Parte 12: Planning with the Devil
Quella mattina il signor Heller per poco non si svegliò con un attacco di cuore. Il
coro quasi demoniaco che martellava le sue orecchie non era infatti frutto di
un sogno e inevitabilmente la cosa lo preoccupò molto: pensava di avere un solo diavolo in casa, dopo tutto.
Tuttavia, quando, già pronto per il lavoro, scese le scale qualche minuto più
tardi, poté constatare non senza un sospiro di sollievo che l'unica presenza
fisica era quella di sua moglie, mentre quel chiacchiericcio da sabba si
riduceva esclusivamente ad una musica proveniente dalla radio.
La spense immediatamente.
"Oh no Isaac! Riaccendila!"
esclamò la donna, mentre l'espressione spensierata si traduceva in una ferita.
Ma egli ignorò bellamente quella
preghiera e le rivolse semplicemente un'occhiataccia.
"Andiamo, darling!"
ritentò lei, alzandosi dal divano più lentamente di quanto avrebbe voluto.
"L'hai detto anche tu che è cosa buona ascoltare musica in
gravidanza!"
"Certo, ma io intendevo Mozart,
non Lucifero!"
Crudelia
spalancò leggermente la bocca, mostrandosi ancora più irritata da quello che
reputava certamente un grande affronto. "È Marylin Manson, il dio della musica!" esclamò indignata.
"E poi, farà bene anche al nostro piccolo
diavolo... È a fine educativo!"
La reazione dell'uomo fu una risatina
incredula, mentre si avvicinò di più a lei afferrandole con una dolcezza quasi
ironica le mani. "Cru, so che non ne abbiamo
ancora parlato apertamente, ma credevo fossimo d'accordo sul fatto di non voler
allevare il prossimo Jack lo Squartatore!"
"Oh per cento cuccioli di dalmata! È un maschio!" esclamò lei improvvisamente spazientita,
sottraendosi facilmente alla debole presa dell’uomo. "Francamente voglio
cresca con una certa dose di virilità e sarà molto difficile con un esempio
debole come te!"
Lo stupore di Isaac era tale stavolta
che non fu mascherato da nessun tentativo di ironia. Era indubbiamente ferito e
offeso e fu solo la visione dell'orologio alla parete che lo salvò da una reazione
forse poco dignitosa.
"Va bene. È tardi e io vado in
redazione. Ci vediamo stasera" disse, afferrando la cartella dei suoi
documenti e avviandosi verso la porta.
I movimenti erano veloci e il tono di
voce freddo e distaccato. Fu questo più che una presunta empatia che suggerì a Crudelia che forse aveva superato il limite. E d'un tratto
fu lei a cercare un contatto e lui a rifiutarlo.
"Aspetta, darling...
Non fare così, non volevo dire che-"
"Buona giornata, Crudelia" la interruppe lui bruscamente, prima di
lanciarle un'ultima occhiata e chiudere poco delicatamente la porta alle sue
spalle.
La donna rimase per qualche istante
immobile a fissare la porta, sentendo uno strano dispiacere per come le cose
erano andate a finire. Ma non trascorse molto tempo prima che tornò a sorridere
furbescamente e… a riaccendere la radio.
**
A sera, fu insolitamente Crudelia l'ultima a tornare a casa e lo fece con un sorriso
ancora più insolitamente allegro.
"Ho ottenuto il lavoro!"
annunciò semplicemente, battendo le mani con l'entusiasmo di una bambina.
Fu solo grazie a quell'entusiasmo così
sincero che Isaac accantonò il suo piano di ostinata indifferenza e si alzò in
piedi, lasciando la sua pizza già mangiata a metà.
"Sono molto contento per te!"
esclamò, stringendola tra le braccia. "Un po' meno per Belle..."
aggiunse poi non troppo ironicamente, pensando alla povera bibliotecaria che
avrebbe ottenuto l'aiuto non richiesto di Crudelia.
Era stato infatti lui dietro le quinte a implorare quasi la signora Gold di assumere sua moglie, ma questo era un dettaglio che
avrebbe omesso.
La donna rispose immediatamente
all'abbraccio, ma anche immediatamente lo sciolse, per poi sedersi a tavola di
fronte alla sua pizza visibilmente affamata. Non nascose però un'espressione di
disappunto assaggiandola: era fredda come
la morte - e il gusto della morte in quel momento non le piaceva tanto.
"Che ne dici di dare un'occhiata a
questo per festeggiare?" domandò d'un tratto l'uomo, estraendo dalla tasca
della giacca un foglio di carta ripiegato con cura.
Crudelia
sbuffò subito spazientita: non aveva bisogno di aprirlo per sapere cosa
conteneva. Da quando due settimane prima avevano finalmente scoperto che
avrebbero avuto un maschio, Isaac non aveva fatto altro che cercare e ricercare
nomi. "Non c'è molto tempo!" diceva - e intanto mancavano ancora tre
mesi alla nascita.
"Veramente, darling,
la mia idea di festeggiare sarebbe un bicchiere di gin e tante
ciliegie..."
"Sai bene che non puoi bere... E
le ciliegie sono finite!" le fece notare, girando il coltello nella piaga
delle sue due principali debolezze al momento: l'astinenza dall'alcool e le
costanti voglie.
Ella alzò gli occhi al cielo, ma alla
fine si ritrovò ad afferrare il foglio e dare un'occhiata alla lista. Dopo il
mezzo litigio della mattina sapeva che almeno questo glielo doveva.
Francis
Scott, Ernest, James, Thomas S-
"Sul serio, Isaac, c'è qualche
autore della Generazione perduta che
hai saltato?"
Beh, perlomeno aveva smesso di proporre
nomi biblici. Perchè il loro figlio non si sarebbe
chiamato Jacob figlio di Isaac -
proprio no.
"Sì Ezra
Pound non mi è mai piaciuto granchè...
E poi che nome sarebbe Ezra?"
"A dire il vero, io neppure vedo l'importanza di chiamarsi Ernest"
commentò Crudelia, sorridendo divertita nel chiamare
in causa Oscar Wilde.
Isaac ridacchiò leggermente,
riconoscendo la battuta, ma non demorse per questo dal suo proposito. "Che
ne dici di Francis Scott, è un nome elegante, raffinato e-"
improvvisamente si fermò come folgorato da un'illuminazione. "Perchè non chiamarlo direttamente Fitzgerald?"
"Uhm sì, sì! Fitzgerald Heller suona bene!" esclamò ella e l'entusiasmo sembrò
aver contagiato anche lei. "E poi abbreviato diventa Fitz, Fitz.... Sembra il nome di un
cane!"
Isaac le rifilò un'occhiataccia.
"Non c'è bisogno di essere così acida... Se non ti piace basta
dirlo!"
"Nono, ma io lo intendevo come una
cosa positiva" precisò, ripiegando il foglietto e rivolgendogli uno
sguardo innocente.
L'uomo scosse leggermente la testa ma
riprese a sorridere. "D'accordo allora... A me piace, a te piace...
Vediamo se a lui piace" e posò la mano sul pancione ormai evidente.
Doveva essere un gesto dolce ma formale
e non era pertanto preparato a quello che effettivamente avvertì al contatto.
Il piccolo stava infatti scalciando e questo non significava semplicemente che
approvava il nome Fitzgerald, ma anche che finalmente aveva deciso di
manifestarsi ai suoi genitori. Era la prima volta che Isaac sentiva quei
movimenti, ed era stato anche così preoccupato da quel ritardo che aveva
spulciato in tutti i libri a proposito della gravidanza e aveva domandato più
volte rassicurazioni al dottor Whale.
"Oddio, Cru!
Sta scalciando finalmente!"
Ma Crudelia
lo guardava semplicemente confusa. "Davvero? Succede spesso a dire il
vero... Pensavo fosse un segnale del mio stomaco per la voglia di
ciliegie!" esclamò con un'ingenuità disarmante. "Che c'è?"
chiese poi notando l'espressione a dir poco sconvolta di suo marito.
"Come accidenti hai fatto a non accorgertene?
Non è possibile!"
E mentre Isaac passava dallo
sbalordimento a una forma di indignazione, Crudelia
passò ancora più velocemente dalla confusione alla completa irritazione.
"Capisco che a te non sarebbe mai
successo ma io non me ne sono accorta, va bene? Lo sappiamo tutti che tra me e
te sei tu quello con l'istinto materno e poi sai che ti dico? Saresti dovuto
essere un maledetto cavalluccio marino,
così il mio ruolo non sarebbe stato altro che quello di deporre uova - o
qualunque altra cosa faccino quegli animaletti acquatici!"
Al termine di quello sproloquio, la
donna era in piedi e stava puntando un dito contro l'uomo che, a dispetto di
tutto, l'unico istinto che avvertiva era quello di scoppiare a ridere. Ed era
un peccato, perché fino al riferimento ai cavallucci marini quella furia poteva
quasi essere presa sul serio.
"Adesso vado di sopra a giocare ad
Angry Birds... E tu
non vedi di non farmi arrabbiare ulteriormente e vammi a prendere le
ciliegie!"
"Ma Crudelia
-"
"Le ciliegie, cavalluccio marino!"
Prima che lui potesse replicare, la
donna uscì teatralmente dalla stanza. Rimasto solo, Isaac si ritrovò finalmente
a ridacchiare liberamente; tuttavia non perse molto tempo prima di alzarsi in
piedi pronto a recarsi al fruttivendolo della città prima che chiudesse.
Paragoni assurdi o no, sapeva che Crudelia lo aveva
completamente in pugno e a lui in fondo non dispiaceva - non era mai dispiaciuto.
NDA:
Ebbene
sì, è un maschio e si chiamerà senza troppa fantasia Fitzgerald;) Spero che la
scelta vi sia piaciuta e anche lo humor generale del
capitolo:)
Come
promesso nelle note dello scorso capitolo, vi linko i fantastici disegni di Anna
del vestito da sposa di Crudelia: http://annasassi.tumblr.com/post/121534820225/these-are-the-sketches-i-did-for-the-amazing-and
A
presto;)