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Autore: laragazzacheosavasognare    20/06/2015    4 recensioni
(ISCRIZIONI CHIUSE)
6 ragazze con poteri sovrannaturali saranno mandate ad abitare a casa Sakamaki con un unico e spietato obbiettivo: quello di uccidere i 6 vampiri assetati del loro sangue. Ma le ragazze non sanno cosa le aspetta: riusciranno nell'impresa?
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Ehii! Buonsalve a tutti voi! Era già da un po' che volevo scrivere qualcosa su questi fratelli così affascinanti! Beh, eccomi qua! Spero che la storia vi piaccia! Non vedo l'ora di leggere le vostre OC.
Genere: Dark, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luce del tramonto andava via via affievolendosi, per lasciare il posto ai deboli raggi lunari. Le foglie degli alberi del giardino Sakamaki erano mosse da una leggera e rinfrescante brezza che rizzava il lucido e folto pelo corvino di una gatta appollaiata sopra un alto ramo di un albero. Aveva gli occhi fissi sulla villa, come se cercasse un modo per entrarvi. Muoveva freneticamente la coda, come se fosse in attesa di qualcosa, qualcosa che attendeva con ansia. D’un tratto fece un acuto miagolio e dopodiché si alzò in equilibro sull’alto ramo e fece un grande balzo, lasciandosi cadere nel vuoto. Ma la gatta non cadde a terra. Al posto del felino comparve un corvo che spiccò il volo verso l’unica finestra aperta della casa. Si appoggiò sullo stipite della finestra senza fare troppo rumore: fortunatamente non l’aveva vista ancora nessuno.

La stanza non era vuota: c’erano due ragazzi, probabilmente erano quelli i vampiri.  Stavano seduti su due sedie davanti ad un tavolino. Uno era più alto, con capelli scuri, quasi neri, e un abbigliamento impeccabile. Portava un piccolo paio di occhiali quadrati sopra a degli intensi occhi rossi. L’altro, al contrario, pareva che si fosse appena alzato dal letto. Aveva capelli rossi spettinati e un accattivante sguardo verde smeraldo.
Sul tavolino c’erano sparpagliati vari libri e quaderni pieni di esercizi di matematica. Il vampiro con gli occhiali stava seduto in modo composto e impassibile, tenendo le braccia conserte. L’altro invece scandiva il tempo battendosi una penna su una tempia e intanto fissava il foglio con gli esercizi. D’un tratto il rosso afferrò i bordi del tavolino e lo scaraventò per aria, rovesciando di conseguenza anche tutti gli appunti appoggiati sopra.
L’atro vampiro si alzò di scatto -Ayato! Se non ti soffermi a ragionare non riuscirai mai a prendere un voto sufficiente!-

-Non ci riesco! Non capisco un cazzo di questa robaccia inutile!-

-Concentrazione Ayato, concentrazione!-

-Io sono un cazzo di vampiro: non ho bisogno né di frazioni né del tuo schifosissimo the! Io voglio sangue, ho fame!- detto ciò si diresse verso la porta -Io vado Reiji, il tuo aiuto mi è inutile…-

-Ayato, torna qui immediatamente! Ayato!-

Reiji si posò sul letto, sempre con quel suo fare composto -Ma cosa devo fare con lui…-

Alzò lo sguardo e notò il corvo che stava fermo ad osservarlo con attenzione.

-Non ti ci mettere pure tu, corvo- si avvicinò alla finestra -sciò, sciò!- ma quello non si mosse.

-Vado a farmi dell’altro the. E’ meglio che tu sparisca se non vuoi essere spennato-

Non appena Reiji varcò la soglia della porta della camera il corvo si tramutò in forma umana.

Tranquillo, non lo troverai più al tuo ritorno.

Il corvo si era trasformato in una bellissima ragazza. Ella era alta, snella al punto giusto e con un seno più che invidiabile. I capelli erano racchiusi in boccoli corvini ottocenteschi, che all’apparenza sembravano perfetti. La pelle cadaverica era solcata da labbra rosse come il sangue, stesso colore che avevano i suoi grandi occhi. Portava un vestito a metà coscia senza spalline, ricco di pizzi e merletti. Aveva una profonda scollatura, che accentuava ancora di più il suo seno. La sua si poteva definire una bellezza più che pericolosa. 

Si guardò attorno e vide la gran confusione creata da Ayato. Controvoglia la raccolse: avrebbe dovuto fare una bella impressione sulla persona alla quale avrebbe strappato il cuore. Dopo aver sistemato tutto notò il meraviglioso pianoforte a coda nell’angolo della stanza: sembrava fosse lì da secoli. Era ricoperto di polvere da cima a fondo. La ragazza spostò la sedia e ci si sedette sopra. Posò un dito su un tasto e un suono delicato invase tutta la stanza. Pigiò un nuovo tasto, e un altro ancora, fino a quando intonò una triste melodia.

Reiji ritornò, ma non disse niente. Restò a fissare la stupenda ragazza che suonava quel brano.

-La Sonata al Chiaro di Luna di Beethoven, giusto?-

-Indovinato- disse la ragazza smettendo di suonare.

Il vampiro entrò nella sua camera e le andò incontro.

-Ruby Darkblood, molto piacere-

-Sono lusingato di fare la tua conoscenza, Ruby- appoggiò il the sul tavolino, poi le prese una mano e gliela baciò delicatamente.

-Hai sistemato te il tavolino?-

-Non avevo niente da fare in tua assenza-

-Come sei entrata?-

-Non ha importanza-

-Io sono Reiji Sakamaki-

-Lo so-

-Cosa sei, una specie di veggente?- mentre parlava le fece gesto di accomodarsi sulla sedia e di servirsi pure il the.

-Se vuoi metterla in questo modo-

Poi ci fu qualche attimo di silenzio, spezzato solo dal tintinnio incontrastato delle tazzine da the bianche, decorate con fantasie floreali nere. Sorseggiavano il the in silenzio, scambiandosi occhiate furtive.

-Ci conosciamo?- domandò all’improvviso Reiji.

Ancora per poco.

-Non credo proprio-

Reiji si levò gli occhiali con un rapido gesto della mano dalle lunghe dita sottili e si avvicinò lentamente al volto di Ruby.

-I tuoi occhi…-

-Cosa?-

-Sei per caso una strega?-

-Acqua-

-Cosa vuoi da me?-

-Per oggi mi accontento di un letto-

-E sia-

Il vampiro si alzò dalla sedia e indicò la porta alla ragazza, la quale seguì l’invito di Reiji, dirigendosi nella direzione proposta. Reiji, uscito nel corridoio, la sorpassò e le fece strada verso la parte opposta della villa. La portò in una stanza al secondo piano, dove avrebbe potuto riposare per quella notte. Le indicò la porta, e non appena Ruby la aprì, lui scomparve nel nulla. Ella entrò nell’enorme stanza.

Almeno quel Reiji ha buon gusto.

Si catapultò alla finestra. Nonostante quella stanza fosse di suo gradimento, l’arredamento non era la sua priorità in quel momento. Spalancò la finestra e restò ad osservare la notte in tutto il suo splendore. Sarebbe riuscita ad uccidere quella creatura?

Le stelle quella sera brillavano più che mai, e il cielo era sempre stato un richiamo per lei. Salì sul davanzale della finestra senza alcuna esitazione, benché indossasse degli alti stivali con le zeppe, che la facevano sembrare ancora più gothic. Guardò in basso e si lasciò cadere nel vuoto della notte. L’aria le sfiorava i capelli, che per qualche oscura ragione, continuavano a rimanere perfetti nella loro bellezza ottocentesca. Chiuse gli occhi, e prima di toccare il suolo, si tramutò nuovamente nello splendido corvo. Subito volò in alto, verso la finestra che circa un’ora fa era ancora aperta. Fortunatamente la trovò ancora spalancata e, dopo essersi appoggiata sul davanzale, notò che Reiji era appena entrato nella stanza. Si diresse verso il pianoforte e si sedette sul piccolo sgabello imbottito. Sorrise, poi iniziò a diffondersi una triste melodia nella camera: era la stessa che stava suonando Ruby non molto tempo prima. Non sarebbe stato difficile uccidere quel vampiro: era molto più debole di quanto non lo facesse vedere.

E’ solo un debole.

Il corvo aprì le ali e andò a posarsi sul pianoforte. Reiji, non appena lo vide, cercò di scacciarlo via, ma senza alcun risultato.

-Vedo che oramai non riesco più a imporre la mia autorità neanche su un corvo-

Non smise però di suonare quella drammatica sonata. Il corvo restò appollaiato in quella posizione fino a quando Reiji non decise di fermarsi, e di andare a riposare. A quel punto Ruby spiccò il volo dalla finestra del vampiro e ritornò velocemente nella sua stanza. Trasformatasi in umana sul suo volto cadaverico nacque un espressione compiaciuta, quasi sadica, un ghigno di approvazione. Il suo piano stava procedendo a dovere: nessuno l’avrebbe distratta dal suo obbiettivo principale. Si tolse gli stivali neri e li ripose di fianco al letto a baldacchino con le coperte in seta grigie. Si distese sul morbido letto, aspettando il sonno.
Chiuse gli occhi e lo rivide. Rivide l’orrida scena davanti ai suoi occhi. Lei eri lì dinanzi a lui.

-Sono un…-

Ma dopo aver pronunciato quella parola l’uomo scappò via, urlando qualcosa che a Ruby era parso “mostro”. Si, forse lei lo era, ma non aveva smesso di sognare quella scena da quando era accaduto. Dopo che l’uomo iniziò a scappare, dentro di lei crebbe sempre di più un’immensa furia, che neanche ella fu in grado di controllare. Scatenò i suoi immensi poteri e chiunque si trovasse nel raggio di un chilometro morì.

Poi riaprì gli occhi: il peggio della giornata era passato, di nuovo.
 
 
 
 
Buonsalve di nuovo a tutte voi! Allora, voglio premettere che sono veramente felicissima *si mette a saltellare* che vi sia piaciuto il primo capitolo. :) Spero che anche questo sia all’altezza dell’altro, ma soprattutto alla vostra. Ringrazio inoltre tutte per le splendide recensioni e consigli che mi avete dato, al prossimo capitolo!
La ragazza che osava sognare
   
 
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