vedendo il mio sguardo attonito, un sorriso malvagio iniziò ad incorniciagli il volto – E così, ci rivediamo Selina. Ma non avevo dubbi, Albus schiocca le dite e tu arrivi immediatamente, non è vero?- Il mio sguardo, mentre sentivo le parole velenose uscire dalla sua bocca, divenne più cattivo. - Già, Severus, arrivo subito, proprio come te. Strano che sia tu a scortarmi. Ma d'altronde Albus è sempre stato molto bravo a schioccare le dita.- replicai io con un tono decisamente poco cordiale accompagnato da un sonoro schiocco di dita.
Il ghigno sulla sua faccia scomparve immediatamente mentre sul mio ne compariva uno di trionfo.
Decisi comunque di lasciare perdere e gli chiesi come saremmo arrivati alla scuola. Molto gentilmente mi disse che avremmo utilizzato i mezzi “babbani” e che probabilmente saremmo arrivati per le 7.00 se mi fossi sbrigata e avessi allungato il passo.
Proprio mentre stavo per rispondegli che poteva allungarsi lui qualcosaltro ( magari quella sua appendice nasale spaventosamente lunga), vidi con la coda dell'occhio una ragazza che sembrava una fata. Non mi ero mai posta il problema di essere pedinata, poiché non sono una fata di rilievo ad Avalon, ma quanto pare qualcosa era cambiato. Quella ragazza mi stava effettivamente fissando e, anche se ero lontana, potevo scorgere i suoi capelli rossi, troppo vivi per appartenere a un'umana.
Feci finta di nulla e continuai per la mia strada, o meglio quella del pipistrellone.
Aspettammo qualche minuto fuori dall'aereoporto e per tutto il tempo mi sorbii uno sguardo raggelante da Severus. Non appena avvistai in lontananza il Nottetempo, tirai un sospiro di sollievo, l'agonia era temporaneamente finita.
Una volta saliti, un tipo strano e brufoloso, che mi disse di chiamarsi stan picchetto, ci chiese i biglietti e mentre Severus frugava nelle tasche della sua veste ( non mi stancherò mai di ripeterlo), io mi guardavo in giro cercando di scorgere la ragazza di prima.
Avevo notato che portava dei grossi occhiali scuri e un cappotto lungo nero. Tutti segni che mi fecero pensare  che cercasse di nascondere il suo aspetto per poco tempo, altrimenti avrebbe potuto ricorrere ad una pozione o ad un incantesimo per cambiare aspetto, sicuramente più sicuro che un misero trench. Gli occhiali da sole nascondevano gli occhi sicuramente troppo anormali e luminosi per un essere umano, mentre il cappotto e i guanti erano un chiaro segno di una pelle di colore diverso, quindi una mezzosangue.
Avendo deciso di vivere nel mondo mortale, sono costretta anchio a nascondere il mio vero aspetto per non essere troppo vistosa ma soprattutto per non farmi riconoscere dalle altre fate.
Come ho già detto, non sono una personalità di rilievo a Faerie e non ho nemmeno dei poteri eccezionali per essere una ricercata. L'unica mia pecca era essere stata il comandante dell'esercito reale, quando Re Oberon era ancora sul meritato trono.
Dato che l'Usurpatrice era salita al trono, avevo due possibilità: o riferire tutti i piani di cui ero a conoscenza; oppure essere torturata e quindi riferire comunque le informazioni e, sempre che mi andasse bene, morire da traditrice.
Potete ben capire come mai ho deciso di nascondermi tra gli umani, almeno fino a oggi. L'unica cosa che non quadrava era la scelta della mia pedinatrice. Tatiana detestava i mezzosangue, aveva creato una colonia appena fuori Avalon per non averli intorno a se. Inoltre sono decisamente più visibili rispetto ad un purosangue.
Le mie supposizioni furono fermate da un Severus molto arrabbiato che non capiva come mai ero immobile davanti all'autobus concentrata a fissare l'uscita dell'aeroporto di Londra.
Mi riscossi dai miei pensieri e salii sul nottetempo, mentre una testolina che pendeva di fianco all'autista sghignazzava in modo molto irritante.
Dopo un'ora in compagnia di Severus, Stan Picchetto, il conducente Earl e la testina volevo buttarmi dal finestrino sperando che qualche autobus rosso mi investisse ponendo fine alle mie sofferenze.
Per fortuna arrivammo in tempo al confine della scuola, dove Minerva McGranitt ci aspettava con un espressione scocciata – Finalmente siete arrivati! Avete un ritardo di un'ora e adesso tutti gli studenti stanno andando a lezione, perciò dovrà incontrare il prof.s Silente nel suo ufficio- girò i tacchi e si incamminò verso la salita che ci avrebbe portato all'interno delle mura del castello.
Severus la seguì a ruota, e io dopo l'ennesimo sospiro di rassegnazione, mi accinsi a seguirli prima che mi lasciassero troppo indietro.
Una volta superata la salita, entrammo dal portone principale e io rimasi a bocca aperta.
Avevo sentito parlare della magnificenza di quel castello, ma nel vederlo mi resi conto che tutto ciò che mi avevano raccontato non poteva descrivere nemmeno lontanamente quello che i miei occhi vedevano. Era un antico castello, ma si perceviva vita tra le mura.
C'erano tantissime scale e percorrendo i corridoi illuminati dalla luce del sole appena nato, capii perchè veniva soprannominato “casa”; ti trasmetteva serenità e aveva un non so chè di rassicurante ed era un ambiente molto accogliente.
Di colpo Severus e la prof.ss. McGranitt si fermarono. Cercando di capire cosa li avesse bloccati, vidi una gigantesca statua di un grifone, pronto a spiegare le ali.
La prof.ss. McGranit disse  -Api Frizzole- (cosa che mi sconcertò a dir poco) e il grifone iniziò a ruotare su se stesso alzandosi allo stesso tempo permettendoci di salire le scale.
Arrivammo davanti ad una porta di legno massiccio da cui arrivava un canto melodioso. Immaginai di cosa si trattasse nel momento in cui sentii il canto e infatti non mi sbagliai.
Una fenice era appoggiata sulla scrivania e cantava una melodia antichissima, che non sentivo da tanti anni, ovvero quando i miei genitori furono uccisi nella guerra per quel maledetto trono.
Rimasi ad ascoltarla in un rispettoso silenzio perdendomi nei ricordi finchè qualcuno non si schiarì la gola, facendomi ripiombare nella realtà.
Seduto sulla sedia dietro la scrivania, c'era un uomo molto anziano ma con degli occhi azzurri giovanissimi e gentili. Aveva una barba candida, molto lunga così come i capelli e i suoi occhi erano parzialmente nascosti da degli occhiali a mezzaluna decisamente antiquati.
Non appena mi vide mi sorrise cordiale e mi disse di accomodarmi su una sedia antica, con intagliati delle creature mai viste. -Perchè mi hai pregato di venire con così urgenza?- chiesi guardinga. - Nulla di cui preoccuparsi, per ora. Ma potrebbe diventarlo. Ti ho chiamata per parlarti di certi avvenimenti che gradirei non si ripetessero ancora.- replicò con solennità ma anche con un tono chiaro, il preside di quella meravigliosa scuola.
In quel momento la prof.ss McGranitt si schiarì la voce – Ehmm, preside, io dovrei tornare in classe, con il suo permesso. Signorina Selina, buona permanenza e non esiti a chiedere se le serve aiuto.-
 -Grazie, è molto gentile da parte sua.-  Anche Severus sembrava ansioso di andarsene, ma uno sguardo acuto di Silente lo fece sedere sulla sedia accanto alla mia. -Ritornando a noi, hai fatto buon viaggio? Abbiamo provveduto a sistemarti in una delle stanze più confortevoli del castello, Severus ti darà una mano a sistemarti.-
Lo ringraziai molto cortesemente, anche se la mia faccia trasmetteva tutto l'astio possibile nei confronti di quell'uomo terribile. Silente notò la mia espressione e mi sorrise comprensivo -Capisco che ti senta un pò spaesata,è da tanto che non ci vediamo, ma faremo di tutto per farti sentire a casa tua. Direi di iniziare subito a spiegarti cosa è successo quest'estate. Quando giungeva la notte, provenivano dalla Foresta Nera delle voci che non appartenevano alle creature che ci vivono. Abbiamo fatto dei sopralluoghi e ogni volta trovavamo dei centauri o lupi mannari uccisi brutalmente. Ora questo non ti dirà nulla, tuttavia abbiamo trovato delle armi sicuramente non umane. L'hai mai visto da qualche parte?- mi mostrò una lancia lavorata con l'argento. La riconobbi immediatamente, era la stessa lancia che utilizzò Mork, il nuovo capitano dell'esercito reale, tentando di assasinarmi. -Questo tipo di arma viene fabbricata solo per l'esercito reale. È l'arma del nuovo capitano.- risposi,alzando un soppraciglio. Era ovvio che utilizzassero delle armi d'argento per uccidere lupi mannari, quello che mi chiedevo era perchè inimicarsi una razza così potente quando Tatiana poteva arruolarli tra le sue linee. Avevano in mente qualcosa e il fatto che abbiano iniziato a pedinarmi mi spaventava.
Silente si era incupito – Perchè mai Avalon dovrebbe avere dei problemi con i lupi mannari?-
-La domanda da porsi non è questa, è perchè dovrebbe avere problemi con Hogwarts?- dissi gurdandolo fisso negli occhi, - che cosa avete di così importante che Tatiana vuole così morbosamente? Posso immaginare che non sia finita qua, se mi avete chiamato con così tanta urgenza.- Severus si girò a guardarmi stupito, - Come sai che è successo qualcosa di peggio?-  -Non sono diventata un' investigatore privato per niente.- replicai con un alzata di spalle.- Immagino che siano arivati fino al castello e abbiano cercato di entrare...-
Silente mi interruppe- Esatto, hanno cercato di entrare la settimana scorsa, precisamente il giorno prima che io ti inviassi la lettera.-
Lo guardai scuotendo la testa, - Non è stata una buona idea chiedere a me di venire. Sono già nel loro mirino, anche se mi hanno lasciato in pace fino ad ora. Ma adesso probabilmente mi perseguiteranno come stanno facendo con voi.-
Mi alzai dalla sedia e iniziai a camminare avanti e indietro, sintomo del mio nervosismo. -Ma loro non sanno che tu sei qui, siamo stati attenti.- sussurrò, con poca convinzione Severus. Silente si girò a gurdarmi e io sospirai - Sapevano già tutto nel momento in cui ho messo piede in inghilterra.-
   
 
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