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Autore: Kano_chan    19/06/2015    6 recensioni
Dal Prologo:
"Sto aspettando e non so quanto ci vorrà, ma mentre aspetto vorrei raccontarvi la mia storia.
E’ una storia senza pretese perché racconta del mio viaggio in compagnia di 15 amici, delle mie origini, del mio amore, delle mie battaglie, del mio terrore e della mia gioia, delle mie ferite e delle mie vittorie: della mia vita insomma.
E se sulle prime vi potrà sembrare straordinaria in realtà per me è stata normalissima.
Ma vorrei lo stesso narrarvela.
Questa è la storia della Figlia della Montagna."
~~~~~
Dall'Epilogo:
Fine
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Legolas, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 79
Capitolo 79


Non appena Thranduil sparì dalla mia vista, fuori dalla mia tenda scoppiò un tafferuglio di voci concitate. Erano voci che avrei riconosciuto ovunque. Sentii qualcuno gridare più forte nel tentativo di calmare le acque con scarso successo e poco dopo entrò un Kili sospirante. Il mio sposo mi guardò negli occhi, anticipandomi già solo con lo sguardo la richiesta che stava per pormi.

-    Dovresti riposare... - esordì, ma il suo tono conteneva già la consapevolezza di quella che sarebbe stata la mia risposta.
-    Kili ancora loro, poi giuro che chiunque ci sia dopo aspetterà che mi sia riposata - risposi difatti.

Kili tentennò sul posto, indeciso se dar ascolto alle mie parole o al pallore che si stava facendo nuovamente strada sul mio volto.

-    Kee.. - sussurrai allungando le mani verso di lui, che vennero presto strette nella sua presa calda - mi dispiace... -
Lui scosse la testa energicamente - smettila di ripeterlo ti prego.. - disse con tono accorato - li faccio entrare, d'accordo. Ma dopo riposi - aggiunse.

Io annuii, sorridendogli grata mentre lui faceva capolino fuori dalla tenda per dare il benestare.
Una volta messosi da parte, uno per volta apparvero Oin, Gloin, Bifur, Bofur, Bombur, Ori, Dori, Nori e Dwalin seguiti dall'alta e composta figura di Gandalf. Rimasero tutti in religioso silenzio mentre si assiepavano all'interno della mia tenda. Le facce erano delle più disparate, ma si vedeva che ognuno di loro cercava di contenere a modo suo il dolore. Ori, in particolare, aveva il labbro inferiore stretto tra i denti e gli occhi che saettavano da una parte all'altra in cerca di un appiglio. Sicuramente i suoi fratelli lo aveva redarguito di non piangere in mia presenza.


-    Ori - mi rivolsi direttamente a lui, dandogli così l'opportunità di posare lo sguardo su qualcosa: aveva gli occhi così pieni di lacrime da apparire grandi il doppio - piangi se vuoi - e così ruppi l'argine.

La sua faccia si piegò su sè stessa, mentre le lacrime iniziavano a scorrere. Un singulto lo scosse e si precipitò ad abbracciarmi.
Vidi Nori e Dori cercare di protestare, ma li dissuasi con un cenno del capo. Il dolore c'è, fa parte di noi, e reprimerlo non fa mai bene. Anzi, mi sentivo ancora peggio a sapere quanti sforzi stessero facendo per non farmi preoccupare ulteriormente.
Bofur si avvicinò a me tormentando il cappello stretto tra le mani.


-    Harin... - disse.

Doveva essere l'inizio di una frase, ma sembrava di più la sua conclusione. Dopo tutto cosa si poteva dire in una situazione del genere?
Le espressioni e gli occhi dicevano tutto e molto di più.


-    Mi dispiace... - non riuscii ad esimermi dal dirlo ancora una volta - mi spiace così tanto... - ripetei, appoggiando una mano su quelle di Bofur e abbracciando con lo sguardo tutti quanti.
-    Ora so per certo che impedirti di correre via sarebbe stato un errore... Per quando però era mio desiderio farlo... - disse Gandalf.

Gli occhi dello stregone erano così lucidi da sembrare due laghi di montagna in piena primavera, riflettevano la luce allo stesso modo.

-    Vorrei potervi dire di non essere tristi, ma credo di non potermi arrogare un tale diritto - dissi.
-    No infatti, non puoi -

La parole inaspettatamente uscite dalla bocca di Dwalin lasciarono tutti basiti.

-    Non ci hai dato modo di poterti salvare e adesso non puoi dirci di non sentirci abbattuti - sentenziò.
-    Dwalin! - lo rimproverò Oin.

Il nano guardò le espressioni scioccate e furenti dei suoi compagni e scosse la testa, passandosi una mano sui tatuaggi che gli adornavano il capo.

-    Scusami Harerin… sono talmente frustrato da questa situazione che ho reagito nel modo sbagliato - spiegò con tale franchezza da farmi comparire un sorriso sulle labbra.
-    È comprensibile - risposi, allungando una mano verso di lui mentre Ori, tirato su un paio di volte col naso, mi lasciava andare.

Dwalin si fece avanti afferrando saldamente la mia mano. Era la stessa stretta confortante che mi riservava quando, sconfitta in allenamento, mi aiutava a rialzarmi da terra. Lui era fatto così.

-    Stai vicino a tuo fratello… Balin ne avrà bisogno - gli dissi e lui annuì facendosi nuovamente indietro.

Abbracciai tutti gli altri uno alla volta, ringraziandoli per ciò che negli anni avevano fatto per me.
Ori compariva ogni due che ne salutavo, per tornare ad abbracciarmi. Quando fu il turno di Bofur, questi insistè nel volermi lasciare il suo cappello, ricordandomi che da bambina ne andavo matta e volevo sempre rubarglielo. Con un sorriso nostalgico mi opposi, affermando che senza la sua berretta non sarebbe stato più lui e io volevo ricordarmelo sempre come il giocattolaio dai buffi baffi e dallo strano cappello che tanto mi aveva fatta divertire con il suo flauto. Lui alla fine accettò di buon grado con gli occhi pieni di lacrime e il solito sorriso. Quando mi volsi per salutare lo stregone grigio mi colpì un pensiero che espressi ad alta voce.

-    Gandalf, ma Bilbo dov’è? -   

Il grigio si limitò a gettare un rapido sguardo alle sue spalle.

-    Bilbo? - chiamai.

Da dietro Gandalf spuntò pian piano la sagoma dello Hobbit. Teneva le mani strette tra loro e si fissava i piedi con un’insolita concentrazione.

-    Amico mio, per quale motivo te ne stavi nascosto dietro Gandalf? - gli domandai sinceramente stupita dal gesto.
-    Io.. vedi.. - rispose a voce così bassa da risultare quasi inudibile ai più.
-    Temo che si vergogni - si intromise lo stregone guadagnandosi un’occhiata supplice dallo Hobbit.
-    E di cosa? - chiesi ancor più stupita di prima.

Vidi le guance di Bilbo farsi rosse prima che osasse guardarmi.
Notai che ormai i suoi capelli mossi gli arrivavano agli occhi; era più scarmigliati, ma a ben pensarci tutto in lui era scarmigliato. Risultava l'esatto l’opposto di quello che era stato quando eravamo partiti dalla Contea. Quel viaggio aveva prodotto in lui sia cambiamenti nel fisico che nell'animo, e di questi ultimi ancora mi sfuggiva la profondità.

-    Mi vergogno Harerin… - prese finalmente coraggio lo Hobbit - mi vergogno perché mentre tu venivi ferita a morte per proteggere i tuoi cari, io ero svenuto in mezzo alla battaglia! Indegno di uno Hobbit quale sono! - esclamò, con tale frustrazione da farmi credere fermamente del suo stato d’animo.
-    Mio caro Bilbo - lo interruppi prima che riprendesse a mortificarsi - ti vergogni per essere svenuto in mezzo ad una battaglia di tali proporzioni? - dissi scuotendo la testa e sorridendo.

Bilbo mi guardò confuso, dopotutto stavo mettendo in dubbio un ragionamento che per lui non faceva una piega.

-    Tu che non sei stato preparato a tutto questo. Tu che non nasci guerriero. Tu che hai salvato mio padre da Azog, che ci hai evitato di essere mangiati vivi dai ragni, che ci hai fatto fuggire dalle prigioni degli elfi e che hai avuto il coraggio di andare contro Thorin quando era chiaro che l’Arkengemma gli stava ottenebrando la mente. Tu ti vergogni di essere svenuto? Gandalf aveva ragione… c’è molto di più in te di quello che occhio può vedere. E non sono mai stata più felice di avere te al mio fianco, come amico e come compagno di viaggio - gli dissi.

Il mio discorso era stato ascoltato in un religioso silenzio da tutti quanti, e nonostante nessuno fosse intervenuto ad avvalorarlo, era chiaro dagli sguardi di ciascuno che fossero tutti d’accordo.
Bilbo aprì la bocca un paio di volte, poi si premette i palmi sugli occhi cercando di ricacciare indietro le lacrime. Quando li scostò mi rivolse uno sguardo umido e carico di commozione.

-    Avrei voluto fare di più per te - disse con voce rotta.
-    Hai fatto più di quel che immagini. Tutti voi lo avete fatto... ma un ultimo favore che puoi farmi c'è, se questo può sollevarti - replicai.
-    Parla, tutto ciò che vuoi! - esclamò con fervore e determinazione.
-    Torna alla Contea, alla tua poltrona, ai tuoi libri e alle tue colline. Torna a casa anche per me - dissi, concedendomi anche io di versare un paio di lacrime.

A quel punto, Bilbo, con delicatezza mi cinse in un abbraccio. Non aveva più parole per me, ma anche senza una risposta diretta, presi quella stretta dolce e dolorosa assieme come un impegno e una promessa.
Quando si tirò indietro non mi sfuggì però di notare che la sua mano destra si era mossa involontariamente verso il taschino del panciotto, accarezzandone l’interno.


-    E’ l’ora dei saluti amica mia - intervenne Gandalf, facendosi avanti e porgendomi una grande mano che afferrai saldamente con entrambe le mie.
-    Grazie Gandalf, di tutto - dissi e quando lui si chinò per abbracciarmi gli sussurrai - sii ancora saldo negli anni a venire. Bilbo e la Terra di Mezzo avrà bisogno di te come non mai e non rimproverarti di aver incrociato volutamente la strada di Thorin... sarebbero accadute cose ben peggiori se non lo avessi fatto -

Lo stregone si tirò indietro senza nascondere il profondo stupore che quelle parole gli avevano suscitato.

-    Tu hai? - domandò lasciando la frase in sospeso.
-    Sì. Arriveranno tempi bui, ma credo che questo tu lo sappia meglio di me - replicai e con un sorriso mi accomiatai da lui.

Ancora prima che i miei amici fossero usciti dalla tenda, Kili fece la sua comparsa, affiancandosi a me e aiutandomi a prendere un po’ d’acqua.

-    Sono pronta a riposare adesso - sospirai mentre mi riappoggiavo con cautela ai cuscini.
-    Mi troverai qui al tuo risveglio - disse lui, sedendosi al mio fianco e prendendomi con delicatezza la mano con il suo anello al dito.

Mi addormentai fissando le nostre dita intrecciate e la pietra di luna a ricordarmi di ciò che non avrei mai avuto in quella vita.



Spazio Autrice:

Quattro capitoli alla conclusione... ancora fatico a realizzare...
Spero che intanto questo capitolo vi sia piaciuto. So di aver accorciato i tempi facendo entrare un intero gruppo, ma più di tanto non volevo dilungarmi o alla fine sarebbe diventata una cosa infinita, poco realistica e alla fine noiosa.
Mi auguro di non aver deluso le aspettative, se c'era qualcuno che pensava che Bilbo avrebbe avuto un capitolo solo per lui, ma credo di avergli dato ampio spazio. Di altro non saprei proprio cosa aggiungere!
Passo quindi subito a ringraziare i miei veraci lettori, i miei onnipresenti recensori e tutte le care persone che mi hanno aggiunta tra preferiti, ricordati e seguiti.

Tak khaz meliku suz yenetu,

Marta

p.s. le risposte alle vostre recensioni potrebbero ritardare di qualche giorno, chiedo scusa!!

  
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