Anime & Manga > D'Artagnan
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Autore: Meramadia94    27/06/2015    2 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la verità su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beh, la maturità è finita e come promesso sono tornata con un nuovo capitolo. Sono contenta di essere tornata tra voi, di aver chiuso un capitolo della mia vita e di poter iniziare al prossimo.
Un ringraziamento speciale a Tetide, non solo per le sue recensioni... ma per essermi stata vicino prendendo parte al mio dolore.
Ti ringrazio di cuore.


Incredibile come poteva cambiare la vita delle persone da un giorno all'altro.
Questo lo aveva appurato più volte e non solo sulla sua pelle.
Nicolàs di punto in bianco si era ritrovato orfano e completamente solo.
Aramis a pochi passi dall'altare aveva perduto il grande amore della sua vita per colpa di Maschera di Ferro e Mansonne.
La guerra aveva portato via il padre di D'artagnan e causato la morte di dolore della madre.
Poi era capitato a lei.
Sei anni prima non si sarebbe nemmeno sognata di poter essere trattata con gentilezza ed umanità da qualcuno e di poter leggere, scrivere e di riuscire a fare tutte le cose che aveva imparato ed immaginava per lei un avvenire fatto di botte, umiiazioni, piatti e pavimenti da lavare.
E per finire, solo il giorno prima era un' orfanella figlia di nessuno e adesso sapeva tutta la storia della sua vita.
Adesso sapeva che suo padre era un nobiluomo non solo per nascita ma anche nel cuore che aveva rinunciato a tutto in nome dell'amore.
Il sapere di essere nobile anche se in modo impercettibile, non l'aveva cambiata. La mattina dopo aver saputo le sue origini si era alzata, aveva preparato la colazione per l'accampamento e al sovrano, e poi con l'aiuto di Nicolàs e con il benestare del re aveva allestito una piccola infermieria da campo.
Proprio come aveva previsto, quello stesso giorno i moschettieri avevano fatto ritorno.
La buona notizia era che adesso Maschera di Ferro non aveva più niente e nessuno da usare come spauracchio contro di loro.
L'incontro tra i due fratelli malgrado i toni formali era stato toccante e commovente.
Un altro cambiamento che nessuno si sarebbe mai aspettato.
Ma ben presto... i presenti furono costretti a far fronte ad un altro cambiamento, tutt'altro che lieto però.
Erano partiti in quattro.
Dovevano tornare in cinque.
E invece...
A dire dei moschettieri, il povero D'artagnan, nel disperato tentativo di salvare Costance, Jean e il pappagallo Copy che galleggiavano in un barile di vino nel bel mezzo del mare era stato risucchiato da un vortice sottomarino, sotto i loro occhi impotenti.
Il mare non aveva restituito neppure i loro corpi.
Nel campo si diffuse subito un' atmosfera luttuosa per la perdita del più giovane soldato della guardia reale.
Treville sentì di aver perso non solo un sottoposto, ma anche un figlio. In fin dei conti stavano parlando del figlio di un suo caro amico di gioventù.
Persino Rochefort versò due lacrime per la presunta morte del guascone.
Anche il re era abbastanza scosso dalla notizia e dentro di sè sentì di non aver fatto abbastanza per quel ragazzo che aveva sempre dato il meglio di sè per servire la corona, il primo ad essersi accorto dell' indole davvero poco limpida di Mansonne e che aveva cercato di aprirgli gli occhi... e che lui aveva ripagato cacciandolo dal corpo dei moschettieri.
Per dare modo ai soldati di riprendersi  il re diede ordine tassativo di non prendere iniziative per quel giorno e diede ordine di attaccare l'isola alle prime luci dell'alba.
Diede anche ordine per preparare una commemorazione funebre in onore del giovane moschettiere per la sera stessa.
In mezzo a tanto dolore, il suo pensiero era rivolto anche alla sua amata Anna... come avrebbe trovato il coraggio di dire alla sua regina che oltre a D'artagnan, anche la sua dama di compagnia preferita aveva perso la vita in mare?
'' Poteva essere un momento felice per tutti noi...''- aveva commentato il re mesto in volto -'' mio fratello di nuovo con noi... ricominciare da capo... e invece è accaduta questa terribile disgrazia.''

Poco dopo essere tornati dalla loro missione infruttuosa pur avendo conseguito l'obiettivo, i tre moschettieri, Lunette e Nicolàs si erano riuniti sulla piccola spiaggia, scrutando il mare.
In loro sopravviveva ancora un briciolo di speranza, fede ceca... speranza che D'artagnan fosse ancora in vita e che magari fosse spuntato all'improvviso dalle acque del mare, forse malconcio e ferito, ma vivo.
Un barlume di speranza che impediva loro di annegare nella disperazione e nel dolore che avevano preso possesso dei loro cuori.
'' Non posso crederci...''- fece Athos con gli occhi pieni di disperazione guardando la sconfinatezza del mare -'' Io non riesco a capacitarmi che non sia più con noi...''
A volte di certi cambiamenti se ne farebbe volentieri a meno.... come la perdita prematura e del tutto inaspettata di una persona amata, avere per lo meno il tempo di prepararsi a tale perdita ed affrontarla... invece, a volte il destino era troppo crudele.
Aramis era addolorata e furiosa con se stessa, con Mansonne e Maschera di Ferro... sei anni prima le avevano portato via l'amore della sua vita, senza che potesse far nulla per impedirlo.
Poi come se non le avessero gia fatto abbastanza del male avevano cercato di portarle via una sorella minore... non ci erano riusciti, ma le avevano portato via un fratellino minore.
Quando avrebbe messo le mani su Mansonne e i suoi complici però gliel'avrebbe fatta pagare cara... con tanto di interessi.
'' Beh...''- fece Nicolàs -'' può anche darsi che... non siano morti, no?''
I tre moschettieri e la ragazza voltarono subito lo sguardo verso lo scoglio sul quale era seduto Nicolàs con lo sguardo stupito.
Nicolàs continuò per la sua ipotesi.
'' Scusate Athos...  se non sbaglio, voi ci avete detto che dopo essersi tuffato per tentare di salvare Costance e Jean, non avete rivisto più nessuno di loro, giusto?''
Il moschettiere anziano annuì.
'' Quindi in assenza di cadavere non vi è certezza che siano davvero morti tutti e tre.''- concluse il conte.
'' E voi credete davvero che sia possibile sopravvivere ad un vortice marino?''- fece Porthos scettico, ma tentato di credere all'ipotesi del nobile.
Tutti e quattro parevano essere tentati di dar credito a quell'ipotesi.
Tentazione dettata dalla speranza, dal desiderio che D'artagnan fosse ancora in vita, fede ceca... ma ci sarebbe voluto ben altro per provare che il moschettiere fosse vivo.
Lunette fu la prima a dare corda a Nicolàs.
'' Potrebbe aver ragione. Magari hanno fatto naufragio e in questo momento si stanno organizzando per fare ritorno qui...''
In fin dei conti, non poteva essere possibile?
D'artagnan era uscito vincitore da situazioni ancora più incerte e precarie di questa... era sopravvissuto a banditi, cardinalisti, ai colpi bassi della sorte, al suo essere orfano, ed era riuscito persino a far crollare un intrigo di corte dalle dimensioni del Luvre come se fosse un castello di carte mal fatto... no, ci voleva ben altro che una tempesta marina per fermarlo.
E dovunque fosse si stava prendendo ottima cura di Costance e di Jean.
Si, li avrebbero rivisti.
E prima di quanto pensavano.
In breve questa speranza li conquistò.
'' Piuttosto...''- fece Aramis sorpresa ma non arrabbiata per il fatto che la sua serva avesse deliberatamente trasgredito agli ordini, non aspettando un loro telegramma per raggiungerli sulla costa.
Lunette non si fece problemi a rispondere.
'' Dovevo parlare con il capitano Treville di una faccenda privata... e della quale nemmeno io ero al corrente.''
'' E dal colore che avevi sul viso quando ci hai salutato...''- fece Aramis ricordando il pallore e lo sconvolgimento  che la sua amica aveva in viso malgrado la felicità di rivederli fosse evidente -'' dev'essere stato qualcosa di non molto gradevole da ascoltare.''
Lunette rispose con uno sguardo che non voleva dire si, ma nemmeno che voleva negare.
'' Di che si tratta?''- fece Athos incuriosito.
Per rispondere a questa domanda era necessario fare un salto indietro di parecchi giorni.
'' Vi ricordate il giorno in cui Treville ha dato le dimissionie gli è subentrato monseiur Aramis?''- i due moschettieri annuirono a dispetto di Nicolàs che non avrebbe potuto confermare per il semplice fatto che ancora non aveva conosciuto Lunette, figurarsi i moschettieri.
Quel ricordo però sarebbe rimasto per sempre impresso nelle menti dei tre militari. Per Aramis, che aveva visto il disprezzo negli occhi delle persone per le quali si sarebbe fatta uccidere e anche nelle menti di Athos e Porthos che per un breve periodo, durato però troppo, avevano visto messo in dubbio il loro legame più profondo e la loro amicizia.
'' Poco prima che Treville tornasse in Guascogna, sono andata da lui per... non lo so nemmeno io perchè.
Ma prima di andar via ha detto che somigliavo molto a mia madre.''
I tre moschettieri parvero cadere dalle nuvole.
Aramis un po' meno di Athos e Porthos visto che Treville le aveva gia fatto capire tre settimane prima di sapere qualcosa su Lunette che lei invece ignorava e da allora non poteva che chiedersi... possibile che Lunette fosse la sorella di uno dei suoi migliori amici?
Stava per scoprirlo.
'' Aspetta...''- fece Athos per accertarsi di non aver capito fischi per fiaschi -'' Treville conosceva tua madre?''
Lunette annuì -'' Non solo. Era anche molto amico di mio padre.''
Ancora le pareva un sogno molto strano.... Jean Le Goff e Gabrielle Voudrelle.
I suoi genitori.
Mai si sarebbe immaginata di poter chiamare qualcuno con quell'appellativo... era sempre stata Lunette l'orfanella prima, e Lunette dei Moschettieri dopo... non era mai stata figlia, sorella, o nipote di qualcuno... era tutto così strano.
'' Allora, chi sono?''- fece Athos riscuotendola dai suoi pensieri.
'' Mio padre si chiamava Jean Le Goff.''
'' JEAN LE GOFF?!?''- le fece eco Athos con gli occhi spalancati per la sorpresa.
Gli occhi dei presenti si fiondarono subito sul leader dei moschettieri.
'' Lo conoscevate?''- fece Nicolàs. Fu una domanda inevitabile da fare.
Athos si ricompose un po' e poi rispose con un cenno negativo del capo -'' Di persona no... ma nell' ambiente degli spadaccini quell'uomo è una leggenda.''
'' Si...''- si associò Porthos -'' anch'io ne ho sentito parlare molto bene...  il duca de Montenier era uno spadaccino notoriamente imbattibile, è risaputo... soltanto un uomo è stato capace di tenergli testa e di batterlo.''
'' Il padre di Lunette.''- concluse Nicolàs.
Aramis annuì.
'' Lunette...''- fece il conte preoccupato per la sua amica. Non era stato di certo facile per lei affrontare la verità così all'improvviso.
Ritrovare dei genitori mai conosciuti e con i quali non era stato nemmeno possibile tentare di allacciare un rapporto...
Lui da quel punto di vista era stato fortunato, anche se poi Maschera di Ferro si era arrogato il diritto di portargli via tutto quello che amava di più al mondo... e le due persone che lo amavano e che amava a sua volta in modo smisurato.
Lunette sorrise amichevolmente -'' Sto bene, Nicolàs... non preoccuparti.''
Aramis però non pareva convinta.
'' Ne sei certa?''
Lunette annuì -'' Si. Ho sempre saputo che i miei genitori non c'erano più... ma almeno adesso so perchè non ci sono più e perchè ci hanno separati.''
Non ce l'aveva ne con Treville che le aveva taciuto la verità per anni ne con il destino che le aveva fatto conoscere i suoi veri ed unici amici ne con tutte le persone che al momento rendevano la loro vita difficile e tanto meno con i nonni di D'artagnan, poveretti, non osava immaginare come dovevano essersi sentiti ad abbandonarla in un orfanotrofio cercando di dare almeno al loro unico nipote una vita dignitosa... tutto quello che le era successo, ogni avventura vissuta, l'aveva trasformata nella persona che era diventata.
Certo, era triste per la dipartita dei genitori, per non averli conosciuti di persona e il sapere la verità non glieli avrebbe certo riportati indietro... ma sapere la verità l'avrebbe aiutata a trovare un senso al dolore vissuto nella sua infanzia.
Athos tentennò un po' prima di farle quella domanda ma la sua curiosità era incontenibile -'' Cos'è successo? Ti va di parlarcene?''
Lunette annuì.
'' Dopo aver vinto una competizione di scherma a Parigi, mio padre si strasferì dalla capitale alle campagne della Guascogna. In qualità di miglior allievo del Duca di Montenier venne raccomandato alla famiglia di nobili più importante della Guascogna, come istruttore del loro unico figlio.''
Aramis la interruppe -'' Il padre di D'artagnan, senza dubbio... ecco perchè conosceva Treville.''
Lunette annuì.
'' In breve diventarono amici. Uscivano spesso tutti e tre assieme e durante una di queste uscite, una sera incontrarono una ragazza. Si chiamava Gabrielle Voudrelle e lavorava in una locanda. Stando a quel che dice Treville, tra lei e mio padre fu amore a prima vista.''
Athos iniziava a capire come andava a finire quella storia... Jean, nobile, s'innamorava di una cameriera... la famiglia non approvava...
Solo che non credeva che un uomo come Jean famoso per i suoi alti principi oltre che per la sua abilità di spadaccino fosse stato capace di rinnegare quell'amore costringendo la povera Gabrielle ad abbandonare la loro bambina in un orfanotrofio per poi morire poco dopo.
No, non poteva essere.
'' Mio padre venne rinnegato dalla sua famiglia... e con l'aiuto dei nonni di D'artagnan riuscì a sistemarsi stabilmente in Guascogna. Sposò mia madre...''
''... e poco tempo dopo nascesti tu.''- concluse Aramis per lei.
Ora capiva da chi aveva preso la testardaggine e la sua moralità, la giovane Lunette...
'' Ma allora...''- fece Athos, confuso ma felice di essersi sbagliato con la sua prima ipotesi -'' tu come ci sei arrivata in quella locanda?''
Nicolàs le strinse una mano, intrecciando le sue dita con quelle della ragazza, intuendo che quella era la parte più difficile.
'' Sei mesi dopo la mia nascita, la mamma si ammalò. E poco dopo si spense.''
Nicolàs vide qualcosa che brillava negli occhi della ragazza.
Una lacrima.
Lacrima che si premurò immediatamente di asciugare porgendole un fazzoletto.
'' Grazie...''- fece lei asciugandosi gli occhi con un angolo del fazzoletto.
'' Povera bimba...''- non potè fare a meno di pensare Athos.
Ed era certa che quello fosse il pensiero di tutti loro.
La buona notizia era che alla fine era riuscita ad avere attorno a se l'amore di una famiglia. Certo, nessuno di loro era davvero suo parente... ma nessuno avrebbe potuto dire che non erano stati capaci di crescerla ed amarla come una sorella.
'' E tuo padre?''- fece Porthos cercando di usare il tono più delicato che aveva.
Lunette sospirò.
'' Dopo essere stato diseredato e la morte di mia madre, divenne moschettiere del re. Quando scoppiò una guerra, lui e il padre di D'artagnan furono chiamati per combattere in nome della patria...''
''... ed entrambi trovarono la morte sul fronte di guerra.''- concluse Aramis guardando la sua serva con gli occhi pieni di comprensione.
'' Prima di morire, mio padre mi aveva affidato alla famiglia di D'artagnan, nella speranza di venirmi a riprendere alla fine del conflitto... ma il periodo di sfortuna che D'artagnan e la sua famiglia attraversavano culminò con la morte del figlio e della nuora e con il loro decadimento.
Non potevano accollarsi la responsabilità di mantenerci entrambi... e hanno deciso di tenere con loro D'artagnan.
Era la scelta più logica in fondo.''
Pronunciate queste parole si allontanò.
Nessuno fece nulla per fermarla.
Avevano avuto fin troppe emozioni per quella giornata.

'' Ma perchè le avete taciuto la verità per tutti questi anni?''- chiese Aramis rivolta al suo comandante, una volta che la funzione funebre in onore di D'artagnan, Jean e Costance fu terminata -'' perchè non le avete mai detto la verità sulle sue origini?''
Treville sospirò.
Si aspettava questa reazione da Aramis.
In fin dei conti... per quei sei anni in cui Lunette era rimasta a Parigi, Aramis era stata come una sorella ed una madre per la ragazzina e preoccuparsi per lei era la cosa più naturale del mondo.
'' Per lo stesso motivo per cui l'ho spiegato a Lunette...''- fece il militare con tono calmo -'' la vedevo così felice, così spensierata e finalmente pareva aver superato gli orrori del suo passato... mi sembrava una cattiveria rinfacciarle il suo passato e dirle che i suoi genitori l'amavano più di quanto potrà mai immaginare, con la consapevolezza che non avrebbe mai potuto conoscerli.''
Aramis inspirò bruscamente, comprendendo, ma Treville non aveva ancora finito.
'' Inoltre, le avrei dato un altro motivo per disprezzare la classe nobiliare e ce n'erano gia troppi.''
'' E avrebbe fatto molto bene, a disprezzarli.''- fece Aramis -'' L'idea che un figlio si sposi... e che presto avrebbero avuto una nipotina da vezzeggiare e coccolare, avrebbe dovuto riempire i cuori dei Le Goff di gioia... e invece hanno cacciato sia il figlio che la nipote dalla loro casa, rinnegato il sangue del loro sangue... ed in tutti questi anni non si sono nemmeno degnati di venirla a cercare, nemmeno per rispettare nei limiti del possibile la memoria del figlio.''
E qui Treville fu costretto a smentire Aramis e metterla al corrente di un episodio di cui invece di era ben guardato di informare la diretta interessata.
'' Questo non è del tutto vero... i Le Goff si erano dichiarati ben disposti a riconoscere sia il figlio che la nipotina.''
Ricordava molto bene quel giorno... lui e Bertand erano andati a far visita ai due sposini e alla loro bimba nella depandance che i genitori di Bertrand avevano donato loro come dono di nozze, un mese dopo la nascita della piccola.
Ricordava che Jean era letteralmente rapito dalla visione della sua incantevole sposa che allattava il loro piccolo angelo.
'' Ma non è accaduto... che cos'è successo?''- chiese Aramis.
Treville sospirò.
'' Poco dopo la nascita di Lunette, io e Bertand cooperammo per convincere Jean che forse sarebbe stato giusto informare i suoi genitori che adesso avevano una nipote.
Dopo molte incertezze Jean scrisse ai suoi genitori per informarli... non si aspettava niente da loro, tanto meno che venissero fin dalla capitale per conoscere la bambina anzi... era sicuro che quella lettera non sarebbe nemmeno stata aperta.''
'' Invece si presentarono?''
Treville annuì -'' Jean e Gabrielle erano entusiasti di tale visita... e per una buona mezz'ora credettero persino che sarebbero potuti essere una famiglia unita, mettendo da parte i rancori del passato... ma si sbagliavano di grosso.''
'' Che cosa accadde?''
'' I genitori di Jean dissero al figlio di essere disposti a dimenticare il suo colpo di testa...''- colpo di testa, pensò Aramis scettica,  strano modo di definire l'amore -'' che desideravano riaverlo con loro e che avrebbero riconosciuto legalmente la piccola...''
'' Non senza porre una condizione a cui Jean si sarebbe opposto però.''- lo interruppe Aramis.
Treville annuì tristemente -'' Gia... per riavere il suo titolo e dare a sua figlia una vita consona alla figlia di un conte avrebbe dovuto ripudiare Gabrielle e non rivederla più.''
Aramis sgranò gli occhi per l'orrore e il disgusto per quanto aveva appena ascoltato.
Ripensandoci... Lunette non si era persa niente di speciale nel non essere presa sotto l'ala protettiva dei nonni dopo la dipartita dei genitori, anzi.
E iniziava a capire come mai prima di partire per la guerra l'aveva affidata ai genitori di D'artagnan anzichè ai suoi... per evitare che la figlia si trasformasse in una ragazzina nobile, egoista, arrogante e viziata.
Persino lasciandola sola, aveva commesso un atto d'amore ne suoi confronti.
'' Dio, avresti dovuto vederlo... Jean divenne una furia. Disse ai suoi genitori che non erano loro a disconoscerlo, ma lui a rinnegarli e di non osare mai più mostrarsi in casa sua, di star lontano dalla sua famiglia, soprattutto da sua figlia. Da allora non si sono mai più rivisti. E per fortuna, aggiungo io!''
'' Si, sono d'accordo...''- concordò Aramis.
Adesso sapeva tutto quel che doveva sapere su Lunette... ma non poteva non essere preoccupata.
I suoi nonni erano nobili. Suo padre era nobile ed in un certo senso anche lei lo era... che conseguenze avrebbe avuto sul suo futuro?
E sul rapporto con il conte Monmercy?
Era chiaro come il sole che la sua serva si stava innamorando del giovane nobile e sperava che quel sentimento non fosse compromesso dalla gia poca stima che aveva per la classe nobiliare, soprattutto adesso che aveva un motivo per non sopportarli ulteriolmente... e dire che non li sapeva nemmeno tutti i motivi che avrebbe avuto per giustificare la sua antipatia nei confronti dei nobili.
'' Bambina mia... che cammino difficile ti ha riservato la vita...''

  
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