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Autore: Demon1901    26/06/2015    12 recensioni
"Ci sono vari modi nel quale può avvenire un incontro imbarazzante e principalmente sono due i motivi: Sei una calamita vivente delle sfighe lanciate dal grande demone celeste e quindi capitano tutte a te, oppure tu stessa, con le tue mani, crei situazioni che portano ad incontri imbarazzanti. [...] Ronan – come da cliché – si era appena trasferita nel suo nuovo appartamento, un posto piccolo in cui vivere comodamente. [...]
Lei credeva che tutto ciò che c'era di peggio le era appena accaduto ma si sbagliava. [...]
Genere: Angst, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Ci sono vari modi nel quale può avvenire un incontro imbarazzante e principalmente sono due i motivi: Sei una calamita vivente delle sfighe lanciate dal grande demone celeste e quindi capitano tutte a te, oppure tu stessa, con le tue mani, crei situazioni che portano ad incontri imbarazzanti. Qui forse è bene precisare che un incontro imbarazzante non è necessariamente negativo, anzi può portare a delle svolte più che positive, se si sa – come si suol dire – cogliere la palla al balzo.
Ronan – come da cliché – si era appena trasferita nel suo nuovo appartamento, un posto piccolo in cui vivere comodamente. Aveva già arredato le due stanze, pitturato le pareti e sistemato i mobili. Quella che aveva scelto per se stessa l'aveva lasciata bianca, abbinando le tende, l'armadio e le lenzuola del letto matrimoniale dello stesso colore, davano un senso di pulito che per Ronnie era importante. Lei infatti, adorava mostrarsi in ordine anche se non sempre ci riusciva, in parte per la sua goffaggine ma soprattutto perché era pigra. Puliva quel tanto che bastava per rendere presentabile il posto, stirava i vestiti all'ultimo minuto, il suo armadio era sempre in disordine, la lavatrice era sempre piena, tutto questo però non era un vero problema poiché poteva vederlo solo lei, più che altro non era fra le sue priorità. Nella vita amava sognare – precisiamo, amava sognare ad occhi aperti- per lei nel mondo esistevano solo persone buone, non era tanto ingenua da credere che non esistessero i “cattivi”, ma semplicemente riusciva a trovare del bene in loro. Aiutava tutti quelli che poteva e si aspettava altrettanta gentilezza dagli altri, cosa che spesso l'aveva messa davanti alle delusioni. Inoltre aveva imparato che non bastava desiderare qualcosa per ottenerla ma era ancora più convinta che se vogliamo qualcosa, noi dobbiamo essere i primi a farla: voleva che tutti fossero gentili ed educati? Lei doveva esserlo per prima. Voleva che tutti la rispettassero? Lei doveva essere la prima a farlo nei confronti degli altri. Era una ragazza che viveva nel suo mondo, si lasciava trascinare dalla fantasia e cercava di vedere tutto in modo positivo ma infondo anche lei era un essere umano e non sempre ci riusciva, come quel giorno. 
Stavamo parlando di Ronan che si era trasferita nella sua nuova casa, presa in affitto da un'amica di famiglia. Era un gesto per aiutare questa persona tanto cara a lei, ma era stata anche un'ottima scusa per lasciare il suo vecchio appartamento, posto che iniziava a stancarla per una serie di motivi. Se ne stava sdraiata ad ammirare tutto il lavoro che aveva fatto, fuori era già buio e la sua pancia, con strani suoni, le ricordava che doveva ancora mangiare. Non le era rimasta più l'energia necessaria per prepararsi un panino, per questo decise che come prima cena quell'appartamento doveva essere battezzato con la pizza, prese il cellulare e compose il numero per subito sentirsi dire: “Il tuo credito è insufficiente per effettuare l'operazione richiesta. Se non hai la possibilità di ricaricare puoi richiedere SOS ricarica chiamando il num...”
Ron terminò la chiama senza pensarci due volte, si ricordava ancora l'ultima volta che aveva fatto l'addebito, era decisamente finito male e non voleva ripetere la storia. Semplicemente questa era Ronan, una ragazza che non riusciva fare nemmeno un addebito senza arrivare a conseguenze devastanti. Il suo stomaco continuava a far rumori strani e la fame iniziava a farsi sentire, prese istintivamente una decisione: avrebbe chiesto il telefono ai vicini e ordinato la pizza e voilà tutto si risolveva, non c'era niente di male no? In fondo prima o poi doveva pur conoscere i suoi vicini e questa era una buona scusa per farlo. Presa dalla foga della sua brillante idea – considerata tale solo da lei – si fiondò sulla porta di fronte alla sua e prima di cambiare decisione suonò il campanello. Una parte del suo cervello le domandava cosa stava facendo, la pancia si complimentava con lei. Nessuno rispondeva, il danno era ormai fatto quindi schiacciò di nuovo il campanello, questo volta una voce disse “Aspetta, arrivo!”
Ronan iniziava ad essere nervosa, ma cosa le era passato per la testa? Cosa ci faceva lì? Nel frattempo nella porta iniziò a girare la chiave e davanti a lei si presentò un uomo. No, non era giovane e sexy come tutti state pensando, piuttosto anziano però con una faccia che rassicurò subito Ronan.
«Buongiorno signor...» sbirciò il nome sulla porta «signor Adams»
«Buonasera signorina»
«Oh sì, giusto! Buona... Buonasera!» squittì Ronnie, era nervosa, era decisamente nervosa ma non poteva più scappare, già che era lì doveva fare per ciò che era venuta.
«Mi sono appena trasferita in questo appartamento» disse indicando la porta alle spalle «e devo fare una telefonata urgente quindi mi chiedevo se poteva prestarmi il telefono, il mio.. il mio non funziona» Non poteva iniziare a raccontare tutti i dettagli della sua sfiga quindi era meglio limitarsi a dire che non era utilizzabile.
«Certo. Lo porto subito» e sparì dietro la porta lasciandola però aperta, tanto che Ronnie riuscì a sentire il dialogo che avveniva dentro casa:
«È arrivato Ca...» un Calla-qualcosa
«No, è la ragazza nuova, le serve il telefono per una chiamata urgente»
«Ma caro quanto sei maleducato» 
mentre lo diceva si era avvicina alla porta ed era ormai davanti a Ron.
«Entra pure cara, mio marito non sa ancora come comportarsi con le belle donne.» Ronan era ormai paralizzata, cosa diavolo stava succedendo? Questo non era nel piano, non poteva telefonare davanti a loro per una pizza, certo, era urgente, ma per la sua pancia. Non sapeva cosa dire ma la signora non le lasciò nemmeno il tempo e prendendola per la mano la trascinò dentro.
«Come hai detto che ti chiami, cara?» aveva quel strano modo di allungare la r
«Ro-Ron...»
«Ron?» Mi guardò in modo strano per intendere se aveva capito bene.
«S-sì, Ronan.» Perché stava balbettando? Ecco come finivano sempre le sue brillanti idee.
«Il telefono, Ron» intervenne il signor Adams, ora Ron non sapeva cosa farsene, aveva il cellulare in mano ma i due anziani la fissavano, si schiarì la gola e iniziò a guardarsi in giro «Posso uscire in terrazza?»
«Certo cara, vai pure» Perché doveva dire carrrrra a fine di ogni frase? Era quasi inquietante.
All'aria aperta si rilassò, si ricordava a memoria il numero della pizzeria e dopo aver ordinato velocemente restituì il cellulare e fece per andarsene ma la signora Adams aveva altre idee per lei.
«Ronan cara vuoi assaggiare le polpette? Le ho fatte ma Jason è ormai vecchio, non riesce a mandare giù niente, ne sono rimaste un bel po' e sicuramente Callaghan non le mangerà tutte» la prima cosa che pensò fu “Non potevi dirmelo prima, brutta vecchietta cosi non ordinavo la pizza” ma cercò di controllarsi e di rifiutare con un tono gentile, il suo cervello però voleva qualcosa d'altro, dalla sua bocca uscirono le parole meno adatte per quel momento: «Oddio Polpette? Io amo le polpette»
«Allora cara vieni, devi assolutamente assaggiare le mie, Jason dice che sono le più buone del mondo e Callaghan è d'accordo» Ma chi è questo Calla-qualcosa? Continuava a citarlo ma non lo vedevo, magari il loro amico immaginario? Nah, sarà il loro figlio, era molto più plausibile.

Dopo aver mangiato di fretta il cibo offerto, Ronnie ringraziò e scappò a casa sua. Subito dopo arrivò anche la tanto attesa pizza che però non riuscì a finire e la lasciò. Si fece una doccia veloce, uscì dal bagno in accappatoio e i piedi ancora bagnati e proprio in quel momento vide la cosa più orribile che poteva capitarle. Lì davanti ai suoi occhi c'era il ragno più brutto e grosso che avesse mai visto. Solo guardarlo le fece venire la nausea, era disgustoso nel modo in cui si muoveva sulle sue gambe fragili. Ronan cercò di calmarsi e vedere la cosa in modo positivo, infondo era solo un ragno, un picc... No, no, no, quello era un ragno gigante! Per adesso fra i desideri di Ronnie non rientrava essere un'eroina, non aspirava ancora a diventare spider-woman. L'unico aspetto positivo – se proprio lo vogliamo chiamarlo cosi – era che si trovava sul muro, bastava seguire gli insegnamenti della sua mia amica Lizzy: doveva solo avvicinarsi piano e colpirlo forte. Il problema era che non voleva avvicinarsi, e se il ragno le saltava addosso? Ma i ragni non saltano, nemmeno volano, non sono come le farfalle, questi al massimo possono mettersi a correre sulle loro zampe spinose, solo pensarlo le faceva venire da vomitare, ma doveva farcela. Con più coraggio di quanto ne avesse, prese una ciabatta in mano e si avvicinò, alzò il braccio, fece un passo in avanti e scivolò colpendo male il ragno che cadde su di lei. Ronnie si trovava con la testa sul pavimento e da qualche parte sopra di lei si trovava il ragno. Lanciò un urlo quasi disumano e si tolse l'accappatoio buttandolo lì per terra. I piedi le stavano ancora scivolando ma aprì la prima porta che le capitò mentre teneva d'occhio l'accappatoio. Non doveva scappare, solo il pensiero di tutto quello che poteva fare quell'essere la faceva star male.
Lei credeva che tutto ciò che c'era di peggio le era appena accaduto ma si sbagliava. Mentre usciva dalla porta andò a sbattere contro qualcosa, e di nuovo si trovò sdraiata, questa volta però su qualcosa di morbido. Si trovava sopra un ragazzo. In quel momento iniziò a realizzare che era uscita di casa e si trovava sul pianerottolo. Precisamente era sdraiata su un ragazzo che vedendola confusa e spaesata disse: «Ciaaaaaao».
Ronnie era paralizzata. Non sapeva cosa fare, cercò di trovare qualcosa da dire ma tranne dei versi come “Ah.. Uh....I-io...” non usciva niente dalla sua bocca. Le sue corde vocali erano paralizzate ed era immobile, sembrava una mummia. Il ragazzo decise di prendere la situazione in mano e parlò:
«Che ne dici se, ehm, ti sposti?» Era una domanda?
«Oh si, si.» e non si mosse per qualche secondo, poi lentamente si mise di nuovo in piedi, lo stesso fece il ragazzo. Era più alto di lei e la stava guardando con sorriso divertito, Ronnie abbassò lo sguardo su stessa per vedere cosa ci trovava di cosi spassoso e solo allora sentì l'aria fredda sul corpo: era solo in biancheria intima davanti ad un perfetto sconosciuto. La sua testa iniziò a bollire, era sicura di essere diventa completamente rossa in volto, cercò velocemente di giustificarsi:
«Stavo facendo un bagno e il ragno è volato su di me e io sono caduta su di te.»
Mentre parlava si rendeva conto che tutto ciò non aveva nessun senso e la risata del ragazzo lo confermò.
«La gravità è in sciopero?»
«Cosa?» Ci manca solo questo: essere presa in giro mentre era mezza nuda davanti ad un ragazzo completamente vestito sul pianerottolo di casa.
«Hai detto che c'è un ragno, hai paura? Vuoi che ti aiuti?»
Ronnie ci pensò qualche secondo e decise di accettare la sua proposta, infondo ciò che c'era di peggio era già accaduto quindi valeva la pena sfruttare l'occasione, inoltre il ragazzo trasmetteva fiducia e non sembrava avere altri fini, voleva davvero aiutarla.
«Oh si!» guardando la sua espressione aggiunse «È la risposta a tutte le domande: ho paura e sì aiutami!».
Gli spiegò dove si trovava il ragno e insieme entrarono in casa, Ronnie rimase dietro di lui che stava muovendo l'accappatoio
«Non c'è niente, sei sicura che era qui?»
Ronnie rispose con un convinto «Sì»
Lo cercarono ancora un po' finché Ronnie lo vide allontanarsi verso il bagno, urlò di nuovo indicandolo, il ragazzo prese in mano il ragno e lo portò fuori.
«Ecco fatto. Vedi, non mi ha mangiato.» e aggiunse «Mi chiamo Callaghan e abito qui difronte»
«Grazie dell'aiuto Call» odiava prendere confidenza cosi presto ma il suo nome era tanto complesso che non osava pronunciarlo, le aveva appena salvato la vita, non poteva sbagliarli il nome.
«Io sono Ronan» continuò lei.
«Bene Ronan, è un piacere conoscerti e davvero non c'è bisogno di presentarsi cosi per fare colpo su di me» disse strizzando un occhio.
Voleva morire, ma prima avrebbe ucciso lui.
«Buonanotte» e sparì dietro la porta di casa sua.
Ronnie rimase immobile e dopo vari secondi parlando a se stessa disse «Callaghan, il nome dell'uomo che non guarderò mai più in faccia»

La cosa positiva? Aveva imparato il suo nome.


 


N.d.A: La citazione al grande demone celeste è dovuto alla grande influenza di Nana su di me, ormai lo uso nel linguaggio quotidiano e qualche volta spesso mi capita anche di scriverlo.
Ringrazio il mio Principino Dracula che mi incoraggia a comabttere contro i ragni, ma soprattutto a scrivere.
In questo capitolo succedono un sacco di cose ma era più come un'introduzione generale, volevo presentarvi i protagonisti e i loro caretteri, nonostante tutto se vi è piaciuto mi farebbe molto piacere leggere un vostro parere. 

   
 
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