Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: Smeralda Elesar    20/06/2015    1 recensioni
Tom Hiddleston è un attore che ama immedesimarsi nei personaggi che interpreta, anche quando si tratta del doppiaggio di un cartone animato per bambini in cui deve prestare la sua voce al pirata per eccellenza, James Hook.
Ancora non sa quanto questa sua capacità possa procurargli un incontro alquanto singolare non con il personaggio interpretato da lui ma con Zarina, la fata che ha deciso di diventare un pirata.
//"Quando riaprì gli occhi Zarina si era posata sul suo naso e gli teneva la spada puntata tra gli occhi, costringendolo a diventare strabico per guardarla.
Situazione imbarazzante.
Però il peso della fata e la puntura del metallo sulla fronte lo convinsero definitivamente che Zarina era una presenza reale e non un sua strana allucinazione.
Era già la seconda volta che gli capitava un faccia a faccia con uno dei personaggi dei suoi film, e Tom non poté fare a meno di chiedersi se fosse un problema esclusivamente suo o se capitasse anche ad altri suoi colleghi, che però come lui si guardavano molto bene dal riferire queste esperienze"//
Genere: Comico, Fantasy, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Desclaimer: I personaggi citati non mi appartengo (Thomas William Hiddleston appartiene a se stesso e Zarina appartiene alla Walt Disney Picture).

Neanche la colonna sonora mi appartiene.

Tutti gli avvenimenti narrati sono di pura fantasia.

 

Weightless

 

The sky is the limit
And I just wanna flow
Free as a spirit on a journey of hope
Cut the strings and let me go
I'm weightless, I'm weightless

 

(Weightless – Natasha Bedingfield – “Tinkerbell and the pirate fairy” soundtrack)

 

 

Se avesse detto che si esercitava per una questione puramente tecnica sarebbe stata un’enorme bugia.

La verità era che a Tom Hiddleston quella canzone piaceva tantissimo, e per lui non era uno sforzo fare delle prove extra nel salotto di casa sua.

 

Ehy-oh imagine the places where we’ll go

No one can stop us when we’re so high

In the stratosphere

Ehy-oh, we’ll be the freighter that plunder

Everyone of the world’s seven wonders

When we’re up in the skies

For who can fight a frigate that flies?

 

Gli piaceva troppo l’aria di canagliesca allegria che il coro dei pirati ispirava e le immagini di libertà che prometteva la loro nave volante.

Perché la figura del pirata esercitava da sempre un fascino magnetico, specie su una mente da sognatore come la sua, ed interpretare con la sua voce IL pirata per antonomasia, Capitan Giacomo Uncino, era la realizzazione di un sogno.

Fece ripartire la registrazione dell’IPhone (le usava per risentirsi e ricontrollarsi. E ne aveva decine ormai!), rimise daccapo il file con la registrazione della base, e ricominciò per l’ennesima volta la sua parte.

 

Oh, how high we will be

‘cause the blue fairy dust

Surely packs a mighty wallop

 

Non aveva nessuna difficoltà a calarsi nella parte del marinaio che sogna nuovi orizzonti.

 

Soon it will set us free

From the chains of gravity

 

E volare era l’avventura più grande di tutte. Tom decise che in quella canzone il suo Hook sarebbe stato come il gabbiano Jonathan Livingston, che desiderava volare più per amore della libertà che per i tesori che avrebbe potuto conquistare.

 

Then we’ll hoist up the sails

And set the course to the sun

 

Mentre cantava recitava con tutto il corpo come era sempre stata sua abitudine.

Allargava le braccia per sentire la brezza dell’oceano, faceva issare le vele, indicava il sole di un nuovo orizzonte come un novello Icaro.

 

‘cause when you’ve got wings

No wicked deed cannot be done

 

Voleva che il suo personaggio avesse un’assoluta fiducia nel futuro e che trasmettesse voglia di avventura.

 

And we owe it all to our great and glorious Captain

 

All’ultimo verso si inchinò, ancora ad occhi chiusi, davanti al suo capitano.

Sapeva che Zarina non era veramente davanti a lui, ma finché teneva gli occhi chiusi non importava: finché teneva gli occhi chiusi lui era James Hook e davanti a lui c’era il suo capitano Zarina, la fata che pur di trovare il suo posto nel mondo aveva fatto la scelta coraggiosa di lasciarsi tutto alle spalle e di diventare un pirata.

 

-Tu! Tu, perfida canaglia, finalmente ti ho trovato!-

 

La sorpresa per essere apostrofato in quel modo fu solo superata dallo shock di aprire gli occhi e di trovarsi davanti la fata in carne, ossa e cipiglio minaccioso.

Per pochi attimi il tempo si congelò, con lui ancora piegato nell’inchino ma con la testa sollevata e Zarina che lo fissava minacciosa.

Poi lei mise mano alla spada e allora Tom dovette scuotersi per forza.

 

-Ehi! Ferma!-

 

Si buttò di lato mentre lei si gettava all’attacco con una spada minuscola ma ugualmente affilata.

Non era sicuro che lei fosse reale, ma non ci teneva a verificarlo rimettendoci un occhio!

 

-Miserabile imbroglione, tu mi devi restituire quello che hai rubato!-

 

-Io non ho rubato niente-

 

Protestò lui, mentre scappava da un altro affondo.

Per istinto tentò di mettere il divano tra se e la fata, ma ovviamente lei poteva volare ed era inutile.

 

-Osi fare finta di niente, vigliacco? Sei tu che mi hai rubato la polvere blu, riconosco la tua voce!-

 

L’inseguimento sarebbe potuto sembrare comico, invece la rabbia della fata era tale che non importava quanto fosse piccola: faceva paura.

 

-Ma non è vero che l’ho rubata!- Si difese Tom.

Che razza di situazione! Si trovava a dover scappare in giro per il salotto inseguito da un personaggio immaginario alto quanto la sua mano.

 

 -La polvere blu non esiste. Anzi neanche le… ops!-

 

Tom si tappò la bocca appena in tempo.

Non era un ingenuo ed aveva letto il libro di Barrie. Era assolutamente certo che, se avesse finito di formulare la frase “Neanche le fate esistono” Zarina sarebbe caduta a terra morta.

Sempre se lei fosse state reale.

Gli occhi della fata si sgranarono dalla paura e sembrò che le mancasse il respiro, poi però si ridussero a due fessure verdi e minacciose.

 

-Stavi per dire…? Tu stavi per dire…?-

 

-No! Ok, sì, lo stavo dicendo, ma mi sono fermato in tempo perché…-

 

Zarina non lo lasciò finire.

Si lanciò di nuovo all’attacco e stavolta Tom, mentre indietreggiava per evitarla, inciampò nel bordo del tappeto e finì malamente a terra.

Era ancora intontito dalla botta, e quando riaprì gli occhi Zarina si era posata sul suo naso e gli teneva la spada puntata tra gli occhi, costringendolo a diventare strabico per guardarla.

Situazione imbarazzante.

Però il peso della fata e la puntura del metallo sulla fronte lo convinsero definitivamente  che Zarina era una presenza reale e non un sua strana allucinazione.

Era già la seconda volta che gli capitava un faccia a faccia con uno dei personaggi dei suoi film, e Tom non poté fare a meno di chiedersi se fosse un problema esclusivamente suo o se capitasse anche ad altri suoi colleghi, che però come lui si guardavano molto bene dal riferire queste esperienze.

 

-Adesso te lo ripeto per l’ultima volta. Restituiscimi la polvere blu e lasciami tornare a casa-

 

La voce della fata era bassa e minacciosa.

Tom l’avrebbe aiutata molto volentieri, ma purtroppo non aveva idea di come reperire un oggetto fatato inesistente.

A meno che…

 

-Aspetta… ora ho capito! Va bene, sì, ti restituisco la polvere blu-

 

Zarina però continuò a tenerlo sotto tiro.

 

-La tua parola, James. La tua parola che non mi tradirai di nuovo-

 

Evidentemente il tradimento di James Hook  bruciava ancora molto alla fata.

Tom non ebbe neanche bisogno di chiedersi come mai Zarina lo identificasse con James Hook: era per la voce.

La sua voce era per la fata la voce che l’aveva illusa con parole gentili fingendo di apprezzarla e invece l’aveva ingannata ed umiliata.

Se glielo avessero detto quando aveva firmato il contratto per il doppiaggio!

Si sentiva assurdamente in colpa a sapere che con la sua voce aveva fatto qualcosa di male, anche se senza volerlo.

 

-La mia parola. Sono sincero con te: posso restituirti la polvere e permetterti di tornare nell’Isola che non c’è-

 

Lei era ancora sospettosa.

 

-Te lo prometto-

 

Insistette lui.

Finalmente Zarina rinfoderò la spada e gli permise di alzarsi, ma si capiva che lo stava tenendo d’occhio.

Tom si rimise in piedi con un gemito di dolore. Accidenti, quanto aveva sbattuto forte il gomito!

Comunque non perse tempo: andò subito a cercare le chiavi.

Sì, perché ragionando secondo la logica delle strane cose che accadevano solo a lui, la spiegazione poteva essere in una sciocchezza che aveva fatto un paio di giorni prima.

Aveva visto in un negozio un portachiavi a forma di boccetta con dentro della porporina azzurra, e poiché era in pieno lavoro per il doppiaggio di Hook lì per lì aveva pensato “La polvere blu!”.

Aveva persino fatto arrossire la commessa dicendo “Guarda qui! Brilla come migliaia di zaffiri” con la sua perfetta voce da doppiaggio e poi aveva sopportato per giorni le frecciatine dei suoi amici e delle sorelle a proposito della “polvere di fata”.

Insomma, se l’era comprato così, un po’ per sfizio ed un po’ per infantilismo, e sicuramente non credeva che potesse essere tanto importante.

Ed invece lo era.

Per un attimo lui aveva creduto che quella fosse la polvere blu, ed una fata arrabbiata con lui era il risultato.

Dovette armeggiare un po’ per sganciare la catenina dal mazzo di chiavi, ma alla fine ci riuscì e porse a Zarina la boccetta sul palmo della mano.

 

-Posala sul tavolo. Non mi fido di te. Posala lì e poi allontanati-

 

Tom fece come gli era stato detto: posò la polvere blu sul tavolo e si allontanò di un paio di passi tenendo le mani in alto.

Zarina non gli staccò gli occhi di dosso neanche per un momento mentre scendeva a recuperare la boccetta e poi si allontanava di nuovo.

Da come cercava di stare fuori dalla sua portata era ovvio che non si fidava di lui, e questo in fondo dispiaceva a Tom.

Zarina era uno dei personaggi che lui stimava. Aveva quella specie di deformazione professionale che lo portava a considerare i personaggi come persone reali, con il loro carattere e le loro particolarità, e Zarina aveva un carattere che lui ammirava.

 

-Senti… hem… prima che tu vada via, voglio spiegarti come stanno le cose-

 

Lei non gli rispose.

 

-Per favore, ascoltami!-

 

-Perché dovrei? Tu mi hai sempre mentito, James-

 

-Ma è proprio questo il problema: io non sono James Hook!-

 

-Ah! Inventatene una migliore! Credi che non riconosca la tua voce?-

 

-Appunto, era solo la mia voce. Io… io ho parlato al posto di Hook-

 

Come faceva a spiegare ad una fata il concetto di “doppiaggio”?

Lei lo guardò scettica.

 

-È così- insistette –Io ho solo detto le cose che avrebbe detto lui, ma non le pensavo. Io non ti avrei mai fatto del male-

 

-E allora perché lo hai fatto? Perché hai detto tutte quelle cose?-

 

-Perché io… perché è il mio lavoro. Mostrare i sentimenti di persone che altrimenti non avrebbero una voce. E spesso devo fare e dire cose che io personalmente non approvo. Ma devo farlo, lo capisci? Anche i cattivi hanno diritto a raccontare la loro storia, non credi? Io sono la loro voce. È il mio lavoro, come custodire la polvere magica è il tuo-

 

Zarina lo fissò a lungo.

Lentamente abbassò la spada e poi la rimise nel fodero.

 

-Se non sei James Hook, allora chi sei?-

 

-Mi chiamo Thomas. Thomas William Hiddleston-

 

-Va bene, Thomas, mi sembri sincero. E poi mi hai restituito la polvere blu e adesso posso tornare a casa. Grazie-

 

Lui sospirò di sollievo.

Probabilmente era assurdo che per lui fosse tanto importante che la fata gli credesse, eppure era così.

In fondo si era affezionato a Zarina già conoscendo il suo carattere dai bozzetti, e adesso averla incontrata era un’esperienza strana ma eccezionale.

Che non avrebbe pubblicizzato.

Questo gli fece venire in mente un’altra cosa: che avrebbero detto i londinesi se avessero visto una fatina volare via dal suo balcone?

Tom preferiva non pensarci, anzi era meglio che prevenisse quell’eventualità.

 

-Permettimi di accompagnarti. È meglio che tu vada via da un posto da cui non ti vedano. Sai… qui parlare con una fata… non è considerata una cosa tanto normale-

 

Non sapeva come dirle con garbo che rischiava di essere preso per pazzo.

 

-E da dove dovrei uscire se non dalla finestra?-

 

-Dal tetto. Fidati di me: farò in modo che non ti veda nessuno-

 

Si mise una sciarpa e poi fece cenno a Zarina di sedersi sulla sua spalla per restare nascosta dalla stoffa.

 

-Tu vorresti che io mi mettessi là sotto?-

 

-È il modo più sicuro. Se non ti fidi di me pensa che tu hai un’arma, mentre io non ho niente. E comunque non voglio farti del male-

 

Zarina lo prese in parola, e prima di decidersi a nascondersi tra le pieghe sulla sua spalla sguainò la spada.

 

-Non provare ad imbrogliarmi-

 

Lo avvertì.

Bene! Quindi il rischio era che se lei si fosse sentita minacciata lui si sarebbe trovato uno spillo piantato nel collo! Ottima prospettiva…

Quasi quasi rimpiangeva il suo incontro con Loki.

 

-Non preoccuparti. Arriveremo presto-

 

Una volta saliti in ascensore Tom ritenne opportuno lasciare un po’ di libertà alla fata.

Scostò un lembo della sciarpa e la lasciò libera di volare un po’.

 

-Cos’è questo? La tua cabina?-

 

-No. Cioè, sì… voglio dire, si chiama cabina, ma non è mia e non è quello che intendi tu. Si chiama ascensore. Noi umani lo abbiamo inventato per salire senza fatica, visto che non possiamo volare-

 

Per riempire il silenzio Tom cominciò a parlarle di altri ruoli che aveva interpretato e del suo rapporto con la recitazione in generale.

Lei lo ascoltava e poco a poco la sua espressione diffidente si distese.

Tom sapeva che Zarina era curiosa, e trovare qualcosa che potesse interessarla gli sembrava il modo migliore per metterla a suo agio.

 

-Quindi tu non sei veramente cattivo ma a volte fai finta?-

 

-Bè… è un po’ più complicato. Quando interpreto un cattivo devo diventare lui. Se è malvagio devo esserlo anche io. Ma poi torno me stesso, e lo so che io non farei mai quelle cose. Forse interpretare un cattivo mi serve proprio per rendermene conto-

 

Zarina rimase in silenzio e Tom le lasciò il tempo per riflettere.

Sperava di aver chiarito le cose con la fata, e che lei capisse la differenza tra lui ed il personaggio di James Hook.

Quando le porte dell’ascensore si aprirono lei tornò spontaneamente sotto la sciarpa, e stavolta senza spada.

 

-Bene, non c’è nessuno, puoi uscire-

 

Sul tetto era buio e la boccetta brillava di una luce azzurrina.

Era veramente la polvere magica blu. Accidenti, che conseguenze poteva avere un comportamento infantile!

 

-Da qui si vede la seconda stella... Posso tornare a casa!-

 

Tom poteva capire che fosse impaziente di tornare nel suo mondo, e per questo gli faceva ancora più tenerezza.

Lei era forte, coraggiosa ed intraprendente, ma aveva anche bisogno dell’appoggio dei suoi amici.

Si voltò di nuovo verso di lui e stavolta gli sorrideva.

 

-Grazie di tutto, Thomas-

 

-È stato un onore, Capitano-

 

Per salutarla fece l’inchino barocco di James Hook, tanto ormai era sicuro che Zarina avesse capito la differenza tra lui ed il pirata.

Lei ricambiò con eleganza, ma poi gli si avvicinò, e senza che Tom ci potesse credere gli posò un bacio sulla guancia.

 

-Bè… hem… grazie-

 

Balbettò lui imbarazzato come uno scolaretto.

Lei gli fece l’occhiolino.

Quando si era avvicinata a lui un po’ della polvere delle sue ali era caduta addosso a Tom.

Polvere di fata.

 

-Ops! Questa è…? Cioè, io ora posso…?-

 

Zarina rise di cuore a vederlo incespicare ed agitare le braccia.

Certo, perché per lei essere senza peso doveva essere una sensazione abituale, ma per Tom sicuramente non lo era!

 

-Sono davvero tanto buffo?-

 

-Sì che lo sei! Divertiti, Thomas!-

 

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Cantuccio dell’autore

 

AAAAGGGHHHH!!! L’ho fatto di nuovo! È tutta colpa della Disney!

NON POSSONO scrivere una canzone adorabile come “The frigate that flies”, creare un personaggio fantastico come Zarina, associarlo alla voce di Tom Hiddleston nello stesso film e pretendere che io me ne stia buona buona.

E quindi, vabbè, sono stata costretta a scrivere questa cosa di cui probabilmente mi pentirò tra pochi giorni.

 

Qui ci sono le canzoni, ascoltatele perché meritano.

The frigate that flies:  https://www.youtube.com/watch?v=9hPVvIPykVY

Weightless:  https://www.youtube.com/watch?v=gl_AccVJMTA

 

Questo invece è il link della scena più bella tra Zarina ed Hook https://www.youtube.com/watch?v=ntBZ-RJIzbo

 

1-      Volevo precisare ancora una volta che tutto ciò viene dalla mia mente bacata: Hiddleston non vede fatine in giro per il suo appartamento, non so come cavolo abbia fatto le prove per cantare e non so dove abita (dico, sarei ancora qui se lo sapessi?).

2-      Ho cercato di mantenere un minimo di decoro ed ho evitato di scrivere di Tom Hiddleston che svolazza nei cieli di Londra. No, dai, anche io ho dei limiti!

3-      “Era già la seconda volta che gli capitava un faccia a faccia con uno dei personaggi dei suoi film”. Riferimento all’altra mia fan fiction “Comic Con 2013”. Se vi volete passare il tempo qui c’è il link http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2890983&i=1

4-      A proposito del considerare i personaggi come persone reali, ho letto un’intervista in cui Tom Hiddleston ha detto che “provare compassione per un personaggio non è diverso che provarne per una persona”. Quindi mi sono buttata a scrivere questa cosa.

 

Ora, con il vostro permesso vado a nascondermi in un angolino buio…

Grazie a chi è arrivato a leggere fin qui.

 

Makoto

   
 
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