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Autore: Nocturnia    16/06/2015    5 recensioni
Un esercito, una città priva di vita, un nemico che ha il suo stesso volto.
A un anno dalla caduta di Arkham City, il mostro risorge proprio dove l'avevano seppellito - nascosto: nel cuore di Gotham
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bat Family, Batman, Selina Kyle aka Catwoman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Arkham
Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"Only the dead have seen the end of the war."

- George Santayana -



We made this war



Gotham brucia.
Annerisce agli angoli, si accartoccia nella propria follia.
Gordon ascolta la pioggia, le grida di una città che ingoia speranze e vomita veleno.
"Quanti uomini?"
"Un piccolo esercito."
Gotham ride e gli regala un sorriso tutto denti e sangue.


Per i suoi genitori Gotham era LA città.
Per gli Grayson Volanti Gotham era una puttana molto esigente, un gioco mortale senza rete.
Nightwing sposta il peso da un piede all'altro, sussurra parole di conforto a una femmina che non le vuole - che non le ha mai volute.
"Chi pensi che sia?"
"Non lo so."
Dick respira il dubbio sulla pelle di Gotham.


C'è il Santo e poi c'è il Peccatore.
Ci sono crimini che non possono essere perdonati e atti di coraggio così puri da essere abbaglianti.
Azrael si aggrappa all'orizzonte, ne cerca un confine, un limite.
"La profezia non si sbagliava."
"Non ho mai creduto nel destino."
Azrael storna lo sguardo e cerca un uomo che si è consegnato da solo alla propria catena.


Nato e cresciuto a Gotham: massacrato e resuscitato a Gotham.
Forse l'ultima parte non è poi così esatta, ma quella città c'entra sempre qualcosa quando si tratta d'ammazzare gente.
Jason inclina il capo, dondola al ritmo della musica nelle cuffie.
"Sei il solito cazzone."
"E tu un fratello maggiore di merda."
Dick sorride, il bastardo.
Jason gli restituisce un medio e si butta nella notte.


L'ultimo arrivato, il primo a crederci.
Il primo a cadere, l'ultimo a spezzarsi.
Osserva una città deserta, spogliata d'ogni vita.
"Sono rimasti solo i mostri."
"E noi."
"Appunto."
Tim ride suo malgrado.


Gotham siede quieta al suo fianco, strizzando l'occhio alla metà storpia.
Un giorno è Gilda, quello dopo una donna senza nome.
Harvey canta un motivetto fuori tempo, parole stonate come i suoi pensieri.
"Dici che questo Arkham Knight ha ragione? Che si può sconfiggere il pipistrello?"
"Non lo so: facciamolo decidere al caso."
Testa o croce, vittoria o sconfitta: nulla ha davvero importanza quando puoi vivere due vite a metà.


Gli enigmi sono solo altri modi per raccontare il mondo.
Dietro ogni domanda una risposta: dietro una risposta, un'altra domanda.
Nigma scrive, organizza, elabora indovinelli sempre più raffinati - sempre più rivelatori.
"Indovina indovinello..."
Gioca con le parole, lascia che danzino e trovino il loro posto nella sintassi errata della verità.
"... chi conquisterà questo bel castello?"
Alla fine la soluzione della Vita non è mai una sola.


Gotham taglia, lei ricuce.
Gotham ferisce, lei medica.
Gotham colpisce i suoi figli con unghie di vetro e dita di metallo, lei li protegge - li spinge a crescere sempre più forti, rigogliosi.
"Vogliono la città."
"Sul mio corpo morto."
"Il piano è proprio questo."
Fiorisce una rosa bianca come la fame, bella come la madre.
Diventerà rossa di sangue entro l'alba.


Occhi elettrici, sinapsi artificiali.
Dita metalliche, orecchie che tutto ascoltano - che tutto comprendono.
Dietro uno schermo che racchiude il mondo Oracle studia Gotham e la sua rovina: studia Gotham e le sue simmetrie che vanno disfacendosi.
"Tornerai?"
"Come sempre, Babs; come sempre."
Le labbra di Grayson sono calde, le parole sincere, autentiche.
Oracle storna lo sguardo e prega che la sua speranza possa bastare per entrambi.


Un salto nel buio, tra le braccia di una città tiranna.
Un volteggio nell'oscurità, un corpo che fende l'aria pesante di pioggia e polvere.
Selina scivola con la grazia di un'ombra sulla testa della gargolla, fianchi morbidi e occhi spietati.
"Ci sarà una guerra."

Ne usciremo vivi?

"Sì."

Non lo so.

"Sono con te."

Fino alla fine e anche oltre.

Selina stringe il silenzio tra le dita e lo fa diventare una tragica dichiarazione d'amore.


La paura genera paura.
Si comincia sempre con un piccolo timore, una ritrosia; si finisce a tremare in un angolo, il mostro sotto al letto che ride e sbava sangue: il tuo.
Crane invita la paura, ne parla la lingua e ne conosce il cuore.
"Spera solo che funzioni, Spaventapasseri."
"Spera solo d'avere l'antidoto quando rilascerò il gas su Gotham."
Sorrisi di paglia, occhi di vetro: la paura ha un sapore più dolce del sangue.


Regina di cuori senza più un posto.
Arlecchino rosso senza più un sorriso da regalare.
Harley conosce il dolore e le sue diramazioni: assenza, solitudine, disperazione.
"Tutto questo per un clown morto?"
"Tutto questo per un cuore strappato."
Harley disprezza Gotham e tutto quello che le ha portato via.


L'attesa è sempre il momento peggiore.
A muovere i muscoli e il cuore ci vuole poco, ma saperli trattenere è la vera sfida; la vera conquista.
Alfred riordina una fila di documenti, passa distrattamente le dita lungo il bordo d'una tazza abbandonata.
"Sir... crede che sarà di ritorno per la colazione?"
Nessuna risposta. Rumore statico, interferenze. Il grido del silenzio.
Alfred sospira e fissa una città che non ha mai avuto alcuna pietà.


Alla fine è solo una questione di affari.
Chi vince, chi perde; la scommessa migliore, la puntata più alta.
Cobblepot apre l'ombrello, si protegge da una pioggia che pare volerlo divorare.
"La spedizione è pronta?"
"Sì, capo."
"Anche le altre?"
"Ovviamente."
Pedoni sacrificabili, Regine sciocche, Cavalieri illusi: alla resa dei conti, un gioco che può permettersi un solo vincitore.


I simboli non si possono spezzare, non possono mutare.
Statue immuni al tempo, martiri avvolti nel sudario del sacrificio.
Bruce stringe le mani in pugni chiusi, si prepara al grande salto - all'atto finale d'una commedia tragedia iniziata molti - troppi - anni addietro.
"È tempo di concludere la storia, vecchio."
"E sarai tu a scrivere la parola fine?"
Gotham brilla, esplode intorno a loro.
Bruce schiaccia sotto la sua determinazione ogni altro dubbio.


Cadranno tutti i falsi dèi, si scioglieranno le loro profezie.
Inarrestabile, inamovibile, indistruttibile.
Divarica le gambe, alza la guardia, rilassa le spalle.
"Abbiamo iniziato noi questa guerra."
Il pipistrello inclina la testa di lato, lo fissa - lo studia.
"Tutti noi."
Gotham ruggisce, vibra sotto le strade, lungo i muri, nelle vene e nel sangue.
"È tempo di concluderla."
Passato e futuro hanno lo stesso volto.



Note dell'autrice: la storia si basa sull'universo della Rocksteady di "Batman; Arkham Knight".
   
 
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