Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Ombra1983    16/06/2015    1 recensioni
Storia ambientata durante il libro "Il Portale delle Tenebre" (ultima parte di "A Storm of Swords" in originale, sul finire della quarta stagione televisiva). Cosa sarebbe successo se Sansa Stark si fosse trovata sola a Nido dell'Aquila, senza Ditocorto, ma comunque al centro di uno dei suoi intrighi dai risvolti inaspettati?
Una storia romantica scritta da un ragazzo ma dal punto di vista di una ragazza, un piccolo "what if ?" nel meraviglioso mondo de Il Trono di Spade.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lysa Tully, Nuovo personaggio, Petyr Baelish, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sansa entrò nella stanza ancora avvolta dalle tenebre nonostante fuori fosse giorno: evidentemente le pesanti tende erano ancora chiuse. C'era odore stantio nell'aria, di aria non cambiata. Aprendo per bene la porta, la giovane Stark si fece guidare dalla luce che entrava da quel punto e che disegnava una lama colorata nella macchina scura che era la stanza.
Sansa era stata la numerose volte e non aveva problemi a muoversi con sicurezza evitando i mobili e raggiungendo il bel letto a baldacchino: anche le tende di quello erano ancora chiuse.
"Milord, posso aprire?" chiese dolcemente.
Nessuna risposta.
"Piccolo mio, posso aprire?" chiese ancora.
Stavolta ci fu silenzio ma poi, da dietro le tende del baldacchino, una vocetta si fece sentire:
"Andate via tutti".
"Mio piccolo lord, ci sono solo io. Non vuoi la tua Alayne?" chiese Sansa con tutta la dolcezza.
Doveva fare buon viso a cattivo gioco.
Piano piano uno spiraglio si aprì tra le tende e ne uscì il musetto cisposo del giovanissimo Robin Arryn.
"Ti ha mandato mio madre qui?"
"Si certo. Lei non scenderà dal castello finché non lo farai tu".
"Allora venisse lei!" urlò Robin richiudendo lo spiraglio.
Una sculacciata: ecco cosi vorrebbe, pensò Sansa.
"Piccolo lord: dobbiamo scendere. Ormai è autunno e presto Nido dell'Aquila sarà una tomba di ghiaccio. Ghiaccerebbe persino l'acqua sulla tavola per il pranzo. Vuoi avere sempre freddo?"
"Gli Arryn vivono a Nido dell'Aquila! Io sono un Arryn!" gridò Robin.
Sansa sospirò: si domandò se anche lei, a Grande Inverno, fosse stata cosi insopportabile. Sperava ardentemente di no eppure non avrebbe saputo dirlo con certezza: era stata una ragazzina viziata senza dubbio.
"Piccolo mio, tua madre vuole che tu esca dal letto. Devo chiamare il maestro?" fece Sansa.
"No!" urlò lui.
"Esci fuori oppure dovremo portarti giù di forza" sbottò la giovane Stark, mordendosi la lingua subito dopo.
Robin urlò con tutta la forza che aveva nei polmoni e fece tremare le tende. Sansa pensò che aveva forza quando voleva.
Dalla porta della camera fece capolino sir Simon: la sua sola vista la fece stare meglio. Istintivamente faceva affidamento su di lui: forza il cavaliere sapeva cosa fare.
Sansa lo guardò e lui ricambiò lo sguardo, i loro occhi stavano parlando senza bisogno di parole, come accade a volte quando i cuori sono vicini.
Sir Simon fece segno con la mano di avvicinarsi, Sansa senza fare rumore si avvicinò alla porta. Sir Royce le sussurrò qualcosa all'orecchio, lei annuì e tornò vicino al baldacchino.
"Piccolo lord, se uscite ora prometto che scenderò con voi fino alle Porte delle Luna in fondo alla montagna, inoltre vi racconterò anche una storia. Per finire vi faremo anche un'altra sorpresa".
La faccia del ragazzino risbucò dalle tende: "Che sorpresa?"
"Quando saremo giù potrete duellare con le spade di legno con sir Simon Royce, il mio cavalier servente. Siete contento? E' un grande onore".
"Io sono il futuro lord della Valle. E' suo l'onore di duellare con me" rispose Robin.
Sansa sorrise ma dentro di se pensava "Oh dei, quando avrò dei figli fate che non siano cosi".
Incredibilmente li immaginò quei figli con gli occhi verdi, come sir Simon.
"Perché stai arrossendo?" chiese Robin.
"Perché non sta bene per una signora essere da sola nella stanza da letto di un uomo" mentì Sansa.
"Tu non sei una signora, sei solo una figlia bastarda" disse Robin uscendo dalle tende.
La giovane Stark sospirò: aveva vinto alla fine.
Il resto dei preparativi fu una passeggiata, sopratutto perchè c'era sir Simon con lei. Dovette sistemare i bagagli sui muli ed assicurarsi non solo di aver preso tutto ma anche di aver legato bene ogni singola corda attorno alle valige, perchè se una sola fosse caduta avrebbe potuto rotolare fino a valle distruggendosi nel percorso oppure cadere in uno strapiombo e volare fino a terra.
Nido dell'Aquila sarebbe rimasto vuoto e disabitato per anni, per tutta la durata dell'inverno.
"Si dice che dopo una lunga estate arrivi sempre un lungo inverno" le aveva detto il maestro di corte "Questa volta l'attesa sarà lunga".
Ma Sansa pensava che non sarebbe stata troppo lunga se avesse potuto aspettare col suo cavalier servente, che aveva sopportato ogni sua irrequietezza in quella concitata fase di trasloco: ammise tra se e se di essere stata insopportabile a volte ma lui l'aveva sempre capita, a volte rimanendo semplicemente in silenzio e consolandola quando il nervosismo si faceva insostenibile.
Tuttavia, come casa Stark ricordava sempre, l'inverno stava arrivando.
Furono tra gli ultimi a lasciare il castello perchè Robin fece molti altri capricci, specie quando capì che non avrebbe potuto portare tutto a valle. La perdita del suo letto a baldacchino, secondo lui, era troppo rispetto a quello che un lord poteva sopportare. Dopo diverse ore e molte lacrime alla fine il piccolo nobile fu messo su un mulo e condotto fuori da Nido dell'Aquila.
Il tragitto metteva i brividi e Sansa fu contenta che sir Simon fosse vicino a lei. "No, devo essere forte e non mostrarmi piagnucolosa come mio cugino Robin" pensò. Il tragitto scendeva a volte dritto, a volte curvo ed a volte a spirale dalla fortezza verso il basso; a volte era abbastanza agevole e sembrava una strada di collina un po accidentata, altre volte era cosi ripido che persino i muli facevano fatica a percorrerla, altri tratti erano stretti tra la parete rocciosa ed il vuoto quindi si procedeva uno alla volta e Sansa riuscì a tenere gli occhi aperti solo perchè aveva già fatto diverse volte quella strada con sir Simon.
La guida della spedizione era una ragazza di nome Mya Stone, la bastarda di non si sapeva bene quale nobile ma che secondo Sansa aveva alcuni lineamenti familiari. Comunque era molto abile nel condurre i muli, conoscere il terreno, calmare le bestie ed anche le persone.
Tuttavia fu solo ben dopo il tramonto che arrivarono alla fortezza nota come Porte delle Luna: era un grande castello posto alla base della montagna dove sorgeva Nido dell'Aquila. Sir Simon le aveva raccontato che il castellano era un suo lontano zio, Nestor Royce, che aveva semplicemente il titolo di custode del luogo e che appartenevano ad un ramo secondario della sua nobile famiglia.
L'accoglienza dell'intero gruppo fu regale: l'inverno stava arrivando ma la Valle lo avrebbe affrontato con coraggio. Lady Lysa prese tra le braccia suo figlio e lo coccolò come se fosse un bambolotto, senza nemmeno accorgersi dello sguardo di disapprovazione dei numerosi nobili presenti. I servitori presero i bagagli ed iniziarono ad essere divisi in base alla destinazione di ogni singolo imballaggio. Gli attendenti di casa smistarono gli ospiti nelle rispettive camere dove avrebbero potuto cambiarsi e rinfrescarsi.
Sansa fu molto felice di sapere che la sua stanza sarebbe stata vicina a quella delle tre lady sue amiche, le ragazze corteggiate dagli amici di sir Simon ("Sono amici ma anche vassalli della sua casa" pensò). Ridendo e scherzando su come si sarebbero fatte belle, le giovani si diressero ognuna verso i suoi appartamenti, dove i servi stavano portando i bagagli e dove erano già presenti catini di acqua calda.
Sansa si lavò, si cambiò e si trucco dopo aver cercato con molti improperi i suoi trucchi tra le altre sue cose messe ancora confusamente in giro. Sentì bussare alla sua porta dopo un tempo che stimò essere insufficiente ai suoi bisogni di farsi bella.
"Un attimo, arrivo" disse pensando che le sue amiche la stessero cercando.
"Mia signora Alayne, siamo in ritardo per la cena" rispose la voce di sir Simon.
"In ritardo?" fece Sansa iniziando a mettere via le cose di fretta "Come in ritardo? Sono qui dentro da venti minuti!"
"In realtà è quasi un'ora e mezza" rispose il cavaliere sicuramente col sorriso sulle labbra.
Sansa imprecò e si sbrigò ad uscire, pensando di essere non pronta, bruttissima ed assolutamente non adatta a stare vicina al suo cavalier servente. Quando si presentò sulla porta aveva un lungo abito nero e rosso con un bustino che le metteva in risalto le forme del seno e dei fianchi.
Sir Simon aveva il suo solito farsetto col ruggine con il simbolo di casa Royce cucito sul cuore. Aveva dei morbidi stivali di pelle scura ai piedi ma sopratutto, cosa alla quale lei teneva molto, si era accorciato il pizzetto e rasato la barba incolta in eccesso sulle guance. Il suo bel volto adesso esaltava i suoi occhi verdi.
"Sei bellissimo" disse lei in un soffio.
Lui accennò ad un rossore sul volto "Anche tu". Si voltò a destra ed a sinistra per controllare che non ci fosse nessuno e quindi la baciò dolcemente.
"Ti adoro" disse Sansa ancora con gli occhi chiusi.
"Anche io" rispose lui "Ma ora dobbiamo proprio andare".
"Guastafeste" disse lei ridendo e dandogli il braccio per farsi portare.
Il salone delle feste di Porte delle Luna era molto grande e per l'occasione era stato diviso in tre ambienti: uno sopra dei grandini rialzati dove sedevano i nobili ed i cavalieri di nobile nascita, uno in mezzo alla sala dove erano destinati i cavalieri non di nobile nascita ed altri ospiti di natali non aristocratici ed infine uno ai margini destinato ai servi personali ed agli scudieri.
"Mia cara, temo che dobbiamo separarci per il momento" disse sir Simon.
"Come?" fece lei delusa.
"Sono atteso al tavolo dei nobili accanto a mio padre ed allo zio Nestor. Tu invece ..." la sua voce si fece triste "Tua zia lady Lysa mi ha incaricato di dirti che cenerai al tavolo di mezzo".
Certo, pensò Sansa, io sono solo la figlia bastarda di Ditocorto, non sono degna del tavolo dei lord.
"Quando finirà la cena ti bacerò ancora" disse lui sussurrando.
"Vuoi dire che mi bacerai fino allo sfinimento" rispose lei.
Risero e si separarono ma rimasero incollati con lo sguardo l'uno all'altro tanto che fu un miracolo per Sansa trovare il suo posto.
"Ah, essere giovani ed innamorati" disse una delle sue tre amiche che passava dietro di lei in quel momento.
"Ma se abbiamo la stessa età" le fece Sansa.
L'altra le fece la linguaccia andandosene.
La cena era un vero inno alla gioia ed all'opulenza, figlia di ciò che era avanzato e portato a valle dalle cucine di Nido dell'Aquila: al tavolo dei nobili vennero servite porzioni di maialino da latte, pavoni interi con tutte le piume, lucci incrostati di mandorle tritate, rape bianche imburrate e carote con spruzzi di miele. Al tavolo nel mezzo venne invece portato maiale salato ben pepato in salsa di latte di mandorle, crocchette di merluzzo fritto, formaggio stagionato e capponi dalla pelle croccante farciti con cipolle, erbe aromatiche, funghi e castagne arrostite. Sansa notò che al tavolo dei servi vennero portate solo delle semplici ma nutrienti costolette con contorno di farinata di piselli.
Spesso allungava il collo verso sir Simon, che conversava coi suoi parenti e che a volte ricambiava lo sguardo. In un paio di occasioni il giovane cavaliere parlò anche con delle dame ed entrambe le volte Sansa per poco non si strozzò col cibo.
Arrivati alla fine del lauto banchetto, lord Nestor Royce si alzò in piedi e tutti videro che aveva una pergamena in mano, una pergamena col sigillo rotto. Strano ma da quella distanza Sansa era certa che ci fosse sopra il sigillo di Ditocorto.
"Benvenuta mia signora lady Lysa Arryn e benvenuto anche a te mio futuro signore lord Robin Arryn. Benvenuti anche a tutti i nobili ed i cavalieri presenti. L'inverno è alle porte ma dietro queste mura possiamo affrontarlo tutti insieme: che venga pure la neve, ci troverà ben pasciuti ed al caldo".
Ci furono risa di approvazione, applausi e sbattere di mani sul tavolo.
"Che splendida serata: sarebbe ancor più bella se fosse con noi il consorte della nostra signora, lord Baelish. Tuttavia il suo dovere verso il reame lo porta a doversi occupare dei suoi oneri presso Harrenhal. Alziamo il calice per lord Baelish!".
Tutti alzarono le coppe colme di vino o birra. I lord dichiaranti presenti ebbero un entusiasmo definibile al massimo come riluttante ma ottemperarono. Sul volto di sir Simon e di suo padre lord Yohn c'era una strano espressione confusa.
"Di solito lord Nestor non è cosi pomposo, ne cosi servile" disse la ragazza alla destra di Sansa.
Ma lord Nestor riprese il filo del discorso: "Tuttavia in un momento cosi allegro possiamo pascerci comunque della voce di lord Baelish, grazie a questo comunicato che mi ha inviato e di cui ora do lettura" si schiarì la voce "Cari amici, non sapete cosa darei per essere con voi ma ..." Sansa smise si prestare attenzione alla lettera perchè i visi di sir Simon e di suo padre erano ancora più sorpresi di prima mentre sua zia lady Lysa aveva un'espressione compiaciuta.
Cosa significava? Era l'ennesimo trucco di Ditocorto?
Sansa venne riportata alla realtà dal brusio che si era sparso per la sala. Lord Nestor stava ancora leggendo : "... E quindi, col consenso esplicito del mio amore lady Lysa, annuncio a tutti voi che da oggi lord Nestor Royce non è più il castellano di Porte delle Luna ma il suo legittimo signore, poiché sempre da questo giorno egli non è più un ramo secondario della stimata casa Royce ma bensì il primo di una nuova casata che col presente atto viene fondata: casa Royce di Porte delle Luna".
Il brusio sparso per la sala divenne un rombo di tuono: lady Lysa sorrise tutta allegra mentre tutti gli altri sembravano voler dire ognuna qualcosa di diverso ad alta voce, i lord dichiaranti erano paonazzi in volto e sopratutto i Royce erano in piedi e sembravano urlare più degli altri. I Lynderly invece applaudivano e lady Sophia era raggiante, accanto a lei sir Lawrance rideva come se fosse il suo compleanno.
Sansa lo vide succedere molto velocemente: sir Simon fissò i Lynderly per un solo secondo, poi lasciò di corsa il suo posto per lanciarsi a corpo morto contro sir Lawrance, trascinandolo a terra e tempestandolo di pugni. La gente si fece attorno a loro ed incredibilmente molti li incoraggiavano invece di tentare di separarli, mentre i due si riempivano di colpi. Fu solo quando avevano estratto i pugnali che finalmente le rispettive famiglie riuscirono a tenerli divisi.
"Io ti ammazzo Royce, giuro sui Sette che ti ammazzo!" urlava sir Lawrance.
"Tu devi stare zitto! Hai capito? Zitto!" urlava sir Simon.
Sansa corse da lui incurante del resto e lo trovò che si dibatteva per liberarsi dalla presa del padre e degli altri parenti.
"Simon! Simon sono io!" tentò di dirgli.
Lui non si rendeva nemmeno conto che lei era la.
"Simon, guardami!" si mise davanti a lui, sotto gli occhi di tutti, tra il giovane Royce e sir Lawrance.
"Guardami. Non ne vale la pena. Ti farai ammazzare. Fallo per me!"
Si rese conto dopo di aver detto quelle parole dove tutti avevano potuto udirle.
"E' questo che fai adesso, Royce?" chiese sir Lawrance "Te la fai con le bastarde".
"Meglio bastardo che un culorotto come te" rispose l'altro.
"Non ti permetto di parlarmi cosi!" urlò sir Lawrance cercando di liberarsi dalla stretta.
"Adesso basta!" urlò lady Lysa, che fino a quel momento era rimasta occupata a cercare di calmare suo figlio, eccitato per lo scontro.
"Pretendo ordine qui dentro" continuò lei "Lord Yohn Royce, deduco che voi e vostro figlio non apprezziate la volontà mia e di mio marito".
"Noi ..." disse il padre di sir Simon mentre ancora tratteneva il figlio "Noi ci chiediamo quanto sia davvero vostra volontà e quanta di vostro marito".
"La volontà di due persone sposate è una sola. Questo si giura davanti agli dei. Dovreste saperlo ... anche se non si può certo dire che la famiglia Royce abbia sempre brillato per mantenimento dei propri voti verso le donne".
A quelle parole molti sguardi si trattennero su sir Simon e Sansa si chiese perchè. Certo era stato il promesso di lady Sophia Lynderly ma sicuramente il loro fidanzamento era stato rotto in maniera onorevole ... onestamente lui non ne aveva mai parlato ma doveva essere andata cosi, lui le avrebbe detto se le cose fossero andate diversamente, avrebbe dovuto dirglielo.
"Ora solo calmo, lasciatemi" disse sir Simon, con la voce piena di imbarazzo.
Con riluttanza e lentamente, i suoi parenti lo lasciarono andare.
Silenzio carico di tensione attraversò la sala. Anche i Lynderly lasciarono la presa su sir Lawrance. I due schieramenti si fissarono apparentemente aspettando che l'altro facesse la prima mossa.
"Sir Lawrance, avrò piacere di incontrarla ancora al torneo di inizio inverno" disse sir Simon.
"Nella giostra?" fece l'altro.
"Nella giostra" confermò il giovane Royce.
Sansa sentì un brivido corrergli dietro la schiena.
  
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