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Autore: Stella cadente    16/06/2015    4 recensioni
"Odiava quando era così.
Così ... debole.
Così vulnerabile.
Non doveva esserlo ... e invece lo era."
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Harry Styles è un ragazzo alla deriva. Un ragazzo di vent'anni che si sente perso, vuoto, incompleto.
Vive la vita senza entusiasmo, lasciando che le cose gli scorrano addosso, totalmente indifferente a più o meno tutto ciò che lo circonda.
Finché una sera – una come tante, in realtà – non farà un incontro che, a poco a poco, rappresenterà una svolta ...
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo decimo

 
25 settembre 2014
Sera.

Che cazzo ho fatto?
Harry era al Good Life – un locale al centro di Boston – con Niall, Louis, Liam e Zayn, ma le chiacchiere dei ragazzi gli sembravano, come sempre, distanti; li vedeva solo sorseggiare i loro drink, ridere e occhieggiare qualche ragazza. Di tanto in tanto gli lanciavano qualche sguardo preoccupato, in una muta richiesta di una qualche spiegazione, ma lui lo rifuggiva sempre: aveva la testa da tutt’altra parte.
Era andato via quasi soddisfatto, quel pomeriggio – soddisfatto per ciò che aveva detto a Claudia, soddisfatto perché si era sfogato e le aveva gettato addosso tutto il suo rancore. Ma adesso ciò che rimaneva di quella iniziale soddisfazione era solo un opprimente senso di colpa.
Non sapeva neanche perché fosse uscito con i suoi amici, forse per distrarsi e non pensare a ciò che era successo e che gli aveva lasciato uno strano vuoto dentro. Si ritrovò a sperare di non trovarla lì, ma al tempo stesso di vedere il suo viso spuntare tra tutte quelle persone.
In un attimo si sentì crollare il mondo addosso. Un attimo, un secondo che gli lasciò un peso sul cuore.
Non volevo.
Si sentiva estraneo ai suoi amici, ai loro scherzi, alle loro risate. Si vedeva che i ragazzi avevano capito che c’era qualcosa, ma nessuno di loro glielo chiedeva mai. Probabilmente perché sapevano che non avrebbe mai risposto – e questo lui lo sapeva. In fondo Harry voleva quella solitudine, le domande lo infastidivano. Ma in quel momento detestava il fatto di dover sorridere e far finta di nulla anche se in realtà dentro si stava torturando.
Sentiva di dover cambiare qualcosa, di dover risolvere, di non dover essere orgoglioso come al solito, eppure non riusciva a fare diversamente. O forse era meglio così, forse doveva andare così. Forse Claudia non era quello che si aspettava, forse non potevano essere amici, e non avrebbero mai potuto.
Forse, forse, forse...
Harry si odiò intensamente per quello che stava pensando. Odiò tutti quei dubbi che gli vorticavano nella testa, odiò tutti quei se e quei ma che si poneva, odiò il senso di colpa che gli stava attanagliando le viscere.
E poi, così com’erano venuti, i dubbi se ne andarono in un colpo, come se qualcosa li avesse presi tutti insieme e gettati chissà dove.
Improvvisamente sapeva cosa fare. E prima che se ne fosse accorto, aveva posato il suo drink sul bancone, si era voltato ed aveva imboccato l’uscita del locale, ignorando le domande dei ragazzi che tentavano di fermarlo.
 
 
 
 
 
Trovò parcheggio per miracolo relativamente vicino a casa sua, e dopo camminò a passo svelto, fino ad arrivare davanti a quella porta. Sapeva cosa fare; lo sapeva perfettamente.
Forza.
Fallo.
Almeno chiarisci.
Chi se ne frega.
Tutti pensieri che gli bombardavano il cervello e che tentava disperatamente di riordinare.
Oh, al diavolo.
Suonò il campanello così forte che si stupì della sua stessa decisione nel farlo. Era come dire “tanto non potrai fermarmi, o mi apri o mi apri”.
Ed infatti la porta si aprì dopo pochi secondi, rivelando il viso di Claudia.
Abbattuto e triste.
Harry rimase di sasso; gli occhi della ragazza erano spenti, arrossati e gonfi, come se avesse appena pianto. Ebbe come un flash: la situazione era esattamente uguale a quando era andato per la prima volta  a casa sua e l’aveva vista soffrire. L’espressione degli occhi, i capelli un po’ sfatti e il colorito pallido, come se fosse malata, gli ricordava in tutto e per tutto quella volta in cui si era presentato senza preavviso da lei ed aveva tentato di curare ciò che la faceva star male.
Vedendola così, un brutto presentimento gli serpeggiò orrendamente nella testa e in tutto il corpo; cercò disperatamente di respingerlo con tutte le sue forze, rifiutandosi di credere che...
Dimmi che non è per me.
«Che cazzo vuoi?»
La sua voce era anche peggio di come se l’era aspettata – peggio anche di com’era quella volta.
Non era semplicemente triste. Era fredda, atona, senz’anima. Come se parlasse una macchina anziché una persona.
Il ragazzo represse un brivido nel sentirla.
«Ehm...»
Già, che cosa voleva fare? Perché era andato lì?
Claudia continuava a guardarlo con aria scocciata, come se non vedesse l’ora di liberarsi di lui.
«Spiegare» riuscì ad articolare alla fine.
Ma spiegare cosa?
Ottima risposta, Harry.
«Spiegare cosa?» disse infatti lei. Sembrava nervosa, per un motivo che il ragazzo non riuscì a cogliere.
«Spiegare perché mi sono comportato così oggi» si sciolse finalmente, appoggiandosi allo stipite della porta.
Lei stava con le braccia incrociate sul petto come per difendersi, ma c’era qualcosa nel suo atteggiamento che stonava con tutto il resto, anche se non capiva che cosa.
«Voglio sapere perché ti sei allontanata da me, Claudia. Lo so che stresso e che probabilmente non mi vorrai più intorno, ma se è qualcosa che posso rimediare in qualche modo, vorrei saperlo. Io...»
Quanto gli sarebbe costato dire quelle parole, dirle una seconda volta?
Tantissimo.
Eppure doveva, doveva dirle.
«Io a te ci tengo, ecco.»
Claudia sgranò gli occhi, poi si ricompose.
«Ci tenevi anche quando mi hai detto quelle cose oggi pomeriggio?» Il suo tono era duro, ma la sua voce tremava pericolosamente.
«Mi dispiace.»
Claudia si fece da parte.
«Entra, sembri un cretino se stai fuori così» disse solo.
Ed Harry accennò finalmente ad un sorriso, di nascosto.
 
 
****
 
 
 
«Che significa che non volevi dirmelo?»
Claudia calcò sulle ultime parole in tono ironico, come se lo stesse prendendo in giro – e forse era proprio così, ma Harry non voleva pensarci.
«Ero arrabbiato, Claudia. Smettila di fare così, non volevo dirtelo, okay? Non lo pensavo. Mi dispiace.»
Lei abbassò lo sguardo.
Ma che hai?
«Mi potresti spiegare il perché tu ti sia allontanata da me, adesso?»
Lei scosse la testa.
«No.»
Harry sospirò.
«Perché no? Sei la mia migliore amica, cavolo, sai che me lo puoi dire.»
Claudia lo guardò per un secondo, poi distolse nuovamente lo sguardo ed espirò con violenza.
«Non posso, fidati.»
Si alzò ed andò verso la finestra, guardando distrattamente i giardini di Boston illuminati dai lampioni.
«Ma poi, perché ti interessa?» chiese sovrappensiero.
Harry percepì di nuovo quella nota stonata nel suo atteggiamento, come se quella che aveva davanti non fosse la solita scanzonata Claudia di sempre. Era strana, sembrava quasi... nervosa, in ansia, tesa. Ma perché?
«Perché ti voglio bene e vedo che stai male, solo che non ne so il motivo.» Alla fine non era difficile. Ci voleva così tanto a capirlo?
«Senti Harry, secondo me è meglio che non ci vediamo più. La nostra amicizia mi fa star male, non può più andare avanti.»
Il ragazzo si sentì affondare.
Cosa?
«Che significa?» chiese, cercando di non sentire il suo cuore che sembrava rimbombargli anche nelle tempie.
Silenzio.
«Ho fatto qualcosa di male?»
Silenzio.
«No. Ma è meglio se la tronchiamo.»
«Puoi dirmi il perché o non mi dai nemmeno una spiegazione?» Stava cominciando ad arrabbiarsi di nuovo. Il suo atteggiamento lo scocciava, stava diventando irritante.
«Non capisci che non voglio dirtelo perché non è quello che ti serve? Non capisci che non dirtelo è la cosa migliore da fare? Non è che non te lo dico perché voglio farti uno spregio, ma perché è la cosa giusta da fare adesso. Devi capirlo, Harry. Devi capire che io lo faccio solo per te
Harry però continuava a capirci sempre meno.
«Che cos’è che sarebbe meglio non dirmi, Claudia? È successo qualcosa?»
In risposta ebbe di nuovo il silenzio.
«Te lo dico, non ti stai comportando da amica. E comunque, indipendentemente dal fatto che secondo te è meglio che non lo sappia, lo devo sapere, se è una cosa che ti fa star male. Te lo ripeterò fino alla noia, lo sai. Fino a che non ti degnerai di capirlo.»
Lei non lo guardava, si ostinava a stare di spalle. Forse aveva davvero paura?
Non era possibile. Claudia non aveva mai paura. Non era facile che si sentisse spaventata da una situazione; per dir la verità, Harry era sempre rimasto colpito dal suo essere impassibile in qualunque circostanza. Si era sempre chiesto come facesse, con quell’espressione fredda e gli occhi vuoti, come se le parole le scivolassero addosso senza nemmeno toccarla.
«Perché ci tieni così tanto?» Si era voltata lentamente e nemmeno del tutto, come fosse intrappolata in una gabbia invisibile di indecisione e timore.
«Perché ti voglio bene, Claudia! Cristo, non ci vuole un genio per capirlo! Perché non riesci a vedere che io a te ci tengo? Sembra quasi che tu ti rifiuti di capire che sei importante. E lo sei sempre stata. Ho tentato di respingerti, all’inizio, ma la verità è che non ci sono mai riuscito. Avevo paura che tu diventassi troppo per me, ma all’inizio non capivo che io in realtà aspettavo da sempre una come te.»
Tutto ciò che si era tenuto dentro fino a quel momento stava inesorabilmente venendo fuori, e lui non faceva nulla per trattenerlo. Sapeva che non sarebbe stato giusto, che lei doveva sapere che cosa provava da sempre. I sentimenti premevano contro le pareti del suo corpo, sentimenti che sembravano nuovi, chiari e indecifrabili al tempo stesso.
Non lo sapeva nemmeno lui che cosa stesse provando, ma sapeva che era qualcosa di bello e di intenso, qualcosa che lo faceva parlare ed esternare finalmente, per una volta nella sua vita, ciò che pensava.
Lei ora lo guardava sconcertata – aveva gli occhi lucidi?
«Forse è per questo che mi sono avvicinata a te» disse d’un tratto. «Perché sei la persona più emotiva che io conosca.» La sua voce che aleggiava nell’aria sembrava diversa, estranea a quelle circostanze.
Estranea ma bella.
Ed Harry non riusciva a capire il perché avesse questa sensazione.
«Sotto quella tua specie di corazza che sembra di ghiaccio si nasconde un cuore buono, Harry. Un cuore vivo. Si vede. E forse è proprio per questo che mi sono avvicinata così  a te.»
In circostanze normali ad Harry quelle parole sarebbero sembrate strane e in qualche modo cariche di un significato che non gli sarebbe piaciuto – un significato che sapeva di allontanamento, di abbandono. Ma in quel momento gli parvero solo strane, come se al di là del loro significato avessero voluto esprimere qualcos’altro, qualcosa che lui non riusciva a capire in nessun modo.
Rimase solo a guardarla, in silenzio.
«Io a te ci tengo, ma non possiamo continuare.»
Tutte quelle parole erano state dette in maniera fredda, come al solito. Magari c’era qualcos’altro sotto, ma sembrava una possibilità così lontana che il ragazzo non poté fare a meno di sentirsi sopraffare dalla rabbia.
«Perché no? Che senso ha? Che senso ha che due persone che insieme si trovano bene si separino così?» si ritrovò ad urlare. «Perché non vuoi più essere mia amica, Claudia?»
«Perché ti amo, idiota!» urlò lei ad un tratto.
Harry non riuscì a realizzare subito il fatto che Claudia – la ragazza che era impacciata in amore – avesse detto davvero quelle parole. Gli rimbombarono nel cervello per un tempo che gli sembrò interminabile e poi gli accesero qualcosa dentro, qualcosa che nemmeno lui credeva di poter provare. Qualcosa che gli diede l’impressione che il sangue gli salisse bruscamente al cervello e che il cuore gli perdesse qualche battito.
Il suo corpo era tutto un formicolare, e lui tentava invano di controllare tutte quelle emozioni che gli si agitavano nella testa, nel cuore, ovunque.
«Cosa?» riuscì a dire.
«Per questo non voglio più che siamo amici. Così ti dimenticherò, fingerò di non averti mai incontrato e non starò più così male.» Pausa. «Perché è ovvio che tu non mi ricambi, e che non lo farai mai.»
Il ragazzo non riusciva a crederci.
Ma quelle parole – o forse Claudia stessa o tutte e due le cose – gli diedero inspiegabilmente forza, una forza che non sapeva neanche di avere. Sospirò piano come per farsi coraggio, poi si avvicinò un po’ più a lei, mentre il cuore sembrava prendergli fuoco.
«Claudia.»
La ragazza non lo guardava nemmeno. D’un tratto aveva abbassato gli occhi, spaventata da tutta quella vicinanza; per la prima volta in assoluto, dopo quella volta ai giardini, Harry la vedeva indifesa, vulnerabile. Ed era stranissimo, molto più di quello che si era immaginato.
Le mise una mano su una guancia – che in quel momento aveva un tenerissimo colorito roseo – e la accarezzò dolcemente, come non aveva mai fatto, sfiorandole i capelli – sfiorandola appena, come se avesse paura di farle male.
«Credo di amarti anche io.» Lo pronunciò come un segreto, qualcosa che faceva fatica ad ammettere anche a se stesso.
Lei lo guardò per un momento che passò veloce e poi indietreggiò.
«No.»
Silenzio.
«Non puoi, Harry.»
Lui avanzò, vedendo che stava per finire con le spalle al muro.
«Stai facendo una cazzata.»
La guardò, improvvisamente sicuro di sé, con un mezzo sorriso dispettoso sulle labbra e senza più l’indecisione e il timore di non essere abbastanza importante per quella che, probabilmente, era la ragazza che aveva sempre cercato.
«Uhm» fece, abbassando la voce. «Forse io questa cazzata la voglio fare
Quando Claudia si ritrovò bloccata tra lui e la parete sobbalzò leggermente.
Harry trattenne a stento un sorrisetto: era quasi divertente vederla improvvisamente così in difficoltà. Gli occhi della ragazza si erano incatenati ai suoi, ma stavolta non esprimevano sfida o scherno. Esprimevano paura, timore ma anche un desiderio nascosto che tentava di essere represso.
Un desiderio che, ora lo sapeva, non aveva più senso reprimere.
Lui non aspettava altro, alla fine. Alla fine – ora lo aveva capito – era anche quello che voleva lui.
Non ci fu nemmeno un istante di indugio.
La baciò, e quel bacio fu assurdamente incredibile.


  





(Boh, a caso, la gif mi ispirava. Non uccidetemi se vi ho rovinato l’immaginazione per quanto riguarda l’aspetto di Claudia, vi prego)
 
Okay, lo so che avrei dovuto aggiornare ieri, ma perdonatemi, con l'inizio delle vacanze estive ho perso la cognizione del tempo.
Veniamo a noi.
Questo capitolo mi piace da morire. Mi sto appassionando un sacco a questi due, sono perfetti insieme. Che bello :DDDD
Va bene, sto sclerando come un non so cosa – e questo non è da me.
Dunque! Come sempre vi chiedo: come vi sembra la storia finora? Spero che questa coppia vi piaccia tanto quanto piace a me, se non di più. Si sono finalmente dichiarati, non ve lo aspettavate eh?
No, oddio, forse un po’ sì.
Anche perché, già il rapporto di amicizia, da come era impostato era un po’ strano (in senso buono ovviamente) ma..dettagli.
Ad ogni modo, io stessa non credevo di affezionarmi così tanto a loro – ma anche in questo caso ho detto una cavolata perché un po’ era scontato, ma okay.
A parte tutto, come credete che si evolveranno adesso le cose? Sono curiosa di sapere che ne pensate, come sempre :)
Spero che finora vi siate appassionati, perché come sapete per me la scrittura significa molto.
Vi mando un abbraccio a tutti, al prossimo capitolo :*
Stella cadente
  
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