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Autore: luckily_mellark    17/06/2015    3 recensioni
“tu vorresti andarci?” dall'altra parte dell'isola della cucina, poggiato con le braccia conserte sul marmo, mi guardava curioso
“vorrei provare un po' di normalità. Sai, il ballo, prepararsi come le ragazze mortali, e fare tutto quello che fanno dopo con i loro ragazzi.” ammisi, piegando un angolo delle labbra in un sorriso timido
“allora ci andremo. E per la parte del DOPO se ti va possiamo rimediare” mi persi nei suoi occhi meravigliosamente maliziosi, colmi di quell'entusiasmo che solo lui riusciva a dimostrare
[SPOILER BOO!!!!!!!] [PERCABETH] [piccoli accenni PiperXJason e Solangelo]
mini mini mini long.....
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jason/Piper, Nico/Will, Percy Jackson, Percy/Annabeth, Piper McLean
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ero arrabbiata. Delusa. Frustrata. Tralasciata. Ignorata.

Mi sentivo esclusa. O ancora peggio, scontata.

 

Mentre camminavo per i corridoi della Goode High School non potevo fare a meno di fissare tutte le ragazze che si lisciavano i capelli lanciando occhiatine ad altrettanti ragazzi che gonfiavano il petto per mettersi in mostra. Era una situazione a cui non ero abituata, nonostante fossero passati 9 estenuanti mesi da quando avevo messo piede li dentro per la prima volta.

L'ultimo anno di liceo era difficile per tutti, ma per una semidea dislessica, iperattiva e secchiona le cose potevano risultare un tantino più complicate che per una comune mortale. Fino ad allora le cose le erano andate più che bene, e tutto grazie alla presenza rassicurante del mio fidanzato e alla mia innata capacità di isolarmi così tanto per leggere e studiare.

Ma ora, che l'evento più importante della vita di una teenager americana era alle porte, tutta la solitudine che mi ero creata attorno non mi andava più tanto a genio.

Non che avesse troppa importanza, ma un po' mi rodeva vedere i ragazzi fare le fusa alle giovani donne per avere una risposta positiva al loro invito.

Era la prima volta che frequentavo una scuola in cui fosse previsto il ballo di fine anno.

E non ero stata invitata da nessuno. Letteralmente Nessuno. Nemmeno dall'unico qualcuno che avesse davvero importanza per me.

 

Sospirai e scossi la testa, facendo sbatacchiare i morbidi riccioli biondi. Davanti al mio armadietto le tre ragazze che odiavo di più al mondo, tanto che sospettavo fossero le arpie rinate dal Tartaro per rovinarmi l'esistenza, se ne stavano a chiacchierare con fare civettuolo, ostentando i decoltè prosperosi con maglie non proprio adatte all'ambiente e posizioni alquanto scomode per ogni persona normale.

Disturbarle non sarebbe stata una buona idea, ma avevo bisogno dei libri e non mi sarei fatta mettere i piedi in testa da nessuno. Avevo affrontato mostri ben peggiori di quelle donnine ormonate e superficiali.

Forse era proprio per questo che loro, reginette incontrastate di stupidità e vanità mi odiavano come la peste. Se avessero potuto augurarmi ogni cosa imbarazzante sulla faccia della terra lo avrebbero fatto.

“scusate” allungai un braccio e mi feci spazio tra le tre, cercando a tentoni la combinazione giusta

“oh guarda un po' chi si vede. Ciao Chase” Molly Ross, la più bastarda in assoluto, una ragazza dallo stampo asiatico, gli occhi scuri a mandorla contornati dall'eyeliner steso alla perfezione e i lunghi capelli castani lisci come seta.

“già. Ciao Molly” sbuffai, infilando nell'armadietto il libro di matematica per prendere l'occorrente utile a seguire storia dell'arte.

“non chiamarmi così! Chi ti credi di essere per rivolgermi la parola!” la faccia scandalizzata della ragazza, mi fece ridacchiare sommessamente, spingendomi ad usare più sarcasmo di quanto la povera mente bacata della mia compagna potesse sopportare

“non ti chiami così? Sai, siete talmente uguali voi tre che non vi si riconosce” chiudendo l'armadietto con un colpo secco mi girai, allontanandomi dal gruppetto che mi fissava allibito.

Ogni volta che ci incontravamo per i corridoi, ogni volta che un professore ci dava le spalle o tardava di qualche minuto, quelle tre arpie non perdevano occasione di lanciarmi frecciatine, torturarmi o peggio sputtanarmi davanti a più persone possibile. Evidentemente non gli andavano a genio le persone con quel minimo di personalità che servisse a farle stare al loro posto. Tutte Tranne una.

E avrei anche sopportato, e lasciato correre ogni singola frecciatina, se non fosse che l'unica persona alla quale quelle tre erano davvero interessate, era esattamente l'unica persona da cui anche io fossi attratta. Percy Jackson. Il mio ragazzo.

Perchè si sa. Per un semidio la sfiga non finisce mai. Ma sospettavo che oltre ad Era, anche Afrodite cominciasse ad avercela con me. Insomma, se fino all'estate prima Percy non era considerato che una nullità, dopo la trasformazione degli ultimi mesi era diventato abbastanza alto e atletico da entrare a far parte della top ten dei ragazzi per cui prendersi una cotta. Bhe... personalmente potrei vantarmi di avere una cotta per lui prima che diventasse famoso, ma lasciamo correre...

 

Il punto cruciale della situazione, era che nessuno sapeva e doveva sapere che lui era il mio ragazzo. Era stata una questione di principio all'inizio: la nuova arrivata che aveva già il ragazzo nella nuova scuola? Avrebbe destato sospetti, e soprattutto pettegolezzi, e ad entrambi non era sembrato il caso di sollevare lo scoop dell'anno, visto che in quanto a casini eravamo già sommersi fino al collo. Poi era diventata un'abitudine e quasi un giochino divertente, per cui avevamo deciso di continuare. Far finta di non conoscersi bene a scuola, lanciarsi occhiatine fugaci e boccacce che passavano inosservate alla maggior parte della gente per poi tornare a casa e comportarsi come fidanzati. O migliori amici. O come una coppia di semidei innamorati e pieni di problemi.

 

Per qualche mese era andato tutto bene, poi Molly e le sue amiche del cuore Tania e Breanna avevano cominciato a fare le oche con Percy e circa un milione di volte da allora mi ero sentita in dovere di portare alla luce del sole l'ormai stabile relazione con il figlio di Poseidone.

Per gli Dei, avevamo attraversato il Tartaro mano nella mano! Se non poteva definirsi stabile la nostra storia, cos'altro lo poteva essere?!

Ma poi, ogni singola volta, mi mordevo la lingua e ricacciavo indietro le parole. Da una parte perchè Percy si era sempre comportato bene, rifiutando ogni loro avances, dall'altra perchè avevo il costante timore che il comportamento non sempre consono del ragazzo avrebbe condizionato anche la mia media scolastica se si fosse saputo che stavamo assieme.

 

Le voci acute delle arpie mi stavano spaccando i timpani, con il loro blaterare di quanto fossero disordinati i miei capelli, di quanto fossero secchi e, come insulto peggiore avevano detto niente popò di meno che avevo le doppie punte. Che insulto terribile per una figlia di Atena a cui non avrebbe potuto importare di meno!

Avevo smesso di ascoltarle da un pezzo quando una mano perfettamente curata mi aveva afferrata per il braccio e fatta voltare, per poi essere ritratta con disgusto dalla frivola proprietaria.

Neanche avessi qualche malattia.

L'istinto, allenato in tanti anni dedicati alla lotta contro i mostri, mi disse di tirare fuori il pugnale ed attaccare. Stavo per portarmi la mano alla cintura, ma mi ricordai che A) non avevo più il pugnale che mi aveva regalato Luke, perchè lo avevo perso e B) uccidere una compagna di classe mi avrebbe molto probabilmente fatta uccidere a mia volta... o peggio, espellere.

Buttai fuori l'aria sgonfiando le gote e mi girai con un sorrisino accomodante stampato in faccia.

Le tre facce truccate si stagliavano davanti agli occhi: Tania, che mi aveva afferrata , stava cercando disperatamente un posto dove pulirsi la mano che non fosse la sua adorata gonnellina plissettata di Jeans.

“posso aiutarvi?” chiesi, in tono fintamente felice. Il gesto di Tania mi aveva fatto sentire sporca, e soprattutto diversa.

“bhè ci stavamo chiedendo se qualcuno ti avesse invitato al ballo” se la ridevano tra loro, sapendo di aver toccato un tasto dolente comune alla maggior parte delle diciottenni single a pochi giorni dal ballo di fine anno.

Bhe....per me fu ancora più doloroso.

 

“non vedo perchè dovrei dirlo a voi tre” sussurrai, mordendomi il labbro inferiore con tanta forza da sentire il vago sapore metallico del sangue. Mi strinsi nelle spalle, irrigidendomi

“lo prendiamo come un no” ghignavano così tanto che dovetti stringere i pugni per non stenderle seduta stante.

“guarda un po' chi c'è Annie?” il tono sarcastico e allo stesso tempo sognante di Molly mi fece alzare lo sguardo

“adesso ti faccio vedere come si rimorchia un ragazzo figo per il ballo. Cosa che a te non capiterà mai, ovviamente. Non vorrei che ti facessi illusioni” rise di gusto prima di incamminarsi verso l'armadietto numero 188.

avrei voluto strapparle ogni singolo capello da quel cranio troppo vuoto, ma mi limitai per l'ennesima volta ad assistere, impotente, alla scena tragica che della ragazza più popolare che fa la civetta.

I miei occhi grigi si fecero più scuri e umidi quando incontrarono quelli verde mare di Percy, che fece l'occhiolino nella mia direzione.

Con lui ero arrabbiata.

In fin dei conti era anche colpa sua se non avevo potuto rispondere con un SI alla domanda “ti hanno invitato al ballo?”. Probabilmente ero troppo orgogliosa e intelligente per essere sincera con Molly Ross, Tania Simpson e Breanna Rodriguez, ma quel Si sarebbe stata più una soddisfazione personale che altro.

 

“Ciao Perce” la mora si mordeva il labbro in quel modo tanto sensuale che personalmente non avrei potuto riprodurre nemmeno nei sogni più spinti.

“ehm...” la seconda occhiata che Percy mi rivolse fu di scuse. Il che mi fece vorticare in testa un triliardo di emozioni diverse; possibile che il mio ragazzo soffrisse così tanto di deficit dell'attenzione da non riuscire a concentrarsi nemmeno sulla sensualità fatta persona? Possibile che il semidio in questione mi amasse così tanto da scusarsi per quello che stava facendo qualcun altro? Possibile che fossi così codarda da non riuscire a reclamare quello che mi apparteneva di diritto?

Quando alzai il mento stizzita, lo sguardo preoccupato del giovane tornò a soffermarsi sulla sua interlocutrice

“ciao Molly. Che vuoi?” poggiato con una spalla al metallo colorato degli armadietti, i suoi occhi verdi continuavano a guizzare velocemente verso di me , tanto che, chiunque avesse un QI che superasse il livello indecente di 5 avrebbe capito che tra noi due c'era qualcosa. Fortunatamente Ross non superava il livello di intelligenza di un organismo unicellulare del brodo primordiale.

“senti” si sporse per avvicinare lentamente la sua faccia a quella di Percy, che invece, vagamente spaventato, cercava di allontanarsi, deglutendo a vuoto

“non è che verresti al ballo con me? Sai... mi manca il mio re... e una regina senza il suo re non è una vera regina”

il conato di vomito mi salì dallo stomaco a velocità supersonica, un po' per la sdolcinatezza di quello che avevo appena sentito, un po' per la paura che il mio ragazzo potesse accettare l'invito davanti alla prospettiva di un bel paio di gambe un po' troppo aperte.

Non che Percy fosse tipo da queste cose, ma era sempre un ragazzo e io non gli aveva ancora dato quello che invece Molly regalava come caramelle.

“mi dispiace Molly. Ma sono già impegnato”

“oh maddai... sono sicura che puoi rimandare i tuoi impegni per questa volta.... poi potremmo stare insieme, dopo la festa”

il fare allusivo della ragazza lo fece scoppiare a ridere Il suo sguardo tornò per l'ennesima volta su di me, il verde marino illuminato da un lampo di divertimento e sfrontatezza

“oh no. Non hai capito. Non so se al ballo ci vengo, ma se lo faccio, sarò il cavaliere della mia ragazza”

i brividi percorsero tutto il mio corpo, delle dita dei piedi alle famose doppie punte dei capelli troppo secchi.

Diamine era un invito quello?! Che razza di persona invitava qualcuno in quel modo?

Sperai che una volta a casa ne avremmo riparlato.

In realtà sperai che una volta a casa, si sarebbe presentato con un mega mazzo di fiori offrendosi di farmi da accompagnatore per il ballo..ma.... povera me...che illusa...

il piagnucolio di Breanna mi fece tornare con i piedi per terra.

La campanella stava suonando e io non avevo tempo da perdere con queste scenate.

“oh lo sapevo! Stai con Stephany Strokes vero?” Molly aveva messo su il broncio, il labbro inferiore sporgeva e gli occhioni da cerbiatto avrebbero fatto intenerire chiunque. Percy era visibilmente confuso, la ruga tra le sopracciglia era più profonda del solito

“Stephany chi?”

d'altra parte, Molly non lo stava minimamente ascoltando

“cielo! Quella ragazza diceva sul serio! Ero convinta che raccontasse delle enormi bugie ma a quanto pare mi sbagliavo” lo sguardo indagatore di Molly e il singhiozzare disperato di Breanna mi fecero salire i nervi a fior di pelle.

Per gli dei! Percy era impegnato e loro frignavano? Valle a capire.

Senza pensarci troppo intervenni, usando la mia tattica migliore: parlare per distrarre l'avversario e prendere tempo.

“Stephany sta con Michael della squadra di hokey. Le storie su Jackson sono tutte inventate” alzai le spalle, fingendomi interessata ai pettegolezzi e attirando l'attenzione delle tre ragazze e lo sguardo curioso del mio fidanzato

“e tu come lo sai?” Tania si stava pettinando i lunghi capelli castano-tinti, un cipiglio curioso le faceva arricciare la punta del naso

“oh ma lo sanno tutti! Passano il tempo a limonare nel parcheggio dietro ai campi da Football. Possibile che non li abbiate mai visti?” non avevo la minima idea se fosse vero o no, ma quello che stavo dicendo sembrò incuriosirle

“sul serio?” la loro ostilità parve cessare al cospetto di un nuovo piccante pettegolezzo.

Un pò mi sentivo un verme per la povera persona, che non avevo mai visto, di nome Stephany....decisi che la prima volta che l'avessi vista, l'avrei ringraziata.

“esatto. Come hai capito Molly io non sto con nessuna Stephany e non ci vengo al ballo con te. Ora scusami ma devo andare” Percy, con un colpo di reni, si staccò dall'armadietto, e dopo un'ultima fugace occhiata divertita verso di me se ne andò.

E io lo imitai, non prima di aver dato il colpo di grazia

“ah. Proprio un bel colpo Molly! Chi è che dovevi rimorchiare?” la sua faccia paonazza fu l'ultima cosa che vidi prima di entrare in aula.

Sorrisi compiaciuta perchè 1) il difetto fatale del mio ragazzo era anche il suo miglior pregio, 2) avevo umiliato le 3 ragazze più popolari della scuola e dulcis in fundo, 3) avevo inventato il mio primo pettegolezzo.

 

Ridacchiai come una stupida sedendomi nell'ultimo banco in fondo all'aula, attirando l'attenzione di tutti.

Se ci si sentiva sempre così, ad essere una ragazza normale, allora mi sarei voluta godere un po' di normalità.

Al Tartaro! Mi sentivo dannatamente potente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Seduta in macchina, guardai la pioggerellina sottile infrangersi contro il parabrezza, sul quale, cadenzati, si muovevano i tergicristalli. L'ultima ora di storia dell'arte era stata parecchio noiosa, la professoressa non aveva detto nulla che già non sapessi sull'architettura classica in epoca post-coloniale, il che mi aveva lasciato un mucchio di tempo per pensare a quello che era successo e a come affrontare il discorso “ballo” con Percy.

I suoi occhi, sempre attenti alla strada, brillavano al riflesso della pioggia. Il sole primaverile faceva capolino tra i nuvoloni carichi d'acqua e posava i suoi raggi più caldi sui suoi capelli corvini e spettinati.

Sospirai, gettando la testa indietro e stringendo più forte lo zaino sulla pancia.

“Annabeth c'è qualcosa che non va?” la mano calda di Percy si spostò dal cambio alla mia coscia, facendomi arrossire.

Non era solito toccarmi così e le rare volte in cui lo faceva, le farfalle prendevano a vorticarmi impazzite nello stomaco. Distolsi lo sguardo, puntandolo fuori dal finestrino, verso i grattacieli di Manhattan; tutto quel vetro in cui non facevo fatica a specchiarmi mi aveva sempre messo in soggezione.

Mugugnai un “mmm-mm” in risposta, mordendomi l'interno della guancia. Non sapevo come iniziare a parlare di quello che mi torturava dentro, il che era abbastanza strano, nonché imbarazzante per una figlia di Atena.

“non è che sia la risposta più chiara del secolo” percepii il sorriso che gli si era stampato in faccia, nella nota allegra della sua voce. Evidentemente l'ultima ora di educazione fisica gli era andata particolarmente bene.

“come è andata l'ultima ora?” decisi di cambiare argomento. Fintanto che non fosse stato lui a tirare fuori la discussione, io me ne sarei stata buona

“direi bene. Il coach ci ha fatto fare un po' di atletica nel circuito all'aperto, poi ci ha fatto rientrare per via della pioggia. Così mi sono dato alla corda. Gli altri non riuscivano a credere che fossi riuscito a salire fino in cima così facilmente” per un istante si girò a guardarmi, allegro

“al campo facciamo di molto peggio” continuò, e giurerei di avergli visto le rotelle del suo cervello fumare, rivangando i ricordi delle estati passate.

Poi la sua espressione si fece più seria

“lo sai che non mi interessano quelle oche vero?”

stava davvero pensando che dubitassi di lui?

“lo so” ammisi, sentendomi quasi in colpa per i pensieri che avevo avuto su lui e Molly che se la spassavano dietro ai campi da Football

“e allora perchè eri arrabbiata prima?” svoltò a destra, imboccando il vialetto dell'appartamento che papà mi aveva affittato qui a New York

“io...” ecco fatto. Era giunto il momento della verità.

Inspirai a fondo, guardandomi le unghie poco curate. Forse quelle arpie avevano ragione. Non ero abbastanza bella per meritarmi Percy.

“tu?” parcheggiò con facilità la Prius di Paul sotto la tettoia che fungeva da garage.

“io ho visto i ragazzi che invitavano delle ragazze al ballo” dovevo prendere tempo. Dovevo pensare ad un piano d'azione. Ad una strategia.

“e?” incalzò, smontando agilmente dall'auto e correndo verso il portico con le chiavi di casa in mano.

Sospirai, alzando gli occhi al cielo. Poi presi coraggio e lo seguii verso l'ingresso, sbattendomi la portiera alle spalle.

“e la Ross mi ha fatto notare che io non sono stata invitata da nessuno”

“e da chi saresti dovuta essere invitata scusa?” entrammo sulla tromba delle scale mentre la pioggerellina prima sottile, si faceva sempre più forte

“non ti lascerei andare con nessuno. È una questione di principio.” piccato, aveva stretto le labbra in una linea dura

“sei geloso Perseus Jackson?” il pensiero mi fece arrossire e sorridere.

“Diamine Si! Certo che sono geloso”

Se lo avessero chiesto a me avrei risposto esattamente allo stesso modo.

Entrando a casa, inspirai l'odore familiare di mare e limone, l'esatto connubio di profumi simbolo della nostra vita insieme. Lasciai lo zaino sul tavolino vicino all'ingresso e scalciai via le scarpe bagnate, dirigendomi a velocità supersonica verso il frigorifero. Stavo letteralmente morendo di fame.

Tirai fuori gli ingredienti per preparare un pranzo veloce, i taco al manzo che Leo ci aveva insegnato a fare sull'Argo II, sotto lo sguardo vigile del mio ragazzo. Deglutii, ricacciando indietro la paura di dirgli quello che volevo davvero

“allora potresti invitarmi tu” borbottai, tagliando le verdure a striscioline e buttandole in padella

“tu vorresti andarci?” dall'altra parte dell'isola della cucina, poggiato con le braccia conserte sul marmo, mi guardava curioso

“vorrei provare un po' di normalità. Sai, il ballo, prepararsi come le ragazze mortali, e fare tutto quello che fanno dopo con i loro ragazzi.” ammisi, piegando un angolo delle labbra in un sorriso timido

“allora ci andremo. E per la parte del DOPO se ti va possiamo rimediare” mi persi nei suoi occhi meravigliosamente maliziosi, colmi di quell'entusiasmo che solo lui riusciva a dimostrare

“lo dici solo perchè vuoi accontentare me.” misi la carne nella padella e mescolai, lasciando che il profumo ci avvolgesse e mi facesse brontolare lo stomaco. Gli diedi le spalle per prendere i taco dalla credenza.

“non è vero”

quasi inciampai sui suoi piedi, quando girandomi, me lo ritrovai davanti

“ma forse così andrà meglio” mise in mostra la fila di denti bianchi e allineati, raddrizzò le spalle e mi tese la mano nella quale reggeva una piccola margherita, l'unica che fosse mai riuscita a nascere nei piccoli vasi che avevo messo sui balconi.

“Annabeth Chase. Vuoi venire al ballo di fine anno con me?”

mi morsi il labbro per evitare che un sorriso ebete mi apparisse sulla faccia.

Maledizione! Una figlia di Atena dovrebbe mantenere un po' di contegno!

Mi limitai ad annuire, allacciandogli le braccia al collo

“meno male” sospirò sul mio collo “temevo non avessi accettato”

rise ed io con lui.

“Percy ascolta.... per la parte del “dopo” io non...” l'imbarazzo crebbe, e il sentii il sangue affluirmi copioso agli zigomi. Non mi sentivo pronta ad affrontare anche quello. Non ancora

“ehi Sapientona... stai tranquilla. Stavo scherzando” mi allontanò da se quanto bastava per guardarmi in faccia, premuroso

“torneremo a casa, e ci guarderemo un film accoccolati sul divano. Faremo le ore piccole e ci addormenteremo sfiniti, così avrai anche quella parte di normalità senza fare nulla che tu non voglia. Ci stai?”

azzerai la distanza tra noi, unendo le mie labbra alle sue.

Restammo così per parecchio tempo...

più o meno finchè la puzza di bruciato non mi fece ritornare alla realtà.

Controvoglia mi staccai da lui e finii di preparare il pranzo.

“che ne dici se invitiamo anche Piper e Jason? “ la proposta non mi dispiaceva affatto, quindi annuii

“come facciamo a farli entrare però?”

“non credo che Piper abbia problemi a convincere due buttafuori a farla entrare”

ridemmo per così tanto tempo che la maggior parte dei taco bruciacchiati ci andò di traverso

“ti amo testa d'alghe” gli feci la linguaccia e i suoi occhi mandarono scintille

“ti amo anche io sapientona”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A

 

ahahahah eccomi tornata con una mini mini mini long di 3 capitoli per onorare una tappa importante di ogni ragazza americana: il ballo del liceo!!!!!!

 

dai ammettiamolo, chi di noi non ha mai sognato di partecipare a una di quelle feste che fanno tanto vedere nei telefilm?

Oh bhe, io si!!! quindi, volenti o nolenti, Annabeth ci parteciperà! Hahahaahahaha

 

 

Per gli Dei! Quasi dimenticavo!

Sono 3 capitoli che usciranno nei prossimi giorni, quindi attenzione attenzione!!! sono già scritti e (salvo imprevisti, quali attacchi di Arpie, Dragoni, Dracene, giganti o madre terra in tutta la sua “persona?”) li pubblicherò a partire da oggi e nei prossimi due giorni.

Quindi, se vi dovesse interessare la storia, lasciatemi una recensione e....

STAY TUNED!!!

Percabeth in arrivo!!!

 

 

 

 

 

sempre vostra

 

 

Luckily 

   
 
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