Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: shalalahs    18/06/2015    0 recensioni
C'era una volta, un acrobata senza nome. I suoi piedi erano fatti per camminare per terra, ma la sua mente apparteneva al vuoto del cielo e degli strapiombi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DI FILI ED ARIA

 

C'era una volta, un acrobata senza nome. I suoi piedi erano fatti per camminare per terra, ma la sua mente apparteneva al vuoto del cielo e degli strapiombi. Spesso fantasticava su librarsi in volo, in mezzo agli alisei ed osservare il vuoto. Così, fece in modo che i suoi piedi potessero camminare su fili di terra sottili come corde. Si arrampicava su di essi e ne cercava di sempre più alti, senza corde, senza niente che lo reggesse nel caso fosse caduto. In un certo senso, non aveva paura di cadere. Sarebbe stato felice, pensava, se fosse caduto e avesse provato cosa significasse volare, prima di morire. Molte persone si appassionarono alle nuove sfide dell'acrobata. Ne richiedevano sempre di più dure e difficili, per divertirsi. Finché un giorno, dalla folla, uno spettatore rimase anche dopo lo spettacolo, cercando di parlare con l'acrobata. Perché lo fai?, chiedeva. Non hai paura di morire?, chiedeva. E l'acrobata vide qualcosa di diverso, negli occhi dello spettatore. Non felicità per il nuovo spettacolo, ma preoccupazione per il prossimo, e quello dopo, e quello dopo ancora. è ciò per cui vivo, rispose l'acrobata con una sincerità che disarmò lo spettatore.

Da quel giorno, i due divennero amici, ma lo spettatore volle imparare a camminare sui fili di terra come faceva l'acrobata, insistendo per accompagnarlo dove gli altri non osavano. Così non avrai paura, diceva. Così avrò meno paura, diceva. E così fu. Camminarono su migliaia di fili, su mille strapiombi, uno più profondo dell'altro. Ed ogni volta, in mezzo alla strada, l'acrobata si girava e guardava il fondo, sospirando. Un giorno come un altro, l'ennesimo spettacolo che entrambi vivevano come un passatempo. Ma montagna era alta ed il vento era forte. Un'altra volta, dicevano tutti. Un'altra volta non sarà la stessa, diceva l'acrobata. I due amici salirono sul filo, lentamente, ed il filo cominciarono a percorrere, lentamente. Ogni tanto l'acrobata sentiva il brivido della paura. Adesso ci siamo, stavolta ci siamo, diceva mentre camminava. E lo spettatore dietro di lui non ricevette risposta, nonostante i vari tentativi di capire di cosa parlasse.

Il vento scosse il filo vistosamente, facendolo oscillare e l'acrobata non riuscì a mantenere l'equilibrio come lo spettatore. Si sarebbe lasciato cadere, aveva pensato. Si sarebbe lasciato cadere ed avrebbe volato come aveva sempre desiderato. E stava per cadere giù, se solo lo spettatore non l'avesse afferrato prima, perdendo il proprio di equilibri per far ritrovare un appiglio all'acrobata. Le mani dell'acrobata erano deboli agli istinti e si aggrapparono, contro le speranze dell'acrobata.

Ma quelle dello spettatore erano troppo lontane.

Nessuno udì un urlo, quando lo spettatore realizzò che stava cadendo. Così come l'acrobata non emise un suono, quando vide l'amico guardarlo in volto per l'ultima volta. Ma qualcosa cambiò, nel cuore dell'acrobata. I fili su cui aveva camminato divennero un veleno per il suo cuore e per i suoi pensieri. E li odiava, e li temeva, e in quel momento avrebbe voluto tanto esser fatto ancora per camminare per terra. Perché le sue mani non erano fatte per mantenere la presa, ma per restare aperte e mantenere l'equilibrio. Penzolava sull'abisso e non osava guardar giù. Ma nessuno degli spettatori osò avvicinarsi o correre a salvarlo. Tutti, rimanevano lì immobili, davanti ad uno schermo che raccontava l'avvenuto come la migliore delle sorprese. E, tutti insieme, aspettavano.

Aspettavano il momento in cui anche l'acrobata avrebbe ceduto.

E così, in silenzio, anche lui aspettò.

______________________________________________________________________________________________________________________________
NA:
Hallo, guess how's back? (back again).
Okay, scusate la pessima citazione di Eminem hehe
Random momento di introspezione.
Questa storia è ispirata ad un personaggio inventato da me, spero vi piaccia <3

pazzo e chiudo,
Shà <3

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: shalalahs