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Autore: caitlin_snow    16/06/2015    1 recensioni
I protagonisti della storia sono il nostro amato Tom Hiddleston e Vivian Hartley, una giovane organizzatrice di eventi con un bimbo di tre anni e la vita organizzata al millesimo di secondo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un amore di organizzatrice

 

Capitolo III

 

«Mamma, tice!»

Vivian ridacchiò, prendendo Harry in braccio e portandolo in bagno. «Sì, dobbiamo usare la lavatrice!» Lo posò a terra, di fronte all'elettrodomestico e si mise a separare i panni in base alla temperatura di lavaggio. Harry adorava osservare sua mamma che smistava i vestiti e li metteva nella lavatrice, perché poi gli faceva sempre annusare gli ammorbidenti per fargli scegliere quale usare. Ogni volta che sua madre apriva un flacone, Harry si metteva le manine dietro la schiena e sporgeva in alto il naso. Sapeva che quei cosi profumati andavano solo annusati e solo con la mamma.

«Quetto!» Harry indicò quello viola.

«Lavanda!»

«Lavadda!»

Vivian avviò la lavatrice e poi si mise con suo figlio sul tappeto della sala a giocare con i dinosauri.

Gli stava spiegando quali mangiassero erba e quali carne, quando le squillò il cellulare.

Numero privato.

Non rispose. Tutte le persone che la conoscevano avrebbero chiamato con il numero visibile, quindi non era nessuno per cui valesse la pena interrompere i suoi giochi con Harry.

La suoneria si fermò per riprendere dopo pochi secondi.

«Mamma, 'spondi» le disse il figlioletto, vagamente scocciato dalla musichetta irritante.

«Ok, però resto qui». Il piccolo la ignorò, continuando a muovere i suoi dinosauri in materiale ipoallergenico e senza parti che si potessero staccare. «Pronto?»

«Vivian, sono Tom»

La donna rimase per un istante perplessa. «Questo pomeriggio io ero miss Hartley e lei mister Hiddleston, cos'è tutta questa confidenza?»

L'uomo all'altro capo del telefono ridacchiò. «Ho parlato con mia sorella e mi ha fatto una ramanzina storica, ma ho anche seguito il tuo consiglio, dicendole di voler partecipare attivamente all'evento. Ed Emma ha accettato. Perciò volevo ringraziarti per il consiglio»

«Di niente, signor Hiddleston»

«Chiamami Tom, per favore. Ci vediamo giovedì! Buona serata, Vivian».

La donna rimase allibita, di fronte al telefono muto, ma si riscosse, quando si sentì richiamare. «Mamma?»

«Harry, dai prepariamo la cena?»

Mentre Vivian cucinava, Harry, nel seggiolone, la guardava rapito e canticchiava con lei le canzoni de La spada nella roccia.

§§§

Quando Vivian arrivò alla Charlevents quella mattina, capì subito che qualcosa non andava.

Ashley la salutò con un sorriso complice e le fece l'occhiolino.

Charlene invece la salutò e la seguì mentre si dirigeva nel suo studio. «Charlene, mi devi parlare?»

«Assolutamente no, voglio solo...»

Ma si interruppe, quando Vivian vide un mazzo di girasoli sulla sua scrivania. «E questi da dove sbucano?»

«Speravo potessi dirmelo tu, carina! È appena passato un ragazzo a consegnarli e ha detto che doveva assolutamente posarli sulla tua scrivania. Ho dovuto quasi legare Ashley alla reception per evitare che si intrufolasse qui per leggere il biglietto»

«Ma che gentilezza!»

«Chi te li manda? Andiamo! Siamo tutte curiose!»

Vivian prese il biglietto e lo aprì, lesse fulminea ciò che c'era scritto e lo stracciò prima che Charlene o Ashley o qualche altra pettegola potesse allungarsi a sfilarglielo dalle mani.

«Ma Vivian! Non si fa! Chi te li ha mandati?»

«Andiamo, diccelo, manterremo il segreto!»

«Almeno un indizio piccolo piccolo?»

La donna guardò la marmaglia di persone che pendeva dalle sue labbra. «Si può sapere perché siete così interessati?»

«Sono anni che lavori qui e non hai mai ricevuto un mazzo di fiori, vogliamo sapere chi è il fortunato»

«Nessuno! A proposito, qualcuno li vuole?» Ashley aprì la bocca, scandalizzata, ma la donna la precedette. «Non voglio toccarli. Sai che Harry è allergico al polline». Quella frase smorzò l'entusiasmo. Chiunque avesse mandato i fiori a Vivian era una nullità per lei. Tutte le persone che la conoscevano, infatti, sapevano dell'allergia di suo figlio.

Grazie del consiglio, sei stata fantastica.

Ci vediamo domani,

un bacio

Tom

Vivian prese lo smartphone ed inviò un sms: Grazie del pensiero, ma i fiori non erano necessari.

Prese il tablet, la borsa ed uscì per l'appuntamento che le avrebbe rovinato la giornata: Marcia Taylor-Jones. Quella donna era un incubo.

Era una donna di mezza età con più silicone e soldi che buonsenso che si sarebbe sposata quella stessa domenica e aveva scongiurato Charlene di organizzarle il matrimonio. Ovviamente la sua capa non aveva potuto occuparsene personalmente, oberata di lavoro com'era, però aveva ben pensato di prestare all'amica di vecchia data una sua collaboratrice.

Vivian aveva iniziato ad odiarla due secondi dopo averla conosciuta. Non aveva idee precise su niente e cambiava opinione ad ogni battito di ciglia. Riuscire a mettere in piedi il suo matrimonio era stata un'impresa titanica e, ora che era tutto a posto, Miss Taylor-Jones voleva cambiare i colori delle tovaglie, dei fiori e dei complementi d'arredo del ristorante.

Sarebbe stata una lunga giornata.

Riuscì a tornare nello studio solo attorno alle 15, senza aver mangiato nulla e senza aver ucciso la futura sposa. Si lasciò cadere sulla sua poltrona e aprì il sacchetto con il cheeseburger che aveva preso prima di rientrare. Lo addentò e si lasciò andare ad un mugolio soddisfatto: aveva troppa fame!

Si stava gustando il suo pranzo fuori orario, quando Ashley, tutta eccitata, bussò alla porta. «Ash, tutto bene? Stavo mangiando»

«Ahm, c'è il signor Hiddleston, Tom – aggiunse con enfasi – che vorrebbe parlarti»

«Beh, può prendere un appuntamento, no?»

«Veramente è qui. Adesso!»

Vivian bestemmiò mentalmente in tutte le lingue che conosceva. «Fallo entrare»

Ashley ricomparve dopo due secondi. «Signor Hiddleston, prego». Lo lasciò entrare e si chiuse la porta alle spalle, lasciando Vivian sola con lui.

La donna lo analizzò brevemente. Capelli scuri, molto pallido, molto alto e due magnifici occhi chiarissimi. Era davvero molto affascinante. «Signor Hiddleston, sono sorpresa di vederla qui, si accomodi»

«Per favore, chiamami Tom e dammi del tu. Ti disturbo?» L'uomo si accomodò di fronte a lei e le sorrise cordiale.

«D'accordo, Tom» gli fece un breve sorriso. «In realtà, sei stato fortunato a trovarmi, sono appena rientrata e stavo mangiando»

L'espressione sul suo volto cambiò radicalmente: «Ti sto disturbando, me ne vado subito all...»

«Non ti preoccupare. Se non ti da fastidio vedermi divorare un cheeseburger, possiamo parlare lo stesso. Vuoi una patatina?»

«Sì, grazie!» ne addentò una, mentre Vivian azzannava il suo panino. «Sono passato perché volevo conoscerti di persona prima di domani. E volevo anche scusarmi per quello che ti deve aver detto quello stupido del mio agente, al telefono. Sa essere molto... formale, quando vuole»

«Ho notato. Ha mai pensato di fare il segretario della regina?»

Tom ridacchiò e Vivian rimase per un istante stordita da quel suo modo di ridere così particolare. «Glielo proporrò! Ho notato che i fiori che ti ho regalato sono all'ingresso, non ti piacciono?»

La risposta della donna fu laconica: «Allergia al polline»

L'attore assunse un'espressione contrariata: «Fantastico! Pensavo di farti un regalo gradito, invece ti ho quasi uccisa»

La donna si guardò bene dallo specificare che non era lei, quella allergica. «Sono ancora viva!»

«E affamata, direi»

Vivian deglutì un boccone enorme. «Ti sto costringendo ad osservare uno spettacolo impietoso, perdonami»

«Vedere una donna che mangia, anzi, divora un cheesburger è un evento più unico che raro, per me». Vedendo lo sguardo interrogativo di Vivian, proseguì: «Facendo l'attore, mi capita più spesso di vedere donne che vivono ad aria, piuttosto di donne che mangiano con gusto».

Tom rimase per un istante a fissarla. I capelli rossicci legati in una coda, gli occhi castani luminosi e le guance arrossate per l'imbarazzo. Era bella.

«Non mangio sempre schifezze, sia chiaro. Solo che oggi ho saltato il pranzo!»

«Se pur mangiando schifezze tutti i giorni, mantenessi quella forma, alcune donne potrebbero ucciderti per carpire i tuoi segreti».

Quella che doveva essere una battuta, si trasformò in un complimento che la lasciò interdetta per un istante. Decise di tornare a parlare di argomenti neutri «Emma come sta?»

«Bene. È contenta che io la voglia aiutare. Mi ha parlato di te e di quanto sei geniale talmente a lungo che non potevo non conoscerti»

«Faccio solo il mio lavoro». In quel momento, qualcuno bussò alla porta, salvandola dall'imbarazzo. «Avanti»

«Vivian – Ashley entrò con un plico di fogli in mano – questi sono di Charlene, per il matrimonio di Marcia. Ha chiesto se è questo il definitivo o se ci sono altri cambiamenti»

La donna inarcò le sopracciglia: «Ho inviato a Charlene una e-mail con le ultime modifiche ed il listino prezzi mezz'ora fa. Non ci sono stati ulteriori cambiamenti»

Ashley arrossì, colta in fallo. «Oh... ehm, probabilmente non ha controllato la posta. Scusa il disturbo»

Oppure tu sei una pettegola cosmica, pensò Vivian, mentre Ash si chiudeva la porta alle spalle.

Tom si alzò e si sistemò i pantaloni. «Credo sia ora che io tolga il disturbo. Ci vediamo domattina, Emma mi ha dato il permesso di partecipare! A domani, Vivian. È stato un vero piacere conoscerti» le disse, abbagliandola con il suo sorriso.

«A domani».

Vivian si sedette nuovamente sulla sua poltrona, stordita da quell'incontro. Di primo acchito, avrebbe giurato che Tom Hiddleston fosse uno snob. In quel momento invece, le sembrava un uomo... un gentiluomo. E anche un bambinone, a giudicare dall'entusiasmo con cui si era intromesso nella raccolta fondi. Ed era anche molto affascinante.

§§§

Tom Hiddleston uscì dalla Charlevents molto stupito. Aveva capito che quella donna era sensazionale quando l'aveva sentita al telefono. Non era da tutte tenergli testa e non cedere alle sue moine. Non che si sentisse un dio, però – come Loki – era molto bravo a manipolare le persone. Solo che con Vivian Hartley aveva fallito.

Vivian Hartley. Gli suonava familiare.

Così, dopo essere stato ridimensionato telefonicamente, Tom aveva deciso di parlare direttamente con Emma, che però lo aveva preceduto, piombandogli a casa. Sua sorella era sensazionale, ma decisamente troppo idealista. Quando credeva in qualcosa, vi si gettava a capofitto, senza pensare al dispendio di energie o denaro. Ecco perché aveva cercato di tamponare la situazione. Non voleva che Emma, la sua sorellina, si svenasse. Parlarne con lei aveva significato mordersi la lingua mentre Emma ripeteva la solita tiritera: sono adulta, so prendermi le mie responsabilità, non devi sempre guardarmi le spalle...

Ma, alla fine, Emma aveva accettato di buon grado il suo aiuto.

E si era lanciata in una descrizione dettagliata del progetto. E lo stupore di Tom era aumentato. Le idee di Vivian Hartley erano stupefacenti per la loro semplicità. E per la loro efficacia.

Così la curiosità era giunta alle stelle e Tom non riuscì a trattenersi dal presentarsi nel suo ufficio per conoscerla.

E quando si era trovato di fronte una splendida giovane donna con un cheesburger tra le mani, era rimasto quasi senza parole.

Era reale?

§§§

«Mamma, quando vengono i nonni?»

Vivian gli rimboccò le coperte e si sedette accanto al letto. «Domani pomeriggio, ma si fermano poco perché poi vanno a trovare la zia Tess». Harry strinse la bocca e gli occhi, forse per concentrarsi e ricordare chi fosse la zia Tess. «Odin».

Bastò quella parola al piccolo per aprirsi in un sorriso enorme. Odin era l'enorme terranova della prozia Tess. Un mastodontico ammasso di pelo nero ed affetto che aveva conquistato suo figlio in due secondi.

Vivian ed Harry erano andati a fare visita alla prozia Tess un paio di mesi prima, perché Vivian non era riuscita ad inventare una scusa decente per poterla evitare. Non che odiasse la zia di suo padre, anzi. Solo che era all'antica, molto. E Vivian aveva un figlio e, oltre a non essere sposata, non frequentava neppure il padre. Perfetta per diventare l'agnello sacrificale della situazione.

Tutti i suoi pronostici però furono smentiti quando, una volta arrivati all'ingresso del giardino di zia Tess, Odin si era avvicinato tutto scodinzolante e aveva leccato la faccia al piccolo Harry. La vecchia prozia era rimasta a bocca spalancata perché il suo Odin non si era mai comportato così con uno sconosciuto, mai. Così Vivian ed Harry si erano trasformati da bersagli scelti a guest star nel giro di pochi secondi. Il che era stato anche peggio perché l'anziana non li aveva mollati un secondo, riempiendoli di attenzioni, domande e tanto e soffocantissimo affetto.

Peccato che, a differenza di Harry che aveva passato tutto il tempo a spupazzarsi Odin, Vivian avesse dovuto sopportare la prozia Tess che non faceva altro che parlare e parlare. E parlare.

«Odin!» la voce di Harry la riportò alla realtà. «Odin! Bello! Andiamo?»

«Non posso, tesoro. La mamma deve lavorare». Il sorriso del bimbo si spense. «Però i nonni vanno. Vuoi andare con loro?»

«Sì!»

«Sicuro? Starai solo con i nonni e Odin, la mamma non ci sarà»

«Mamma, sono grande».

La donna gli diede un bacio sulla testa e sorrise, aprendo il libro ed iniziando a leggere. «Harry non avrebbe mai creduto possibile incontrare un ragazzo più odioso di Dudley; questo, prima di conoscere Draco Malfoy. Eppure...»

Quando vide che il suo di Harry si era addormentato, chiuse il libro e si alzò dalla sedia. Controllò che fosse ben coperto ed uscì dalla stanza.

Cosa doveva fare? Doveva lasciare Harry in custodia ai suoi genitori? Per tre giorni interi? Sarebbero stati in grado di gestirlo? E Harry? Avrebbe fatto i capricci? Avrebbe sentito la sua mancanza?

Ma sembrava così desideroso di rivedere Odin! Come poteva dirgli di no? Sarebbe stata davvero così egoista da tenerlo con sé, quando il desiderio di suo figlio era quello di passare un po' di tempo con quel cagnolone?

Forse poteva chiedere a Charlene un paio di giorni per andare con Harry e i suoi genitori. Anzi, no. Per colpa di Marcia Taylor-Jones. Quanto odiava quella donna!

Ovviamente, la telefonata con sua madre non le servì a molto. I suoi genitori non vedevano l'ora di potersi spupazzare il loro unico e adorato nipotino, in più erano convinti (sua madre, soprattutto) che Vivian necessitasse di una pausa. Era una madre meravigliosa, ma era giusto che dedicasse un po' di tempo anche a se stessa, ogni tanto, senza sentirsi in colpa.

Alla fine della chiacchierata, la madre di Vivian la convinse a preparare il borsone con tutto l'occorrente per Harry. Il giorno successivo lei e suo padre sarebbero passati da loro per salutarli e per cercare di convincere Harry a seguirli.

§§§

Vivian Mary Hartley!

Tom si diede una manata in fronte, dandosi dell'idiota. Ecco dove aveva già sentito quel nome! Era il nome di battesimo di Vivien Leigh.

Che il suo, al contrario, fosse un nome d'arte?

Avrebbe indagato il giorno successivo. Quella donna era una continua sorpresa.

Bella, spigliata, organizzata, innamorata del suo lavoro...

Tom si riscosse quando vide Emma di fronte a lui con un sorriso strafottente sul viso. «Che c'è, sorellina?»

«Dovrei chiederlo io a te, a cosa stavi pensando?»

«Che ho una sorella impicciona»

«Parla mister mi-intrufolo-nei-progetti-di-mia-sorella»

«Touché. Volevo solo rendermi utile. Pensavo di chiedere anche a Chris di venire. Che ne dici? Magari vestito da Thor potrebbe...»

Ma non riuscì a terminare la frase perché Emma gli era saltata addosso. «Davvero?»

«Provo a chiamarlo, non si sa mai. Anzi, magari ci vediamo per una birra»

«Sei il fratello migliore del mondo».

Tom afferrò lo smartphone ed inoltrò la chiamata. «Ciao fratello, come va?»

«Loki, fratello mio, che piacere sentirti! Ti sei convertito a queste diavolerie tecnologiche di Midgard?»

«Purtroppo non posso farne a meno! Ti va se ci facciamo una birra? Vorrei parlarti di un progetto...»

Un'ora più tardi, Chris e Tom erano seduti ad un tavolo in un piccolo pub e sorseggiavano birra. «Sì, ho capito. È una bella idea quella di tua sorella. Ho anche capito perché mi hai chiesto di partecipare. L'unica cosa che non ho capito – disse Chris cercando di trattenere un sorriso – è perché ti sei presentato dalla planner»

«Te l'ho detto – rispose Tom – volevo ringraziarla e conoscerla di persona»

«E...?»

«E basta»

«Com'è? Cessa?»

La smorfia di Tom fece inarcare le sopracciglia all'amico. «Assolutamente no. È simpatica, spigliata, bravissima nel suo lavoro ed è pure bella»

«Sposata?»

«Nessun anello al dito»

«Lesbica?»

«Non credo. Mia sorella ha detto che ha fatto qualche apprezzamento al culo di un cameriere quando sono andate a pranzo insieme»

Chris sorseggiò la birra. «Ti piace»

Tom si prese qualche secondo prima di rispondere. «Non lo so»

«Sì che lo sai. Solo che non vuoi ammetterlo perché non la conosci quasi per nulla e tu sei sempre così... razionale. Quante volte te lo ripeto che dovresti abbassare il volume del tuo cervello ogni tanto?»

«Troppe volte. Ma lo sai che non lo farò mai, non è nella mia natura». Guardò l'orologio. «Dai, andiamocene! Elsa ti starà aspettando. Salutamela! Una sera di queste potremmo uscire insieme»

«Io, Elsa tu e l'organizzatrice? A proposito – aggiunse – ha anche un nome?»

«Vivian»

Chris alzò gli occhi al cielo. «Che nome... british! Te la sei scel...»

«Non ho scelto nessuno! Ciao Chris!» Tom non lo lasciò neppure finire di parlare e si allontanò, salutandolo con la mano.

Chris era un buon amico, ma certe volte esagerava. Ogni volta che Tom gli raccontava di aver conosciuto una ragazza, lui se lo immaginava già con lo smoking all'altare, in attesa della sua splendida moglie incinta del loro primo figlio.

Tom scosse la testa a quel pensiero. Probabilmente non avrebbe mai potuto realizzare quel suo sogno a causa del suo lavoro: sempre in giro per il mondo, sempre preso con nuovi copioni e nuovi tour promozionali...

Quando quella sera, l'uomo si addormentò, nella sua testa vagava l'immagine di una donna in abito bianco che gli si avvicinava.

 

 

L'angolo della piaga.

Eccomi con il terzo capitolo.

Finalmente abbiamo il primo incontro tra i nostri protagonisti. E la comparsa di Chris ;)

Che ve ne pare?

Per questo capitolo, ho solo una nota. Il nome della protagonista è il nome vero di Vivien Leigh, la famosissima Rossella O'Hara di “Via col Vento”.

Colgo l'occasione per ringraziarvi per il tempo che dedicate alla storia e alle eventuali (e sempre graditissime) recensioni.

xoxo

caitlin_snow

   
 
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