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Autore: Saralasse    28/06/2015    9 recensioni
[...]Le mani si serrarono più strette attorno al volante mentre fissava il cartello che dava il benvenuto a Magnolia.
Mancava dalla sua città da quasi dieci anni ormai, da quando aveva preso il diploma e si era iscritto all'università; era rimasto a lavorare a Crocus e non sarebbe tornato se il matrimonio di una cara amica non fosse stato imminente[...]
Buonasera! Ebbene sì, sono tornata con una one-shot ispirata all'ending della nuova serie dell'anime.
Spero avrete voglia di leggermi e perchè no, di dirmi cosa ne pensate ;)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Natsu accompagnò Lucy all'indirizzo che gli aveva dato, nella zona più nuova della città e la seguì all'interno di un palazzo imponente ma elegante. Sembrava essere stato costruito interamente in marmo ed era così bianco e lucido da far quasi male agli occhi.

Lucy controllò la cassetta della posta non appena misero piede nell'atrio, facendogli cenno di seguirla verso l'ascensore mentre scorreva rapidamente le buste che teneva in mano.

"Ne, Natsu", esordì all'improvviso pigiando il pulsante del quarto piano. "Ti ricordi quando hanno costruito questi palazzi?".

Natsu annuì e le prese la mano, sorridendo del fatto che anche lei ricordasse. "Dicevamo sempre che saremmo venuti a vivere qui perché eravamo stufi delle vecchie ville del nostro quartiere".

Lei rise lievemente, ricambiando la stretta delle sue dita. "E pensare che adesso tutta Magnolia vorrebbe vivere proprio in quel vecchio quartiere!".

"Sul serio?".

Lucy rise di nuovo, questa volta più apertamente. "Per mia fortuna", disse, tirandosi dietro Natsu verso una porta rossa sulla destra. "Con il rischio di perdere affittuari ogni settimana, la padrona non fa più la tiranna sul concederci di tenere animali in casa".

"Animali?! Ma non ne hai mai voluti!".

"Beh, per lui dovevo proprio fare un'eccezione", rispose la ragazza andando verso il salotto mentre Natsu richiudeva la porta. "Coraggio, vieni!".

Lui seguì la direzione da cui sentiva provenire la voce e restò di sasso vedendo che Lucy teneva in braccio Happy, il suo adorato gatto creduto perso tanti anni prima.

"L'ho trovato tutto infreddolito nel giardino dei miei quando sono andata a riprendere le ultime cose", disse dolcemente lei. "Sapevo che credevi di averlo perso e così mi sono ripromessa di tenerlo soltanto fino al tuo ritorno ma... Tu non sei più tornato prima di ieri".

Natsu la raggiunse in due falcate e l'afferrò per le braccia, spaventando Happy che saltò giù con un miagolio di protesta. "Lucy, io... Dio, ti amo!", esclamò schiantando le labbra sulle sue.

Lucy sorrise in quel bacio, sentendo il proprio cuore martellare violentemente contro la cassa toracica, una sensazione che non provava più da tanto tempo; aveva amato Gray ma il loro era stato un sentimento per certi versi acerbo che impallidiva rispetto a quello che provava per Natsu e che - cominciava a capirlo - era lì da sempre.

"Mi dai mezz'oretta?", gli chiese quando la lasciò libera di parlare.

"Per fare cosa?".

Natsu aveva messo su il broncio e Lucy non riuscì a trattenersi dal ridacchiare. "Voglio solo fare una doccia prima di cambiarmi, credi di potermelo concedere?".

"Forse se mi lasciassi venire con te...", mormorò lui chinandosi a baciarle il collo.

"No!", esclamò la ragazza, rossa d'imbarazzo. "Aspetta qui e fai pure come se fossi a casa tua!".

Sgattaiolò dalla sua stretta scappando nell'altra stanza e questa volta fu il turno di Natsu di ridere, prima di afferrare Happy e lasciarsi cadere sul divano. "Allora, dove diavolo eri fuggito?!".

 

Lucy sospirò di piacere quando il getto d'acqua calda le scorse addosso, gli occhi chiusi per godersi quel momento di perfetta beatitudine. Era felice, sì, finalmente poteva dire con sicurezza di esserlo di nuovo.

Da quando Natsu era tornato nella sua vita, dichiarando con la sua solita irruenza di amarla, le sembrava di camminare su una nuvoletta rosa di felicità. Persino la mancanza dei suoi genitori si faceva sentire meno quando c'era lui, il suo chiassoso migliore amico che sosteneva con sicurezza di sapere che loro due erano destinati a stare insieme. Sorrise a quel pensiero, in fondo ci credeva anche lei che fosse così: se lui non fosse stato davvero la sua anima gemella, per quale altro motivo avrebbe dovuto essere l'unico in grado di farle provare certe sensazioni?

Eppure, non riusciva ancora a lasciarsi andare totalmente: una parte di lei temeva che quello che sentiva fosse influenzato da Natsu e che se avesse ceduto avrebbe finito con il perdere anche la sua amicizia, qualcosa che la faceva rabbrividire al solo pensiero.

"Lucy!".

Lucy si lasciò scappare un urletto di paura nel momento in cui Natsu aprì il box doccia senza tanti complimenti.

"Natsu!", esclamò, tentando inutilmente di coprirsi. "Che diamine ci fai qui, esci!", strillò lanciandogli contro la bottiglia dello shampoo.

"Ahia", si lamentò lui, colpito dritto sul naso. "Avevi detto mezz'ora, sei qui da quasi cinquanta minuti!".

"Esci!", urlò di nuovo Lucy, la voce ancora più acuta.

A Natsu non restò che ubbidire, prima che gli lanciasse contro l'intero schieramento di cosmetici che teneva lì dentro. "Non me la ricordavo così manesca", borbottò massaggiandosi il naso. Stava per uscire dal bagno quando un'ultima occhiata alle sue spalle gli rivelò la figura sinuosa di Lucy ancora sotto la doccia. 'E no mia cara Lucy, non te la cavi così!'.

Senza pensarci oltre, si liberò in fretta dei vestiti che gettò con noncuranza in un angolo e raggiunse quella che riteneva a tutti gli effetti la sua donna, infilandosi con prepotenza nella doccia e schiacciandola contro le piastrelle alle sue spalle.

"Natsu!", esclamò lei, per la seconda volta in troppo poco tempo. "Ti avevo detto di and…".

Il ragazzo la zittì con le proprie labbra, stringendola a sé nel timore che si sottraesse o lo respingesse, ma per tutta risposta Lucy si avvinghiò a lui, afferrandogli i capelli con una mano e tirandogli indietro la testa.

"Questo è un colpo basso, Natsu".

"È colpa tua che sei troppo bella", rispose per le rime Natsu, rivolgendole un ghigno ferino prima di avventarsi sul suo collo. "E io ti amo troppo per resistere".

 

"Stavolta tu resta qui!", intimò Lucy a Natsu che se ne stava comodamente sdraiato sul letto con un sorriso soddisfatto a distendergli i tratti, coperto appena il necessario dalle lenzuola.

"Come vuoi, Lu", rispose con uno sbadiglio lui, voltandosi di schiena. E facendo scivolare del tutto il lenzuolo nel movimento.

"Che faccia di bronzo!", disse fra i denti la ragazza rifugiandosi in bagno.

Natsu ridacchiò sentendo la chiave girare nella toppa e si dedicò all'esplorazione della stanza di Lucy. Solo visiva, ovvio, non aveva nessuna intenzione di muoversi dal letto. La sua ragazza - perché lui era assolutamente convinto di avere ragione e già la considerava tale - aveva decorato tutto con uno strano miscuglio di rosa e rosso; non ci volle molto a fare due più due, il rosso era sempre stato il suo colore preferito e il rosa quello di lei. Forse non era stato intenzionale ma anche lei aveva già capito quanto fossero legati. Una delle pareti era disseminata di foto dei loro amici e dei genitori di Lucy e la parte centrale di quello strano mosaico era occupato da una foto di loro due che era stata scattata poco prima che lei facesse coppia con Gray: erano entrambi sereni e sorridevano sinceramente.

Altre foto che li ritraevano insieme, alcune minuscole, erano disposte su quello che Natsu suppose fosse il comodino di Lucy, quello vicino alla parte di letto che occupava abitualmente. Sospirò appena, pensando che anche lei doveva aver sentito molto la sua mancanza: chissà se immaginava che anche la sua stanza nella sua casa di Crocus era piena delle loro foto.

"Hai scoperto il mio segreto".

La voce di Lucy lo raggiunse improvvisa, facendolo sussultare e nel voltarsi scoprì che lo aveva raggiunto sul letto senza che se ne accorgesse.

"Non ti ho sentita uscire".

"Lo vedo". Si chinò a baciarlo con un sorriso, sfiorandogli il viso con un tocco lieve. "Dai, va' a darti una ripulita, volevamo andare al parco, no?".

Natsu le prese la mano nella sua e vi posò un bacio prima di alzarsi e raggiungere il bagno. Lucy distolse lo sguardo da lui, preferendo concentrarsi sulla scelta dei vestiti piuttosto che su quel corpo statuario. Dopotutto, voleva proprio uscire con lui.

 

Giunti a destinazione, Natsu restò imbambolato a fissare l'ingresso del parco, talmente a corto di parole da sembrare un pesce all'amo. Era rimasto praticamente identico rispetto a quando era partito, avrebbe giurato che ci fossero anche gli stessi ciuffi d'erba attorno al palo che reggeva l'insegna. A Lucy non lo aveva mai detto naturalmente ma era proprio in quel posto che aveva capito di essere irrimediabilmente innamorato della sua migliore amica.

 

Stavano attraversando il parco per tornare a casa, come facevano tutti i giorni, quando Natsu si era improvvisamente fermato e Lucy aveva fatto lo stesso, voltandosi a guardarlo.

"Natsu?".

"Credo di voler lasciare Lisanna, Lu".

La sua amica lo aveva afferrato per un braccio e portato entrambi verso una panchina, sulla quale si erano seduti. "Ricomincia da capo. Perché vorresti lasciare Lisanna?".

"Perché mi piace un'altra ragazza ed è evidente che non sono più innamorato di Lisanna come lo ero una volta", rispose Natsu, lo sguardo incollato sulle proprie mani giunte in grembo.

"Come fai a dire di non amarla, ne sei certo?".

"Lucy, non ho occhi che per l'altra! Anche quando siamo insieme, se per caso passa lei, dimentico persino che Lisanna esista! Non è giusto continuare in questo modo, è una brava ragazza e merita di meglio".

Lucy aveva steso la mano a prendere quella di Natsu, stringendola nella sua. "Non pensare mai di essere meno di quello che qualsiasi ragazza meriterebbe: stai prendendo una decisione difficile, anche per il bene di Lisanna. Se fossi una cattiva persona non ti importerebbe della situazione miserevole in cui il vostro rapporto la sta trattenendo".

Lui aveva finalmente alzato lo sguardo, incrociando quello color cioccolato della sua Lucy; lei sapeva sempre cosa dire per mettere a posto le cose, sapeva dargli i consigli migliori  e lo ascoltava sempre, non fingeva di farlo. Ma se avesse saputo di essere proprio lei l'altra? Se fosse stata consapevole del suo sguardo che la seguiva sempre, immaginando come sarebbe stato fare coppia con lei? Se solo avesse potuto sentire come il suo cuore batteva furiosamente ogni volta che i loro occhi si incontravano.

"Però... Lei ne soffrirà, Lu", disse, preferendo deviare il corso dei propri pensieri.

"Certo che ne soffrirà, Natsu. Però alla fine capirà che lo stai facendo perché le vuoi bene e non vuoi che stia con te dal momento che non la ami più. Ci vorrà del tempo ma tornerete amici".

Lucy gli sorrise incoraggiante e Natsu riuscì a risponderle con un piccolo sorriso.

"Andiamo, puoi fare di meglio! Il mio Natsu ha il sorriso più bello del mondo!".

Aveva gonfiato le guance, indispettita e a quella vista lui era scoppiato a ridere, tenendosi la pancia. "Smettila Lu, sai che trovo troppo comica quella faccia!".

"Beh almeno adesso ridi!".

Lucy aveva riso con lui, abbracciandolo di slancio e gli aveva baciato la guancia. "Ti voglio bene, Natsu. Questo non dimenticarlo mai, ci sarò sempre per te".

Natsu aveva ricambiato l'abbraccio e annuito, convinto che quella splendida amicizia sarebbe diventata qualcosa di più una volta che lui avesse rotto con Lisanna; non si sarebbe lasciato sfuggire Lucy.

 

Natsu scosse la testa, ridendo fra sé della propria ingenuità: allora non sapeva che Gray si sarebbe messo in mezzo, causandogli anni di sofferenza.

"Natsu va tutto bene?".

La voce di Lucy lo riportò coi piedi per terra e le sorrise, annuendo. "Sì, tutto bene".

Lei aggrottò le sopracciglia, fissandolo. "Natsu", sbottò con tono ammonitore.

"È la verità, Lu, solo dei ricordi!".

Lucy decise di lasciar perdere e scrollò le spalle con noncuranza. "Va bene, se lo dici tu", disse. "Ma prima o poi dovrai dirmelo", aggiunse, gli occhi ridotti a due fessure.

Natsu scoppiò a ridere e le cinse le spalle con un braccio, attirandola a sé. "Sei proprio unica", disse, voltandole il viso per poterla baciare. "Dai entriamo!".

Lei gli sorrise e annuì, portando un braccio attorno alla sua vita mentre si incamminavano lungo i sentieri che attraversavano i prati: quella settimana da trascorrere con lui prometteva proprio bene.

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Salve ragazze/i ^-^

Visto che me lo avete chiesto in tanti, ho deciso di riprendere in mano questa storia e farla effettivamente diventare una long; ho in programma di aggiornare almeno una volta a settimana ma se non mi dovesse riuscire vi prego di essere pazienti ^^”

Credo che sarà una storia fluffolosa come poche, questo contesto mi ispira troppa tenerosità fra i miei tesori >w<

Mi ripeto ma non posso farne a meno, grazie se avete letto e due volte se recensite!

Alla prossima <3

  
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