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Autore: Isidar Mithrim    27/06/2015    14 recensioni
Come andò la disastrosa prima (e ultima) cena tra James, Lily e i neofidanzati Vernon e Petunia?
Ecco come l'ho immaginata io ^^
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Petunia Dursley, Vernon Dursley | Coppie: James/Lily, Petunia/Vernon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Old Generation Ordinary Tales'
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NdA: non sono riuscita a capire se
James avesse già conosciuto Petunia,
ma visto che Vernon si propose
quando Lily era al settimo anno,
ho dedotto di no.


Un tavolo per quattro

“James… mi raccomando” lo ammonì Lily per l’ennesima volta.
“Tranquilla, amore” la rassicurò lui, sornione. “Non ho ancora trovato qualcuno che non mi adori!”
Lei gli lanciò un’occhiataccia, poi gli afferrò la mano prenderlo per mano e ruotando sul posto si Smaterializzò.
Apparvero in un vicolo cupo vicino al ristorante e dopo aver controllato che non ci fosse nessuno in giro, James si tolse il Mantello dell’Invisibilità.
“Dammelo, lo metto in borsa” disse Lily, porgendogli una mano.
“Nah, preferisco tenerlo.”
“E dove esattamente vorresti infilartelo, visto che non hai un mantello sotto cui nasconderlo?”
“Semplice” sostenne James con il tono di chi la sa lunga, picchiettandosi la testa con un dito. “Nella tasca dei pantaloni.”
“Entrerà di certo” commentò Lily con sarcasmo.
“Ovviamente” sorrise James, infilando il Mantello nella tasca senza alcuno sforzo. Quando l’ultimo lembo di stoffa sparì, guardò Lily compiaciuto.
“Stupida io a non aver pensato che avresti usato illegalmente un Incantesimo Estensibile, in effetti” bofonchiò Lily, ma James avrebbe scommesso che era segretamente divertita.
“Be’, non mi sembrava il caso di girare con la bacchetta che spuntava dalla tasca o, peggio, senza bacchetta. Sai, avevo pensato di nasconderla in degli stivali da cow-boy, poi mi sono detto che probabilmente Petunia non avrebbe apprezzato.”
Lily lo fulminò con lo sguardo e la sua tattica intimidatoria avrebbe anche potuto funzionare, se non fosse stato per la facilità con cui James riusciva a ignorare la sua espressione per perdersi negli splendidi occhi verdi.
Le diede un improvviso bacio a fior di labbra per rasserenarla un po’, e quando Lily si lasciò andare a un sorriso James la prese sotto braccio e si avviarono insieme verso il ristorante.

“Dannazione, non avrei dovuto togliermi il Mantello” rimpianse James quando furono vicini all’entrata. “Avrei potuto avvicinarmi di soppiatto a quel ciccione per farlo saltare dalla paura!” disse, indicando un uomo corpulento che dava loro le spalle.
“Sai… credo che quello sia Vernon” mormorò Lily, dando prontamente una gomitata a James quando lui prese a ridacchiare senza ritegno.
“Ok, ok, mi calmo. Ma non credo di aver mai visto un sedere così grosso. A parte quello di Hagrid e il tuo, s’intende.”
Questa volta fu Lily a lasciarsi sfuggire una risatina. “Ora torniamo seri” gli disse poi, prendendo un gran respiro. “E vedi di non farmi ridere!”
Si avvicinarono all’uomo e Lily si schiarì la voce. “Vernon? Petunia?” chiamò esitante.
L’omone si girò, lasciando intravedere davanti a lui una donna bionda, gracile e piuttosto agitata. Grazie al cielo Lily era ben più affascinante di lei.
“Petunia aveva previsto che sareste arrivati in ritardo” commentò Vernon, squadrandoli con sufficienza. “Il tempo è denaro, le dico sempre io. Purtroppo c’è chi si diverte a sprecarlo.”
Lily si scusò imbarazzata, ma James tacque, le labbra strette tra i denti e ogni fibra del suo essere concentrata nel rimanere serio e non scoppiare a ridere davanti a quella faccia da porcellino.
“Vernon caro, questa è mia sorella Lily” disse Petunia, leziosa. Poi guardò James, storcendo la bocca nel notare i suoi capelli terribilmente disordinati – in sua difesa, James si era preoccupato di spettinarli apposta per l’occasione. “E tu devi essere –”
“James Potter” intervenne lui, porgendole la mano.
Lei la strinse titubante, poi sembrò ricordarsi delle buone maniere, perché si schiarì la gola e raddrizzò la schiena. “Lily, James, lui è il mio fidanzato, Vernon Dursley” sostenne Petunia con orgoglio. “Vernon, questa è mia sorella Lily con il suo… ragazzo, James.”
Lui finse di non aver colto l’accenno di disapprovazione nella sua voce e porse la mano anche a Vernon. L’uomo aveva una stretta decisamente più salda, ma James trovò piuttosto curioso stringere la mano a una persona con le dita così grasse, e si appuntò mentalmente di vantarsene con Sirius alla prima occasione.
“Be’, vogliamo entrare?” domandò un istante dopo, battendo le mani con entusiasmo. “Io muoio di fame!”
Petunia lo guardò con gli occhi spalancati, inorridita dalla sua mancanza di tatto, ma si affrettò a entrare quando lui le tenne gentilmente la porta. Vernon gli scoccò un’occhiata sospettosa quando James gli fece segno di entrare, ma alla fine seguì la sua promessa sposa.
Se solo avesse saputo che James stava solo aspettando l’occasione perfetta per guardare l’immenso deretano del Babbano ondeggiare a ogni passo…
Sentì Lily sospirare sconsolata dietro di lui. “Sarà una lunga serata.”
“Oh, io credo che ci divertiremo un mondo” ghignò invece James, prima di lasciar chiudere la porta per seguirla al tavolo.


Gli altri aprirono i loro menù per dare un’occhiata alle bevande, ma James già sapeva cosa scegliere.
“Per me della Burrobirra, grazie.”
Quando otto occhi lo guardarono basiti, intuì che doveva aver chiesto qualcosa di molto poco babbano.
“Anche per me della birra, per favore” intervenne Lily dopo un attimo, cercando di risolvere la situazione.
James ringraziò mentalmente per la sua presenza di spirito, ma Petunia la guardò come un’erbaccia cresciuta in mezzo a un cespuglio di ortensie.
“Per noi solo dell’acqua” disse altezzosa, lasciando intendere che qualsiasi bevanda differente rappresentasse una scelta inammissibile.
“Ben detto, Petunia!” esclamò Vernon. “L’alcol è l’oppio dei popoli!” aggiunse sdegnoso, battendo un colpo sul tavolo.
James cercò di far passare la risata per un sussulto sorpreso e affondò il viso nel Menù.
L’equivoco della Burrobirra, però, gli aveva dato un’idea irresistibile.
“Lily” esordì con un sussurro perfettamente udibile “devo supporre che non abbiano nemmeno chele d’Acromantula fritte, vero?”
Vernon lo guardò orripilato e Petunia fece scattare gli occhi a destra e a sinistra, accertandosi che nessuno l’avesse sentito.
“Lily!” protestò James, quando lei gli calpestò il piede con violenza. “Era solo una legittima domanda per chi come me non conosce i gusti dei...”
James si azzittì all’improvviso e si guardò attorno teatralmente, quindi si sporse verso Vernon e Petunia mettendosi una mano attorno alla bocca.
“… Babbani” sussurrò in confidenza.
“Come ci hai chiamati?” domandò Vernon offeso, gonfiando il petto.
“Persone diverse da loro” spiegò Petunia con astio.
Vernon digrignò i denti mentre James tornava a sogghignare dietro al suo Menù, ignorando l’occhiata d’avvertimento di Lily.
Fortunatamente lei gliela diede vinta, poi fece un profondo respiro e ruppe il silenzio con allegria forzata. “Perché non rimandiamo le chiacchiere a dopo e non scegliamo cosa ordinare?”

Dopo che il cameriere ebbe portato da bere ed ebbe finito di segnare le loro scelte, Petunia guardò Vernon con eloquenza e lui si schiarì la voce.
“Allora, James. Io posso dirmi orgoglioso di portare in giro la mia Petunia su di una meravigliosa Lincoln Versailles. Tu, invece, cosa guidi?” gli chiese con condiscendenza.
“Oh, sono così contento che tu me l’abbia chiesto! Guido un vero gioiellino, caro Vernon! Accelerazione da zero a centocinquanta chilometri orari in dieci secondi, la miglior aerodinamica del Paese, risponde al minimo tocco!”
Vernon era incredulo. Con gli occhietti stretti dalla rabbia e dall’invidia. Bevve un sorso d’acqua e rischiò di strozzarsi.
“Che… che modello è?” chiese Petunia affabile, mentre batteva un’esile mano sulla schiena del fidanzato.
James sogghignò mentalmente e si apprestò a rispondere, ma Lily lo precedette, scoccandogli l’ennesimo sguardo d’ammonizione.
“Sta parlando della sua scopa da corsa” spiegò con un sorriso forzatamente affabile.
Vernon sputacchiò per la sorpresa e Petunia si portò una mano davanti alla bocca, allibita.
“La… la sua…” balbettò Vernon.
“Scopa da corsa, sì!” disse James con entusiasmo prima che Lily potesse fermarlo. “La mia Nimbus Mille, fedele compagna d’avventure e vittorie sul campo da Quidditch. Sfreccia nel cielo come un fulmine, Vernon, dovresti vederla! Certo, dopo qualche ora si comincia a sentire un discreto fastidio alle parti basse, è ovvio, ma alla lunga ci si fa l’abitudine.”
L’uomo lo fissò con rabbia mista a disgusto.
“Petunia, che fiori avete scelto per il matrimonio?” intervenne allora Lily, sfoderando un sorriso smagliante. La sorella prese la palla al balzo e cominciò a raccontare per filo e per segno di ogni maledetto dettaglio scelto per la decorazione della sala.
Quando arrivarono a discutere del colore dei nomi sui segnaposti, James decise che era giunta l’ora di divertirsi un po’.
“Ma perché non parliamo un po’ di te, Vernon! Devi fare un lavoro davvero importante per permetterti una matrimonio così grandioso” disse con voce grondante d’ammirazione.
“Certamente!” esplose Vernon, come se James avesse insinuato il contrario.
“Sono vice dirigente alla Grunnings.”
“Il mio Vernon produce trapani” spiegò Petunia con commosso orgoglio, posando una mano sul proprio petto e una sulla spalla di Vernon.
“È uno strumento elettrico che serve a fare piccolo buchi” aggiunse Lily in favore di James, stroncando la sua domanda interessatissima sul nascere. Lui trovò subito qualcos’altro da dire.
“Oh, quindi è un trapàno, l’aggeggio che hai usato per farti i buchi alle orecchie, Lily! Vernon, lasciami dire una cosa,” continuò con tono commosso, “il tuo è un lavoro davvero nobile. Non posso immaginare quanto sarebbe triste il mondo se tutte le ragazze babbane dovessero rinunciare a questi splendidi gioielli” concluse, allungando una mano per sfiorare il lobo di Petunia, che si ritrasse inorridita.
“I trapani non servono per fare stupidi buchi alle orecchie!” si indispettì Vernon. “Senza trapani non si potrebbero costruire i palazzi!”
“Ma allora è ancora più nobile di quello che pensassi!” si entusiasmò James, scansando il piede per evitare che Lily lo pestasse ancora. “Devo farti i miei complimenti, Vernon, sono ammirato!”
“È certamente più nobile della vostra… condizione…” ribatté Vernon sprezzante, non bevendosi i suoi complimenti – non era davvero così stupido, allora! “Immagino che quelli come voi debbano chiedere allo Stato il sussidio di disoccupazione. Io sono convinto che chi non sia abbastanza sveglio da sostenersi da solo non meriti di essere appoggiato dallo Stato con i soldi di noi onesti lavoratori!”
James assunse la sua miglior espressione dilaniata.
“Tocchi un tasto scoperto, mio caro Vernon” spiegò con voce incrinata. “Hai ragione, purtroppo io e Lily siamo disoccupati, al momento. Da quando ci siamo diplomati a Hogwarts…” tirò su col naso. “Scusatemi.”
“Ce la caviamo bene, comunque” si affrettò a chiarire Lily, posando la mano sul polso di James e stritolandolo con veemenza.
James prese il tovagliolo e si asciugò una lacrima inesistente, ma quando riprese a parlare assunse un tono decisamente pimpante.
“Per fortuna i miei genitori sono ricchi sfondati! Hanno una fortuna, alla Gringott – la banca dei maghi, sapete. Montagne di galeoni in oro zecchino protette da un drago!”
“Mi… mi stai prendendo in giro?” si adirò Vernon, chiazzandosi di rosso.
Io? Vernon, non farei mai una cosa simile” rispose James, fingendosi desolato. “Tutto ciò che ti ho raccontato è la pura verità!”
Vernon si scaldò ancora di più, ma fu Petunia a intervenire.
“Non è vero” strepitò. “ Non esistono i –” si bloccò di colpo, rendendosi conto di star urlando. “Draghi” sibilò. “Lily non ne ha mai parlato.”
“Giusto!” concordò Vernon. “Credo che ce ne saremmo accorti, se esistessero!”
“Ma certo che esistono!” sorrise James. “Pensate, il nucleo della mia bacchetta è una corda del cuore di drago! E ci sono ben dodici modi per usarne il sangue – li ha scoperti tutti Silente!”
“Balle!” ruggì Vernon, mentre Lily nascondeva il viso tra le mani. “Non resterò qui a farmi prendere in giro da un buon a nulla come te! Ce ne andiamo, Petunia!” esclamò, battendo i pugni sul tavolo e facendo tintinnare i piatti. Lei sussultò, ma un istante dopo lanciò alla sorella uno sguardo carico di delusione e seguì il suo fidanzato.
James, tremendamente divertito, si voltò a guardare Lily.
Il suo sorriso svanì in un istante quando si accorse che era in lacrime.
“Lily…” mormorò, sorpreso.
“Sei il solito idiota!” gli rinfacciò lei, passandosi con foga una mano sugli occhi.
“Che bisogno c’era di prenderlo in giro così?”
“Ma l’hai visto?! È un pallone gonfiato! Letteralmente” si difese James. “Grazie al cielo tu hai gusti migliori di tua sorella.”
“Tu dici?” domandò lei con rabbia.
“Lily!”
“Hai rovinato tutto! Non credevo di pretendere molto, chiedendoti di rimanere serio per due dannate ore!” gridò lei. Un attimo la sua rabbia sembrò sgonfiarsi veloce come era arrivata. “Petunia non me lo perdonerà mai…” mormorò affranta.
James sentì uno strisciante senso di colpa farsi strada dentro di lui. Sapeva quanto Lily ci tenesse a ristabilire un rapporto con la sorella, ma solo in quel momento si rese conto di aver fatto di tutto per renderlo impossibile.
“Hai ragione” ammise. “Mi… mi dispiace, ok? Mi dispiace da morire… Guardami, ti prego...”
Lily si girò verso di lui, i meravigliosi occhi verdi arrossati dal pianto, e James ebbe un colpo al cuore.
“Sistemerò le cose con Vernon alla prossima occasione, va bene? Te lo prometto.”
Lei annuì debolmente e lui la strinse forte tra le braccia, cullandola dolcemente finché non si fu calmata.



*************


Ciao a tutti!
Da tanto avevo in mente di scrivere questa scena, e dopo le ultime pubblicazioni di Pottermore (piuttosto deludenti, lo confesso) non ho potuto resistere!
Questo è lo screenshot della descrizione della scena.
Avrei voluto dare più spazio a Lily, ma immagino che James abbia rubato un po’ la scena. D’altronde, non poteva nemmeno rimproverarlo troppo platealmente davanti a loro…


Ora un po’ di noticine ☺
JKR dice solo che Vernon guidava la macchina ‘giusta’ (per Petunia) e che era scura. Mi sono divertita a sbirciare su questo elenco di macchine d’epoca degli anni ’70-’80 per scegliere un modello. Anche la Holden mi piaceva, ma il nome non mi diceva proprio nulla ^^’
Ho lasciato ‘babbano’ minuscolo quando è usato come aggettivo. Non mi pare che in Harry Potter lo faccia, ma per i nomi propri di solito è così, quindi… (ad esempio: i Romani, un acquedotto romano).
Non sono affatto certa che i trapani siano indispensabili per fare palazzi xD Ma è anche vero che Vernon può aver ingigantito la cosa ^^
Non ricordo se i Dursley non bevessero vino, per esempio, ma Vernon dà dell’alcolista a James, quindi…
L’Incantesimo Estensibile è l’unica vera novità di Pottermore, e non ho potuto non usarla! È davvero illegale, tranne che per oggetti ufficialmente consentiti come bauli e tende (Hermione l’ha fatto illegalmente alla sua borsa).

Grazie mille di aver letto! Sarò contenta di sapere se per voi è una ricostruzione verosimile ;)

Isidar





   
 
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