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Autore: black dalia    17/06/2015    5 recensioni
(Storia ad OC, iscrizioni chiuse!)
30 anni fà, Artemisia è stata sconfitta ma ora un nuovo
nemico è apparso ed una nuova squadra è stata formata per fermarlo.
Ma cosa sucederebbe se questo nemico decidesse di tornare indietro
nel tempo per eliminare i genitori di questi nuovi eroi?
E se i futuri genitori fossero proprio Squall e i suoi amici?
Scopritelo leggendo!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Squall Leonheart, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PER SALVARE IL FUTURO

 

Cap.4) Una misteriosa presenza

 

Leon era in guai grossi.
Poche ora prima aveva lasciato la capitale di Balamb e si era addentrata nella foresta per dirigersi al Garden, sperando di trovarci qualcuno dei suoi compagni, ma ora si stava pentendo di quella scelta.
Attualmente, si trovava in una radura circondata da alti alberi, circa al centro della foresta, e stava combattendo da quasi un'ora con un'orda di mostri creati da Darkar grazie alla sua materia oscura.
“Non posso credere che quel maledetto abbia riempito la radura con tutti questi esseri!” pensò infuriata, tranciando la testa di uno di loro col suo gunblade.
-GROOOWWW!- ruggì un mostro, che aveva le dimensioni di un camion, prima di fiondarsi contro di lei con il chiaro intento di travolgerla sotto le sue enormi zampe.
-Maledizione!- esclamò Leon saltando con grande agilità, evitando la creatura, e colpendolo con un ben piazzato proiettile fire nel cranio, facendolo crollare a terra, morto.
“Ma non finiscono mai?!” si chiese esasperata mentre evitava gli artigli di un altro mostro; erano decine ed ogni volta che ne uccideva uno ne comparivano altri due a prendere il suo posto.
“Così non arriverò più al Garden!” pensò infastidita mentre sparava altri proiettili contro un gruppetto di loro, abbattendoli.
-Ora basta, mi avete stancata!- esclamò seccata, abbassando la sua arma: chiuse gli occhi per concentrarsi, raccolse tutta la sua energia e liberò la sua magia.
-LIGHT!- gridò, aprendo le braccia: una potente luce si diffuse tutt'attorno a lei, colpendo i mostri nella radura e facendoli scomparire, rimpiazzati da delle belle piantine di fiori.
Il rilascio di tutta quella magia comportò un notevole sforzo e, dopo essersi assicurata che tutti i mostri fossero spariti e che quindi non c'erano più minacce, si accasciò a terra, ansimando pesantemente.
“Non capisco... anf, anf... come mai faccio così fatica ad usare la mia magia? E' come se... anf, anf... come se qualcosa me la stesse sottraendo” pensò Leon mentre prendeva dei respiri profondi.
In quel momento, la ragazza udì un sibilo che la mise subito in allarme; saltò in piedi e si spostò appena in tempo per evitare che delle lance di ghiaccio la trapassassero.
Sguainò il gunblade e si guardò attorno per cercare il suo avversario.
“C'è una sola persona che conosco che potrebbe fare una cosa del genere” pensò la castana, stringendo la presa su Revolver e gridando -VIENI FUORI, LUCREZIA!-.
L'istante successivo, Leon dovette schivare una decina di lance e pugnali di ghiaccio che si conficcarono nel terreno, nello stesso punto in cui, un attimo prima, si trovava lei.
La ragazza ringhiò, continuando a cercare l'altra strega con lo sguardo “dove sei, maledetta?!” pensò ma, proprio in quel momento, delle schegge di ghiaccio apparvero, sfrecciando verso di lei, ma questa volta, Leon preferì distruggerle col suo gunblade.
-Avanti, Lucrezia! Vieni fuori!- esclamò la castana stringendo i denti -oppure sei così codarda da avere paura di affrontarmi faccia a faccia, eh?- disse, lasciando che un ghigno le si dipingesse sulle labbra -cosa c'è? Darkar non ti ha dato abbastanza potere per affrontarmi? Credevo che il tuo signore fosse “la strega più potente mai esistita”... non sono parole tue?- continuò la ragazza con un tono canzonatorio.
Conosceva bene il carattere di Lucrezia: era una donna maligna, maliziosa, molto orgogliosa e terribilmente fedele a Darkar.
Leon sapeva che la strega elargiva le peggiori punizioni a coloro che mancavano di rispetto al suo signore.
Infatti non ci volle molto che la castana ricevette una risposta: in un attimo il terreno dell'intera radura iniziò a gelarsi e, ben presto, Leon si trovo con le gambe congelate fino al ginocchio, bloccata così al terreno.
-Ahahahahah! Bene, bene... sembra che la Strega dell'Ordine sia caduta nella mia trappola!- disse una voce suadente dietro Leon e, poco dopo, apparve una donna, uscendo da dietro un albero che, fino ad allora, l'aveva nascosta: era di altezza media con un fisico longilineo, il viso ovale, le labbra carnose messe in risalto da un rossetto color rosso vivo, la carnagione alabastrina era in netto contrasto con i suoi capelli nero corvino, mossi e lunghi fino a metà schiena ed aveva gli occhi color nero opale.
Indossava una giacca in pelle, color rosso porpora, con un profonda scollatura che metteva in mostra una parte del suo prosperoso seno, dei pantaloni attillati anch'essi rossi, degli stivali neri che le arrivavano al ginocchio e tra le mani teneva una frusta.
Leon le mostrò i denti, prima di ringhiare -e tu credi che un incantesimo di ghiaccio mi possa fermare?- poi mise le mani sulla sue gambe congelate -fire!- esclamò rilasciando la sua magia: avvertì un lieve calore iniziare a svilupparsi dalle sue mani ma, nel momento stesso in cui lo percepì, il calore scomparve e Leon sentì drenare la sua energia.
-Ma... ma che...?- chiese ansimando e guardandosi le mani -che cosa... mi succede?-
-ahahahahah! Oh, poverina! Hai terminato la tua magia... ahahahahah!- rise Lucrezia avvicinandosi a Leon.
L'altra la guardò da sotto il cappuccio che aveva tirato sulla testa -non ti conviene sottovalutarmi- le disse con un tono minaccioso e cercò di usare il suo gunblade per spaccare il ghiaccio ma la mora districò la frusta dalle sue mani e, con un rapido schiocco, l'avvolse attorno all'arma di Leon tirandogliela via dalle mani con un colpo secco e buttandolo a diversi metri di distanza da loro.
Leon strinse i pugni nel vedere il suo Revolver conficcato nel terreno.
-Oh, non così in fretta, mia cara- disse Lucrezia con un tono dolce ma che, per esperienza della castana, non prometteva mai nulla di buono.
-Ho appena iniziato con te- continuò la mora, rilasciando un'altra magia di ghiaccio che imprigionò anche il busto di Leon, lasciando libera solo la testa.
La ragazza tentò di richiamare ancora la sua magia ma, ogni volta che ci provava, tutto quello che otteneva era solo sentirsi più stanca.
Lucrezia le si avvicinò, sorridendole maliziosamente -è inutile che provi ad usare la magia... non funzionerà- le disse e quel commento fermò i tentativi di Leon, facendola guardare nella sua direzione -che cosa mi hai fatto?- gli chiese, livida di rabbia.
La mora sorrise più marcatamente, avvicinandosi abbastanza da far in modo che il suo corpo fosse appoggiato al ghiaccio in cui era rinchiusa la castana e il viso a pochi centimetri dal suo -ho lanciato sulla radura un incantesimo di assorbimento- le mormorò a fior di labbra e quelle parole bloccarono Leon peggio del ghiaccio in cui era intrappolata.
-Per tutto il tempo in cui hai affrontato quei mostri... l'incantesimo stava assorbendo la tua energia e l'incantesimo di luce che hai scagliato prima ha solo accelerato il processo- disse la mora, allontanandosi dal viso dell'altra, con un sorriso crudele dipinto sul volto.
-Ora, mia cara, sei alla mia completa mercé... ahahahahah! Darkar sarà molto contento di poter vedere chi si nasconde sotto questo cappuccio prima di finirti con le sue mani- disse Lucrezia prendendo tra le dita il mento di Leon.
-Devo ammettere che hai fatto un bel lavoro con l'incantesimo di oscuramento...- disse cercando di scrutargli il viso -non riesco a distinguere i tuoi lineamenti nonostante sia così vicino a te-.
Le lasciò il mento e si allontanò di qualche passo da lei, prima di puntargli il dito indice contro: Leon sgranò gli occhi, avendo intuito le intenzioni dell'altra, e tentò ancora di divincolarsi ma la presa del ghiaccio sul suo corpo era troppo forte e non cedeva di un millimetro.
-Ahahahahah! E' inutile che provi a ribellarti! Sai benissimo che il ghiaccio che creo con la mia magia è molto più resistente di quello che puoi trovare in natura- disse Lucrezia sprezzante, dopo aver osservato il tentativo di ribellione dell'altra -ora... arrenditi al tuo destino... blizzaga!- esclamò lanciando contro la castana la sua magia che la colpì in pieno, creando un leggera nebbia attorno a lei.
Quando la nebbiolina si diradò, Lucrezia esaminò compiaciuta il grosso iceberg che teneva intrappolata Leon: la castana non si muoveva, completamente bloccata all'interno della grossa lastra di giaccio, con la bocca leggermente aperta in un ultimo disperato tentativo di chiedere aiuto.
La mora sorrise maliziosa, toccando con la punta delle dita la superficie di quella prigione gelata -non ti preoccupare, mia cara, non rimarrai qui per molto... quando ti porterò dal mio signore, sarà lui in persona a scongelarti... e a toglierti la vita- sibilò velenosamente la donna, socchiudendo gli occhi e scoppiando, poco dopo, in una risata maligna.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Garden di Balamb

 

Squall si agitò sulla sedia e sbatté stancamente le palpebre un paio di volte; faceva fatica a rimanere sveglio mentre sentiva il preside parlare al telefono.
Percepiva lo sguardo di Rinoa su di lui: sapeva che era preoccupata per la sua salute ma era contento che non gli si fosse ancora avvicinata per chiedergli se stava male; lui odiava dimostrare qualunque tipo di debolezza, specialmente di fronte ad altre persone.
Scosse la testa per cercare di schiarirsi la mente ma, per quanto ci provasse, la sonnolenza che lo aveva colpito un minuto fa sembrava farsi sempre più pesante ogni attimo che passava.
Strofinò gli occhi con il dorso della mano per cercare di tenerli aperti ma il gesto non ebbe l'effetto sperato, anzi, gli sembrava che ora non riuscisse neanche a riaprirli.
“Forse dovrei tenerli chiusi per un attimo... giusto per riposare... dopotutto, non posso dire di aver dormito bene ieri notte” pensò mentre sentiva la sua coscienza cedere sempre più all'oscurità del sonno.
“Il resto me lo diranno gli altri... quando avranno deciso cosa fare...” fu il suo ultimo pensiero prima di cadere addormentato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sentiva freddo... come se il suo corpo fosse stato immerso nell'acqua ghiacciata: lo sentiva sulla sua pelle, gli faceva rizzare i peli, gli penetrava nelle ossa e nei polmoni come fosse aria gelida.
-Svegliati-.
Udì una voce, sconosciuta.
Un sussurro, forte ma lontano, come se la persona che gli aveva appena parlato fosse distante molti metri da lui.
-Svegliati... alzati... ha bisogno di te!-.
Aggrottò la fronte a quelle parole; perché quella voce gli sembrava familiare?
Chi ha bisogno di me?” pensò mentre cercava di aprire gli occhi per vedere chi lo stava chiamando.
Quando ci riuscì, la prima cosa che notò era che non era più nella sala riunioni del Garden: il luogo in cui si trovava sembrava una stanza.
Poteva vedere il soffitto e le pareti attorno a lui, sentiva il pavimento sotto la sua schiena ma, la cosa che lo fece scattare a sedere, era che tutto era oscurato da una specie di densa nebbia nera.
La vedeva salire dal pavimento, strisciare sulle pareti e vorticare sul soffitto, creando dei piccoli vortici che poi si sfaldavano, ricadendo a terra, facendo così ripetere il processo.
Si alzò e si guardò attorno, guardingo: ad una prima ispezione non sembrava esserci nessuno oltre a lui in quella strana camera.
Dove sono?” si chiese confuso.
-Questa è... una parte... del suo cuore-.
Squall sobbalzò nel risentire quella voce e si guardò attorno per cercare di localizzarne l'origine.
-Dove sei?!- esclamò il castano cercando di prendere il gunblade alla sua cintura solo per scoprire che non c'era -fatti vedere!-.
All'improvviso, comparve una porta, dall'altro lato della stanza rispetto a dove stava lui, si aprì e sulla sua soglia apparve qualcuno.
Squall socchiuse gli occhi, leggermente accecato da tutta quella luce che proveniva da dietro alla figura: non riusciva a distinguerlo bene ma era sicuro che fosse un uomo.
-Chi sei?- gli chiese il castano, aggrottando la fronte, tenendo le distanze da lui; era molto confuso su quello che gli stava accadendo e preferiva tenere le distanze da un possibile nemico.
Dal canto suo, l'uomo non fece un solo passo verso Squall, molto probabilmente percependo il sentimento di diffidenza nei suoi confronti.
-Tu sai chi sono- gli rispose con un sussurro: la sua voce era forte, calma ed un po' ruvida come quella di un uomo maturo.
A quelle parole, Squall restrinse gli occhi ed assottigliò le labbra -non riesco a vederti con quella luce dietro di te... forse, se venissi più avanti...- ma le sue parole vennero interrotte da un grido di dolore, che proveniva da qualche parte dietro l'uomo.
Quel suono allarmò lo sconosciuto -presto! Vieni! Ha bisogno di te!- esclamò allungando la mano verso Squall ma non facendo neanche un passo verso di lui.
-Chi ha bisogno di me?- gli chiese il ragazzo, confuso -e poi, come mi hai portato qui?-
l'uomo scosse la testa in diniego -non ora... non c'è tempo per questo... devi aiutarla! Solo tu puoi farlo! Devi andare da lei, ora!- disse con una chiara urgenza nella voce.
Squall si morse il labbro inferiore ed aggrottò la fronte “come posso fidarmi di lui? Potrebbe essere una trappola” pensò.
-Non è una trappola- disse lo sconosciuto, sorprendendo il castano -ti ho portato qui perché tu sei l'unico che può aiutarla! Dopo ti farò tornare indietro ma, adesso, lei ha bisogno di te!- esclamò tendendo ancora la mano verso di lui -fidati del tuo istinto-.
Squall lo guardò con un'espressione indecisa; non sapeva chi fosse questa persona ma, qualcosa, nel suo cuore gli diceva di afferrare la mano dello straniero.
Alla fine, cedette e prese la mano tesa, percependo una sensazione di familiarità alla sua stretta decisa, ma non prima di dire allo sconosciuto -se mi stai mentendo ti farò pentire di avermi incontrato!- guardando il suo volto, ancora in ombra, con un sguardo di ghiaccio.
A quelle parole l'uomo ridacchiò -è una cosa molto difficile- disse, per poi tirare Squall oltre la porta e nella luce.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! (^w^)
Eccomi qui con questo nuovo capitolo che racconta quello che sta succedendo a Leon e quello che è accaduto a Squall: come pensate che se la caveranno i due?
Leon cadrà nelle mani di Darkar? E Squall chi deve salvare?
Lo scoprirete solo continuando a seguire questa storia, naturalmente! ^o^
Ora, siccome un paio di voi mi hanno detto di avere qualche problema a seguire la storia per via dei molti personaggi aggiuntivi ho fatto una lista dei personaggi principali (intendo oltre al nostro gruppetto di Seed preferito): c'è il nome, l'età e da chi è stato creato.
Alcuni di loro non hanno scritto il creatore perché mi sono stati dati dai miei amici che non sono iscritti al sito e preferiscono mantenere l'anonimato ma li ringrazio ogni giorno per la spinta che mi danno nello scrivere questa storia.
Iniziamo dai cattivi:

-Nome: Darkar
-Creato da: la sottoscritta
-Età: sconosciuta

 

-Nome: Lucrezia
-Età: sconosciuta

 

-Nome: Silver
-Età: 23 anni

 

Ed ora, passiamo ai buoni:

-Nome: Leon
-Creata da: la sottoscritta
-Età: 19 anni

 

-Nome: Amarant Almasy
-Creato da: la sottoscritta
-Età: 21 anni

 

-Nome: Rinoa Almasy
-Creata da: wolf19
-Età: 19 anni

 

-Nome: Ros Dincht
-Creata da: dragun95
-Età: 21 anni

 

-Nome: Helen Dincht
-Creata da: grieverwantsahug
-Età: 19 anni

 

-Nome: Maximilian Callagher
-Creato da: Devilangel476
-Età: 23 anni

 

-Nome: Daniel Kinneas
-Età: 22 anni

 

-Nome: Alexander Kinneas
-Età: 18 anni

 

-Nome: Amèlye Trepe
-Creata da: animefans
-Età: 17 anni

 

-Nome: Myria Kramer
-Creata da: whitemushrooms
-Età: 27 anni

 

Spero che questo vi aiuti! ^^
Ringrazio, ancora, coloro che mi hanno lasciato il loro OC e li invito a recensire per dirmi che ne pensano della storia e di come sto usando il loro personaggio.
Ci sentiamo al prossimo capitolo!
Saluti e baci da black dalia

  
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